ATP Miami: Dimitrov, che carattere! Rimontato Murray. Bene Raonic, Kyrgios e Nishikori. Fuori Tsonga

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ATP Miami: Dimitrov, che carattere! Rimontato Murray. Bene Raonic, Kyrgios e Nishikori. Fuori Tsonga

Grigor Dimitrov reagisce ad un tiebreak giocato malissimo, per avere la meglio su un Andy Murray discontinuo e nervoso: addirittura 50 errori gratuiti per lo scozzese, che difendeva la finale. Dimitrov non batteva un top 10 da quasi un anno (Wawrinka a Madrid 2015). Kei Nishikori lascia appena 4 giochi ad Alex Dolgopolov e si qualifica per gli ottavi di finale dove affronterà Roberto Bautista Agut che piega al tie-break decisivo Jo-Wilfried Tsonga. A Nick Kyrgios e Gael Monfils basta il minimo indispensabile per superare in due set l’americano Smyczek e l’uruguaiano Cuevas mentre Milos Raonic ha la meglio in due tiratissimi set contro il padrone di casa Jack Sock

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[26] G. Dimitrov b. [2] A. Murray 6-7(1) 6-4 6-3 (Raffaello Esposito)

Quando nel 2014 Grigor Dimitrov batté Murray nella semi di Acapulco e in seguito nei quarti di Wimbledon sembrava che il suo decollo fosse imminente ma da allora, paradossalmente, si è avuta una costante discesa nelle prestazioni del golden boy bulgaro. Per raggiungere il top quasi mai basta il talento di madre natura e lui stesso ha più volte dichiarato che c’è altro nella sua vita oltre al tennis. Così oggi l’ottavo di finale contro lo scozzese, che era in vantaggio 6-2 nei precedenti, sembrava segnato. Andy era il secondo favorito del torneo,  sulla via di una più che probabile finale contro Nole, considerando il destino toccato ad altri due fab four.

Dopo le consuete raccomandazioni del giudice arbitro e il sorteggio, Dimitrov apre le ostilità al servizio. Deve subito risalire da 0-40 e lo fa con l’aiuto di due aces consecutivi ma nel suo seguente turno è break. Sembra la solita storia quando c’è di mezzo il bulgaro ma non sarà così. Grigor entra improvvisamente in palla, restituisce subito il favore e prende a servire come un ossesso sia prima che seconda e a scambiare a tutto braccio senza errori. Murray non gioca male, attacca la rete ma è spesso costretto in difesa nel palleggio dall’anticipo e dalla potenza dei colpi avversari, alcuni ottimi come il rovescio lungolinea piatto che conclude il settimo gioco. Non ci saranno più occasioni fino al 6-6 ma è Andy quello che deve lottare maggiormente per difendere il proprio servizio. Purtroppo per il bulgaro il passaggio a vuoto arriva proprio al tie break, aperto da lui con il terzo doppio fallo dell’incontro. Murray possiede una buona dose di killer instinct, annusa l’aria e alza il ritmo del palleggio, costringendo l’altro all’errore. Quando lo scozzese “para” a rete un rovescio al volo da due metri di distanza per salire 5-1 il set finisce. 7-1 per gli almanacchi.

Ma è un match strano, che cambia padrone ogni tre-quattro giochi e l’andazzo rimane quello. Dimitrov si scorda subito dell’orrendo tie-break e riprende a martellare mentre Andy forse crede di averlo perso e cede due volte consecutive la battuta a zero. Nel cambio campo del terzo game, mentre cerca di distruggere a racchettate la borsa degli indumenti qualcuno forse gli rammenta che è in vantaggio e allora lui ricomincia a giocare. Il parziale diventa emozionante, Andy recupera un break, risale da 0-4 a 4-5 ma quando Dimitrov serve per il set si trova  sotto 40-15. Un set point lo annulla lui in pressione, il secondo Grigor col settimo doppio fallo. Il bulgaro fronteggia a sua volta una palla break ma sorpresa delle sorprese… la annulla a rete ed è solido nel tenere di testa conquistando un agognato 6-4.

È diventato un match molto teso, a tratti bellissimo, e il terzo set ne è degna conclusione. Dimitrov lo inizia alla risposta con una volée bassa di dritto da cineteca ma nel quarto gioco un rovescio scentrato e un passante nei piedi lo precipitano sul 15-40 e lui annulla solo la prima palla break. Finita? Macché, in un match la cui alternanza sembra regolata dal manuale Cencelli Murray perde subito il vantaggio acquisito e subisce un secondo break nel sempre fatidico settimo gioco. Anche una roccia delle Highlands come Andy ha delle crepe e mentre Amélie Mauresmo china profeticamente la testa in tribuna la crepa diventa voragine. Murray ha mollato, serve sotto 3-5 e subisce il terzo break consecutivo con quattro errori quasi filati che ne decretano l’inaspettata sconfitta.

[12] M. Raonic b. [22] J. Sock 7-6(3) 6-4 (Benedetto Napoli)

L’ottavo capitolo della saga tra Milos Raonic e Jack Sock si chiude come le ultime sei volte. Il numero 12 della classifica mondiale è cinico quanto basta per approfittare delle rare occasioni offerte dall’avversario; di contro il no. 24 ATP non gioca assolutamente un cattivo match, ma l’imprecisione sulle palle break (0/5) contro tennisti di questo calibro possono costare parecchio.

All’alba del primo set il tennista nato a Podgorica concede un break point allo statunitense, ma un ace e due prime vincenti scongiurano il pericolo. Da lì in poi l’incontro diventa un ode al servizio: difatti  i due tennisti si attaccano al loro miglior fondamentale concedendo pochissimi spunti degni di nota a un pubblico che si gasa solo al passaggio della kiss cam durante i cambi campo. Le discese a rete sono pochissime e gli scambi sono interminabili e di una noia mortale; ognuno aspetta l’errore dell’altro e solo qualche vincente di dritto o di rovescio rompe la monotonia del match.
L’epilogo del primo set inevitabilmente giunge al tiebreak: qui Raonic piazza due mini-break che lo portano in un battibaleno sopra di cinque punti a zero e a quel punto è troppo facile per il finalista di Indian Wells controllare il ritorno dell’avversario e chiudere dopo oltre quasi un’ora il set in proprio favore.

Il secondo parziale si apre con l’immediato break del canadese e tutto d’un tratto l’incontro si infiamma. Nonostante la palla viaggi alla stessa velocità di una monoposto di Formula 1 i vincenti aumentano a dismisura: Raonic predilige l’approccio a rete mentre il campione di Houston sfodera vincenti di dritto o di rovescio che animano il pubblico dello Stadium. L’ottavo game vede Sock procurarsi ben quattro break point, ma l’imprecisione di quest’ultimo unito al sangue freddo del canadese fanno sfumare ogni possibilità e nonostante una disperata resistenza e così dopo quasi due ore di ostilità Raonic chiude al terzo match point. Prossimo turno sulla carte favorevole al tennista canadese, ma la sorpresa del torneo Damir Dzumhur vorrà continuare a stupire.

[6] K. Nishikori b. [27] A. Dolgopolov 6-2 6-2 (Valerio Vignoli)

Il primo match di giornata sul Grandstand del Crandon Park Tennis Center vede Kei Nishikori, testa di serie n.6, impegnato in un insidioso terzo turno contro l’imprevedibile Alexandr Dolgopolov, n.29 del ranking ATP e giustiziere di Andreas Seppi al turno precedente. Forse non troppo insidioso visto che il 26enne nipponico di casa a Miami non ha mai ceduto un set all’ucraino nei tre precedenti.

Il primo set si apre con un Dolgopolov spumeggiante che con un paio di magie delle sue si aggiudica subito il turno di risposta. Ma il tennista di Kiev, al termine di un game durato oltre 6 minuti, non conferma il vantaggio, commettendo un doppio fallo sulla seconda palle break per Nishikori. Emerge presto la maggiore solidità del giapponese che, avanti 2 a 1, sfrutta la bassa percentuale di prime in campo e i tanti gratuiti – soprattutto di rovescio – del suo avversario per prendersi un altro break. Il finalista degli US Open 2014 non si distrae e chiude in scioltezza alla seconda occasione il parziale con il punteggio di 6-2.

Nel secondo set, dopo aver tenuto il primo turno di servizio, Nishikori continua a mettere pressione su Dolgopolov, procurandosi 4 palle break. L’ucraino, pur con qualche sofferenza, si salva ma è poi costretto a soccombere nel quarto gioco, per colpa di un dritto che scappa largo, sotto lo sguardo perplesso del suo coach Felix Mantilla. Il top player di Shimane è in totale controllo ma, date le proibitive condizioni di umidità, cerca di archiviare la pratica in fretta per risparmiare energie. Non ci riesce sul 4 a 1 con 3 chance di break a disposizione ma ce la fa sul 5 a 2, grazie ad un rovescio in rete di un Dolgopolov ormai in confusione, chiudendo il match in un’ora e undici minuti di gioco. Nishikori si qualifica così per gli ottavi di finale del Miami Open per la quinta volta in carriera.

R. Bautista Augut [17] b. J. W. Tsonga [9] 2-6 6-3 7-6(3) (Manuel Calcaterra)

La parte bassa del tabellone di Miami vede sfidarsi al terzo turno il numero uno di Francia, il trentenne Jo-Wilfried Tsonga, contro il terzo tennista spagnolo, l’attuale numero 18 del ranking ATP Roberto Bautista Augut. Il pronostico vede favorito il francese, forte della sua nona posizione in classifica, ma Bautista Augut è un tennista da non sottovalutare, capace quest’anno di rientrare tra i primi 20 al mondo e già vincitore di due titoli: i tornei 250 di Sofia e di Auckland, battendo nella semifinale di quest’ultimo proprio il francese nato a Le Mans, nel loro ultimo scontro diretto. Tsonga sa bene, quindi, di dover partire subito concentrato e mette in campo nel primo set un tennis aggressivo fin dal primo quindici. Il francese si dimostra solido al servizio, con il quale ottiene l’83% di punti con la prima e il 60% con la seconda, senza concedere nemmeno una palla break. Al contrario, Bautista soffre le risposte profonde di Tsonga e concede ben 9 palle break, 2 delle quali vengono trasformate dal transalpino per il 6-2 del primo parziale, conquistato in 39’.

Lo spagnolo, però, non si scompone e, al rientro in campo, mette ordine ai suoi schemi di gioco, ma soprattutto inizia a lasciare andare il braccio, sfornando colpi potenti di dritto; Tsonga si innervosisce senza ragionevole motivo, subisce il ritorno dell’iberico e perde di efficacia, sia alla battuta sia in risposta, tanto che Bautista Augut intasca il 94% di punti con la sua prima di servizio. Alla terza occasione, lo spagnolo conquista il break necessario a chiudere 6-3 il secondo set e rimandando tutto al terzo.

Nell’ultimo parziale è l’equilibrio a farla da padrone: il francese ritrova sicurezza al servizio, ma si dimostra ancora nervoso, alternando colpi perfetti a momenti di self talking che evidenziano il suo stato di agitazione; Bautista Augut, invece, mette in campo un gioco concreto e lineare, concedendo ben poche occasioni al francese. È un giusto tiebreak a decidere l’incontro dove la maggiore tranquillità dello spagnolo ha la meglio sull’emotività di Tsonga. Bautista Augut si qualifica, così, per il quarto turno dove incontrerà Kei Nishikori.

[24] N. Kyrgios b. [Q] T. Smyczek 6-4 6-4 (Gabriele Ferrara)

Vittoria in due set per Nick Kyrgios, che sconfigge Tim Smyczek – vittorioso a Memphis nel 2014 nell’unico precedente tra i due – con un doppio 6-4. Negli ottavi adesso lo attende Kuznetsov. Si parte con l’australiano che, sull’1-1, centra il break alla terza occasione grazie ad una buona discesa a rete e ad un ottimo dritto inside out. Tuttavia, nel game seguente, regala il controbreak mettendo in rete una volée bassa di rovescio ed in corridoio un rovescio in diagonale. Il ventunenne di Canberra riesce lo stesso a far valere la maggior potenza ed il maggior talento, breakkando nuovamente Smyczek nel settimo gioco, archiviando poi il primo set per 6-4.

In apertura di secondo parziale Il numero 26 del mondo toglie la battuta allo statunitense, che sul break point commette un doppio fallo. Ciò nonostante, Kyrgios non ne approfitta e, dopo un errore di rovescio a campo aperto, concede immediatamente il controbreak. Quest’oggi il talento aussie – come spesso gli capita – appare svogliato e deconcentrato mostrando poca reattività nelle gambe ed alternando giocate d’alta scuola ad errori grossolani. L’americano, invece, gioca in maniera piuttosto ordinata: cerca di costruirsi il punto con una buona prima di servizio ed esegue con grande anticipo i colpi da fondocampo – nonostante difetti in potenza. Il tennista di Milwaukee, nel settimo gioco, subisce il maggior peso di palla dell’avversario, che approfitta di un paio di errori di rovescio del numero 132 ATP per portarsi in vantaggio sul 4-3 e servizio, aggiudicandosi poi il set e l’incontro con lo score di 6-4 6-4 in un’ora e ventisette minuti.

Prestazione altalenante da parte del giovane australiano che, come anticipato, negli ottavi di finale affronterà Andrey Kuznetsov. Ottimo torneo, invece, per il tennista statunitense, che ha confermato di essere un buon giocatore e di poter rientrare nella top 100.

Risultati:

[26] G. Dimitrov b. [2] A. Murray 6-7(1) 6-4 6-3
[16] G. Monfils b. [23] P. Cuevas 6-3 6-4
[12] M. Raonic b. [22] J. Sock 7-6(3) 6-4
[6] K. Nishikori b. [27] A. Dolgopolov 6-2 6-2
[17] R. Bautista Agut b. [9] J.W. Tsonga 2-6 6-3 7-6(3)
[24] N. Kyrgios b. [Q] T. Smyczek 6-4 6-4
D. Dzumhur b. [Q] M. Kukushkin 4-6 6-1 6-2
A. Kuznetsov b. A. Mannarino 2-6 7-5 6-0

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