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Settimana degli italiani: Quinzi alza la mano

Il ruggito della Leonessa, la duttilità di Paolino Lorenzi e l’addio di Sara Errani al Roland Garros. Un sorriso e un nuovo inizio per Gianluigi Quinzi

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Sara Errani è tornata per la quinta volta ad iscriversi al torneo di Bogotà, dove al primo turno ha affrontato la 22enne russa Ekaterina Alexandrova, n°89 WTA già vincitrice di 2 ITF in stagione: era un incontro inedito, dal quale Sara ne è venuta fuori ottimamente, grazie anche alla pessima prova al servizio dell’avversaria, che ha servito il 42% di prime ed ottenuto solo il 24% di punti quando si giocava con la sua seconda. Numeri che spiegano abbondantemente bene l’andamento del match, durante il quale la russa nel primo set non ha mai mantenuto proprio turno di servizio, riuscendo a far poco meglio nel secondo parziale, ma non ad evitare un netto 6-2 6-4 in 69 minuti. Al secondo turno l’emiliana ha affrontato una seconda giocatrice mai incontrata in precedenza in carriera, la 21enne tennista della Florida Sachia Vickery, 133 WTA: a Sara è bastato fornire una prova con buone percentuali al servizio (72% di prime in campo, 58% di punti conquistati con la seconda) e di buona regolarità per approfittare di un’avversaria fallosa e dal cattivo rendimento alla battuta, conservata solo in 3 circostanze su 9.

Fortunatamente, è arrivato cosi l’accesso ai quarti in un International per Sara (mancava da luglio. quando vi arrivò a Baastad), giunto con un nuovo netto punteggio, 6-2 6-3 in 74 minuti di partita. Il ritorno in una semifinale dopo più di un anno (l’ultima volta era stata a Charleston più di un anno fa) e le contestuali ultime chance per avere la certezza di entrare nel tabellone principale del prossimo Roland Garros dipendevano dal superare la prova rappresentata dalla 28enne svedese Johanna Larsson, n°57 WTA sempre sconfitta, senza nemmeno perdere un set, nei sei precedenti incontri nel circuito. Questa volta, purtroppo, non è andata bene a Sara, la quale, pur giocando alla pari – e nonostante la solita percentuale bassissima, 33%, di punti vinti con la seconda, è venuta meno nei momenti decisivi, come sul set point a favore avuto nel decimo gioco del primo parziale, poi perso 7-5 in 52 minuti. Nel secondo, sul 4 pari, il secondo break subito nel parziale dalla Errani ha mandato la Larsson a servire per il match, chiuso al quarto match point, con il punteggio di 7-5 6-4 in 1 ora e 41 minuti.

Tornava alle gare anche Camila Giorgi, in quel che era appena il suo quinto torneo in questo sfortunato 2017, partito bene con le semifinali a Shenzen ma poi rivelatosi sin qui sfortunato per l’inizio dei problemi alla schiena che hanno condizionato la sua programmazione, costringendola al primo ritiro in carriera a Doha ed in seguito a giocare, male, solo ad Indian Wells, dove ha perso d’acchitto dalla Larsson. L’uscita dei 180 punti della finale del per lei fortunato torneo di Katowice (tre finali dal 2014 al 2016) l’ha fatta precipitare al 98° posto del ranking ed a Biel, per la prima edizione del Ladies Open, ha iniziato il suo torneo contro la ventenne qualificata tedesca Antonia Lottner, n°181 WTA. Alla nostra giocatrice, che ha perso solo una volta la battuta, è bastato fare il minimo indispensabile per avere facilmente la meglio su un’avversaria in versione estremamente fallosa e molto in difficoltà quando serviva la seconda (13% di punti vinti): il 6-2 6-2 in 57 minuti di partita spiega bene la differenza di valori palesatasi in campo.

Un avversario di ben altro livello era rappresentato al secondo turno per la Giorgi da Carla Suarez Navarro, n°23 WTA, vincitrice in due occasioni delle tre nelle quali si erano affrontate in carriera. In un incontro caratterizzato dalla scarsa incidenza del servizio (12 break in 28 complessivi turni di battuta, 31% di punti vinti con la seconda dalla Giorgi, 39% per la Suarez) Camila è stata brava a non perdere la trebisonda sia dopo aver perso nettamente in 29 minuti il primo set, sia in seguito all’essersi fatta trascinare al tie-break nel secondo, dove aveva servito sul 5-3 per vincerlo. Dopo aver vinto il gioco decisivo per 7 punti a 5, Camila, nel terzo, ha preso il largo, ottenendo un ottimo scalpo (non batteva una tennista con la classifica migliore o uguale della Suarez dallo scorso agosto, quando sconfisse la Stephens, allora 23W TA) e l’accesso ai quarti di finale, i secondi del suo 2017.

L’appuntamento con la seconda semifinale stagionale per Camila è stato tuttavia rimandato: un vero peccato se si pensa che i due precedenti contro la 23enne bielorussa Aliaksandra Sasnovich, 108 WTA, entrambi giocati sul tappeto indoor, erano stati vinti dalla nostra tennnista. Rammarici che aumentano considerando l’andamento del match, durante il quale la Giorgi è stata avanti in entrambi i parziali (3-1 nel primo- 4-2 nel secondo), purtroppo vanificati da una pessima prova al servizio di Camila (0 ace, 8 doppi falli, 47% di prime, 31% di punti vinti sulla seconda 6 break subiti su 10 turni di battuta) che si è fatta rimontare in entrambi i set per finire col perdere con un duplice 6-4 in1 ora e 25 minuti.

Passando al settore maschile, al Gran Prix Hassan II di Marrakech, unico torneo programmato in Africa nel 2017, hanno partecipato i tennisti italiani che questa settimana hanno partecipato al circuito maggiore: tra di loro vi era Paolo Lorenzi, secondo giocatore italiano, reduce dalla sfortunata trasferta di Davis in Belgio, dove aveva perso entrambi i singolari disputati contro Goffin e Darcis, raccogliendo un solo set. Rinunciando ad andare a giocare al contemporaneo ATP 250 di Houston, dove era stato in quattro delle sue ultime cinque stagioni nel tour, in Marocco ha esordito contro un altro veterano del circuito, il 33enne spagnolo Guillermo Garcia Lopez, contro il quale aveva vinto solo l’ultimo dei cinque precedenti scontri diretti. Il toscano, dopo aver vinto in ben 68 minuti al tie-break un primo set nel quale è stato l’unico dei due ad avere palle break (nel terzo gioco), nel secondo è stato bravo a rimontare da 1-5 sotto, annullando anche un set point all’avversario sul 3-5 e, infilando un filotto di 6 giochi consecutivi, ha guadagnato, dopo 2 ore e 4 minuti, l’accesso al secondo turno.

Qui ha incontrato Gianluigi Quinzi, arrivato sin lì passando prima dalle quali e poi superando Mathieu. In quello che era un vero e proprio scontro generazionale che aveva un solo precedente, datato 2013 al Challenger di Cordenons 2013 e vinto facilmente dal più maturo, Paolo ha faticato molto più di quanto forse avrebbe potuto per vincere il primo parziale, nel quale ha avuto prima una palla per il 5-1 e poi due set point nel dodicesimo gioco, prima di portarlo finalmente a casa al tie-break. Il giovane azzurro nel secondo ha dimostrato di saper combattere anch’egli a livello di circuito ATP: Gianluigi, dopo aver annullato nel gioco iniziale una palla break, è scappato via, portando la gara al set decisivo, dove è venuta fuori la maggiore esperienza di Paolo, bravo a scappare sul 4-0 e d a rintuzzare i tentativi di rimonta del tennista nato a Cittadella. Il toscano ha dunque vinto la partita dopo una lunghissima battaglia, durata 2 ore e 51 minuti, col punteggio di 7-6(5) 2-6 6-4.

Nei quarti, i secondi stagionali dopo la finale poi raggiunta a Quito, Paolo ha affrontato il 23enne mancino ceco Jiri Vesely, che lo aveva sconfitto senza mai perdere un set nei due precedenti, entrambi giocati a livello di Slam (Wimbledon ed Us Open). Il toscano sulla terra esprime al meglio le sue caratteristiche di gioco e difatti il primo set questa volta è stato di suo appannaggio, grazie ad una maggiore solidità negli scambi, ma poi la reazione del ceco, basata su un tennis potente, ha pagato. Arrivati al terzo, ha iniziato ad incidere molto il servizio, conservato da entrambi facilmente: prima di giungere al tie-break finale, solo Paolo ha avuto una palla break. Nel gioco decisivo, purtroppo, Vesely ha avuto la meglio, nonostante Lorenzi si fosse portato sul 3-1 e così il ceco si è qualificato, dopo 2 ore e 20 di partita, col punteggio di 3-6 6-3 7-6(5).

La più bella notizia da Marrakech è arrivata però dalle prove fornite da Gianluigi Quinzi, arrivato in Marocco come 304 ATP e tornato a cimentarsi con le quali di un torneo del circuito maggiore a distanza di due anni dall’ultima volta (nel 2015 lo fece a Buenos Aires e, ricevendo una wild card per accedervi, a Miami e Roma). Il campione di Wimbledon Juniores 2013, dopo l’ennesimo cambio di coach- ha lasciato ad inizio anno Ronnie Leitgeb per passare a Fabio Gioretti come guida tecnica- è riuscito per la prima volta in carriera a qualificarsi per un torneo ATP, sconfiggendo prima l’ormai celebre (per aver sconfitto un paio di mesi fa Roger Federer) 26enne russo Evgeny Donskoy col punteggio di 7-6(4) 3-6 6-3 in 2 ore e 10 minuti e poi eliminando il 18enne sudcoreano Duckleee Lee, 130 ATP, con un netto 6-2 6-3 in 1 ora e 17 minuti. Nel tabellone principale è stato poi sorteggiato contro Paul Henry Mathieu, 35enne transalpino al 115°posto del ranking ATP, contro il quale ha mostrato di saper lottare anche quando le cose non si mettono per il verso giusto: il francese nel primo set è stato due volte avanti di un break ed ha avuto ben 6 set point a suo favore, tutti quando serviva Quinzi, tra il decimo e dodicesimo gioco, prima di cedere il set al tie-break all’italiano, il quale, sfruttando il break operato nel secondo game del secondo parziale, ha finito per vincere in 1 ora e 57 minuti col punteggio di 7-6(8) 6-3. Al secondo turno, come raccontato sopra, nel derby tricolore con Lorenzi, combattuto sino all’ultima palla, si è interrotta l’avventura del tennista marchigiano, il quale può comunque ritenersi soddisfatto per questo nuovo, si spera definitivamente fortunato, percorso dato alla sua carriera.

A Marrakech vi era un terzo italiano, Luca Vanni, che, come Quinzi, ha tentato di percorrere la strada delle qualificazioni: dopo aver sconfitto a seguito di una estenuante maratona di 3 ore e 8 minuti il 27 enne spagnolo Inigo Cervantes,132 ATP, è però caduto all’indomani contro il giapponese classe 93 Taro Daniel, 96 ATP , dopo 2 ore e 26 minuti ed un duplice tie-break. Il ritiro dal tabellone principale di Nicolas Basilashvili per un problema alla caviglia destra lo ha però aiutato: ripescato come lucky-loser non ha potuto molto contro Jiry Vesely: il toscano, non aiutato da un suo ottimo fondamentale come il servizio (soli 2 ace e 4 doppi falli, appena il 49% di prime in campo ed un modesto 39% di punti vinti quando si giocava con la sua seconda) è stato travolto dal ceco, che lo ha sconfitto col punteggio di 6-2 6-3 in 1 ora e 19 minuti.

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