Albert Ramos, un anno dopo. Parigi, Montecarlo e ritorno

Interviste

Albert Ramos, un anno dopo. Parigi, Montecarlo e ritorno

PARIGI – Esclusiva Ubitennis. Lo scorso anno raggiunse qui i quarti di finale, battendo Raonic. Pochi mesi fa la finale a sorpresa a Montecarlo. “Ma è meglio non pensarci, altrimenti mi distraggo”

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da Parigi, il nostro inviato

Il terzo match sul Suzanne Lenglen, in questa prima giornata di terzo turno del Roland Garros, vedrà sfidarsi Albert Ramos-Vinolas e Lucas Pouille. Il padroncino di casa è alla ricerca della definitiva conferma tra i primi banchi della classe, mentre Ramos cerca di tenere fede a quanto di buono fatto vedere un paio di mesi fa a Montecarlo: per raggiungere la sorprendente finale, poi persa contro Nadal che conquistava la Decima, Ramos aveva superato proprio Pouille, non in perfette condizioni fisiche, in semifinale. Oggi uno scenario diverso: tre set su cinque, e la consapevolezza di poter battere chiunque, da Parigi a Montecarlo, e ritorno. “Non credo che in quest’anno sia cambiato molto; me lo chiedono in tanti, ma non saprei cosa rispondere. Sto lavorando benissimo, non solo sul mio tennis; mi sto prendendo grande cura di me stesso, sia fisicamente che da un punto di vista mentale. Devo comunque rimanere concentrato, sempre: dopo la finale a Montecarlo ho perso tre volte di fila al primo turno, se non ci sono con la testa va male. Grande amico dei tennisti italiani, spesso presente ad allenamenti e partite di Fognini e Bolelli, siede sulla scrivania della sala interviste numero 3, una delle più piccole, dopo aver sbrigato la mini conferenza con i media spagnoli. Inglese non perfetto ma volenteroso, come il suo tennis fatto di arrotate mancine e cervello tattico.

“Non credo che un buon risultato possa cambiare il mio approccio al gioco. Dopo Montecarlo ho fatto bene a Barcellona, poi però blackout, tre primi turni in fila. Non saprei dire se è successo perché ho sentito la pressione, perché ero stanco, perché gli altri stavano giocando bene, che è sempre possibile. È difficile dirlo, da quando ho infilato queste sconfitte consecutive ho deciso di fare il massimo per non distrarmi”: il trait d’union tra Parigi e Monaco è quello delle sue vittorie più importanti. Raonic qui lo scorso anno, addirittura Murray numero uno del mondo al Country Club: a questi si aggiunge Federer, caduto a Shanghai 2015, per completare il trittico di top 10 battuti in carriera. A febbraio un’altra finale persa, a San Paolo contro Cuevas: nel 2016 il primo alloro ATP, a Bastad. Alla luce dei progressi mostrati, gli obiettivi potrebbero essere cambiati, ma Albert non vuole saperne: “Assolutamente no, niente obiettivi!”, ride mentre si rimette in spalla il borsone con le racchette: “Quando ci si concentra troppo su un obiettivo, si perdono tre primi turni di fila e si perde fiducia. Preferisco credere che ogni giorno è un’opportunità diversa per rimanere su questi binari, perché a parte le sconfitte sto avendo sensazioni molto positive”.

I riflettori saranno puntati su Nadal e Djokovic, ovviamente, che sullo Chatrier sfideranno rispettivamente Basilashvili e Schwartzman: e forse per Ramos è meglio così, lui che sui grandi palcoscenici ha fatto bene, quelle rare volte che li ha calcati, ma preferisce rimanere quieto. Al terzo turno lo scorso anno batté Jack Sock, in una battaglia di cinque set: anche stavolta sarà pronto a combattere.

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