Lo US Open soccorre gli esclusi: 15.000 dollari a chi avrebbe giocato le qualificazioni

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Lo US Open soccorre gli esclusi: 15.000 dollari a chi avrebbe giocato le qualificazioni

Ryan Harrison (che elogia l’operato della federazione e del torneo) si lascia sfuggire la notizia sul suo profilo Twitter. Il contributo placa la rabbia di chi è fuori dalla ‘top 120’

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Passeranno solamente tre giorni tra la finale del Western & Southern Open e l’inizio dello US Open, i quali si giocheranno nello stesso impianto: il Billie Jean King National Tennis Centre di New York. Una scelta che in un primo momento ha lasciato l’amaro in bocca a tutti gli atleti che di norma avrebbero preso parte ai due tabelloni di qualificazione del singolare, che nei tornei dello Slam costituiscono dei veri e propri tornei con tabelloni da 128 atleti per categoria. Con questa scelta, circa 250 giocatori tra maschile e femminile sono stati tagliati fuori, senza possibilità di giocare, né di sognare il main draw, né di ricevere il compenso. Non sono mancate anche le lamentele dei doppisti (su tutti Gaby Dabrowski), che avranno un tabellone dimezzato e non potranno giocare il misto.

Nelle ultime ore però è stata divulgata una notizia molto importante, che risponde a questa esigenza di compensazione. Se l’è lasciata sfuggire Ryan Harrison sul suo account Twitter, dove ha prima lasciato un lungo messaggio di ringraziamento alla USTA e allo US Open per tutto il lavoro svolto in queste settimane, un impegno che ha permesso all’evento di essere confermato nel calendario rivisitato pubblicato da ATP e WTA quarantotto ore fa. Rispondendo a una domanda nei commenti, Harrison ha scritto che tutti coloro che avrebbero dovuto disputare le qualificazioni riceveranno un assegno di 15.000 dollari. La cifra è di poco inferiore al compenso che si riceve in caso di uscita al secondo turno di qualificazione e i beneficiari verranno comunicati presumibilmente in seguito alla pubblicazione delle entry list (il ‘cutoff‘ sarà posto leggermente più in alto del solito) e delle wild card.

Harrison valuta positivamente l’iniziativa: “Vorrei che tutti giudicassimo da una prospettiva più ampia ciò che ha fatto lo US Open. Il tennis è un business e senza lo US Open non esisterebbe Washington, né Cincinnati, né il circuito Challenger statunitense. Capisco che tanti giocatori sono frustrati perché non potranno giocare le qualificazioni, ma riceviamo comunque un compenso che dieci anni fa equivaleva al primo round del tabellone principale. Non andiamo via a mani vuote. E invito tutti quelli che ora sono dispiaciuti perché non possono competere a guardare il quadro completo e apprezzare che lo US Open ha trovato un modo per andare avanti nonostante tutte le difficoltà. Grazie USTA. Grazie US Open“.

Tuttavia sono emerse altre critiche, sia sul lato economico che su quello organizzativo. Sono stati cancellati infatti i tornei in carrozzina e il campione di tennis in carrozzina Dylan Alcott, attuale numero uno del mondo ha accusato la USTA di discriminazione. Seppur in tono più sarcastico ha polemizzato sui social anche Nick Kyrgios, che chiede maggior collaborazione tra i vertici delle associazioni e i giocatori.


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