Azarenka vs Osaka, cosa dicono i numeri

Numeri

Azarenka vs Osaka, cosa dicono i numeri

Cosa aspettarsi dalla finale dello US Open femminile in programma fra poche ore.

Pubblicato

il

Naomi Osaka - US Open 2020 (via Twitter, @usopen)
 

Alle 22:00 di questa sera, le uniche tenniste imbattute della tre settimane newyorchese, Naomi Osaka e Vika Azarenka, si sfideranno per conquistare il loro terzo Slam, il primo per la bielorussa dopo due finali perse (l’ultima nel 2013) e il secondo per la nipponica dopo la famigerata finale del 2018 contro Serena Williams, proprio l’avversaria che Azarenka ha battuto in rimonta giovedì notte – primo successo Slam sull’americana per lei.

Le due si sarebbero dovute affrontare due settimane fa, sul Grandstand, per la finale del Western & Southern Open di Cincinnati/New York, ma Osaka si è ritirata prima della vista in via precauzionale per un problema al tendine del ginocchio sinistro – la N.9 WTA ha sempre giocato con delle pesanti fasciature, ma non sembra aver risentito del problema in termini di mobilità e appoggi. Il titolo è dunque andato ad Azarenka, che prima di quel torneo aveva giocato due partite nel 2020, perdendo all’esordio ad Acapulco e a Lexington, nel secondo caso venendo battuta molto nettamente da Venus Williams. Come detto, entrambe non hanno ancora perso nella bolla, 11-0 per Azarenka e 10-0 per Osaka.

La storia di entrambe sarà da copertina a prescindere: Osaka si sta rilanciando ai livelli a cui era attesa dopo i due Slam vinti consecutivamente fra il 2018 e il 2019, ed è diventata il volto del tennis mondiale sul tema delle disuguaglianze razziali, indossando una mascherina con il nome di una vittima diversa di episodi di police brutality ad ogni match; Azarenka si è rilanciata dopo anni difficilissimi in campo e fuori, tra vari infortuni, una gravidanza, e un’aspra diatriba legale per l’affidamento del figlio Leo – anche la situazione in patria non è tra le più semplici, come sappiamo. Vika diventerebbe la quarta madre a vincere un torneo dello Slam, dopo Margaret Court, Evonne Goolagong e Kim Clijsters.

Al di là dei background delle due, però, cosa ci dicono i numeri del loro torneo? Innanzitutto, che la differenza di rendimento non è stata particolarmente ampia, ma con diversi punti a favore della bielorussa. In queste due settimane, Osaka ha perso tre set e 55 game, ha battuto “solo” due teste di serie, Brady in semi e Kontaveit agli ottavi, e ha passato 10 ore e 26 minuti in campo. Azarenka, invece, ha perso due set (uno contro Muchova e uno contro Serena in semifinale) e 38 game, ma, priva di una testa di serie, ha dovuto sconfiggerne quattro per arrivare in fondo (5, 20, 16, e 3). Ciononostante, ha giocato meno dell’avversaria, nove ore e 23 minuti – ci ha quindi messo di meno a battere avversarie mediamente più forti, ma è una differenza oggettivamente non troppo significativa e che non dovrebbe fare la differenza, così come non dovrebbero fare la differenza i confronti diretti, 2-1 Osaka, 1-1 negli Slam, 1-0 Azarenka sul cemento ma in un confronto avvenuto quando la giapponese aveva 18 anni.

Soprattutto, però, le cifre ci dicono che la sfida sarà un confronto di stili: nel corso del torneo, Osaka ha dominato al servizio e Azarenka in risposta, mentre entrambe hanno numeri notevoli nelle statistiche relative allo scambio, con la giapponese che tira più vincenti e la bielorussa che sbaglia di meno. Il sistema Watson, utilizzato dal sito dello US Open per evidenziare i temi tecnici di ogni sfida, mostra che la nipponica è seconda per punti vinti alla battuta (71%) e per punti vinti con la prima (81%) e terza per ace (35), commettendo pochissimi doppi falli (solo il 2% dei suoi servizi si chiude in questo modo, contro il 5% dell’avversaria, comunque un dato molto basso, meno di tre a partita).

Azarenka, di contro, ha costruito il proprio percorso sulla risposta: è terza per punti fatti contro il servizio (52%) e settima per punti vinti contro la seconda (69%). Per quanto riguarda la battuta, la chiave per lei è legata alle percentuali, visto che con la seconda fa solo il 48% dei punti, ma avendo messo in campo il 71% delle prime è riuscita a tappare questa falla, almeno fino a stasera.

Osaka, invece, ha vinto il 57% dei punti con la seconda di servizio, un dato molto alto soprattutto per il tennis femminile, dove la gestalt delle risposte è quasi sempre iper-offensiva – è infatti stata breakkata solo cinque volte. Il dato interessante è che, mentre sulla prima tende a variare pur preferendo servire sul dritto delle avversarie, sulla seconda va quasi sempre al corpo, il modo migliore per contrastare l’aggressività di cui sopra. Un altro aspetto interessante è che la velocità delle due seconde è piuttosto simile, nonostante la notevole differenza in termini di efficacia: 81 miglia orarie per Osaka, 78 per Azarenka. In ogni caso, la giapponese dovrà per forza di cose tentare di mettere più prime in campo, per non rischiare di lasciare l’iniziativa alla bielorussa, che ha tolto la battuta alle avversaria oltre cinque volte a partita, 31 in sei match, vincendo il 55% dei game in risposta.

Il contrasto è evidente anche nel loro modo di gestire lo scambio da fondo, nonostante percentuali simili di realizzazione – Azarenka ha vinto il 56% dei punti from the baseline, Osaka il 55, con quest’ultima che tira mediamente un vincente in più, se escludiamo gli ace. L’atleta più pagata al mondo è l’epigona per eccellenza di Serena, cerca il vincente molto presto e con entrambi i colpi ma soprattutto con l’imparabile dritto: durante il torneo ha colpito 11,5 vincenti con il fondamentale a partita, impressionando soprattutto con il colpo in corsa, e per il suo tipo di gioco ha sbagliato relativamente poco, attestandosi al limite dei 22 unforced per allacciata di scarpe. Nella splendida semifinale giocata a viso aperto con Brady, Osaka ha finito con un bel +18 alla casella vincenti/non forzati.

View this post on Instagram

La finale femminile dello US Open 2020 sarà quella che un po' tutti (si) attendevano: Naomi Osaka contro Vika Azarenka. Una partita attesa il doppio, perché doveva essere la finale del Western&Southern Open ma il match non si è giocato a causa del ritiro precauzionale della giapponese, per un problema al tendine del ginocchio. Osaka non ha voluto compromettere lo US Open e la sua scelta, a posteriori, si è rivelata vincente ?? Naomi Osaka giocherà la sua seconda finale a New York: nelle finali Slam ha un record ancora immacolato (2/2). Lungo il suo cammino ha perso 3 set e 55 game, rischiando soprattutto in semifinale contro una ottima Jennifer Brady. Ha battuto soltanto un'altra testa di serie oltre a Brady, Kontaveit agli ottavi ?? Vika Azarenka raggiunge per la terza volta la finale allo US Open ed è ancora alla caccia del primo successo. Lungo il suo percorso ha perso due set (uno contro Muchova e uno contro Serena in semifinale) e 38 game, e non si è trattato di un percorso semplice: priva di una testa di serie, ha dovuto sconfiggerne quattro per arrivare in fondo (le n. 5, 20, 16 e 3) ? La sfida è già straordinariamente affascinante di suo, ma lo diventa ancora di più analizzando i numeri delle due giocatrici. Nel corso del torneo, Osaka ha dominato al servizio e Azarenka in risposta, mentre entrambe hanno numeri notevoli nelle statistiche relativo allo scambio con la giapponese che tira più vincenti e la bielorussa che sbaglia di meno. Per tutti i dettagli, swipate a destra tre volte #ubitennis #azarenka #osaka #final #usopen #usopen2020 #stats #wta #tennis #instatennis

A post shared by Ubitennis (@ubitennis) on

Il post che abbiamo pubblicato su Instagram con tutte le cifre salienti (basta cliccare sulla freccia per visualizzare tutte le slide).

Azarenka, invece, tira più vincenti con il rovescio (45 contro 41), ma con il dritto sbaglia pochissimo (sbaglia pochissimo in assoluto, poco più di 15 volte a partita), se pensiamo che il 53% dei suoi errori arriva dal colpo bimane (53%), un dato significativo se si pensa a quanto nel tennis contemporaneo il gioco si sviluppi sull’altra diagonale. La vincitrice di Melbourne 2012-13 non ha mai tirato più vincenti di dritto delle avversarie, e in generale ne ha sempre infilati meno delle avversarie (se escludiamo la carneficina con Mertens, durante la quale ne ha comunque messi a segno solo quattro in più), e quindi sarà pronta ad affrontare il gioco esuberante di Naomi, che le proporrà gli stessi temi della semifinale, solo a un livello (in questo momento) decisamente superiore – starà a lei salire a sua volta di un plateau.

Più in generale, il rovescio lungolinea potrebbe fare la differenza per Azarenka, perché, come sottolineato da Cale Hammond di tennis.com, la preparazione anticipata del colpo e l’estrema rotazione delle spalle rendono complicata la lettura della traiettoria del colpo, rubando più di una frazione di secondo all’avversaria quando mette i piedi in campo. Detto questo, è però difficile pensare che possa avere lo stesso impatto che ha avuto contro Serena, vista la superiore mobilità di Osaka, che generalmente non ha problemi a colpire anche in movimento, e che anzi potrebbe usare lo spazio creato dal cambio di lato dell’avversaria per aprirsi ulteriormente il campo con un dritto stretto, cambiando così l’inerzia del punto. Per entrambe sarà essenziale tentare di spostare lo scambio sulla diagonale preferita, dunque, anche se la maggior predisposizione di Osaka a girare attorno alla pallina potrebbe darle un vantaggio in questo senso.

Bisognerà stare attenti anche all’andamento dell’incontro in termini di set: pur essendo andata tre volte al terzo, Osaka ha sempre vinto il set d’apertura, a differenza dell’avversaria che ha dovuto rimontare entrambe le volte in cui è andata al set decisivo – il corollario è che la giapponese ha perso la metà dei secondi set disputati, mentre la bielorussa li ha vinti tutti. Naomi ha però dominato i tre set decisivi giocati, chiudendoli per 18 giochi a 7 in totale, e questo è un elemento che potrebbe risultare cruciale, visto che va sempre ricordato come Azarenka abbia essenzialmente iniziato la stagione meno di tre settimane fa, e quindi è possibile che in un terzo set potrebbe mostrare delle carenze psico-fisiche, anche se il suo coach, Dorian Descloix, ha negato che questo possa essere un problema.

Questo punto si collega ad un elemento che potrebbe apparire cabalistico ma che invece ha una sua rilevanza, i.e. il fatto che Osaka abbia vinto entrambi gli Slam in cui è andata oltre il quarto turno. Questo non significa che dobbiamo credere che quindi la giapponese vincerà per qualche magica correlazione da sincronicità di Jung, ma che semplicemente, e questo è chiaramente visibile guardando i suoi match, è una giocatrice il cui più grande punto debole è la discontinuità mentale, che per forza di cose si manifesta quando le avversarie sono sulla carta abbordabili. Per questo motivo, stasera ci si può aspettare una Osaka concentrata al massimo.

Per quanto riguarda Azarenka, non ci si pone nemmeno il problema: la N.27 WTA ha un tennis che pretende solidità, e lei stessa si è addentrata nei modi in cui la sua nuova mentalità l’ha aiutata a vivere ogni momento dell’incontro in maniera totalizzante, parlando di mentalità neutra (espressione che ricorda il notissimo manuale “The inner game of tennis“, Gallwey spiega le distorsioni a cui il pensiero positivo può condurre) e di un rapporto molto più sano con il proprio ego.

Un ultimo dettaglio, stavolta pro-Osaka. Dopo la sfortunata parentesi con Jermaine Jenkins, la nipponica si è affidata a Wim Fissette, che, inclusa lei, ha ora guidato ben cinque giocatrici a delle finali Slam (Clijsters, Lisicki, Halep e Kerber le altre). Proprio l’allenatore belga potrebbe essere stato una chiave importante in vista della partita, visto che fra le varie tenniste di stirpe con cui ha lavorato si annovera anche Azarenka, da cui si è separato per la seconda volta proprio per iniziare a lavorare con Naomi.

Se c’è qualcuno che conosce il gioco di Vika, questo è lui, un vantaggio non da poco se pensiamo che la tennista più varia delle due è proprio quest’ultima, e Osaka non potrà dunque essere scontenta di avere al suo fianco un insider con una tale conoscenza della sua avversaria, anche se va detto che nel pre-partita ha cercato di minimizzare questo aspetto. Azarenka invece lavora con Descloix su raccomandazione di Mouratoglou, ex-sparring partner a cui attribuisce grandi meriti per la propria rinascita.

Sebbene Osaka sia favorita, le prestazioni delle due giocatrici nella bolla newyorchese rendono complicato un pronostico, e francamente non è nemmeno così importante esprimersi in merito. La speranza è che la partita, arrivata al termine di tre delle settimane più complicate nella storia del gioco (la lista di motivi è lunghina), rispetti il pronostico/augurio di Steve Flink, che nel video commento di stamattina ha fugato i dubbi della vigilia sulla qualità di questo US Open: “La semifinale fra Osaka e Brady è stata una delle migliori a cui abbia mai assistito a Flushing Meadows, e se la finale sarà anche solo la metà di quel match dal punto di vista qualitativo, ci sarà da divertirsi!

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement