Kudermetova a Charleston: una vittoria molto esclusiva - Pagina 2 di 4

Al femminile

Kudermetova a Charleston: una vittoria molto esclusiva

Veronika Kudermetova ha vinto a Charleston il suo primo torneo WTA sulla terra verde, la superficie meno praticata nel circuito professionistico contemporaneo

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La delusione delle tenniste con il ranking più alto
Al via del torneo 2021 c’erano due Top 10 (Barty, Kenin) più cinque Top 20 (Kvitova, Bencic, Muguruza, Mertens, Keys). A conti fatti però a vincere è stata la penultima testa di serie, la numero 15 Kudermetova (ranking numero 35).

Non credo si possa trovare un comune denominatore per tutte le uscite premature delle giocatrici con la classifica migliore, anche se va ricordato che Charleston rappresenta il primo torneo sulla terra dopo i tanti mesi di match disputati sul cemento australiano e statunitense (Indian Wells e Miami). Quest’anno il Sunshine Double è stato monco, vista la cancellazione di Indian Wells, ma resta il fatto che tutte le giocatrici non avevano nelle gambe incontri ufficiali sulla terra.

Sotto questo aspetto il meccanismo del bye previsto al primo turno per le più forti può rappresentare una ulteriore insidia: si scende in campo su una superficie completamente differente contro avversarie già rodate, chi da un match, chi invece (come le qualificate) da tre. E così sono cadute all’esordio Sofia Kenin, Elise Mertens, Belinda Bencic e Madison Keys.

Situazione un po’ diversa per le tre giocatrici che nel mese scorso hanno vinto ciascuna un torneo: Muguruza, Kvitova e Barty. Garbiñe dopo la vittoria di apertura contro la qualificata Magdalena Frech, è stata fermata da un infortunio, mentre stava conducendo il match contro Putintseva (ritiro sul 6-0, 2-2). Sembrava avere approcciato bene la terra verde, e dava la sensazione di poter fare molta strada nel torneo.

Kvitova invece scendeva in campo per la seconda volta in carriera sull’Har-Tru. Sino alla scorsa settimana, infatti, aveva disputato un solo match e lo aveva perso, nel 2018 contro Kristyna Pliskova. Petra al primo impegno ha sconfitto la qualificata Sanders (numero 187 del ranking), ma nel turno successivo ha ceduto in due set (6-4, 6-1) contro la futura finalista Danka Kovinic, una delle sorprese del torneo.

Durante questo match è emerso tutto il disagio di Kvitova nei confronti della superficie: rispetto a Kovinic giocava più lontano dalla linea di fondo e questo le impediva di trovare angoli stretti. Di conseguenza le rimaneva solo la possibilità di spingere forte parabole centrali, su cui però si appoggiava a meraviglia Danka, che riusciva a essere più incisiva proprio perché impattava la palla più avanti e prendeva sul tempo Kvitova. Chissà se Petra tornerà a giocare su questi campi: di sicuro tre match in tutta la carriera non sono stati sufficienti per trovare il giusto rapporto con la superficie.

A conti fatti chi si è spinta più avanti tra le big è stata la testa di serie numero 1 Ashleigh Barty. Ha sconfitto facilmente Misaki Doi all’esordio, e poi negli ottavi Shelby Rogers, anche se non senza fatica: 7-6, 4-6, 6-4. Eppure Rogers al turno precedente si era trovata sotto 6-1, 4-1 contro Amanda Anisimova, prima che un infortunio occorso ad Amanda nel secondo set rovesciasse la situazione (1-6, 7-5, 6-4).

In sostanza Barty non era apparsa molto convincente e i dubbi sono stati confermati nel match contro Paula Badosa: contro un’avversaria molto incisiva e poco disposta a regalare punti, Ashleigh ha cominciato a sbagliare oltre le sue abitudini ed è apparsa stranamente fallosa proprio nei colpi più forti: il servizio e il dritto. Sui punti importanti ha giocato poco convinta (appena 2 palle break convertite su 14) e ha finito per uscire dal torneo a sorpresa, sconfitta in appena un’ora e 18 minuti: 6-4, 6-3.

Personalmente ero convinto che la terra verde fosse tecnicamente adatta a una giocatrice come Barty, ma dopo il successo di Miami forse non è riuscita a recuperare le energie (fisiche ma soprattutto mentali); e poi va riconosciuto che Badosa ha offerto un tennis di livello sorprendentemente alto, ben superiore al numero 71 che la classifica le riconosceva la scorsa settimana.

a pagina 3: Le semifinaliste, Ons Jabeur e Paula Badosa

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