Kudermetova a Charleston: una vittoria molto esclusiva - Pagina 3 di 4

Al femminile

Kudermetova a Charleston: una vittoria molto esclusiva

Veronika Kudermetova ha vinto a Charleston il suo primo torneo WTA sulla terra verde, la superficie meno praticata nel circuito professionistico contemporaneo

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Il torneo che si tiene dal 2001 a Charleston è l’erede del Family Circle Open, iniziato nel 1973 sui campi di Hilton Head, e vanta un albo d’oro ricco di nomi leggendari: da Chris Evert a Martina Navratilova, da Steffi Graf a Martina Hingis, da Justine Henin a Venus Williams.

Nelle ultime edizioni si sono affermate tenniste dalle caratteristiche molto differenti. Ai tre successi di Serena Williams (2008, 2012, 2013) si affiancano altre giocatrici spiccatamente di attacco come Lisicki (2009) Stosur (2010) e Keys (2019). Ma d’altra parte abbiamo assistito a vittorie di tenniste di impronta difensiva, come Wozniacki (2011) Kerber (2015) e Kasatkina (2017). E hanno vinto anche giocatrici con un tennis più “intermedio” come Petkovic (2015) Stephens (2016) e Bertens (2018).

Tennis intermedio che tutto sommato accomuna le quattro semifinaliste del 2021. Giocatrici che tendenzialmente hanno cercato di condurre lo scambio, ma che in alcuni frangenti o contro avversarie molto aggressive hanno dimostrato di sapersi difendere in modo efficace: Kudermetova, Kovinic, Badosa, Jabeur. Sarebbe però sbagliato considerarle intercambiabili nelle loro caratteristiche.

Ons Jabeur
Jabeur era la testa di serie più alta approdata in semifinale (numero 12), e vederla giocare bene su questi campi non è stata una sorpresa, almeno per me. Sono infatti dell’idea che una tennista dotata di grande sensibilità di braccio tenda ad adattarsi più rapidamente al cambio di situazioni tecniche. Ons ha dato il meglio soprattutto contro Coco Gauff, in un match nel quale ha mixato colpi potenti (di dritto, ma anche al servizio) a drop-shot millimetrici di rovescio, spesso carichi di uno sidespin che li rendeva ancora più sfuggenti.

Le qualità di Jabeur sono arcinote, eppure a Charleston è riuscita ugualmente a sorprendermi per la capacità di eseguire smorzate su parabole molto difficili: è stata in grado di addomesticare palle davvero complicate e potenti, perfino in uscita dal servizio, una fase nella quale è più difficile ritrovare l’equilibrio necessario per ammortizzare la spinta e dosarla al meglio.

Purtroppo è andata incontro a una giornata-no in semifinale contro Danka Kovinic: sicuramente ci sono meriti da parte della sua avversaria, molto solida nell’arco di tutta la settimana, ma la mia sensazione è che Ons abbia perso anche perché non aveva la stessa ispirazione del turno precedente. E così ha finito per cedere in due rapidi set (6-2, 6-3) smentendo le mie impressioni, che la vedevano finalista della parte bassa del tabellone.

L’avventura di Jabeur sulla terra verde del 2021 non è ancora finita: è infatti la testa di serie numero 1 del torneo WTA 250 in corso questa settimana, sempre a Charleston. Scopriremo se saprà confermarsi come abile interprete dell’Har-Tru.

Paula Badosa
Devo ammettere che anche l’altra semifinale mi ha in parte sorpreso, perché pensavo che Paula Badosa partisse con un leggero vantaggio su Kudermetova. Non certo per questioni di classifica (Kudermetova era oltre 30 posizioni avanti), ma per le ottime prestazioni offerte nei turni precedenti da Paula contro Bencic e Barty. Badosa aveva infatti sconfitto all’esordio Bencic in tre set, ma avrebbe potuto liquidare la pratica in due se fosse riuscita a convertire uno dei set point avuti nel secondo set, sul 6-2, 5-3. Belinda poi era riuscita a risollevarsi, vincendo il tiebreak, ma nel terzo set le distanze si erano dilatate in modo inequivocabile: 6-2, 6-7, 6-1.

Due cose mi hanno meravigliato di Badosa in questo torneo: la capacità di servire bene nei punti importanti (ha salvato tante palle break direttamente con la battuta), e la rapidità nel coordinarsi anche nelle situazioni difficili. Spessissimo durante gli scambi ha dimostrato di saper spingere palle che ero convinto l’avrebbero obbligata sulla difensiva: e invece lei non solo riusciva a raggiungere con grande controllo la parabola, ma era nella condizione di aggredirla per caricare il colpo e trasformarlo in una soluzione aggressiva. Insomma, per me ha giocato come minimo da Top 50, ma forse anche di più. Ora starà a lei dimostrare che non ha vissuto la classica settimana della vita, ma che questi progressi sono più stabili e strutturali.

Se Paula si dimostrerà ancora capace di un tennis di questi livelli ci sarà modo di tornare a parlare di lei, ex enfant prodige del tennis spagnolo (campionessa junior del Roland Garros 2015), che però ha dovuto affrontare ripetuti problemi fisici durante le prime stagioni del passaggio al professionismo. Rimane comunque il fatto che a Charleston ha sconfitto avversarie di grande prestigio: Bencic è stata la sua prima “vittima” Top 20 in carriera, ma poi ha compiuto un ulteriore salto di qualità superando addirittura la numero 1 del mondo Barty. Una settimana comunque da incorniciare, indipendentemente dalla delusione della semifinale persa contro Kudermetova.

a pagina 4: Le finaliste, Danka Kovinic e Veronika Kudermetova

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