Matteo Berrettini, il 2023 come punto di (ri)partenza: dove e quando si può puntare al rientro in top10

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Matteo Berrettini, il 2023 come punto di (ri)partenza: dove e quando si può puntare al rientro in top10

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Matteo Berrettini - Queen's 2022 (Credit: Getty Image for LTA)
 

Dopo il primo capitolo dedicato a Jannik Sinner, il secondo episodio di “dove e quando scalare la classifica” torna oggi su Ubitennis. Il protagonista odierno è Matteo Berrettini, che ha chiuso il 2022 proprio dietro a Sinner, con una differenza di soli 35 punti. Il discorso fatto per l’altoatesino vale grossomodo anche per il romano: entrambi sono stati protagonisti di una stagione travagliata, condizionata da diversi infortuni che hanno impedito loro di esprimersi al meglio.

Nella stagione appena terminata Berrettini ha conquistato 2375 punti in appena 13 tornei, tenendo in considerazione anche Acapulco in cui è stato costretto al ritiro al primo turno nonostante fosse avanti di un set. Di seguito, nel dettaglio, la provenienza dei punti ATP di Matteo:

  • Slam: 45,5% (1080/2375)
  • Masters1000: 4,6% (110/2375)
  • ATP500: 24,8% (590/2375)
  • Altro: 25,1% (595/2375)

Ad un primo e superficialissimo sguardo ci si rende subito conto di come al tennista romano manchino punti da due Slam e cinque Masters1000. Berrettini, infatti, è stato costretto a rinunciare a Roland Garros, Wimbledon, Montecarlo, Miami, Madrid, Roma e Parigi Bercy. E nonostante ciò ha comunque mantenuto ben saldo il suo posto in top20.

Matteo Berrettini, gli obiettivi per il 2023: in quali tornei può migliorare

Nel 2022 il classe 1996 ha conquistato due titoli – consecutivi ed entrambi sull’erba, a Stoccarda e al Queen’s – e ha perso due finali, una sulla terra battuta (a Gstaad contro Ruud) e una sul cemento di Napoli, nel derby azzurro contro Lorenzo Musetti. A livello Major non si può dimenticare la semifinale all’Australian Open, quando l’italiano è stato fermato soltanto dal futuro campione Rafa Nadal.

Eppure, nonostante alcuni buoni risultati siano decisamente arrivati, sono davvero tanti i tornei importanti a cui Berrettini non ha potuto prendere parte. Oltre ai due Slam e i cinque ‘1000’ di cui si parlava poco fa, il 26enne di Roma ha disputato soltanto due ATP 500 sui dieci disponibili. In totale a questa categoria appartengono in realtà 13 tornei, ma Dubai-Acapulco, Halle-Queen’s e Basilea-Vienna si giocano in contemporanea ed è quindi possibile partecipare soltanto ad uno dei due.

Come detto per Sinner, anche per il numero 16 del mondo vale lo stesso discorso fatto in ottica Coppa Davis. Grazie alla wild card ricevuta, che consentirà agli uomini di Volandri di disputare direttamente le Finals di settembre senza passare dai turni di qualificazione del 3/4/5 febbraio, dopo l’Australian Open Berrettini avrà come minimo una settimana di riposo, utile per tirare il fiato dopo un primo mese impegnativo.

Il rientro in campo di Matteo è previsto il 29 dicembre in United Cup, neonata competizione a squadre che sostituisce l’ATP Cup (nella quale l’azzurro aveva conquistato 45 punti, che non potrà difendere). Oltre a quelli, ci saranno da “proteggere” anche e soprattutto i 720 punti della semifinale dello scorso anno all’Australian Open, che in caso di mancata conferma potrebbero spingerlo fuori dalla top20.

In ogni caso, qualunque sia il risultato che Berrettini riscuoterà in Australia non dovrà abbattersi, perché nei quattro mesi successivi avrà soltanto 180 punti da difendere. In questo lasso di tempo potrà partecipare ad uno Slam, cinque Masters1000 e almeno tre ATP500: le possibilità di risalire la china certo non mancheranno.

Limitare i danni a gennaio e recuperare terreno fino a Miami

Come già accennato, gennaio sarà il mese più duro per la classifica del 26enne romano. Solo in questo mese dovrà difendere 765 punti, più di quanti ne ha conquistati la scorsa stagione nei quattro mesi e mezzo successivi. Un buon risultato in United Cup sarà essenziale tanto per il morale quanto per la classifica, da cui sicuramente usciranno i 45 punti dell’ATP Cup. Ad oggi è anche difficile pensare che Berrettini potrà confermare la semifinale all’Australian Open. In primis perché sono cresciuti di condizione e classifica diversi giocatori che ad inizio 2022 non erano ancora al loro top, come Alcaraz, Ruud, Auger-Aliassime e Rune. C’è poi da ricordare che l’anno scorso un certo Novak Djokovic, nove volte vincitore a Melbourne, è stato impossibilitato a partecipare.

Il numero 2 d’Italia arriva anche da un periodo di inattività ben più lungo rispetto a quello degli altri giocatori, dato che a livello ATP ha terminato la sua stagione al ‘250’ di Napoli a metà ottobre (senza contare la sfortunata parentesi in doppio in Coppa Davis contro il Canada).

Per quanto complicato sia confermarsi tra i primi quattro in Australia, al termine del primo Major stagionale Berrettini non avrà sostanzialmente niente da perdere. A febbraio potrebbe decidere di giocare un ATP500 tra Rotterdam e Rio de Janeiro, scegliendo poi tra Dubai e Acapulco che si disputano la stessa settimana. Per quanto siano collocati in calendario in settimane successive, senza sovrapposizioni, è quasi impossibile pensare che Matteo sarà tanto in Olanda quanto in Brasile, viste le differenze di superficie e fuso orario. L’anno scorso ha raggiunto i quarti di finale a Rio e dovrà quindi difende 90 punti, mentre ad Acapulco è stato costretto al ritiro al primo turno e quindi, eventualmente, avrebbe solo da guadagnare.

Stesso discorso o quasi vale per il Sunshine Double, l’accoppiata di Masters1000 Indian Wells-Miami che chiude la prima parte di stagione sul cemento. Berrettini ha raggiunto gli ottavi al primo ‘1000’ nella passata stagione, quindi anche a Miami avrà 0 punti da difendere.

0 punti da difendere nella stagione sulla terra

L’operazione chirurgica alla mano destra a cui Berrettini si è sottoposto alla fine di marzo lo ha costretto a saltare a piè pari tutta la stagione sulla terra battuta. Una superficie su cui l’azzurro ha già ottenuto risultati importanti, come la finale al Masters1000 di Madrid e i quarti di finale al Roland Garros. È evidente che, se la salute assisterà il romano nel 2022, la classifica non potrà che migliorare.

750 punti tra Stoccarda e Queen’s, ma 0 a Wimbledon

Il mese di giugno ci ha restituito un Berrettini fiammeggiante, in grado di confermarsi il miglior italiano di sempre sull’erba. Il secondo titolo consecutivo al Queen’s, preceduto da quello di Stoccarda, hanno fatto di Matteo uno dei favoriti per Wimbledon, anche sulla scorta della storica finale del 2021. Come è andata si sa: Berrettini, positivo al Covid, non ha potuto giocare il torneo, che comunque non avrebbe assegnato punti.

A Church Road le cose cambieranno nel 2023? Possibile, a sentire gli sviluppi degli ultimi giorni. In tal caso, Berrettini potrà sfruttare Wimbledon per una bella iniezione di punti, essendo senz’altro uno dei candidati alla vittoria finale.

Estate: quarti US Open, ma nei Masters 1000 nordamericani…

Berrettini, dopo la mancata partecipazione a Wimbledon, nel 2022 ha scelto di giocare a Gstaad, arrendendosi in finale a Casper Ruud, per poi saltare Kitzbuhel. Centocinquanta punti sono una cambiale importante, ma non in grado di pregiudicare la classifica di Matteo se non difesa nel 2023, ipotizzando che decida di concentrarsi sul cemento americano.

Nei due Masters1000 americani, quello canadese e quello di Cincinnati, Berrettini si è fermato subito, prima per mano di Carreno Busta (poi vincitore del torneo) e poi a fronte di Tiafoe, poi in grado di raggiungere la semifinale dello US Open. Non due sconfitte imperdonabili, a posteriori, ma di sicuro non potrà andare peggio nel 2023, sempre incrociando le dita affinchè la salute assista Matteo. Poi il quarto US Open: qui, Matteo avrà da difendere i 360 punti del 2022.

Autunno: solo la finale a Napoli

I problemi fisici hanno condizionato pesantemente il finale di stagione di Matteo, che si è visto in campo solo a Firenze (sconfitto a sorpresa da Carballes Baena in un match molto particolare) e poi a Napoli, dove ha perso la finale contro Musetti, complice anche un problema ad un piede che poi gli ha impedito di giocare a Vienna e Parigi Bercy. In generale, il lato positivo di una stagione così travagliata sul piano degli infortuni è che toglierà pressioni a Matteo sul piano della classifica nel 2022. Il romano può e deve essere protagonista di un rilancio importante.

I punti ATP di Berrettini nel dettaglio

Di seguito, ricapitolati torneo per torneo, vengono ripartiti i 2375 punti ATP di Matteo Berrettini negli 11 mesi di competizione (tra parentesi, in ordine: competizione, turno raggiunto, data di scadenza nel 2023)

  • Gennaio: 45 (ATP Cup, fase a gironi, 09/01/2023) + 720 (Australian Open, semifinali, 30/01)
  • Febbraio: 90 (Rio de Janeiro, quarti, 20/02)
  • Marzo: 90 (Indian Wells, ottavi, 20/03)
  • Aprile: 0
  • Maggio: 0
  • Giugno: 250 (Stoccarda, vittoria, 12/06) + 500 (Queen’s, vittoria, 19/06)
  • Luglio: 150 (Gstaad, finale, 24/07)
  • Agosto: 10 (Canada, primo turno, 14/08) + 10 (Cincinnati, primo turno, 21/08)
  • Settembre: 360 (US Open, quarti, 11/09)
  • Ottobre: 150 (Napoli, finale, 23/10)
  • Novembre: 0

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