Ora sono continuo, obbiettivo finals e sogno uno slam ( Crivelli). Berrettini, il ritorno "Carico e felice" (Giammò). "Sono un eretico ma ho cambiato il tennis" (de Laurentiis). Thiem va avanti ma trova Rune (Strocchi)

Rassegna stampa

Ora sono continuo, obbiettivo finals e sogno uno slam ( Crivelli). Berrettini, il ritorno “Carico e felice” (Giammò). “Sono un eretico ma ho cambiato il tennis” (de Laurentiis). Thiem va avanti ma trova Rune (Strocchi)

La rassegna stampa di martedì 11 aprile 2023

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Che carica Sinner “Ora sono continuo obbiettivo finals e sogno uno slam” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Ascesa al cielo. Per capire quale considerazione si stia guadagnando Sinner Con i risultati del 2023, basta compulsare le previsioni degli esperti su un paio di siti di tennis tra i più autorevoli del mondo. Tennis News, ad esempio, nei pronostici per il torneo di Montecarlo, lo piazza tra i quattri semifinalisti, prevedendo che batta Djokovic nei quarti. Espn, invece, nell’analizzare i primi 10 tennisti del momento, lo inserisce al quarto posto, che guarda caso è anche la posizione che occupa nella Race, la classifica stagionale che quali – fica perle Finals di Torino. In attesa di debuttare domani al secondo turno (da testa di serie numero 7 ha avuto un bye) contro Schwartzman, curiosamente suo compagno di doppio nel Principato, Jannik si gode la miglior classifica di sempre (numero 8 da ieri) e si confessa a cuore aperto in vista di una stagione sulla terra in cui vuole continua re a recitare da attore protagonista. Perché il Rosso ama anche il rosso. ? Jannik, tra il numero 4 nella Race, il numero 8 in classifica Atp e le 21 partite vinte in stagione, cosa la rende più orgoglioso? «I risultati che ho ottenuto. Perché finalmente ho trovato la continuità che cercavo. Hp qualche rimpianto per l’Australia (sconfitta agli ottavi con Tsitsipas, ndr), ma in tutti gli altri tornei ho fatto semifinale o finale. Significa che sono pronto per giocare sempre ad altissimo li vello e che la qualificazione alle Finals di Torino, il primo grande obiettivo di stagione, è un traguardo concreto». ?

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Ma è necessario staccare un po’ la testa, così poi posso ripartire con il lavoro di campo. Adesso, è il momento del burraco: e devo dire che sono migliorato (sorride)». ? Dal momento dell’inizio della collaborazione con Vagnozzi, qual è l’aspetto del suo gioco che la soddisfa di più e quello In cui pensa di dover crescere ancora? «Intanto, come insegnano Federer, Nadal e Djokovic, non c’è un età per smettere di imparare e di migliorare. Sicuramente sono più tranquillo in campo, capisco meglio i momenti della partita. Fisicamente sono cresciuto, recupero meglio tra ,un punto e l’altro e tra una partita e l’altra. E poi mi sembra che tiro forte con tutti i colpi… Ecco, forse sulla tattica ho ancora qualche carenza, avrei dovuto partire prima». ? Con 11 callo e I suoi protagonisti in crisi, si sente il nuovo simbolo de8’italia sportiva insieme a Jacobs, PalMnieri, la Goggia? «Il calcio in Italia resta inavvicinabile per popolarità, anche perché bene o male lo hanno giocato tutti. Ma forse adesso si guarda più alle squadre che ai singoli calciatori. Ma è bello che il tennis abbia così tanta considerazione, mi piace questo interesse, la passione dei tifosi mi dà energia e non la sento affatto come un’oppressione. Qui non riesco a camminare senza essere riconosciuto, anche se tiro indietro il ciuffo e metto il cappuccio. Ma è bello, gestire le emozioni che mi dà la gente è uno degli aspetti più eccitanti del mio sport». ? Sembra eccitante pure la sua rivalità con Alcaraz.. «Ricordo la nostra prima sfida, in un challenger ad Alicante (era il 2019, ndr): alla fine, dopo aver perso, lo tempestai di domande sulla sua età, sugli allenamenti che faceva, perché era già chiaro allora che possedesse qualcosa di speciale. Io credo che le partite contro di lui siano stimolanti perché quando finisci hai imparato qualcosa di più del gioco e soprattutto ti rendi conto di cosa devi fare per migliorare ancora. E lo applichi anche alle altre partite, non solo á quelle con lui». ?

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Berrettiini e Musetti in queste settimane hanno avuto qualche problema con i social, dove invece la sua presenza è ridotta al minimo. Da ragazzo di vent’anni non sente II bisogno di usarli di più? «No, perché so cosa può succedere se li usi male. Sui social metto il mio lavoro: allenamenti, commenti alle partite, cose del genere. Ma lascio fuori la vita privata: proteggo le persone che mi stanno intorno, non ho bisogno di farle vedere a tutto il mondo.

Berrettini, il ritorno “Carico e felice”. (Ronald Giammò, Corriere dello Sport)

Ci voleva. Una vittoria così era ciò di cui Matte° Berrettini era in urca da oltre un mese. Sconfitto Maxime Cressy ieri in due set a Montecarlo Berretini coglie il suo primo successa su una superficie esigente e implacabile. «Non avevo più tanta energia, ma ora il serbatoio torna a esser pieno. Sono iI primo ad essere felice», ha dichiarato raggiante il n.22 del mondo ai microfoni di SkySport a fine match Un match combattuto nel primo set, poi Matte° è dilagato nel secondo set grazie anche a un servizio mai traballante. «Sono cresciuto sulla terra – ha aggiunto Berrettini – A questo torneo tengo particolarmente, non avevo mai vinto una partita. Spero di fare una bella stagione sulla terra, voglia e fisico ci sono: ora devo solo lavorare, i risultati arriveranno».

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Un precedente che si spera possa essere di buon auspicio per l’attuale n.21 del mondo, in crisi di risultati e fiducia e che complice la superficie a lui più congeniale conta di rilanciarsi. Venerdì e sabato la Nazionale femminile giocherà a Bratislava contro la Slovacchia nel turno preliminare della Billie Jean King Cup (in diretta su Supertennis). Le azzurre capitanate da Tathiana Garbin, saranno: Martina Trevisan, Camila Giorgi, Elisabetta Cociaretto, Jasmine Paolini e Lucia Bronzetti.

“Sono un eretico ma ho cambiato il tennis” (Paolo de Laurentiis, Corriere dello Sport)

Lo so, sono un eretico ma l’eresia applicata a noi stessi dà ottimi risultati. Non lo dico io, sono dati elaborati da terzi. Come pope abbiamo raggiunto la Ferrari e talloniamo il calcio che ha comunque un tasso di crescita inferiore al nostro». Angelo Binaghi, 62 anni, presidente della Federtennis (oggi tennis e padel) dal 2001, rivendica la crescita della sua creatura: «Ricordo l’inizio, tutti scappavano dalla federazione. Gli Internazionali perdevano 3-4 miliardi l’anno, mancavano le vittorie e i praticanti». Oggi cos’è la Federtennie? «Una realtà che in vent’anni ha quadruplicato i tesserati, dä lavoro a più di mille persone quando in passato non si arrivava a cento». Merito di… «Non voglio personalizzare. Ho solo rappresentato una «La nuova sede «Io al Con! acquistata con é lmpossibNe: soldi nostri, ci darà filosofie opposte una spinta In più» Vivo di efficienza» nuova classe dirigente: noi, mediocri giocatori sul viale del tramonto, volevamo portare la federazione in un’altra dimensione, partendo dal basso, dando noi per primi l’esempio.

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Un ricambio perb dovrà pur esserci. «E io sono favorevole. Il vero problema è che in Italia non esiste una scuola che formi nuovi dirigenti. Quando vent’anni fa sono arrivato, non sapevo neanche cosa fasse il Coni». Ora c’è una legge. «Sbagliata, che sta andando oltre l’obiettivo di assicurare un ricambio. Parlare di tre mandati e basta vuol dire condannare all’oblio un dirigente. Altra cosa è limitare a tre mandati consecutivi. Ma quella parola li, “consecutivi”, nella legge non c’è. Oggi, poi, un piccolo dirigente sportivo di periferia ha più restrizioni del sindaco di Roma, salo per fare un esempio, e siamo di fronte nella maggior parte dei casi a *** volontari. Sarebbe come porre un limite ai volontari della Croce Rossa. C’è anche un problema di coerenza. Una legge del genere aveva senso con i Cinquestelle, che si erano imposti loro per primi un limite ai mandati prima di farlo con gli altri». Cinquestelle prima maniera.

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Il tennis nelle scuole? «Fa parte del nostro programma di sviluppo: già l’anno scorso abbiamo coinvolto più di 300.000 bambini con il progetto Racchette in classe. I’obiettivo è far diventare gli sport della racchetta i più popolari, anche paragonandoci al calcio e al calcetto». Gli internazionali di Romameritano un discorso a parte. «Erano falliti, oggi valgono 385 milioni di euro e generano un impatto economico sul territorio di 400. Sono la più grande manifestazione italiana con carattere di ripetitività e da quest’anno dureranno dieci giorni». Quanta c’è dell’ex tennista e quanta dell’ingegnere nelle sue idee? «Del tennista il punto di partenza: l’attenzione alle esigenze dei giocatori, dei circoli. Dell’ingegnere la gestione che vuol dire riscontro con i numeri, confronto anche con il mondo esterno per capire, se non sei il primo, cosa puoi fare per diventarlo». La nuova sede di via della Camilluccia, 4.500 metri quadrati per 100 persone, è un punto di svolta? “

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. Parliamo di queste cose da 15 anni, ma poi non succede mai niente. Perché poi verrebbero a mancare al momento delle elezioni voti anche piuttosto condizionabili». Il tennis ha sempre mantenuto una sua linea sulla presenza di russi e bielorussi, in campo da neutrali. É la strada giusta? «Dovrebbe chiederlo al Coni. E Pasqua, vorrei evitare polemiche e io sono un piccolo dirigente di periferia. Ricordo solo che un anno fa Rublev e Medvedev qualcuno diceva che non avrebbero dovuto giocare a Roma per rispettare i dettami del Cio, mentre ora mi sembra che si vada nella direzione opposta. Noi siamo stati nel nostro piccolo coerenti e, percorrendo una strada diversa, avremmo messo a rischio la sopravvivenza stessa degli Internazionali, un patrimonio dello sport italiano. Con o senza Binaghi». Binaghi candidato del Coni è fantasport? «Impossibile. Ia mia filosofia esattamente opposta, nel bene e nel male. Dove io vedo bianco, il Coni vede nero. Io rappresento il tentativo di realizzare il sistema più efficiente possibile.11 mondo dello sport italiano è costruito al contrario, l’efficienza disturba, bisogna frazionare, dividere». Inviterà Malaga agli Internazionali? «Sempre». 0 quasi sempre? «Tutte le volte che e stato possibile. Solo una volta, quando abbiamo avuto causa covid gli ingressi contingentati al 10% non è stato invitato alcun diri gente per la scelta di far entrare il maggior numero possibile di appassionati, solo lui si è risentito. malaga e il segretario generale Mornati hanno un invito perpetuo alle nostre manifestazioni. Qualche volta lui viene e noi siamo felici, molte altre no ma i giocatori vanno in campo lo stesso».

Thiem va avanti ma trova Rune (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

A volte ritornano. Dominic Thiem e Stan Wawrinka sfruttano la wild card concessa loro dagli organizzatori per riassaporare il gusto del successo nel Principato. Il 29enne austriaco, ex n.3 del mondo, sceso al n.106 dopo dodici mesi di assenza dal tour (tra il 2021 e i7 2022) per un infortunio al polso, ha sconfitto il francese Richard Gasquet (n.43), tornando a vincere un match a livello di Masters 1000 dopo quasi due anni (da maggio 2021 a Roma)

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Dal canto suo il 38enne elvetico (n.90), che sui campi del Country club ha scritto una delle pagine più belle della sua lunga carriera quando nel 2014 batté in finale Roger Federer ha prevalso in rimonta sull’olandese Tallon Griekspoor (n35) riguadagnando un posto al secondo turno dopo sei anni ‘Ho potuto allenarmi duramente per settimane intere e il mio livello si sta alzando. ‘voglio collezionare più vittorie possibili”, le parole di Stan the Man, ora atteso all’esame Taylor Fritz.

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Il norvegese ha tenuto fede al ruolo di primo favorito ad Estoril, superando in due set il serbo Miomir Kecinanovic così da cogliere 17 suo 10° titolo in 16 finali e arrivare a Monte-Carlo con il morale in crescendo dopo un avvio di stagione tutt’altro che brillante. Pasqua con gradita sorpresa anche per Matteo Arnaldi, che a Murcia ha conquistato i7 suo terzo successo a livello Challenger (il secondo nel 2023 dopo quello di Tenerife-2) imponendosi sul croato Boma Gojo: per il 22enne ci Sanremo muovo best ranking al n.102 Atp, ormai vicinissimo all’ingresso tra i primi 100 del mondo

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