Indian Wells, Alcaraz: “Mi piace giocare a golf per rilassarmi. Questo è un torneo speciale”

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Indian Wells, Alcaraz: “Mi piace giocare a golf per rilassarmi. Questo è un torneo speciale”

“Sono felice del modo con cui ho approcciato il match”, ha detto lo spagnolo. “Cerco di adattare il mio gioco a questi campi”

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Carlos Alcaraz - Indian Wells 2024 (foto X @BNPPARIBASOPEN)
 

Nella serata italiana di martedì 12 marzo, quando ad Indian Wells era pomeriggio, Carlos Alcaraz ha battuto Fabian Marozsan, che lo aveva sorprendentemente eliminato l’anno scorso a Roma, per 6-3 6-3, godendosi così l’accesso ai quarti di finale del BNP Paribas Open 2024. Un successo che lo proietta direttamente allo scontro con Alexander Zverev e, se dovesse vincere, ad una possibile semifinale contro il nostro Jannik Sinner. Intanto Carlitos è intervenuto, al termine della sfida, in conferenza stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Eccone, quindi, alcune tra le più interessanti.

D: L’ultima volta che abbiamo parlato ci hai detto che la confidenza non riguarda il vincere o il perdere, ma la sensazione. È stato davvero perfetto per te oggi?

Carlos Alcaraz: “Sì, diciamo quasi perfetto. Dico sempre che posso migliorare, che posso giocare meglio. Ma sono molto felice del modo con cui ho approcciato il match, del modo in cui ho giocato e delle mie sensazioni. Penso di essermi mosso bene. Ho controllato bene i tempi della partita. Nei punti e nei momenti più difficili, nelle palle break a favore e quelle contro, ho amministrato molto bene. Sì, la mia fiducia sta diventando sempre più alta”.

D: Spostandoci leggermente fuori dal tennis, nella tua ultima conferenza stampa hai parlato dei commenti negativi e quanto ti possono influenzare. Per lo più sono positivi. Volevo solo chiederti, come i social media o i media in generale possono influenzare la mentalità dei giocatori come te?

Carlos Alcaraz: Penso che abbiano un’influenza molto importante sui giocatori o sugli atleti. Ci sono tanti tennisti che non ci pensano e che non si fanno colpire dai commenti negativi, ma ce ne sono tanti che reagiscono male a questo. Io sto provando a non pensarci, sto cercando di non guardare al 100% i commenti, ma penso che sia qualcosa da cui non ci possiamo nascondere. Ci sono tante persone che commentano cose positive o negative quando noi non siamo nella posizione di controllarle, ma dobbiamo agire nel miglior modo possibile ed è qualcosa che sto provando a fare”.

D: Cosa avrebbe reso il tuo match di oggi perfetto per te?

Carlos Alcaraz: “Nessun errore e vincere tutti i punti. No, sto scherzando. Diciamo il minor numero di errori possibili. Ad esempio, non fallire tutte le palle break a favore, un’alta percentuale di prime di servizio. Direi che questo sarebbe un match perfetto”.

D: Nona vittoria consecutiva per te, nel corso degli anni hai giocato molto bene qui. Hai un livello di comfort qui rispetto ad altri tornei?

Carlos Alcaraz: Penso che le condizioni qui si adattino molto bene al mio gioco. Mi sento molto bene su questi campi e in questo torneo. Mi sento davvero bene e non solo in campo, ma anche fuori dal campo. Penso che sia molto importante per i giocatori di sentirsi rilassati, spegnere un po’ la mente, non pensare al tennis il 100% del tempo. Qui ci sono tante cose che si possono fare fuori dal campo. Per me una cosa molto rilassante è giocare a golf. Adoro giocare su questi campi. Negli ultimi tre anni ho giocato un grande tennis qui. Penso che questo torneo mi abbia dato maggiore motivazione e fiducia”.

D: Ti approcci in modo diverso a questo torneo e a questi campi? Perché tanti giocatori dicono sempre che non è come tanti altri campi in cemento in giro per il mondo, le condizioni sono molto diverse.

Carlos Alcaraz: “Onestamente non approccio questo torneo in modo diverso rispetto agli altri. Cerco di adattare il mio gioco nel miglior modo possibile a questo torneo, ma non lo trovo differente rispetto agli altri. Per le condizioni, per i campi o altro. Ovviamente è un torneo speciale per me. Voglio davvero fare un buon risultato qui. Ma a livello di condizioni non lo approccio in modo diverso”.

Fabio Barera

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