Da Madrid, il nostro inviato
[3] D. Medvedev b. [25] S. Korda 5-7 7-6(4) 6-3
A un passo dal dirupo la danza dell’orso lo tiene sulla punta e lo rispinge all’indietro. Un via vai di emozioni, tanti bei punti e un po’ di sana vena di polemica, che fa parte del pacchetto, scortano Daniil Medvedev alla sua terza vittoria su 5 incontri contro Sebastian Korda. Come nelle precedenti occasioni grande equilibrio, indecisione fino quasi all’ultimo, ma alla fine emerge il giocatore più forte. Arriva così il terzo ottavo di fila a Madrid per il moscovita, arresosi contro Garin nel 2021, contro Karatsev lo scorso anno. A un passo ancora una volta dall’unico quarto di finale 1000 che gli manca per completare la serie di tutti e 9. La maturità e l’esperienza, unite alla solita finesse tattica, gli hanno permesso di risolvere l’enigma delle giocate del fromboliere a stelle e strisce, brillante per quasi l’intero arco del match, ma incapace dell’ultimo passo. Per Daniil ci sarà ora Bublik, che ha battuto in 5 precedenti su 5, ma mai sulla terra.
Il match – L’inizio vede un Medvedev succube del gioco propositivo e senza riferimenti dell’americano, che subito strappa il servizio trovando con facilità le righe e cercando spesso e volentieri con ottimo successo la via della rete. Per il n.4 al mondo pesa un avvio contratto e la difficoltà nel trovare la giusta misura dei colpi, che lo porta sotto 3-0. Korda si mostra dominante con il dritto, tramite il quale riesce a creare strappi e muovere senza dar tempo di reazione l’avversario, che lontano dal campo com’è non riesce a contrattaccare. Ma, come spesso capita con Medvedev, basta far trasparire uno spiraglio che con la sua ragnatela di palleggi da fondo e i tentacoli da piovra lo rende una crepa. E così, dopo due palle del doppio break annullate, il campione di Roma si rifà sotto con alcuni punti esasperanti in risposta e recupera il break. Si tratta però a conti fatti di una gioia effimera, dato che l’americano, in un dodicesimo game da 14 punti, riuscirà venire a capo delle difese del russo, ancora spingendo molto con il dritto, diagonale dove ha vantaggio, e concretizzando poi a rete ritrovando la brillantezza iniziale.
Più scorrevole il secondo set, all’inizio anche bagnato, ma da una pioggerellina che non basta a far chiudere il tetto o a far desistere il pubblico. La partita segue però sempre i binari del gioco di Korda, vedendo un Medvedev troppo poco incisivo da fondo, specie dal rovescio. Sembra riaccendersi per annullare due palle break pesanti all’americano, ma non abbastanza per strappare lui il servizio. Per quanto infatti abbia infatti chiaramente una marcia in più appena lo scambio si allunga non riesce a farlo pesare quanto vorrebbe e dovrebbe e di conseguenza a prendere le redini del match, soffrendo le tante variazioni che arrivano dall’altra parte. Ma la vena del campione esce però quando serve e tutto sembra ormai andato. In questo caso emerge prepotentemente nel tie-break del secondo, dove il russo di tesa la spunta facendo fruttare gli inevitabili errori di Sebi limitandosi a ributtare la palla senza spingere più del dovuto ed evitando rischi. Lo scacchista che batte il giocoliere.
Nel terzo si ravvisa anche una leggera stanchezza dei due, come dimostrano i primi 7 game senza neanche una palla break e un gioco molto più orientato dal servizio. Come ci si poteva però figurare ormai la bilancia ha preso i colori russi, e la pesantezza torna nei colpi di Medvedev, molto più in palla e apparentemente rivitalizzato. E così, mentre dal Manolo Santana arrivano gli echi degli applausi per l’ingresso in campo di Nadal, con un break chirurgico, grazie a risposte profonde e a pizzicare un lato sinistro improvvisamente ballerino di Korda, il russo piazza il break che dopo poco risulterà decisivo per consegnargli gli ottavi di finale. Tra il giubilo del pubblico, sin dall’inizio quasi del tutto schierato per lui. Sebi rimandato.
[17] A. Bublik b. [14] B. Shelton 3-6 7-6(2) 6-4 (Pietro Sanò)
Il kazako parte a rilento, non a caso mima al suo angolo di essere ancora dormiente. L’americano lo becca sempre lontano dal campo ed è padrone del gioco, Sascha, dunque, mette in piedi un breve “Bublik show”, con servizi dal basso a iosa. Shelton appare impassibile e resta focalizzato sul match, rispondendo al siparietto del kazako con tre smorzate a regola d’arte, chiudendo il primo set col punteggio di 6-3, in 32 minuti di buon tennis. Suona finalmente la sveglia per Sasha, che all’alba del secondo set delizia il pubblico con numeri da circo. Shelton, di contro, continua a essere inamovibile e chirurgico sotto rete, lasciando trasparire la volontà di chiudere al più presto. Con il crescere del parziale il kazako diventa più solido e attende un passo falso. Il classe 2002 di Atlanta è impeccabile nei colpi a rete – glaciale nel volto – concede le briciole al suo avversario. Solo il tie-break può spezzare il grande equilibrio, e infatti Shelton abbassa il livello, Bublik ne approfitta e si regala il terzo set.
L’incontro ha trovato la livella, ma nel terzo gioco del set finale Bublik strappa il servizio all’avversario, in un match che ha cambiato volto. Il kazako vola spedito sulle ali dell’entusiasmo, mentre Shelton adesso sembra più scarico e meno sicuro dei suoi colpi, rispetto ai primi due set giocati con grande lucidità. Adesso è Bublik a dettar legge, ricorrendo nei punti chiave alla smorzata. Nell’ottavo gioco lo statunitense ha delle palle break in suo favore, che gli consentirebbero di rimettere il match in discussione, ma il kazako è scaltro a chiamarlo a rete e trascinarlo in trappola. Bublik chiude 6-4 il set decisivo ed accede così agli ottavi di finale del Mutua Madrid Open, dove cercherà di ritrovare i quarti raggiunti nel 2021.