Jannik, pensa se stessi bene… (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Andare incontro al proprio destino, al dunque, è la via maestra di qualsiasi atto di eroismo. Compresi quelli di natura sportiva, che se è doveroso arginare tra infiniti distinguo – nell`area del divertimento, gli eroi e le loro gesta fungono al più da metafore -, ci spingono a considerazioni positive, trascinandoci in un mondo di buoni propositi. Se questa è la prefazione, Sinner ha aggiunto ieri al proprio romanzo una pagina da leggere tutta d`un fiato, nella quale ha saputo scagliare oltre l`ostacolo non soltanto il cuore, ma anche qualche altra cospicua parte di sé. A cominciare dall`anca che lo fa tribolare e lo obbliga a esprimersi solo lottando. Le afflizioni per uno sportivo sono come ladre di attenzioni e di emozioni. Rendono tristi, e obbligano una parte di sé a prestare ascolto alle loro rimostranze. È con questi presupposti che Sinner si è presentato sul campo della Scatola Magica dedicato ad Arantxa Sanchez che a sua volta deve il proprio nome alla Signora di Aranzazu, patrona della regione basca, dove si conserva – così vuole la tradizione – l`immagine di una Madonna ritrovata su una pianta di biancospino. Sulle spine, certo meno sacre, ma non lontane dalla zona lombo sacrale, è stato costretto a muoversi Sinner; in questa sfida con il russo Karen Khachanov che gli è valsa l`approdo ai quarti, il riconoscimento che gli viene dalla storia per essere il primo, in 20 anni, a raggiungere almeno le Finals Eight in ogni torneo fin qui disputato, la ventottesima vittoria su 30 match giocati e un ulteriore passo in direzione del numero uno Djokovic. Ma è lo spirito che conta, e Sinner, che per tutto il primo set ho visto trascinare la gamba destra al termine degli scambi più disagevoli e faticosi, di certo ha lo spirito dalla propria parte. Gliene do atto quando lo sento rispondere alla domanda sulle sue condizioni con questa semplice metafora della vita: «Ho deciso all`ultimo momento di scendere in campo, ma visto che potevo farlo, ho pensato solo che giocare è la cosa che mi piace di più, e allora ho messo da parte tutte le altre considerazioni, e sono stato felice di farlo»… Che volete che vi dica, mi sono detto che ha ragione lui, perché lo sport non può essere solo calcolo, […], lo sport chiede di accettare rischi per il piacere di farlo anche a costo di perdere un match… Questo ha fatto Jannik e questo gli ha permesso di sopravvivere all`onda d`urto del tennista con il nome da ragazza. Che è in buona forma ed è da sempre un ottimo colpitore, sebbene monoculare, uno che va dritto per dritto e non si accorge delle prospettive migliori che possano esserci ampliando l`osservazione, né degli invitanti pertugi che apre agli avversari. Un autentico Polifemo della racchetta. Perso il primo set all`undicesimo game, con un break che ribadiva il miglior comportamento complessivo, fin li, di Karen, Sinner ha avviato la seconda frazione alzando il ritmo degli scambi, senza più badare al dolore. Khachanov è sembrato felice di poter scambiare ancora più forte di quanto aveva fatto fin lì, concedendo a Sinner di giocarsi tutto in due, tre colpi al massimo. Inutile chiedersi se fosse la strategia giusta, se Jannik trovasse maggiori difficoltà negli scambi prolungati. Davanti all`unico occhio di Karen, compariva in quel momento solo la gioia della rissa tennistica. Ed è caduto nelle mani dí Sinner, diventato – grazie anche a un break catturato in avvio di secondo set – via via più implacabile, fino a dare fondo a tutto il repertorio di violente conclusioni che il proprio arsenale gli consente. Più laborioso il terzo set, per via di due palle break che il russo ha avuto sulla racchetta nei primi turni di battuta di Sinner: «Lì sono stato bravo, ho servito bene, ho rimediato con i colpi migliori che avevo a disposizione». […] Recuperate due palle break è stato Sinner a portarsi avanti, nel quinto game, di fatto chiudendo lì il match. […] Sinner già pensa a domani, ad Auger-Aliassime che a sorpresa ha battuto Ruud (ed è 2-0 sull`italiano). «Ha vinto in due set contro uno dei tennisti più in forma, evidentemente ha ritrovato colpi e condizione». Sinner ha un giorno di riposo per proseguire le cure. Ed è quello che serviva.
Sinner risorge: «Ci provo sempre» (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Una lunga notte, una decisione presa all`ultimo e poi? La “solita” vittoria della quale Jannik Sinner non può più fare a meno, neanche quando dà priorità all`allenamento o quando accusa qualche acciacco fisico. L’ottavo di finale del Masters 1000 di Madrid contro Karen Khachanov è un altro prezioso tassello nel 2024 dell`azzurro che, dopo aver superato due prove del fuoco in cui oltre all`avversario ha dovuto gestire le sensazioni del proprio corpo, finalmente avrà un giorno di riposo prima del quarto di finale contro Felix Auger-Aliassime (vincente per 6-4 7-5 con Ruud). La prestazione dell`italiano sul Campo Arantxa Sanchez, mentre la folla del Manolo Santana era impegnata a tifare Alcaraz nel confronto con Struff, è stata un crescendo rossiniano. Dopo un inizio a rilento, un eufemismo dato il punteggio lottato del primo set, Sinner è riuscito a prendersi il successo con il punteggio di 5-7 6-3 6-3 in 2 ore e 10 minuti. «Ho deciso dopo il riscaldamento. La sera prima ho fatto tanto lavoro specifico con il mio fisioterapista, è stata una lunga notte. Poi prima del match ho svolto degli esercizi per capire come mi sentivo e ho scelto di giocare con l`intenzione di godermi la partita – ha raccontato Sinner – Quest`anno ho giocato tanti incontri e situazioni così. Se mi fossi sentito peggio non avrei pensato di scendere in campo, ma se c`è una chance di farcela ci provo. Non ero al 100% però sapevo che in caso di vittoria avrei riposato e devo dire che sono contento perché dopo essere andato in difficoltà ho alzato il livello». Per l`altoatesino la giornata di ieri si era aperta proprio con il consueto warm-up. […] Varcato il tunnel Sinner ha dovuto fare i conti con l`avversario. L’impetuosa partenza di
Khachanov è lo specchio del suo tennis potente. Al servizio il russo è pressoché perfetto, Jannik fatica in risposta (chiuderà il primo set senza procurarsi palle break) e commette qualche errore di troppo che gli costerà la frazione. A livello fisico i segnali però sono incoraggianti se paragonati al finale di match con Kotov. La corsa sul dritto è molto più sicura ed è solo quando deve spingere l`appoggio sulla gamba destra che sembra avere qualche titubanza. Nel secondo parziale non appena Khachanov sbaglia qualcosa arriva il break che indirizza la sfida al terzo. L`azzurro rischia grosso solo nel secondo gioco, quando annulla una palla break con l`ace, ma l`efficacia crescente di dritto e rovescio lo conducono al break del quinto game, decisivo per il punteggio finale. L’ultima ora di tennis è un`iniezione di fiducia per il prosieguo del torneo, che` domani lo vedrà a caccia della prima vittoria in carriera contro Auger-Aliassime.
Sinner è così grande che anche nel dolore si rifiuta di perdere (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)
Ci sono partite che vinci e situazioni complicate che superi perché possiedi dentro di te la qualità innata di chi si rifiuta di perdere. È quello che è successo a Sinner a Madrid nelle ultime due uscite: malgrado le evidenti difficoltà fisiche, Jannik si è ribellato all`idea della sconfitta e ha alzato il livello del gioco nel momento in cui i punti contavano di più. Dal modo di camminare e da come arriva a colpire il dritto dopo uno scivolamento laterale, si nota che il problema all`anca è ancora persistente e dunque stiamo assistendo alle rappresentazioni di un Sinner all`80% delle sue potenzialità. Eppure, contro un Khachanov di ottimo livello, solido, particolarmente ispirato nel primo set, il nostro numero uno è riuscito a passare oltre i fastidi alla gamba dimostrando una volta di più una forza mentale e un temperamento che appartengono soltanto ai campionissimi. Sinner ha rovesciato il match all`inizio del secondo set affidandosi al servizio, il cui rendimento quest`anno probabilmente non è mai stato così efficace come in questa circostanza, e tornando a spingere con continuità da fondo, senz`altro tranquillizzato dal primo break ottenuto nella partita. Una volta di più, è stato semplicemente spaventoso il modo in cui, una volta ritrovato il feeling con la partita, si è tolto dagli impicci nelle fasi più delicate, penso ad esempio alle palle break annullate al russo nel terzo set: sono i frangenti in cui Jannik si avvicina davvero ai più grandi interpreti della storia del suo sport. Ora lo attende il canadese Auger-Aliassime, mai più rivisto a questi livelli da due anni a questa parte, un test che per il valore dell`avversario si avvicinerà molto alla partita con Khachanov, senza contare che l`americano ha vinto tutti e due i precedenti, anche se nel 2022. Sappiamo, per sua stessa ammissione, che Sinner si è approcciato al torneo di Madrid senza particolari pressioni, con la mente già focalizzata a Roma e Parigi, e dunque ci si potrebbe chiedere perché stia accettando il rischio di scendere in campo seppur menomato. Intanto, mi sembra evidente che il giocatore abbia avuto rassicurazioni dallo staff e dunque sia consapevole che giocando non peggiora in nessun modo la situazione. In seconda battuta, non bisogna mai sottovalutare la tensione agonistica e la feroce determinazione di un campione del suo livello, che trae linfa vitale dalla competizione più dura: evidentemente ritiene di poter essere competitivo per la vittoria finale pur non al top. […]
Sinner, la classe oltre il dolore (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Così vincono i campioni. Quando giocano maluccio e soffrono, quando hanno un problema fisico e non trovano la chiave per scardinare la difesa avversaria: mettono il pilota automatico, fanno leva sulla testa, sulla volontà, sulla massima concentrazione, sul servizio – re Djokovic docet – e la spuntano dopo le salite che sembrano più impervie. Magari ci riescono di poco, per 5-7 6-3 6-3, come fa negli ottavi di Madrid Jannik Sinner, dolorante all`anca destra e in chiara difficoltà su ogni scivolata da quella parte e sulle sbracciate di dritto più clamorose e violente, opposto a un picchiatore in crescita come Karen Khachanov. Ex top 10, ora 17, da sempre forte di servizio e rovescio, ma ora solido pure di dritto con l`aiuto di coach Pepe Clavet, ma destinato a qualche pausa, alto (1.98) e pesante (95 chili) com`è, e senza tocchi di classe. E, appunto in quelle pause, in quelle piccole crepe, che il campione, il numero 1 del tabellone s`insinua e scava la differenza alzando il livello dove l`avversario sa di non poter arrivare. Mostrandosi sicuro e tranquillo, mentre dentro di sé è un vulcano di emozioni e di paure come tutti gli esseri umani, reagendo subito a qualsiasi errore ed avversità. Rimettendosi al lavoro a testa sotto dopo il primo set perso per i troppi errori sul 5-5. Cambiando marcia all`inizio del secondo parziale – che si aggiudica col netto 6-3 – e soprattutto, appellandosi al servizio sulle palle break della terza frazione. Non a caso, Sinner si salva con l`ace sullo 0-1 30-40 e subito dopo
piazza l`uno-due, servizio-dritto, sull`1-2, 30-40, collezionando l`eloquente 6/7 sulle palle-break. Per poi inanellare punti al bacio, uno dietro l`altro, scatenando l`applauso del pubblico e deludendo sempre di più il russo […], conquistando il break del 3-2 un attimo dopo essersi salvato sull`orlo del baratro. Prendersi di forza il 4-2, prologo del 6-3 decisivo. […] «E` stata dura, dopo i troppi errori del primo set ho recuperato la concentrazione e quindi servizio e risposta. E ho alzato il livello. Per esperienza so che certi dolori vengono dopo aver giocato tante partite ma sapevo anche che vincendo questa partita avrei avuto un giorno di riposo per il recupero» racconta il 22enne altoatesino che ribadisce ancora una volta tutte le qualità di tennis e di attitudine. […]
Nadal sconfitto saluta tra le lacrime. Alcaraz, che rischi (Filippo Maria Ricci, La Gazzetta dello Sport)
La Spagna soffre, vince, spera, soprattutto si emoziona. Prima rischia di perdere il suo nuovo figlio prediletto,
Carlitos Alcaraz, due volte campione in carica del torneo, poi saluta tra le lacrime Sua Maestà Nadal, all`ultima passerella a Madrid. Rafa lotta come sempre come un leone, fino al 5-5 del primo set fa partita pari con il ceco Lehecka, n. 31 del mondo, 15 anni meno di lui, poi si arrende pur combattendo alla freschezza e alla lucidità del rivale, che non trema davanti al monumento. Alla fine, tra la commozione generale, l`omaggio del torneo al gigante che lo ha vinto 5 volte: «È stato un percorso emozionante, ma prima o dopo avrebbe dovuto finire – dirà Rafa quasi piangente – però non finisce la mia carriera, è stata una settimana da cui porto via solo sensazioni positive, sono stato fortunato a fare dello sport che amo il mio lavoro, non potevo chiedere niente di più bello». Nadal detiene ancora il record di partite vinte consecutivamente nel torneo, 14, che qualche ora prima era stato eguagliato dall`erede, Alcaraz, al culmine di una partita pazza contro Struff, la replica della finale di un anno fa. Dopo aver vinto il primo set in maniera relativamente tranquilla grazie a un comodo break nel sesto gioco, il murciano è partito in tromba nel secondo. Servizio strappato al tedesco con 4 punti di buona fattura, ma controbreak al quarto e da lì i due si sono incamminati verso il tíe-break senza grandi sussulti, con il tedesco capace di approfittare degli errori del rivale e portarsi sulla parità con uno dei suoi 10 ace. Nel terzo set Carlitos ne combina di tutti i colori, tra un servizio ancora poco efficace, smorzate sballate e 24 errori gratuiti: quando va a servire sul 5-3 per chiudere, riesce a sprecare addirittura 4 matchpoint, cedendo poi il servizio alla terza palla break in un game assurdo. Nel tiebreak parte 3-0 trovandosi rapidamente sotto 4-3. Da li 4 punti consecutivi e conquista del quarto in programma oggi contro Rublev. «Non giocavo tre partite da oltre un mese, all`inizio del torneo avrei firmato per giocarne 3-4, ora spero di giocarne altre 3 – ha detto Alcaraz -. L`assenza mi ha procurato un certo nervosismo, vuoi per la situazione del braccio vuoi per la mancanza di ritmo: ero parecchio agitato e ho sbagliato anche palle relativamente facili. Sapevo che questa sarebbe stata una partita complessa: ora che l`ho superata non posso pensare che a una cosa: la conquista del titolo. Devo ringraziare la gente per avermi sostenuto fino all`ultimo punto».