ATP Roma, Nadal: "Se mi ritiro non è perché creda di non essere più competitivo"

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ATP Roma, Nadal: “Se mi ritiro non è perché creda di non essere più competitivo”

“Semplicemente”, spiega Rafa, “il mio corpo non regge più tornei in settimane consecutive”

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Il giocatore più atteso, e non potrebbe essere altrimenti, trattandosi del suo ultimo valzer agli Internazionali d’Italia. Rafael Nadal già da qualche giorno sta mandando in visibilio i fan semplicemente allenandosi e mostrando quanto ancora sia forte la voglia di competizione, di esprimersi al massimo. Concetti che ha ribadito nella sua conferenza prima del torneo tenutasi all’ora di pranzo in una Roma che inizia a diventare sempre più calda…e non solo in termini di entusiasmo per i tanti campioni.

D: “Com’è stata l’ultima settimana in termini di allenamenti? E volevo sapere se hai compiuto ulteriori passi avanti dopo le ottime sensazioni mostrate a Madrid?

Nadal: “Sono stato un paio di giorni a casa, e sono arrivato qui sabato così ho potuto allenarmi. A Roma ho vissuto tanti momenti indimenticabili, vedremo giorno per giorno. Intanto è la mia terza settimana di fila in tour, il mio terzo torneo di fila, e non succedeva da un sacco. Per ora le notizie sono buone. Continuerò a lavorare, e capiremo come riuscirò a gestire ogni giorno. Ma sono felice di come mi sento oggi

D: “Con l’esperienza che hai in termini di grandi tornei e di infortuni, cosa ne pensi di quello che sta accadendo a giovani top player come Jannik, Carlos? Quale credi potrebbe essere la soluzione?

Nadal: “Gli infortuni cu sono sempre stati. Il fatto che Jannik non giochi qui per voi è terribile. Possiamo parlarne per ore perché alla fine ne parliamo da così tanti anni. Ora che Carlos e Jannik non giocano qui, questione è di nuovo sul tavolo. Non cambia nulla. Solo la coincidenza che due dei migliori giocatori del mondo siano infortunati oggi. Il discorso è molto più ampio Se vogliamo parlare del perché si infortunano, te lo dico molto chiaramente: quando spingi il tuo corpo al limite, alla fine ti infortuni. Quando il gioco diventa sempre più veloce, ti infortuni. Quando giochi per gran parte dell’anno su campi in cemento e le superfici sono più dure per il corpo, ti infortuni.

Questa è la risposta semplice. Se poi riguarda i tornei, il business, lo sport in sé, questa è un altro discorso. Alla fine i giocatori vogliono guadagnare e anche i tornei, allora è l’intero ciclo che si riunisce. Accettiamo quel ruolo. Le cose accadono. Ho perso molti tornei importanti nella mia carriera a causa degli infortuni. Non puoi lamentarti di questo. Accetti quello che sta succedendo: ti infortuni, devi recuperare bene. Sono giovani. Avranno molte occasioni per giocare a Roma e avere molto successo qui. Nessun dramma. Il torneo sopravvivrà anche senza Carlos e Jannik che sono giocatori estremamente importanti per qualsiasi evento, qualsiasi torneo oggi. Certo non avere Jannik qui per l’Italia è una notizia terribile, anche per me come spettatore e collega. Mi dispiace molto e gli auguro di rimettersi al più presto

D: “Potrebbe essere la tua ultima volta qui. Cosa significa questo torneo e cosa vuol dire giocare in Italia per te?

Nadal: “Provo sempre belle sensazioni, il pubblico qui è sempre meraviglioso. Ho giocato grandi match, con Coria, Roger, e ricordo con piacere le prime volte in cui ho giocato. Ho vinto tante volte. È un torneo che è parte della storia del nostro sport, molto tradizionale. Non credevo di poter giocare di nuovo, e sono molto motivato per domani e per il torneo in generale

D: “Senti un rispetto diverso verso di te da parte degli altri giocatori e delle persone? Qualcosa è cambiato rispetto al passato?

Nadal: “Niente, o almeno vedo le cose sempre uguali. Mi sono sempre sentito trattato molto bene dai giocatori, dai tornei, dalle persone che ci lavorano. Ho buoni rapporti con quasi tutti. Non è cambiato molto con gli anni. Poi più vai avanti, più giochi ad un torneo, e arrivi a un punto in cui conosci meglio tutti. È fantastico per me dopo quasi due anni essere di nuovo qui e vedere di nuovo tutte queste persone

D: “Quali pensi saranno le tue emozioni al Roland Garros?

Nadal: “Non posso predire quali saranno, voglio solo godermi ogni giorno. Mi piace giocare a tennis, tutto dipende dal mio corpo, da dove possa arrivare. Sono felice di quanto stia facendo. Non è che mi ritiri perché non mi senta abbastanza competitivo o perché non mi diverta più a giocare, ma semplicemente il mio corpo non regge più l’allenarsi quotidianamente, a giocare due settimane di fila. Arrivano quei momenti in cui non ha più senso. Se non puoi svolgere la tua routine quotidiana, né fare le cose nel modo giusto e a causa di infortuni e dolore non riesci a godertela come dovresti è quasi impossibile avere successo o continuare a lottare per le cose che mi motivano davvero, no? Ma è la mia terza settimana di fila in tour, è positivo, anche se i risultati non sono quelli a cui ero abituato. Ma vedremo

D: “Qual è il tuo ricordo più bello qui?

Nadal: “Il primo. Certo ho vissuto tutti momenti indimenticabili. Ritengo che tutti i migliori match della storia siano quelli 3 su 5. In un certo senso mi manca il passato, quando giocavamo le finali 1000 3 su 5, quel tipo di match sono parte della storia del nostro sport. Sinceramente è impossibile decidere un momento in particolare. Ma scelgo i ricordi delle vittorie contro Coria e Roger, entrambe al quinto, poi ho avuto grandi partite anche contro Novak

D: “Quali sono le emozioni della prima vittoria qui? Eri un ragazzo al tempo. Cosa sognava quel Rafa?

Nadal: “Quello fu l’anno in cui vinsi per la prima volta a Montecarlo, Barcellona e Roma. Tutti tornei di tradizione, che guardavo in TV. Vincere a Roma fu fantastico, ero davvero giovane, pieno di energie. Sono sempre stato molto passionale come perdona, specialmente nello sport, anche come fan. Vincere qui la prima volta, in quel modo, dopo 5 ore e 14 minuti di gran tennis, 3-0 sotto nel quinto, il pubblico a sostenermi…non posso dimenticarlo

D: “Come consideri i miglioramenti da Barcellona all’ultimo allenamento qui?

Nadal: “Non è ogni giorno lo stesso. Dopo Barcellona ho avuto momenti difficili a Madrid, anche qui i primi giorni. Sono felice di essere a Roma oggi, perché qualche mese fa sembrava tutto impossibile. Mi sto adattando, sto accettando le sfide, accettando che non sempre possa spingere il mio corpo fin dove vorrei. Sto facendo le cose nel modo giusto e cercando di evitare molti rischi in termini di pressione. Madrid è stato un buon test per me, avendo giocato due giorni di fila, una partita da tre ore. Le mie sensazioni sono sempre migliori. Anche per quanto riguarda il tennis. Sono qui per fare del mio meglio. Domani è un inizio. Tutte le partite sono dure per me oggi, difficili e più imprevedibili di quanto lo fossero una volta, soprattutto sulla terra battuta. Accetto il ruolo e accetto questa sfida. Sono entusiasta di come potrò giocare se continuerò a lavorare nel modo corretto e il mio corpo me lo permetterà

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