Civarolo, coach di Arnaldi: "Matteo? Ambizioso, coraggioso, equilibrato" [ESCLUSIVA]

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Civarolo, coach di Arnaldi: “Matteo? Ambizioso, coraggioso, equilibrato” [ESCLUSIVA]

“Arnaldi deve migliorare sulla gestione del match, soprattutto nelle fasi iniziali ” ci spiega il suo allenatore, Matteo Civarolo. “Stiamo lavorando tanto sulla prima di servizio”

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Matteo Arnaldi - Roma 2024 (foto Francesca Michieli, Ubitennis)
 

Nonostante le condizioni fische non impeccabili, Matteo Arnaldi ha superato il primo turno degli Internazionali d’Italia superando in tre set il ripescato Mayot. Il 23enne di Sanremo ha ammesso in conferenza stampa che senza il tifo del pubblico di Roma difficilmente sarebbe arrivato alla vittoria.

Facciamo però adesso un passo indietro. Durante il torneo di Barcellona, sugli spalti dello splendido campo Gimeno sul quale Matteo Arnaldi ha giocato e vinto una folle partita con Sebastian Baez, abbiamo incrociato Matteo Civarolo (da qua in poi MC), coach di Arnaldi che ringraziamo per la grande disponibilità. Ne abbiamo approfittato per toglierci qualche curiosità su Matteo da chi lo conosce bene e le risposte ci sono sembrate molto interessanti.

Abbiamo guardato un po’ ai dati degli ultimi 12 mesi e forse uno degli aspetti su cui Matteo avrebbe margini di miglioramento è la prima di servizio, sei d’accordo? in generale su quali aspetti state lavorando dal punto di vista tecnico?

Fonte: ATP leaderboard, periodo aprile 2023-aprile 2024
Differenza fra ranking ATP ad aprile 2024 e posizione rispetto alle altre variabili

MC: Sì, la prima di servizio è sicuramente il colpo sul quale abbiamo lavorato di più e allo stesso tempo però ancora il colpo che magari in partita gli dà un pochino più di problemi, soprattutto per quanto riguarda la percentuale di prime palle in campo. Infatti anche se ha migliorato tanto, soprattutto a livello di velocità di palla e di soluzioni gli succede ancora di avere una percentuale un po’ bassa, a volte anche sotto il 50%. Quindi questo è sicuramente un aspetto sul quale stiamo lavorando. Puntiamo ad ottenere dei miglioramenti, perché sicuramente tanto passa anche da lì. Molte partite potrebbero anche risolversi più facilmente se riuscisse a servire con una percentuale più alta. Insomma il servizio è stato uno dei colpi su cui abbiamo lavorato in più. Però abbiamo anche lavorato su tutto il resto, come ad esempio sul dritto, che è essenziale per prendere più in mano il gioco. Matteo quindi deve cercare di utilizzarlo di più nello scambio per costruirsi il punto e poi per anche chiudere lo scambio. Il rovescio invece è sempre stato il suo colpo, diciamo più naturale e quindi non abbiamo toccato più di tanto. Ovviamente c’è sempre del lavoro da fare e per renderlo un pochino ancora più aggressivo, soprattutto quando si trova a scambiare sulla diagonale di rovescio, dove può fare veramente la differenza. Insomma sotto il profilo tecnico direi che le cose sono un po’ queste.

Tu che lo conosci bene, sotto il profilo emotivo, com’è Matteo e com’è lavorare con Matteo? Quali sono i primi 3 aggettivi che ti vengono in mente per descriverlo? e sempre sotto il profilo della personalità, secondo te quali sono i suoi punti di forza e gli aspetti invece su cui ha margini di miglioramento?

MC: Tre aggettivi… Ti direi sicuramente. Ambizioso. Coraggioso. Equilibrato. Sono queste le tre cose che mi vengono in mente. Sono aspetti del suo carattere che valgono sia quando è in campo, che quando è fuori. Ambizioso perché comunque cerca sempre di migliorarsi giorno dopo giorno attraverso il lavoro quotidiano. Coraggioso perché in partita non ha mai paura di nessuno, cerca sempre con chiunque giochi di fare partita e di fare risultato. Questo sin dall’inizio quando si è affacciato sul circuito e tuttora anche quando gioca contro i primissimi al mondo ha dimostrato di giocarsela sempre e di non aver paura di affrontarli.

E poi equilibrato. La cosa si vede dal fatto che riesce sempre a mantenere un equilibrio sia in campo che fuori e questo sicuramente gli ha permesso già di ottenere dei buonissimi risultati, ma secondo me gli permetterà anche in futuro di continuare a fare sempre meglio.

Sicuramente deve migliorare tanto sulla gestione del match, soprattutto nelle primissime fasi di partita dove a volte fa un po’ fatica ad approcciare la sfida nel modo giusto. Però allo stesso tempo ha una capacità naturale e pazzesca che è quella di riuscire a rimanere sempre dentro al match, anche quando magari tennisticamente le cose non stanno andando benissimo (ricordiamo due esempi a caso, come il match recente con Baez a Barcellona o la vittoria fondamentale a Malaga contro Popyrin, ndr).

Riesce in qualche modo sempre a tirar fuori qualcosa e poi a giocarsela contro chiunque in qualsiasi condizione. Questa è la dote che a mio modo di vedere è fondamentale per un tennista. Una delle caratteristiche di Matteo è quella di riuscire anche a rimontare delle partite o comunque a giocarsela anche quando magari non era non era al livello quel giorno oppure quando non stava esprimendo un gran tennis; tuttavia in qualche modo riesce sempre però a darsi un’occasione a darsi una chance durante il match, ed è sicuramente una grande arma.

Sulla base del profilo che ci hai descritto quando vuoi lavorare sulla preparazione mentale quali leve cerchi di muovere? Durante la partita inevitabilmente arrivano i momenti complicati: come lavorate per migliorare aspetti quali la gestione dello stress e delle emozioni? Per il carattere di Matteo quando ci sono momenti difficili meglio cercare la scossa emotiva come fanno ad esempio Djokovic e Rune o abbassare la pressione e cercare la tranquillità?

MC: Per quanto riguarda l’aspetto emotivo, come ho già detto prima ci sono sicuramente tante cose su cui lavorare. Principalmente come dicevo prima il discorso dell’approccio match che a volte risulta essere un pochino morbido. È sulla gestione poi dei punti importanti in alcune situazioni ha ancora la tendenza a giocare un pochino di fretta, magari d’istinto.

Sul modo di stare in campo invece niente da dire, riesce sempre a stare attaccato al match. È una sua grande forza e l’ha sempre dimostrato già da quando giocava a livello Junior. Questa capacità di crederci fino all’ultimo, anche contro giocatori a volte più forti di lui. Proprio perché riesce sempre poi a rimanere attaccato al match e riesce sempre a darsi una possibilità in più e questo alla lunga lo porta a vincere a volte anche dei match dove sembra spacciato, dove si ritrova sotto perché magari è partito male. Però in qualche modo riesce sempre poi a fare lo switch mentale e magari a portare a casa anche degli incontri dove il risultato si era messo male.

Andando poi fuori dal campo da tennis, come persona, lui è molto equilibrato, non è una persona da eccessi. Questa caratteristica si riflette poi in campo: anche quando le cose vanno male, magari si ritrova sotto di un set di un break e riesce sempre a pensare e a trovare una soluzione, a un cambio di strategia all’interno del match. Questa la trovo una sua grandissima forza ed è quello anche che gli ha permesso in sti in questi anni di emergere.

Durante un torneo, qual è la vostra routine? cercate di rimanere focalizzati e non disperdere energie oppure preferite prendervi dei momenti liberi, ad esempio la sera se è libera, per staccare e magari godervi la città, come a Barcellona che offre parecchio?

MC: Ma, guarda… Durante i tornei la routine diciamo che è sempre la stessa, anche perché ovviamente bisogna rimanere concentrati finché siamo dentro il torneo. Matteo comunque è un ragazzo a cui piace avere una routine chiara, che poi è quasi sempre la stessa. Al mattino ci si allena prima fisicamente in genere, poi tennisticamente. Dopodiché si mangia e ci si riposa un po’. In genere quando non si ha il match ci si allena in modo completo. Quando invece è giorno di partita ufficiale si pensa al match. La sera sicuramente c’è poco tempo poi per uscire magari fuori a cena. Insomma poi si torna presto perché c’è da prepararsi per il giorno dopo. Quindi c’è poco spazio alla fin fine per fare delle cose esterne. Certo, ogni tanto capita di concedersi qualcosa in più, ma questo solo nei grandi tornei come gli slam o in alcuni Master 1000 dove c’è un giorno di riposo. Ma stiamo parlando di farsi un giretto in città, niente di eclatante, che vada fuori al di fuori di questo.

Nel preparare i match che approccio avete? Capita a volte che abbiate idee divergenti sulla tattica da adottare? in generale ti avvali anche di approfondimenti statistici sul gioco del tuo avversario? ad esempio ATP mette a disposizione da settembre 2023 Tennis IQ per avere accesso ai dati hawkeye dei giocatori; è qualcosa che consideri utile?

MC: Ci prepariamo in maniera piuttosto semplice, cioè un dialogo aperto tra me, Alessandro e Matteo dove parliamo di quello che sarà il match, ma il tutto in maniera molto molto tranquilla. Oggi rispetto magari qualche anno fa è molto più semplice anche studiare l’avversario e avere le idee chiare su cosa fare. La figura del match analyst, è una figura molto importante e Matteo, soprattutto l’anno scorso, quando era entrato da poco nel circuito maggiore. Quest’anno magari l’ha utilizzato un po’ meno, perché giocando tutte le settimane uno vede tutti i giocatori e in ogni caso magari sa già più o meno il loro piano di gioco. In sostanza diciamo che questo aspetto di analisi dei dati è stato utilizzato un po’ meno quest’anno, mentre si tende a parlare un po’ di più tra di noi. Alla fine comunque l’obiettivo è quello di arrivare ad avere un piano di gioco chiaro e poi andare in campo e giocare.

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