Il 10 ottobre 2024 sarà sempre una data indimenticabile per gli appassionati di sport. Per i seguaci del tennis un giorno triste, ma in fin dei conti nell’aria. Per i tifosi di Rafael Nadal, il più grande giocatore su terra rossa della storia del tennis, il gladiatore per eccellenza, l’uomo che ha passato una vita a sfidare ed abbattere i propri limiti, sarà per sempre il ricordo di un giovedì nero. Perché la realtà e la vita corrono, ma vorremmo sempre sfuggire loro. Rafa Nadal ci ha provato in tutti i modi, a tratti ci è riuscito, ma alla fine il destino ha portato il conto.
Il mondo delle racchette da oggi non sarà mai più lo stesso, e anzi già si profila più grigio, circondato dai ricordi di ciò che è stato. Ma in fin dei conti è l’avanzare inesorabile del tempo, che uscirà sempre vincitore. A tutti noi “poveri umani” che abbiamo avuto il privilegio di assistere all’epopea di Nadal, di commentarlo, di vederlo di persona, non resta che celebrarlo. E quale modo migliore c’è di mettere in fila, seguendo gli stimoli del cuore e non il freddo succedersi cronologico dei calendari, le 10 partite più epiche del maiorchino? Quegli incontri che fanno parte di diritto della storia del tennis? A partire dalle 22:15 italiane del 6 luglio 2008. Dove il mondo intero, anche sui nobili prati, si inchinò per la prima volta a Rafa Nadal. Buen viaje.
10) Roland Garros 2022: R. Nadal b. C. Ruud 6-3 6-3 6-0
L’ultima volta, ancora con il Nord Europa nel destino. 17 anni dopo Puerta, è Casper Ruud a stringere la mano a Nadal dopo la finale del Roland Garros, la quattordicesima vinta su altrettante disputate. Il norvegese nel pieno della sua miglior stagione, Rafa agli ultimi sprazzi, stanco fisicamente ed emotivamente dopo tre ore per due set e il brutto infortunio di Zverev in semifinale. Morale della favola: Casper vince 6 game, bloccato dall’imponenza e l’aura che sembrano accerchiare il maiorchino sullo Chatrier. Unico ed irripetibile, uno dei romanzi più lunghi e belli della storia del tennis, l’amore tra Nadal e il Roland Garros va oltre i numeri e i record. Quello che è stato Nadal per questo sport va oltre qualsiasi dedica e parola, fino a quella sua ultima vittoria, il 5 giugno 2022. A diciassette anni esatti dalla prima. Perché anche la storia si è impegnata a fare bella figura fino alla fine con l’uomo che l’ha cambiata.
9) Olimpiadi 2008: R. Nadal b. N. Djokovic 6-4 1-6 6-4
22 Slam, 36 Masters 1000, 5 Coppe Davis…un oro olimpico. Il basilare grado di separazione tra lui e Federer arrivò nel 2008 a Pechino contro Fernando Gonzalez. Ma la vera partita decisiva non fu quella per l’oro, bensì la semifinale contro Novak Djokovic, il 15 agosto 2008. Un secondo set smarrito, un primo e un terzo giocati su picchi altissimi da entrambi, a 22 e 21 anni, nel pieno della crescita, ma già capaci di produrre scambi infiniti da fondo e colpi da highlights. La svolta della carriera per Nadal, l’unica sconfitta a Pechino a fronte di 6 titoli nel torneo 500 e di un record di 29-0 per il serbo. E una semifinale olimpica che ha grandemente contribuito a dare il giusto prestigio e la necessaria visibilità al tennis a cinque cerchi. E ora che non li vedremo più insieme su un campo, non li sentiremo più caricarsi e ansimare, non ci resta che ringraziare di averli vissuti nel pieno delle loro forze. E, ne siamo ben certi, non è stato né sarà mai abbastanza.
8) Roland Garros 2008: R. Nadal b. R. Federer 6-1 6-3 6-0
Quattro game lasciati all’avversario. Di tutti i 40 incontri tra Nadal e Federer, solo il 6-3 6-0 a favore dello svizzero alle ATP Finals del 2011 fu più netto. Ma in due set, e soprattutto su una superficie dove lo spagnolo ha sempre sofferto molto più rispetto a quanto Roger non soffrisse la terra. Quell’8 giugno 2008, quasi ad annunciare l’impresa a Wimbledon, Rafa giocò un tennis dirompente, conquistando la quarta Coppa dei Moschettieri di fila in meno di due ore. Un successo strabiliante, senza possibilità d’appello, che contribuì ad aggiungere ingredienti di epicità a una rivalità che era nel pieno dei suoi anni d’oro. E, soprattutto, fornì un chiaro avvertimento a Federer: finché avesse incrociato la propria strada con lo spagnolo il Roland Garros sarebbe rimasto un sogno. Per sua fortuna, e per giustizia nella storia del tennis, nel 1984 a Tibro era nato Robin Soderling.
7) Roma 2006: R. Nadal b. R. Federer 6-7(0) 7-6(5) 6-4 2-6 7-6(5)
Uno dei più grandi rimpianti di Sua Maestà Federer è certamente non aver mai battuto Nadal in una delle sue roccaforti, impresa riuscita per l’altro a Wimbledon. Roger ha infatti vinto 2 volte su 16 sulla terra contro il rivale, ma ad Amburgo e Madrid, tornei dove il suo gioco ha storicamente trovato sempre buoni responsi. A Roma, dove si sono affrontati due volte, lo svizzero più è andato vicino a spezzare questo tabù. Era il 14 maggio 2006, Nadal era nel pieno della sua striscia di 81 vittorie consecutive sulla terra, e mai come quella domenica, con le ombre già lunghe ad accarezzare il Foro Italico, qualcuno andò così vicino a spezzarla. Roger va avanti 4-1 nel quinto, arriva a due match point nel tie-break, sembra cosa fatta. Anzi sarebbe cosa fatta contro tutti…meno uno. Nadal rifiuta con tutto sé stesso di perdere, insiste in scambi infiniti, pizzica il rovescio di Roger e, dopo 5 ore e 5 minuti, sarà lui a trovarsi del tutto coperto di rosso. Ancora una volta.
6) US Open 2013: R. Nadal b. N. Djokovic 6-2 3-6 6-4 6-1
La rivalità con più partite della storia del tennis, l’incredibile romanzo di Nadal e Novak Djokovic. Il serbo ha vinto 31 partite su 60, 20 su 27 sul cemento, e l’ultima sconfitta sulla superficie risale proprio alla finale dello US Open 2013 prima di nove vittorie di fila nei testa a testa. In quella domenica americana, un 9 settembre, il fato aveva però piani diversi. L’estate dello spagnolo era stata fin lì pazzesca, con vittorie in Canada e a Cincinnati, e la chance di infilare una tripletta da 4000 punti. In 3 ore e 21 di gran tennis Rafa mette alle corde e poi butta giù un Djokovic a lungo incapace di trovare adeguate contromisure alla miglior versione da cemento della carriera del maiorchino, che per la prima e unica volta ottiene due vittorie di fila sul duro contro il serbo. Ma quella vittoria in quattro set portava con sé un significato ancor più dolce: si sarebbe rivelata fondamentale per consentire a Nadal di chiudere l’anno al n.1 per la prima volta dal 2010. Il segnale per far capire a tutti che c’era ancora da fare i conti con il diablo di Manacor, non solo sulla terra.
5) Coppa Davis 2004: R. Nadal b. A. Roddick 6-7(6) 6-2 7-6(6) 6-2
Prima ancora delle vittorie nei grandi tornei, fu con la maglia della Spagna che Nadal salì alla ribalta delle cronache. Da 18enne n.51 al mondo, il maiorchino sfida sulla terra indoor di Siviglia l’allora n.2 Andy Roddick, che lo aveva nettamente battuto qualche mese prima allo US Open. Ma quel 3 dicembre 2004 la musica era diversa: la spensieratezza della gioventù, un intero stadio a sostegno e soprattutto la voglia di ben figurare nel rappresentare la Spagna. Avrebbe dovuto giocare Carlos Moya, ma il capitano Jordi Arrese ci vide lungo nel puntare su quel mancino dal dritto a uncino e i lunghi capelli neri. La difesa estrema e la corsa di Rafa anestetizzarono il servizio dell’americano, che dopo la vittoria del primo set perse con poche chance i successivi tre: una nuova stella era arrivata nel pianeta tennis. E chissà se mai si sarebbe aspettato che vent’anni dopo avrebbe eletto proprio la Davis a Malaga, nella sua Spagna, come torneo d’addio.
4) Roland Garros 2005: R. Nadal b. M. Puerta 6-7(6) 6-3 6-1 7-5
Per la caratura dell’avversario (Mariano Puerta è stato al massimo n.9 e solo in un’occasione ha raggiunto gli ottavi in uno Slam) e il livello dell’incontro questo match sfigura rispetto agli altri. Ma si tratta della prima delle 14 finali vinte da Nadal a casa sua, al Roland Garros, tra l’altro a 19 anni compiuti due giorni prima. Dopo aver preso le misure del contesto e dell’avversario nel primo parziale Rafa diede al mondo intero un bell’assaggio di cosa era capace di fare sulla terra battuta. Di come la canotta e il viso ricoperti di polvere rossa, i recuperi improbabili e impossibili, i banana shot che lasciavano fermi anche i migliori, erano il suo pane quotidiano. E dal 5 giugno 2005 in avanti sarebbero stati il suo marchio di fabbrica. Puerta ebbe l’onore di fare da “Magio” alla prima cosnacrazione di una delle stelle più brillanti della storia.
3) Australian Open 2009: R. Nadal b. R. Federer 7-5 3-6 7-6(3) 3-6 6-2
Ancora una volta Roger Federer fa da coprotagonista in una partita che ha riscritto le leggi fisiche della resistenza umana. Ancora Rod Laver Arena, ma nel 2009, il 1° febbraio: per la quinta volta nei 9 Slam giocati dal 2007 in avanti i due si contendono il titolo. Ma a rendere l’incontro memorabile è il percorso, la clamorosa semifinale vinta in 5 ore e 14 minuti (allora la partita più lunga della storia del torneo) da Nadal contro Fernando Verdasco. Rafa uscì dal campo dopo l’1 di notte, rientrò a casa a seguito di tutti i riti post partita alle 3 del mattino: alla finale con Federer, che aveva giocato il giovedì i suoi tre comodi set contro Roddick, mancavano poco più di 36 ore. Il resto è storia. Nel match decisivo Nadal sfodera una delle prestazioni di dritto più devastanti della sua carriera, va avanti di un set due volte, due volte viene ripreso, ma di prepotenza e voglia dilaga nel quinto, finendo a terra sorridente dopo 4 ore e 19 di tennis pazzesco.
2) Australian Open 2022: R. Nadal b. D. Medvedev 2-6 6-7(5) 6-4 6-4 7-5
Pensare che Nadal in 14 anni non abbia più compiuto imprese con la racchetta sarebbe un’eresia, come tra l’altro si vedrà più avanti. Ma quello che accadde sulla Rod Laver Arena il 30 gennaio 2022 va oltre qualsiasi legge scritta o non scritta di questo gioco. Daniil Medvedev era avanti 2 set a 0, 3-2 nel terzo e improvvisamente si ritrovò 0-40 sul servizio di Nadal. Fu allora che l’immenso orgoglio di un campione 35enne, che non vinceva in Australia da 13 anni, emerse con prepotenza. Un parziale di 4-1 consegna il set a Nadal, mentre il russo piano piano accusa il colpo e inizia ad uscire dalla partita. Allo scoccare delle 5 ore e 24 minuti un disperato tentativo di recupero di Daniil si infrange in rete, Nadal si lascia andare all’emozione con eleganza, portandosi le mani alla bocca quasi incredulo. Delle tante grandi vittorie e rimonte che sfiorano l’umana comprensione, decisamente la più imprevedibile a partita in corso.
1) Wimbledon 2008: R. Nadal b. R. Federer 6-4 6-4 6-7(5) 6-7(8) 9-7
LA partita. Il più bell’incontro di tennis degli ultimi 20 anni, probabilmente della storia, in continua rivalità con la finale del 1980 tra Borg e McEnroe. Come allora, anche nel 2008 cozzarono due modi di gioco e di vita differenti: l’eleganza, l’ingresso in campo in giacca di Roger Federer e l’irrefrenabile, grintosa voglia di vincere del gladiatore in canottiera Rafael Nadal. Il campo più prestigioso del mondo a fare da cornice allo spagnolo avanti di due set, lo svizzero che rientra in continuazione. E addirittura forza il 6-6 al quinto tra colpi incredibili e interruzioni per pioggia, con tanto di avvicendamento nella cabina di telecronaca tra Clerici e Lombardi. Ma dopo 7 ore e 15, 4 e 48 di gioco effettivo, a ruzzolare sul prato di Wimbledon fu Rafa: aveva battuto Roger a casa sua, in una partita leggendaria, che divenne il trampolino decisivo per prendersi la vetta del ranlking nell’agosto di quell’anno. Fu la prima e unica volta in cui Nadal batté Federer in Church Road. Ma soprattutto fu il biglietto definitivo, a 22 anni, di sola andata nel gotha del tennis.