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22/01/2012 01:05 CEST - Australian Open

Errani può sognare
i quarti

TENNIS - Per la prima volta Sara Errani arriva alla seconda settimana di uno Slam. Rimonta Sorana Cirstea e affronterà la cinese Jie Zheng. La rumena si è fermata sette minuti alla fine del primo set, vinto al tiebreak. "Vorrei che si dicesse di me che sono una ragazza semplice, umile, costante…e una persona buona che non si sente chissà chi…perché dovrei sentirmi qualcuno? Non ho fatto niente di eccezionale…mica sono diventata una top-ten" ha detto Sarita. Adesso avrà l'ottavo di finale più semplice del tabellone. Sognare un quarto con Ivanovic o Kvitova non è impossibile. Da Melbourne, Ubaldo Scanagatta

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australian open: sara errani
australian open: sara errani

Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta

MELBOURNE _ Sara Errani ce l’ha fatta. E con pieno merito. Proprio brava. Per la prima volta è approdata alla seconda settimana di uno Slam. Per la prima volta è su lei e non sulle solite Schiavone e Pennetta che si appuntano le speranze azzurre di sopravvivere nel torneo e chissà che ciò non preannunci un primo passaggio del testimone fra una generazione di tenniste ed un’altra. Della meno giovane le rappresentanti erano tre, “Schiavo”, “Penna” e Vinci. Di quella più giovane, al momento, solo lei, la ragazzina che a 12 anni spiccò il salto transoceanico per andare da Bollettieri, decisa a diventare una professionista del tennis anche se per una bambina era un scelta dura, durissima, e i pianti di nostalgia per mamma e papà, commercianti di frutta, non furono pochi.

Nemmeno l’emigrazione in Spagna, all’accademia di David Ferrer (dove sono stati ospiti anche i due Safin-Safina, la Kirilenko, Andreev, la Medina Garrigues) fu indolore. Ma lei voleva arrivare, costi quel che costi. E ce l’ha fatta. Non solo perché in carriera si è già messa in tasca con quattro anni di fila fra le prime 50 un milione e 800.000 euro di soli premi, senza contare i gettoni di presenza azzurra in Fed Cup.

"Certo, la famiglia mi manca, ma in Spagna ho trovato un’organizzazione che in Italia, per il momento, non c’è" ha spiegato Sara. "Ho a disposizione una struttura all’avanguardia per il tennis e la preparazione atletica e mi alleno con ragazzi e ragazze che hanno voglia di migliorare sempre".

Vorrei che si dicesse di me che sono una ragazza semplice, umile, costante…e una persona buona che non si sente chissà chi…perché dovrei sentirmi qualcuno? Non ho fatto niente di eccezionale…mica sono diventata una top-ten come Francesca e Flavia. Io cerco soltanto di migliorarmi, sempre di più…loro hanno ottenuto i loro migliori risultati dopo i 26 anni, io ho ancora un po’ di tempo, e certo non mollo. Non ho mai mollato, e non ho mai nemmeno pensato di mollare. Il tennis mi è sempre piaciuto, è la mia vita…” prosegue convinta lei che “ancora un fidanzato ufficiale non l’ho mai avuto, qualche ragazzo però sì…”.

Certo è stato piuttosto brusco, quasi choccante, il salto fra lo spettacolo cui avevo assistito l’altra sera grazie ai due artisti Tomic e Dolgopolov sulla Rod Laver Arena e la partita a specchio intepretata da due giocatrici dal tennis piuttosto monocorde come quello messo in mostra da Saretta e dalla rumena Cirstea. Non ci fosse stata un’italiana di mezzo non sarei andato a vedere la partita.

I due artisti avevano giocato più smorzate nel loro duello di quelle contate in tutti gli altri incontri di questo Slam, Errani e Cirstea hanno picchiato senza sosta da fondocampo, lavorandosi vicendevolmente ai fianchi. E il lavoro di Sara, che ha spinto come una volta davvero non faceva, ha tolto ossigeno alla bella ed elegante ragazza rumena: il completino Adidas, rosso ed arancione, come rossa era la visiera sui capelli neri raccolti in una lunga coda di cavallo e rosso il polsino, era francamente notevole, seppur certo favorito da un fisico da mannequin davvero ragguardevole, quasi da Ivanovic (per inciso una delle sue migliori amiche e anche lei Adidas-mannequin).

Alla fine del primo set vinto faticosamente, non senza aver annullato un setpoint alla ragazza romagnola, Sorana Cirstea si è fermata per oltre 7 minuti, sdraiata per terra su un asciugamano per farsi massaggiare la schiena dolorante.

Anche la Petrova, vittima precedente della Errani, era stata costretta a fermarsi per farsi massaggiare la schiena. E' Sara che le…spezza tutte? Oppure si tratta di puri stop strategici? Secondo Pat Cash ce ne sono troppi, con i medici del torneo eccessivamente compiacenti. Insomma in tanti, e tante, ci marciano. Cash non ha tutti i torti. Anzi.

Fatto sta che la bella Sorana dal secondo set in poi è sembrata in apnea, mentre Saretta ha continuato a martellarla con solida determinazione. 10 games di fila per lei, brava a non buttarsi giù per quel primo set perso quando avrebbe potuto essere benissimo vinto (al di là del setpoint sbagliato per via di una risposta di dritto così scentrata da far pensare che il vento ci avesse messo lo zampino, nella fredda giornata per gli standard dell’estate australian) e a tenere duro nei primi games del secondo set, importantissimi sotto il profilo psicologico. Guai a dar fiducia alla rumena che già era arrivata carica sul campo n.2 sulla scia del brillante exploit ottenuto a spese di Samantha Stosur.

Se la rumena ha mollato gli ultimi games del secondo set per riservare le residue energie alla disputa del terzo, però ci si è rimessa di buzzo buono nel set decisivo, e lì _ ancora _ è stata molto brava ed attenta Sara a tenere un primo game di 12 punti (salvando una pallabreak), a strapparle il servizio nel successivo recuperando da 40-15, a salire sul 3-0 e lì a battersi come una leonessa per conquistare un 4-0 arrivato dopo 14 punti serratissimi: era il pugno del k.o. per la Cirstea che ha sì abbozzato una reazione, ma ben poca convinta. Ormai Sara aveva fatto suo il match. Che difatti si è concluso poco dopo, sul 6-2 dopo 2 ore e 27 minuti.

Adesso siamo qui tutti a domandarsi: ma con la Jie Zheng, che dominata la nostra Vinci si è ripetuta contro la più tosta Marion Bartoli, che partita potrà fare la ragazza romagnola?

Che potenziale ha Sara Errani? Oggi? E domani? Lei corre e corre, lotta e lotta, non molla mai, non ha paura, anche se ogni tanto la seconda di servizio un po’ la riflette, ma certo non è che abbia un tennis troppo vario, che possa permettersi troppi cambi tattici pur essendo una che pensa più di altre. Ieri ha giocato 3 smorzate nei primi 21 punti, poi per tutto la seconda parte del primo combattutissimo set non l’ha più fatto. Perché? Boh.
Giusta invece la spiegazione del perché non ne abbia più avuto bisogno dal secondo set in poi: “Filava tutto talmente bene, lei aveva preso a sbagliare, dal 4-0 in poi ha cominciato a tirar pallate alla va o la spacca…dovevo solo aver pazienza”.

Ne ha avuta e quella pazienza, insieme ad una condizione fisica probabilmente superiore a quella della rumena _ schiena o non schiena _ ha pagato. A sostenerla c’era come al solito tutto il clan italiano, Pennetta esclusa (ma più tardi era attesa da un doppio, vinto in coppia con la Dulko assieme alla quale è campionessa in carica), dal professor Parra, a Palmieri, alla Garbin che (capitana dell’under 16 vittoriosa negli Europei a squadre) è venuta in Australia con un gruppetto di ragazzine (una sola, però, ce l’ha fatta a entrare in tabellone, la Rosatello, insieme a tre maschietti, Napolitano di cui mi si dice gran bene ed è testa di serie n.8, più Donati e Licciardi e sono accompagnati da Mosè Navarra…mah, no comment) e alla fedelissima Roby Vinci.

E in prima fila, inevitabilmente, il fido Pablo Lozano, che da 7 anni la segue ed è il coach, anzi entrenador visto che più che “com’on!” grida di continuo “Vamos”. "Ormai è un fratello maggiore" dice di lui Sarita, "sono stata anche la madrina di battesimo del bambino che gli è appena nato"

L'ho intervistato subito a fine partita: ascoltate l’audio…dice cose interessanti anche su come si sviluppa la giornata tipo di Sara nell’accademia di Ferrer e i progressi che ha fatto.

Contro la Zheng (ascolta l’intervista della cinese) che due anni fa battei abbastanza facilmente a New Haven ma non era in forma come in queste settimane….l’ho vista a Auckland e mi ha fatto una grande impressione…cercherò di giocare palle alte e liftate, che su quelle basse si trova a menadito”.

Sara ha le idee chiare, ma mentre per lei questo sarà il primo “ottavo” della carriera, la Jie Zheng è molto più esperta. Fu lei la prima cinese a conquistare una semifinale di uno Slam, a Wimbledon 2008 _ anche sull’erba è fondamentale essere a proprio agio sugli appoggi bassi, la palla schizza via …anche se meno di una volta _ e a bissare quel traguardo qui in Australia. In termini di esperienza, al di là del fatto che lei ha 28 anni e va per i 29 mentre la nostra ne ha 24, non ci sarebbe gara.

Però ha un servizio debolissimo e adesso che Sara ha imparato a prendere l’iniziativa, ad attaccare da fondo, sia pur senza seguire troppo a rete dove predilige sempre lo schiaffo al volo allo smash (contro la Cirstea ne ha dovuti giocare 3 di fila per cancellare una palla break sul 2-0 al terzo…), spero che non ripeta l’errore della Vinci che restava un metro dietro la riga di fondo anche sulla “seconda” della cinesina. Di quelle opportunità a questo livello bisogna saper approfittare.

Infatti se andiamo a ben guardare il tabellone si vede che avversarie più giocabili della Zheng proprio non ce n’erano, con tutto il rispetto per l’eccellente carriera della cinese che è stata anche n.15 del mondo come best ranking (e la nostra n.31). Nella metà bassa scendendo in giù, cinque delle otto qualificate per gli ottavi sono teste di serie, tutte fuorchè la sorprendente Makarova che ha infilato un bis di tutto rispetto, dopo la Kanepi anche la Zvonareva, e loro due, Errani e Zheng. Le cinque teste coronate sono Serena Williams, Lisicki (che ha rimontato un set e da 1-3 sulla pazzerella Kuznetsova che non sembra aver messo a posto la testa dopo aver “riassunto” Olga Morozova), Sharapova, Ivanovic e Kvitova che dovrebbero dar vita al duello più atteso per…affrontare nei quarti la vincente di Errani-Zheng.

Insomma sognare i quarti per Saretta non è sognare l’impossibile. Teniamo presente che nella metà alta del tabellone erano già approdate tutte teste di serie salvo la Benesova: dall’alto in basso gli accoppiamenti per gli ottavi Wozniacki-Jankovic, Clijsters-Li Na, Azarenka-Benesova, Goerges-Radwanska.

Ribadisco: non poteva capitare meglio. Il che non significa che sia la favorita. Qiel precedente di New Haven, a lei favorevole, può contare qualcosa a livello psicologico. Ma la Jie Zheng, che come la Li Na ha il marito tuttofare, è anche coach, aveva chiuso il 2010 a n.26 e il 2011 a n.48. Oggi gioca decisamente meglio. Dubito che festeggiare il primo dell’anno cinese, nell’anno del Dragone, al ristorante cinese con tutte le altre ragazze, inclusa la Li Na, possa distrarla, e tantomeno crearle qualche problema di stomaco. I ristoranti cinesi di Bourke Street a Melbourne sono ottimi.

Da Melbourne, Ubaldo Scanagatta

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