Djokovic, l'extraterrestre píú ricco (Crivelli), Djokovic non si ferma più. Conquista anche Shanghai (Giorni)

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Djokovic, l’extraterrestre píú ricco (Crivelli), Djokovic non si ferma più. Conquista anche Shanghai (Giorni)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Djokovic, l’extraterrestre píú ricco

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 19.10.2015

 

Due settimane da dio. Un flusso inarrestabile di emozioni, sensazioni, palpitazioni. E di vittorie. Novak Djokovic al momento è un mostro sovrannaturale che non sconfigge i nemici, li annienta: «Tra Pechino e Shanghai, sono stati i quindici giorni migliori della mia vita e della mia carriera. Non mi sono mai sentito stanco, ho avuto una gestione perfetta delle energie, sono rimasto concentrato e ho tenuto un livello altissimo fin dalla prima partita di questi due tornei». RECORD Altri numeri, altri record per una stagione indescrivibile, una delle più brillanti della storia del tennis, sicuramente la sua migliore nonostante quel 2011 da favola: allora vinse 10 tornei e perse solo 6 partite in 12 mesi, adesso le statistiche recitano 9 e 5, ma quest’anno ha conquistato solo Slam (tre, e senza Wawrinka a Parigi probabilmente staremmo parlando dell’erede di Budge e Laver) e Masters 1000 (cinque, come solo Nadal prima di lui), arrivando a 13 finali consecutive, a quattro dalle 17 di Federer a cavallo delle annate 2005-2006. Primati che possono ancora essere migliorati, perché Nole ora ha di …….., certo, ma anche Tsonga, nella finale cinese, non ha potuto fare altro che raccogliere le briciole (sei game), come i 16 avversari precedenti del serbo, : «Non c’è niente da dire — ammetterà il francese — perché Novak sta giocando a un livello troppo più alto di tutti gli altri. Per provare a batterlo, devi essere nella miglior forma possibile, ma è molto difficile giocare al top in ogni partita». Tra Nitro, a specifica domanda di un estasiato giornalista cinese (a fine match, Djokovic ha parlato mandarino e ha scritto un paio di ideogrammi) lui stesso non ha saputo indicare con quali armi, adesso, potrebbe essere battuto: «Certo, vincere sempre arrivando solo una volta al tie-break in 17 partite è qualcosa di incredibile, ma non sto pensando di rimanere imbattuto fino al termine della stagione. Però, di sicuro, può essere un’opzione». MILIONARIO Contro il francese, che con i risultati di Shanghai si è molto avvicinato all’ottavo e ultimo posto utile per il Masters (intanto si sono qualificati Berdych e Nadal), Nole ha portato al diapason le qualità che lo rendono inavvicinabile: altissimo rendimento al servizio, straordinaria reattività alla risposta e capacità di trasformare la difesa in offesa con un solo colpo. Forse, ad impedire l’ultima pennellata su un quadro perfetto, serve la considerazione che il Federer e il Nadal delle stagioni magiche avevano un parco avversari di spessore più consistente, ma in ogni caso Novak può consolarsi con i 16 milioni di dollari (14 milioni di euro) guadagnati in stagione, primo giocatore di sempre a superare un tale montepremi in un’annata: «Non voglio farmi travolgere dal successo, in questo mi aiuta no molto la famiglia e il mio team: ho il desiderio di giocare a questo livello ancora per molto tempo, l’anno prossimo c’è l’Olimpiade, c’è il Roland Garros che ancora mi manca. Nulla è impossibile, io ragiono così. Se posso diventare il più forte di sempre? Il solo fatto che qualcuno possa pensarlo, mi lusinga». Benvenuti nell’era Djokovic.

 

Djokovic non si ferma più. Conquista anche Shanghai

 

Alberto Giorni, il Giorno del 19.10.2015

 

Entrambi indossavano una maglietta rossa, colore portafortuna in Cina, ma la sorte non è stata un fattore determinante. La superiorità di Djokovic su tutti gli altri è schiacciante e un’ulteriore dimostrazione è arrivata dalla finale di Shanghai, vinta 6-2, 6-4 dal numero uno del mondo su Tsonga. Il francese ha fatto quello che ha potuto, ma ha pagato anche le molte energie spese nella semifinale contro Nadal. A Djokovic è bastato inserire il pilota automatico per incamerare il quinto «Masters 1000» stagionale, nono titolo di uno strepitoso anno. E nella speciale classifica dei «1000», il serbo sale a 25 staccando Federer e portandosi a due sole lunghezze da Nadal. Da quelle parti ormai è di casa: bissato il titolo di Pechino della settimana scorsa, Nole ha di nuovo conquistato il pubblico da consumato attore con un saluto in lingua locale e autografando la telecamera con alcuni ideogrammi affiancati a un cuore. Il 2015 si conferma un anno magico per Djokovic. L’impressionante bilancio è di 73 vittorie e solo 5 sconfitte; se non fosse scivolato a sorpresa in finale al Roland Garros con Wawrinka, staremmo celebrando uno storico Grande Slam da condividere con il mitico Rod Laver, che ieri lo ha premiato. E non è ancora finita: all’orizzonte ci sono Parigi-Bercy, ultimo «Masters 1000», e le Atp Finals di Londra di novembre, alle quali sono già qualifcati, oltre a Djokovic, Fe-derer, Murray, Wawrinka, Nadal e Berdych (ancora due i posti disponibili). Nella capitale inglese, nel Masters di doppio, ci saranno anche Bolelli e Fognini, sconfitti in finale a Shanghai 6-3, 6-3 per mano della coppia composta dal sudafricano Klaasen e dal brasiliano Melo. La loro stagione in doppio rimane comunque ampiamente positiva: hanno trionfato agli Australian Open giungendo all’atto conclusivo anche a Indian Wells e a Montecarlo. Intanto Flavia Pennetta può guardare con ottimismo alle Wta Finals di Singapore tra le prime otto giocatrici del mondo, al via domenica prossima senza Serena Williams. La brindisina è vicina al sospirato traguardo e questa settimana è impegnata al torneo di Mosca: entrerà in scena al secondo turno e avrebbe la certezza di par-tecipare alle Finals in caso di semifinale. Ma se la ceca Pliskova non vincesse il titolo, e la spagnola Suarez Navarro non arrivasse in finale, Flavia potrebbe permettersi anche di perdere al debutto. Novak Djokovic, 28 anni, ha vinto il nono trofeo dell’anno, n.S7 in carriera

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