Il week-end di Davis: Djokovic e Murray, cuore oltre l'ostacolo, Zverev "acerbo"

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Il week-end di Davis: Djokovic e Murray, cuore oltre l’ostacolo, Zverev “acerbo”

Nel week-end riservato alla Coppa Davis come al solito grandi emozioni e partite avvincenti. Djokovic e Murray trascinano Serbia e Gran Bretagna, Lorenzi-Chiudinelli da record, Zverev sbaglia sul più bello, Francia perfetta, in casa “aussie” atmosfera incandscente.

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E’ appena terminato il week-end di Davis che come al solito ha riservato emozioni a non finire, partite interminabili (senza tie break all’ultimo set, in barba all’abolizione del regolamento deciso l’anno scorso), perché come abbiamo più volte scritto se si gioca per la propria nazione anche il tennista meno affezionato alla manifestazione quando scende in campo da la morte fino all’ultima palla, tradendo incertezze o sfoderando un coraggio che nei tornei normali non mostrerebbe (quasi) mai.

Vediamo allora cosa ci ha riservato il 1° turno di Davis e cosa ci dobbiamo aspettare dai quarti di finale previsti a luglio (15-17).

Partendo dalla parte alta del tabellone come previsto Gran Bretagna-Giappone l’ha decisa Murray-Nishikori. Come ha detto il buon Garofalo nelle sue pagelle, sembra che a Nishikori manchi sempre un soldo per fare uno “yen”, ma a dire il vero è stato bravissimo Andy Murray, che dopo la coppa conquistata l’anno scorso avrebbe potuto tranquillamente tirare i remi in barca. Invece Andy ha giocato nella solita versione “monstre”, recuperi eccezionali, difese incredibili che alla fine hanno smontato il pur bravo Nishikori, giunto in panne allo sprint finale.

I Murray ed il capitano Smith si sono così guadagnati la Serbia nei quarti, sfida che dovranno giocare in trasferta. Djokovic ha recitato per la Serbia lo stesso ruolo che Murray ha avuto per la Gran Bretagna, solo che se Andy ha faticato 5 ore per battere Nishikori, Nole ha impiegato lo stesso tempo per battere un indomito Kukushkin, non nuovo ad imprese del genere. Diciamoci la verità, non era il nr.1 che noi conosciamo, una mezza controfigura in doppio al fianco di Zimonjic, l’ombra di se stesso nei primi 3 set contro il nr.1 kazako. Il problema per i kazaki è che i miracoli a metà si continuano a ripetere, perché se già contro la Svizzera nel 2014 e contro l’Australia l’anno scorso si erano mangiati le mani per le rimonte subite (dal 2-1 al 2-3 nel primo caso, dallo 2-0 al 2-3 nel secondo), il terzo episodio ci da delle conferme. E cioè che nonostante le prove straordinarie ora di un giocatore, ora di un altro (vedi Nedovyesov contro Fognini l’anno scorso) nei momenti cruciali la squadra non riesce a fare quel passo in più per centrare un’impresa degna di tal nome. E prima o poi finirà che le occasioni mancate presenteranno il conto (tipo un sorteggio play-off duro a settembre), anche perché alle spalle di Kukushkin, Golubev e Nedovyesov (gli ultimi due in doppio comunque davvero affiatati) non si intravedono ricambi e quindi da qui ad un paio d’anni il periodo d’oro potrebbe finire.

Quindi quarto di finale davvero nobile questo Serbia-Gran Bretagna, chissà se Djokovic o Murray ci saranno, in caso positivo ci sarà da divertirsi. La sede sembrerebbe favorire i padroni di casa, ma potrebbe decidere il doppio ed i Murray ci sembrano più forti di Zimonjic e Djokovic (o Troicki se Nole si dovesse tirare indietro, ma sul probabile 1-1 non crediamo lo farà mai se presente).

Dell’Italia abbiamo già abbondantemente parlato (una menzione d’onore alle emozioni vissute nel match Lorenzi-Chiudinelli), del quarto con l’Argentina idem. Ci resta solo da fare un piccolo approfondimento su Polonia-Argentina. Senza Janowicz il match era naturalmente in salita per i padroni di casa, se ci mettiamo che il primo singolare di Przysiezny è stato davvero disastroso, i polacchi non avrebbero mai potuto vincere. Mayer si conferma vero leader dei sudamericani (in attesa di Del Potro), Pella ha esordito in maniera esemplare, Orsanic sembra aver costruito un buon gruppo, pericoloso per qualsiasi tipo di superficie.

Scorrendo il tabellone R.Ceca-Francia sarà il primo quarto della parte bassa. Se i cechi si sono dimostrati (come da anni stanno facendo, ricordiamo che hanno vinto la Coppa nel 2012 e nel 2013) una vera squadra, c’è da dire che il giovane Zverev ha mancato una prova importante, anche se siamo sicuri gli servirà da lezione per il futuro. Perché dopo aver preso a pallate Berdych per un paio di set cedendo poi al quinto (ma ci può stare), è venuto poi clamorosamente meno sul 2-2 contro Lukas Rosol. Sarà perché avrà avvertito la tensione della posta in palio, sarà per la mancanza di esperienza, il tedesco è stato letteralmente travolto da un solido Rosol, al quale invece la frequentazione in Davis di Stepanek e Berdych deve aver fatto sicuramente bene. A proposito di Berdych e Stepanek, continuano a rappresentare uno dei doppi più forti in circolazione e contro la Francia la cosa potrebbe avere il suo peso.

La Francia aveva un compito facile, battere il Canada orfano di Raonic e Nestor. Nonostante tutte le polemiche interne Noah ha dimostrato che il gruppo è compatto. Monfils e Simon quanto mai solidi in singolare, Gasquet e Tsonga essenziali in doppio, non si poteva pretendere di più. Ora la prova del 9, la trasferta ceca ci dirà se il gruppo transalpino avrà fatto (nella manifestazione) il salto di qualità. Canada ai play-off di settembre quindi, ma davvero non si poteva chiedere di più a Pospisil. Certo c’è da capire come sia possibile che Raonic ora si stia tranquillamente allenando in vista di Indian Wells senza suscitare alcuna polemica…..mentre nel team australiano……

…..già, battesimo del fuoco per Lleyton Hewitt. Si poteva credere che il vecchio leone potesse subito unire le bizzarre menti giovanili di Tomic e Kyrgios ed invece non è riuscito a far altro che dare di nuovo l’anima per il proprio paese giocando in doppio (e portando i Bryan al quinto set) ma lasciandosi poi deflagrare il caso Kyrgios, sulla cui defezione Tomic ha avuto non poco da ridire (in campo e fuori). Cosa succederà d’ora in poi nella squadra australiana non si sa, certo che sarà molto difficile ricucire lo strappo. Onore al merito a Jim Courier ed ai suoi uomini. Fin quando ci saranno i Bryan in doppio e un signor giocatore come John Isner nessuno traguardo sarà precluso e se il tabellone da una mano gli Usa potrebbero tranquillamente arrivare fino in fondo.

Gli Usa attendono la Croazia che in Belgio ha vinto soprattutto per la pochezza dell’avversario, visto che il solo Goffin (oltretutto non un fenomeno in doppio, scialba la sua prova sabato) non poteva reggere l’urto di Cilic e Coric. Tanto che agli uomini di Krajan è bastato un discreto Coric ed un doppio solido (Dodig e Skugor) per passare a Liegi nonostante le lune storte di Cilic, ben lontano dalla sua forma migliore. Ci vorrà ben altro per vincere negli Stati Uniti a luglio e centrare la semifinale.

Piccolo accenno alle sfide dei vari raggruppamenti zonali che sempre a luglio nello stesso week-end dei quarti decreteranno le 8 nazionali che sfideranno nei play-off di settembre le perdenti degli ottavi di finale (cioé nell’ordine Giappone, Kazakhstan, Polonia, Svizzera, Canada, Germania, Australia e Belgio) per guadagnarsi un posto nel World Group 2017:

Group I Europa/Africa

Romania-Spagna

Austria-Slovacchia

Olanda-Russia

Ungheria-Slovenia

Group I Asia/Oceania

India-Corea

Cina-Uzbekistan

Group I Americhe

Ecuador-Brasile

Cile-Colombia

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