ATP Montecarlo: fuori Lorenzi, ultimo italiano. Avanzano Nadal, Wawrinka e Raonic, out Berdych (audio)

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ATP Montecarlo: fuori Lorenzi, ultimo italiano. Avanzano Nadal, Wawrinka e Raonic, out Berdych (audio)

Il Masters 1000 di Montecarlo non ha più italiani in gara. Fuori anche Lorenzi, battuto da Monfils. Nel giorno della sorpresona Djokovic esce di scena anche l’altro finalista dello scorso anno, Tomas Berdych. Vittorie di Nadal, Wawrinka e, a fatica, Raonic. Eliminati Gasquet e Zverev

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[13] G. Monfils b. P. Lorenzi 6-2 6-4 (da Montecarlo, Ruggero Canevazzi)

Col pubblico ancora sotto shock per l’incredibile eliminazione di Novak Djokovic per mano del ceco Jiri Vesely, il Campo Centrale accoglie l’ingresso in campo di Paolo Lorenzi, unico italiano superstite dopo il derby vinto ieri contro Fognini, e Gael Monfils, reduce dalla vittoria al primo turno contro Gilles Muller. Un solo precedente tra i due, a Vienna lo scorso Ottobre, finito con un doppio 6-4 per il transalpino.

 

Si parte con un Lorenzi molto contratto, che mette in campo poche prime, troppi colpi sono fuori misura e la diagonale del rovescio è oggi fonte di errori. Arrivano due break di fila che proiettano Monfils sul 4-0. Lorenzi allora abbandona la riga di fondo e si avventa a rete, ma il francese è nettamente superiore e chiude il set sul 6-2, grazie a un ottimo servizio (solo 3 punti in risposta per Paolino), grande mobilità e passanti perfetti. Alla fine del set si contano il doppio dei punti per Monfils, 28 contro 14.

Il secondo parziale vede un’ottima partenza dell’azzurro, giustiziere di Tomic a Quito, che tiene il servizio con colpi come drop-shot  e serve&volley, poi si procura due palle break, ma Monfils non si scompone e o costringe l’avversario all’errore o lo trafigge con passanti perfetti.  Lorenzi però è un diesel e adesso trova molte più prime e mette in campo un tennis più che valido sia dal fondo che a rete. Sugli spalti è grande sfida tra gli “Allez Gael!” e i “Forza Paolino!”: le due avverse fazioni si caricano nella battaglia acustica, fino al “S’il vuos plait” del giudice di sedia. Sul 3 pari e servizio Lorenzi, Monfils si procura un break-point con il senese inerme a rete: sullo scambio successivo l’italiano manda lungo un dritto centrale e cede la battuta. Sembra finita, ma l’orgoglio di Paolo, unitamente a una bella volèe e un rovescio fuori misura dell’avversario danno al n.53 del mondo 2 palle dell’immediato contro break: basta la prima perché Gael spedisce largo un dritto incrociato: 4 pari. A questo punto, purtroppo, un doppio fallo e due rovesci da dimenticare permettono al ventinovenne parigino di riprendersi il break di vantaggio, con un altro passante d’antologia. È la resa, perché Monfils non trema e chiude al termine di uno scambio infinito concluso da un colpo di Lorenzi che si spegne in rete.  

Monfils affronterà al terzo turno Vesely: un avversario comodo? Meglio non chiederlo a Nole Djokovic…

In conferenza stampa il francese è soddisfatto e rende onore a Lorenzi: “È un giocatore che non molla niente, sempre duro da affrontare. Nel secondo set, quando ho subito il contro break del 4 pari, ho dovuto cercare il massimo della concentrazione. Riguardo a Vesely, come mancino può essere molto pericoloso al servizio, non ho visto il suo match contro Nole, ma se l’ha battuto non è stato certo per caso”.

Un po’ scorato l’italiano: “Felice di aver preso punti importanti, ma certo oggi potevo fare qualcosa di più: la cosa che non potevo permettermi era partire male come ieri, contro Monfils non puoi non pagare un avvio così deficitario

[10] M. Raonic b. P. Cuevas 7-5 2-6 7-6(5) (Raoul Ruberti)

Nel secondo turno del Masters della Costa Azzurra si sfidano la testa di serie numero 10 Milos Raonic e lo specialista della terra battuta Pablo Cuevas, per un match che ha mantenuto le promesse di intensità fatte. Il primo elemento a saltare all’occhio è il servizio che Raonic – forse consapevole delle caratteristiche del terreno – gioca con meno violenza del solito. Cuevas si fa trovare pronto, dirigendo una moltitudine di palle scomode e profonde a destra e a sinistra, per accorciare poi all’improvviso: è così il virgulto canadese il primo a concedere il break. Il match procede senza troppi sussulti finché Cuevas, sul 4-3, 30 pari, battezza largo un dritto a sventaglio avversario che anche il giudice di linea chiama out. Il giudice di sedia Ali Nili, però, valuta buono il colpo di Raonic e, invece che far ripetere il punto, lo assegna direttamente a quest’ultimo. Pablo si arrabbia, spara una palla sul lungomare (gli costerà una multa) e viene rimontato dal ragazzo che aspira al ritorno in top ten, il quale conquista il parziale.

Il secondo set inizia sulla falsariga del primo e Raonic va addirittura sotto 0-4. Memore del primo set, Cuevas ce la mette tutta per impedire anche un parziale ritorno dell’avversario e, dopo aver annullato quattro palle break, va un set pari. Il parziale decisivo prosegue senza che nessuno dei due riesca a strappare in avanti, con pochi ace da parte del favorito che anzi soffre il kick esterno dell’argentino. Cuevas, dopo aver annullato due match point e aver nuovamente litigato con l’umpire, porta il match al tie-break, dopo averne giocati già tre il giorno precedente nel match durato tre ore e venti contro Gimeno-Traver. Il jeu décisif si spezza con uno scambio a tutto campo dal quale Raonic, a sorpresa, emerge vittorioso. Cuevas annulla altri due match point consecutivi ma non il terzo, e una sua risposta fuori misura a mandare Milos avanti nel torneo e nella sua crescita personale.

[5] R. Nadal b. A. Bedene 6-3 6-3 (da Montecarlo, Ruggero Canevazzi)

C’è anche oggi il sole sopra il Country Club di Montecarlo, accompagnato da una brezza marina che rende la permanenza sul Centrale gradevolissima. Non ci sono precedenti tra Rafa Nadal, reduce dal ritiro a Miami contro Dzumhur e Aljaz Bedene, che viene dall’ottimo primo turno contro Lukas Rosol e si trova al centro di un’intricata vicenda sulla possibilità di giocare per la Gran Bretagna in Davis. Boato all’ingresso in campo di Rafa, che qui ha vinto 8 volte di fila dal 2005 al 2012. Il match parte con Rafa al servizio, che tiene a 0 mentre Bedene non sembra poter reggere il ritmo imposto dal maiorchino. È così anche due turni più tardi, anche se colpisce il fatto che Rafa, salito solo 2-1 senza break, faccia il pugnetto per caricarsi. Bedene, dal canto suo, sa che l’unico modo per fare il miracolo è giocare oltre le sue possibilità, così forza tutti i colpi e sbaglia inevitabilmente spesso, cedendo la battuta nel quarto e nel sesto game, con il semifinalista di Indian Wells (quando diede ottimi segnali di ripresa fino alla semifinale contro il n.1 del mondo) che scappa sul 5-1 e serve per il set dopo 23 minuti di match. A questo punto, però, è Bedene a strappare il servizio al finalista di Doha (quando venne tramortito da Djokovic alla 99° finale della carriera, al punto da dichiarare: “Non ho mai visto nessuno giocare come lui oggi”), che sul 30-40 mette in rete un back difensivo da fondo campo, per poi ridurre lo svantaggio fino al 5-3. Il maiorchino è poi costretto ad annullare una palla break, prima di chiudere il set, vinto con qualche sofferenza e alcuni errori di troppo.

Nel secondo parziale lo spagnolo, sconfitto quest’anno per la seconda volta in carriera al primo turno di uno Slam all’Australian Open, centra il break in avvio, sfruttando un dritto in rete del n.60 ATP e giocando una fulminante risposta di dritto lungo linea. Il match segue poi i servizi fino al 4-2 quando si assiste a tre break consecutivi che non spostano l’esito del match, nonostante Bedene, mai domo, continui a colpire al massimo, guadagnandosi gli applausi del pubblico e uscendo dal torneo con ottimi segnali per il futuro.

Al termine del match, Nadal in campo ha dichiarato: “Dopo Miami mi son allenato bene a Maiorca, è un piacere essere qui nel primo torneo che ho vinto e sono contento di tornare a giocare sulla terra, anche se mi aspetta un match molto duro contro Thiem (che ha sconfitto il qualificato giapponese Taro Daniel)”. L’emergente austriaco ha infatti conquistato l’ultimo faccia a faccia in semifinale a Buenos Aires ma il fenomeno iberico si era imposto a sua volta al Roland Garros 2014.

In conferenza stampa, i giornalisti britannici presenti sono rimasti sul match con Rafa, senza fare alcun riferimento alla vicenda della possibilità di giocare in Davis ora che ha ottenuto il passaporto britannico. Per questo, gli inviati di Ubitennis hanno chiesto a Bedene se ha ancora speranze di giocare per la Gran Bretagna e Aljaz ha risposto: “Io e la Federazione continuiamo a lottare, ma vista la rigidità dell’ITF non sono molto ottimista”

[4] S. Wawrinka b. P. Kohlschreiber 7-6(2) 7-5
(da Montecarlo, Laura Guidobaldi)

In una giornata dalle temperature estive nei momenti di cielo sereno, rivede la luce anche Stan Wawrinka che, vestito di giallo fluo e nero, pare stia scacciando i fantasmi del marzo americano dopo aver superato per 7-6 7-5 un buon Philipp Kohlschreiber. Il derby odierno del rovescio ad una mano si rivela dunque una buona prova per lo svizzero che, sulla terra monegasca che lo ha visto trionfare nel 2014, sembra ritrovare i colpi alla Stan, in particolare il suo delizioso rovescio.

Il primo set si svolge in perfetto equilibrio, con Wawrinka che ha a disposizione alcune palle break che però non trasforma e il tedesco che gli tiene testa, giocando profondo e solido. Si arriva al tie-break ed è qui che lo svizzero fa la differenza. Il campione del Roland Garros 2015 mette l’acceleratore e, scaricando alcuni rovesci fulminanti e piazzando smorzate ad hoc, si porta rapidamente in vantaggio 6-1. Alla fine, si aggiudica il parziale per 7 punti a 2.

Nella seconda frazione per l’elvetico il percorso verso la vittoria non è affatto liscio, rischiando di soccombere alle solite distrazioni. Pur salendo 3-1, Stan si fa raggiungere da Kohlschreiber che pareggia 3-3. Non solo. Il tedesco sale ancora 4-3 e Stan rischia grosso poiché si ritrova sotto 0-40; alla fine si salva e pareggia i conti sul 4-4. Dopo un game combattuto, Kohlschreiber riesce a tenere la battuta e si porta sul 5-4. Ma, ancora una volta, nel momento chiave dell’incontro, Wawrinka aggiunge quel qualcosa in più mettendo a segno il break sul 5-5 e aggiudicandosi poi il match per 7-6 7-5 in 1 ora e 36 minuti. Ora lo aspetta un secondo turno particolarmente insidioso poiché dall’altra parte della rete ci sarà il “maghetto” Gilles Simon.

[Q] D. Dzumhur b. [6] T. Berdych 6-4 6-7(1) 6-3 (da Montecarlo, Carlo Carnevale)

Cade la prima testa di serie del Masters 1000 di Montecarlo: Tomas Berdych cede infatti al terzo set contro Damir Dzumhur, al termina di un incontro non bellissimo, durato circa due ore e mezza. Berdych soffre il caldo e il gioco attendista dell’avversario, cui invece va dato il merito di non aver perso fiducia dopo un tiebreak da incubo che lasciava presagire un set conclusivo di dominio del ceco: Dzumhur supera così un top 10 per la seconda volta in carriera, stavolta con pieno riconoscimento, dopo che poche settimane fa aveva approfittato del ritiro di Nadal al secondo turno di Miami. Berdych non perdeva all’esordio a Montecarlo (dove risiede) dal 2009, quando a batterlo fu Fabio Fognini, e lascia scadere una cambiale pesantissima, vista la finale colta qui lo scorso anno (fu sconfitto da Djokovic in tre set, con il quale ha perso anche nei quarti all’ultimo torneo di Miami): vinto il secondo set al gioco decisivo, il ceco resta passivo proprio quando ci si aspettava un crollo di Dzumhur, che invece imposta gli scambi a velocità minima e costringe l’avversario a spostamenti sfiancanti. Berdych soffre con il dritto quando deve piegarsi per gestire gli slice, e va nel pallone cedendo il servizio per il 2-4: il disastro vero accade dieci minuti più tardi, quando il marito di Ester (bellissima e seduta una fila dietro di noi, al fianco del coach Daniel Vallverdu) spreca in tutto cinque palle break, di cui una gravissima mandando in rete una volèe di dritto a campo aperto. Dzumhur chiude con un bellissimo rovescio lungolinea, vera arma segreta di oggi, e aspetta al terzo turno il vincente di Cuevas-Raonic.

Berdych parte distratto e poco incisivo, mentre l’avversario governa con il rovescio e spesso trova pregevoli soluzioni in drop shot: il primo set si decide nel settimo gioco, quando il ceco sotterra una brutta volée di rovescio e va a sedersi scuotendo la testa. Dzumhur resta lucidissimo e non sbaglia quasi mai, annulla una chance di controbreak in finezza e risolve il primo parziale in quarantasei minuti, tra gli applausi del pubblico che si schiera sempre di più. Ester Berdych incoraggia a gran voce il compagno, e quando il numero 6 del mondo allunga fino al 3-0 il suo staff continua a martellarlo per tenerlo attivo (“push yourself, stay sharp!”): Dzumhur ha però idee contrarie, non si scioglie di fronte al rientro del più quotato avversario e rimonta con un parziale di 5-2 per portare la faccenda al tiebreak, mancando una palla per andare a servire per il match quando guarda impotente una bella azione in spinta di Berdych stamparsi sulla riga. Nel mezzo, un tentativo di recupero in allungo colpisce in pieno volto un giudice di linea, che rassicura arbitro (Cedric Mourier) e pubblico alzando il pollice. Il ceco domina il tiebreak senza errore alcuno e si candida a vincere sulla scia dell’entusiasmo, che però si rivela assente: il terzo set gira nel sesto gioco, e Dzumhur può continuare a cavalcare il suo momento d’oro.

[WC] L. Pouille b. [9] R. Gasquet 4-6 7-5 6-1 (da Montecarlo, Laura Guidobaldi)

Sul Court des Princes, nel derby francese e tra talenti, il giovane Lucas Pouille sorprende Gasquet alla distanza e approda al terzo turno del Montecarlo Rolex Masters con lo score di  4-6 7-5 6-1. L’ex enfant prodige Richard Gasquet, n. 10 del ranking, incontra la nuova promessa di Francia, il 22enne Lucas Pouille, attuale n. 82 Atp e vittorioso, al primo turno, su un altro connazionale, il “veterano” Nicolas Mahut. Nell’unico precedente tra i due è stato proprio Gasquet ad avere la meglio, nel 2015 in quel di Montpellier.

Il primo set comincia con grande equilibrio fino a quando, sul 4-4, il tennista di Béziers mette a segno il break che gli permette poi di intascare la prima frazione per 6-4. L’andamento del secondo parziale è molto simile a quello del primo. I due procedono di pari passo fino al 5-5. Ma ecco che, questa volta, è il più giovane a prendere il sopravvento nel momento giusto, strappando la battuta a Richie sul 6-5 e facendo suo il set per 7-5. Tutto da rifare dunque. Tuttavia, in realtà, la partita per Richard di fatto finisce qui. L’ex n. 7 del mondo subisce un netto crollo nel terzo set, riuscendo a racimolare un solo gioco. Per Pouille, oltre ad aver battuto il n. 2 di Francia, si tratta della seconda vittoria consecutiva su un compatriota quast’anno al Country Club. E domani, per lui, ci sarà il terzo avversario francese, nonché il n. 1 dei Bleus, Jo-Wilfried Tsonga.

Sì, sono alquanto infastidito“, ci confessa Richard Gasquet in conferenza stampa, “perché non ho avuto buone sensazioni in campo. Mi sono lasciato scappare parecchie occasioni soprattutto sul 3-3 e sul 4-4. Poi Lucas nel prosieguo del match ha trovato serenità, ha giocato sempre meglio, ha colpito bene la palla. Ad un certo punto è calata l’ombra sul campo e non vedevo più così bene. Comunque bisogna fare i complimenti a Lucas. Ha un grande talento, si muove bene, ha un buon atteggiamento in campo e, fra alcuni anni, sarà certamente il n. 1 di Francia“. Nonostante la sconfitta, Richard scherza volentieri con i giornalisti, soprattutto per commentare il “fiasco” del Paris Saint-Germain ieri sera contro il Manchester City. La squadra parigina, infatti, in Champions non riesce mai ad andare oltre i quarti di finale. “Certo, ieri sera ero sulle spine e sono deluso. Ho guardato il match in hotel con Gaël Monfils. Che dire? In fondo ho giocato male anch’io oggi e non devo certo dare lezioni agli altri“.

[LL] M. Granollers b. A. Zverev 6-4 4-6 6-3 (Raoul Ruberti)

Il programma si allunga assieme alle ombre della sera, e per l’ultimo incontro del mercoledì sono rimasti ben pochi spettatori sugli spalti. Marcel Granollers, sconfitto nelle qualificazioni con un passivo piuttosto brusco, si ritrova grazie al ritiro di David Ferrer a giocare da lucky loser per un posto negli ottavi di finale contro Alexander “Sascha” Zverev, una delle più grandi promesse del tennis internazionale. Il brutto anatroccolo spagnolo approfitta della non inedita difficoltà di Zverev a trovare le coordinate del match, involandosi subito sul 3-0. Il tedesco si accende e – nonostante una percentuale al servizio ben al di sotto della decenza – riesce temporaneamente a rientrare, ma il tennis di Granollers è frustrante fino all’inverosimile: mirando ogni colpo alla porzione di campo più lontana da quella occupata dall’avversario, Marcel fa inesorabilmente perdere a Sascha ogni fiducia nel proprio gioco. Lo schema funziona alla perfezione, e alla ripetuta combinazione palla corta-lob segue puntuale un palese segno di frustrazione del diciottenne verso il proprio angolo. Spaventato dalle delusioni a rete, Zverev prova a comandare da fondo l’ultimo scambio del set ma Granollers rimanda indietro ogni colpo con una palla piatta e leggera e il tentativo di palla corta per uscire dal loop muore sul nastro.

Nel secondo parziale Sascha appare finalmente penetrante e in grado di svoltare il match e, incamerato quello, mette anche il set finale in discesa col break dell’1-0; un quartetto di errori gratuiti, però, riconsegna immediatamente al catalano il maltolto. Due ore e un quarto, luci artificiali, i due sono ancora lì, in parità nel terzo set e come se non bastasse inizia pure a piovere. Granollers, con la pazienza dell’ex doppista di successo, piazza l’allungo vincente nell’ottavo gioco mandando a casa un avversario non abituato a questo genere di match, oltre che troppo prevedibile nel gioco basato sulla potenza di dritto. Di certo la superficie non valorizza Sascha, ma la strada per la gloria passa anche attraverso sconfitte come questa e del resto entrambi hanno guadagnato qualcosa – uno in termini di punti e premio in denaro, l’altro sotto il profilo dell’esperienza – da questo match.

Risultati:

[4] S. Wawrinka b. P. Kohlschreiber 7-6(2) 7-5
[5] R. Nadal b. A. Bedene 6-3 6-3
J. Vesely b. [1] N. Djokovic 6-4 2-6 6-4
[13] G. Monfils b. P. Lorenzi 6-2 6-4
[Q] D. Dzumhur b. [6] T. Berdych 6-4 6-7(1) 6-3
[10] M. Raonic b. P. Cuevas 7-5 2-6 7-6(5)
[WC] L. Pouille b. [9] R. Gasquet 4-6 7-5 6-1
[16] B. Paire b. J. Sousa 6-4 6-3
[12] D. Thiem b. [Q] T. Daniel 4-6 6-2 6-0
[11] D. Goffin b. [WC] F. Verdasco 7-6(2) 2-6 7-6(1)
[LL] M. Granollers b. A. Zverev 6-4 4-6 6-3

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ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno

Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

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Lorenzo Sonego - ATP Miami 2023 (Twitter @Federtennis)

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2

Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,

Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.

 

Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.

Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana

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ATP Miami: Berrettini non sa più vincere, sconfitto da McDonald ma quante occasioni mancate [AUDIO ESCLUSIVO]

Matteo ce la mette tutta, raggiunge il set point in entrambi i parziali ma cede dopo due tie-break

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M. McDonald b. [19] M. Berrettini 7-6(8) 7-6(5)

Si sapeva fin dal sorteggio che l’esordio di Matteo Berrettini versione 2023 contro Mackenzie McDonald a Miami sarebbe stato molto complicato: Matteo che era apparso in condizioni preoccupanti nel Challenger 175 di Phoenix si sarebbe trovato di fronte infatti un giocatore autore fin qui di una stagione eccellente sul cemento outdoor arricchitta dallo scalpo di lusso di Rafael Nadal all’Australian Open.

Ma l’andamento del match estremamente serrato alla fine è stato quasi più deludente di una sconfitta netta. Matteo ha dato tutto quello che aveva (non molto in questo momento) e ha avuto set point in ciascuno dei due parziali: uno nel tie-break del primo set e due consecutivi sul 6-5 del secondo sempre sul servizio avversario.

 

Ma quando la fiducia manca persino il suo più grande alleato nei giorni di gloria, il tie-break, può diventare un rebus impossibile da risolvere. Con i due persi oggi la statistica nel 2023 recita 3 vinti e 7 persi, troppo brutta per essere vera per un giocatore che è senza dubbio nei primi 5 al mondo per qualità del servizio.

Ma il tie-break è da sempre lente d’ingrandimento dello stato psicofisico di un giocatore in quel determinato momento e il momento di Berrettini è il più negativo degli ultimi 4 anni e si sta prolungando sempre di più.

McDonald ha mostrato tutte le sue qualità da americano DOC sul cemento: grande velocità di piedi eccellente copertura del campo e buona velocità di braccio. Berrettini è rimasto costantemente in difficoltà sugli scambi lunghi dove alla cronica debolezza sul lato sinistro si è aggiunta una fallosità estrema anche con il diritto, arma letale come il martello di Thor nei giorni migliori.

I lati positivi si sono visti da un servizio comunque efficace, favorito da un campo più rapido rispetto a quelli di Indian Wells e la consueta umiltà nel lottare punto su punto come fosse un giocatore qualunque, invece di un ex finalista di Wimbledon.

Ma nel momento in cui i punti pesano di più, quelle paure e quelle incertezze viste in California e in Arizona riappaiono inesorabili e allora ecco che un doppio tie-break alla sua portata diventa terreno fertile per un’altra prematura eliminazione, ancora all’esordio come a Indian Wells nel primo Masters 1000 della stagione.

Se a queste due si aggiunge l’altra, sempre all’esordio all’Australian Open capite bene perché Berrettini non è lo stesso giocatore che abbiamo ammirato dal 2019 in poi

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ATP Miami: Musetti ancora nel tunnel, subito fuori con Lehecka

Altra sconfitta per Lorenzo Musetti, battuto in due set da Jiri Lehecka. Ora il ritorno sulla terra a partire da Marrakech

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Lorenzo Musetti - Miami 2023 (foto Ubitennis)

(dal nostro inviato a Miami)

J. Lehecka b. [18] L. Musetti 6-4 6-4

Nonostante il cambio di campo all’ultimo momento, causato dal forfait in extremis di Gasquet che ha rinunciato a giocare contro Tsitsipas, e lo spostamento sull’importante palcoscenico del Centrale,  Lorenzo Musetti non è riuscito a invertire la tendenza negativa di questo periodo uscendo nel suo match di apertura contro il ceco Jiri Lehecka, n. 44 della classifica mondiale e recente quartofinalista all’Australian Open. Certamente un sorteggio non benevolo per il carrarese, che si è trovato ad affrontare su un fondo particolarmente rapido come il Laykold dell’Hard Rock Stadium di Miami una delle più belle realtà emergenti di questo inizio di 2023.

 

Dopo la palla break avuta sul 2-1 del primo set, Musetti si è progressivamente spento, incapace di far male con i propri colpi da fondocampo a causa della sua posizione molto arretrata in campo, posizione nella quale veniva spinto dai colpi aggressivi di Lehecka a partire dalla risposta.

PRIMO SET – Inizio con discreto piglio da parte di Musetti, che ha tenuto con buona autorità i primi turni di battuta. Sulla risposta però la situazione era differente: il toscano è costretto quasi sempre a rispondere bloccando la palla, e così facendo è sempre Lehecka a poter prendere in mano lo scambio fin dai primi colpi. Era comunque Musetti, sul 2-1, il primo ad arrivare a palla break, anche grazie ad alcuni errori da fondocampo del ceco che non si mostrava impeccabile nei palleggi, forse per il desiderio di spingere i colpi appena possibile. Lehecka annullava la chance del 3-1 per Musetti con un bel servizio, tenendo poi il servizio per schivare il primo pericolo della partita.

Dopo i primi servizi tenuti con una certa disinvoltura le difficoltà però erano dietro l’angolo per il tennista azzurro che quando doveva iniziare il punto con la seconda di servizio si trovava sempre aggredito e costretto ad arretrare di diversi metri già al terzo colpo rendendo la gestione degli scambi molto più difficile. Così facendo si trovava a giocare passanti da posizioni molto arretrate, e quindi con basse probabilità di riuscita, e si esponeva agli appoggi incrociati corti di Lehecka.

Il break arrivava sul 3-3, quando alla quarta palla break il ceco trovava una risposta vincente di rovescio lungolinea. Il set si chiudeva pochi minuti dopo, quando Lehecka metteva in cascina il parziale per 6-4 in 40 minuti.

SECONDO SET – Purtroppo per Musetti il secondo parziale non iniziava in una maniera migliore: quattro punti consecutivi dal 15-0 conditi da un doppio fallo e due gratuiti di diritto confezionavano il break che davano a Lehecka la tranquillità per condurre il match a proprio piacimento. Nei suoi turni di battuta il ceco non veniva mai impensierito, e gli bastava condurre il match in porto che finiva senza sussulti dopo 80 minuti con un periodico alto che comunque non può essere una grande consolazione per Musetti, quasi mai in partita e penalizzato da una bassa percentuale di prime che, nonostante sia arrivata a un totale del 54% dopo un primo set sotto il 50%, non è comunque sufficiente per fare gara a questi livelli su superfici così rapide.

TERRA EUROPEA – Dopo un inizio di stagione da incubo, Musetti ora è atteso dal ritorno in Europa per la stagione sulla terra battuta, in quello che dovrebbe essere il periodo a lui più favorevole del calendario. Tuttavia c’è il rischio che questi risultati negativi possano mettere ancora più pressione sui tornei a lui più congeniali, rischiando di far precipitare ulteriormente la situazione.

Nell’immediato la classifica non è in pericolo, e questo almeno consentirà a Musetti di entrare nei prossimi tornei con uno status tale da poter scongiurare, almeno in linea di principio, primi turni troppo complicati. Ma sarà necessario iniziare a vincere qualche partita per invertire la tendenza, dato che da metà gennaio in poi il record è di una partita vinta contro sette perse. Proprio per questo è stato deciso di aggiungere alla programmazione il torneo di Marrakech ad inizio aprile, prima del Masters 1000 di Montecarlo, dove Lorenzo spera di riprendere confidenza con la vittoria.

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