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Thiem-Zverev: il futuro è oggi. Per l’austriaco non c’è 2 senza 3?
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[1] N. Djokovic b. A. Bedene 6-2 6-3 6-3 (Emmanuel Marian)
Nole non trema. Il ritiro di Rafa Nadal deve avergli provocato indicibili tumulti interiori, ma nelle pubbliche faccende il fuoriclasse serbo pare operoso e concentrato, forse persino conscio del fatto che il destino dell’agognato Rolando dipenda in gran parte dall’indirizzo che egli saprà dare al torneo. La sfida al destino, che a Parigi spesso si è rivelato, se non proprio cinico, almeno un po’ baro, si riverbera nell’espressione di un campione impegnato nella missione di una vita. Un riverbero talmente potente da far passare in secondo piano la sfida di terzo turno ad Aljaz Bedene, il quale merita comunque i complimenti di tutti per l’ottimo French Open disputato. I tre set con cui Djokovic ha chiuso l’allenamento andato in scena nella tarda serata parigina hanno lasciato in eredità l’impressione di un numero 1 in condizioni fisiche mostruose, anche se la fragile resistenza che il neo-britannico dall’altra parte del net ha potuto opporre rende difficile una valutazione oggettiva del suo reale stato di forma. Bedene ha provato a stare in campo il più possibile attaccando l’attaccabile, ma gli errori forzati dalla temutissima contraerea serba – abbondantemente oltre le leggi della fisica un paio di recuperi operati da Nole nel primo parziale – ne hanno presto bagnato le polveri. Nole si qualifica agli ottavi del Roland Garros per la decima volta, avendo peraltro speso davvero poco: la sfida contro Roberto Bautista-Agut potrebbe essere il primo credibile banco di prova nella folle corsa al possibile grande slam personale.
[13] D. Thiem b. A. Zverev 6-7(4) 6-3 6-3 6-3 (da Parigi, Roberto Dell’Olivo)
Il match del giorno si gioca sul Lenglen. I due giovani campioni di oggi, ma soprattutto del prossimo futuro del tennis, Thiem e Zverev, si affrontano per la prima volta in uno slam, ad una settimana esatta di distanza dalla finale di Nizza.
Al Roland Garros, così come a Monaco di Baviera ed a Nizza, il risultato è sempre lo stesso. L’austriaco Thiem si impone e fa valere i tre anni di differenza di età, 22 contro 19, fatti di maggior abitudine a calcare i grandi teatri del tennis. Dominic è al suo decimo slam, il terzo parigino, con già all’attivo un ottavo agli Us Open del 2014. Per Zverev si tratta invece del debutto assoluto nel main draw del Roland Garros, dopo essere stato eliminato nelle qualificazioni l’anno scorso dall’olandese Sijsling. E così Thiem diventa il quarto austriaco a centrare gli ottavi, dopo Thomas Muster, Stefan Koubek e Jurgen Melzer, che nel 2010 fece semifinale, perdendo da Nadal, nell’anno in cui Soderling fece fuori Roger Federer.
I ragazzini di lingua tedesca dimostrano di avere già un buon bagaglio tecnico alle loro spalle; oggi giocano a viso aperto, senza troppe paure, tirano a tutto braccio, spezzando a volte il ritmo con qualche drop e discesa a rete, approfittando del primo passo falso dell’avversario. Insomma è un bel vedere. Nessuno perde il proprio servizio, si va al tie break, dove c’è il primo ed unico passaggio a vuoto di Thiem. Zverev sale 4-0, si permette il lusso di commettere un doppio fallo, ma chiude 7-4. Il bello del tedesco è che riesce a resettare in un attimo e ripartire da capo. Magari impreca, scaglia la racchetta per terra (prendendosi pure qualche fischio dal pubblico francese), ma resta sul pezzo, concentrato sul suo tennis. Oggi paga però un po’ anche gli extra spesi nei match precedenti: quattro set in due giorni al primo turno contro Herbert, altri quattro contro Robert. Ma soprattutto subisce la solidità di Thiem, che vince 6-3 il secondo e sale 3-1, 4-2 , 5-3 nel terzo set. Qui il match vive il suo momento decisivo. Ci sono un paio di palle break per il tedesco, con Dominic che tira fuori il meglio dal suo repertorio, compreso uno splendido rovescio incrociato in back, cui fa seguire un lungo linea tutto braccio sempre di rovescio davvero da incorniciare. È il colpo del ko. Zverev lo accusa, inizia a sbagliare qualcosina in più, quanto basta per far prendere il largo a Thiem, ormai sempre più in fiducia.
Triplo 6-3 per l’austriaco, che vince in poco meno di tre ore, di cui ben un’ ora e quattro minuti concentrati nel primo set. Thiem non incontrerà lunedì Rafa Nadal, con cui perse agli ottavi di Montecarlo, bensì lo spagnolo Granollers, con cui invece ha sempre vinto nei tre precedenti. Una vittoria proietterebbe l’austriaco sempre più a ridosso della top ten, con un tabellone che potrebbe davvero sorridere a Thiem, inserito dalla stessa parte di Djokovic. Comunque vada, per Thiem, così come anche per Zverev, il futuro è tutto dalla loro parte e questo scontro in uno slam potrebbe essere ricordato come il primo di una lunga serie.
[11] D. Ferrer b. [21] F. Lopez 6-4 7-6(6) 6-1 (Manuel Calcaterra)
A riprova che in campo maschile le nuove leve faticano ancora ad emergere negli appuntamenti importanti, salvo poche eccezioni, il 2016 si presenta come l’edizione con il maggior numero di over 30 al terzo turno di un Roland Garros dell’era Open (ben 15). Tra questi, troviamo i protagonisti del derby spagnolo in programma sul campo 1: i coetanei David Ferrer, che a Parigi ha raggiunto la sua unica finale Slam nel 2013, persa contro “The King of Clay” Rafael Nadal, e il mancino Feliciano Lopez, mai andato oltre i 16° di finale sulla terra parigina.
Anche se Ferrer è appena uscito dalla Top10, cosa che non accadeva da 6 anni, il pronostico è tutto in suo favore, sia per il vantaggio negli scontri diretti (9 a 6), sia per l’impietoso 0-5 sulla terra con cui si presenta Feliciano. E infatti è David ad infilare il primo allungo, strappando il servizio al proprio avversario nel sesto gioco del primo set. Il mancino di Toledo, però, reagisce piazzando subito il contro-break e variando il gioco nel tentativo di non dare ritmo ai colpi del rivale; ma seppur pregiati, il rovescio in back, i drop-shot e i lob di Feliciano non sembrano sufficienti contro il muro difensivo di Ferrer, che conquista il primo parziale per 6-4, in 40’ di gioco. Lopez non demorde e in apertura di secondo set ottiene immediatamente un gioco di vantaggio, ma ancora una volta la caparbietà di David esce fuori nel momento decisivo, recuperando il break di svantaggio nel decimo gioco, con il set che si allunga fino al tie break, ancora in favore di Ferrer. Nel terzo parziale la storia non cambia: il gioco di Feliciano Lopez, bello perché ricco di variazioni e colpi di buon livello tecnico, risulta però poco efficace contro Ferrer, che si dimostra più concreto e solido nelle fasi decisive della partita, portandosi subito in vantaggio di un break prima della sospensione per pioggia. Al rientro, sul 2-1 e servizio Ferrer, chi sperava in una rimonta da parte di Feliciano Lopez rimane deluso: il trentaquattrenne mancino, infatti, crolla definitivamente, subendo un parziale di 4-0 senza storia. David Ferrer conquista, quindi, il terzo set con il punteggio di 6-1 e la partita per 3 set a 0 in 2h e 25 minuti di gioco.
[12] D. Goffin b. N. Almagro 6-2 4-6 6-3 4-6 6-2 (Bruno Apicella)
David Goffin conquista per la seconda volta in carriera gli ottavi di finale al Roland Garros. È stata una battaglia, conclusa solo al quinto set, il match che ha visto la testa di serie numero 12 del torneo battere il numero 49 del mondo Nicolas Almagro in quasi tre ore di gioco. Goffin dà continuità ai risultati della sua stagione e migliora il terzo turno dell’anno scorso durante il quale fu sconfitto dal francese Jeremy Chardy. Ad inizio match è il belga ad ottenere subito il break e a imporre il suo tennis fatto di velocità e anticipo; mentre lo spagnolo prova a forzare i colpi ma commette diversi errori e perde il set per 6-2. Almagro, nel secondo parziale, reagisce: dà maggiore profondità e potenza ai colpi e ottiene un doppio break di vantaggio. Goffin prova a risalire ma lo spagnolo al momento di chiudere non trema e porta il match alla parità chiudendo il set per 6-4.
Nel terzo set cresce l’intensità degli scambi con i due giocatori che trovano diverse soluzioni interessanti, ma è la maggiore solidità del belga a fare la differenza. Goffin conquista il break nel momento decisivo e fa suo il terzo parziale per 6-3. Lo spagnolo ritrova sicurezza, lascia andare i colpi e gioca sempre più vicino alla linea di fondo mentre nei turni di battuta è più centrato. E riesce a chiudere il set nel turno di risposta grazie anche ad un dritto più incisivo. Il match va al quinto e decisivo set: è Goffin a prendere il comando dell’incontro e a portarsi subito avanti nel punteggio prima di chiudere per 6 giochi a 2. Il numero 13 del mondo conquista per la seconda volta gli ottavi a Parigi dopo il 2012 (era stato ripescato come lucky loser) trovò sul suo cammino Roger Federer; ora, lo attende la sfida con il lettone Ernests Gulbis.
[14] R. Bautista Agut b. B. Coric 6-2 6-3 6-3 (Giovanni Vianello)
Successo più agevole del previsto per Roberto Bautista Agut su Borna Coric, il giovane emergente croato che sta incontrando qualche difficoltà in più di quanto auspicato nel suo processo di maturazione. Si ferma per il secondo anno consecutivo al terzo turno il cammino del croato al Roland Garros. Il primo set è un monologo dello spagnolo, che trova in Borna una resistenza scarsa, con il croato che commette molti errori di dritto. Il secondo parziale è il più lottato, con Coric che si porta avanti 3-1, ma subisce poi un parziale di 5-0 e perde il set 6-3. Bautista prosegue a trovare vincenti con il dritto, mentre Borna proprio con il dritto fatica ad aprirsi il campo. Come nel primo set, nel terzo Bautista Agut trova velocemente il break (addirittura al primo gioco) e mantiene il vantaggio acquisito fino al termine del parziale, strappando la battuta in una seconda occasione all’avversario sul 5-3. Ennesima prova di non sufficiente esperienza da parte di Coric, che delude non tanto per la sconfitta, che può anche starci data la grande esperienza di Bautista-Agut, ma per la pesantezza della sconfitta, con il croato che non è mai praticamente stato in partita ed ha perso ben due parziali con due break di svantaggio.
[7] T. Berdych b. [25] P. Cuevas 4-6 6-2 6-3 7-5 (Chiara Nardi)
Tomas Berdych supera l’uruguaiano Pablo Cuevas per la prima volta in carriera. Si erano affrontati per la prima volta lo scorso anno a Pechino e in quell’occasione a prevalere fu Cuevas. Nel primo set Berdych inizia male, commette molti errori e perde subito il servizio. Cuevas è molto solido e gli scambi molti lunghi. La testa di serie n. 7 ha la possibilità di agganciare il suo avversario, ma non la sfrutta e grazie ad un errore di dritto di Berdych, Cuevas si aggiudica il primo parziale. Nel secondo set il tennista ceco riduce drasticamente gli errori e mette a segno il primo break nel quarto game con una risposta vincente. Il servizio e il dritto aiutano molto Berdych, che chiude con un ace il secondo set. Nonostante il punteggio del terzo set sia netto, Berdych deve annullare quattro palle break a Cuevas, che in alcuni casi manca di lucidità. Nel quarto set entrambi i giocatori tengono il servizio senza difficoltà fino al 4-3 per Cuevas, che si procura una palla break, ma la spreca mandando in rete il rovescio. Sul 5-5 arriva il break per Berdych grazie ad un errore dell’uruguaiano al termine di uno scambio lungo e successivamente si aggiudica il match al primo match point. Agli ottavi affronterà David Ferrer, testa di serie n. 11. Lo spagnolo conduce 7-6 nei testa a testa, ma Berdych ha vinto quest’anno a Madrid.
E. Gulbis b. [6] J.W. Tsonga 2-5 rit. (Raoul Ruberti)
Il quarto di tabellone “maledetto” miete una nuova vittima: Jo-Wilfried Tsonga, padrone di casa e principale candidato, al fianco di Dominic Thiem e David Goffin, ad occupare lo slot nelle semifinali lasciato libero dal forfait di Rafael Nadal. Il francese è stato costretto a ritirarsi avanti per 5-2 nel primo set, contro un Ernests Gulbis non certo scintillante. Un quasi inciampo al termine di uno scambio, sommato a un riscaldamento non ottimale – il match, causa pioggia, era iniziato con ore di ritardo – e alla temperatura fredda e umida di Parigi, ha fatto riaffiorare il problema all’adduttore della gamba sinistra che già gli aveva impedito di partecipare agli Internazionali, dove avrebbe esordito proprio contro Gulbis. E dire che tra i due, nelle fasi iniziali di match, era il lettone ad essere apparso bloccato. Se il suo colpo distintivo del torneo sembra essere ormai il vincente in risposta alla seconda di servizio, catturata con disinvoltura sia di dritto che di rovescio, le sue volée si stavano dimostrando meno che dozzinali. La competizione tra chi ruggisce più forte, in buona sostanza, la stava dominando Tsonga. Finché lo stesso Tsonga non si è bloccato, scomparendo negli spogliatoi per farsi curare dal fisioterapista e riemergendone unicamente per stringere la mano al suo avversario, prima di ripiombarvi dentro quasi in lacrime.
Risultati:
E. Gulbis b. [6] J.W. Tsonga 2-5 rit.
[1] N. Djokovic b. A. Bedene 6-2 6-3 6-3
[13] D. Thiem b. A. Zverev 6-7(4) 6-3 6-3 6-3
[12] D. Goffin b. N. Almagro 6-2 4-6 6-3 4-6 6-2
[11] D. Ferrer b. [21] F. Lopez 6-4 7-6(6) 6-1
[7] T. Berdych b. [25] P. Cuevas 4-6 6-2 6-3 7-5
[14] R. Bautista Agut b. B. Coric 6-2 6-3 6-3