US Open, uomini: Nishikori super, batte Murray al quinto e torna in semifinale a New York

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US Open, uomini: Nishikori super, batte Murray al quinto e torna in semifinale a New York

Kei Nishikori reagisce ad una partenza lenta e resiste alla rimonta di Andy Murray nel parziale decisivo. Accede alla sua seconda semifinale Slam, dopo quella vinta agli US Open 2014. Cinque set e quattro ore di gioco. Murray aveva vinto 11 degli ultimi 12 match conclusi al quinto set

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[6] K. Nishikori b. [2] A. Murray 1-6 6-4 4-6 6-1 7-5 (Raffaello Esposito)

Stats Nishikori-Murray

I quarti di finale della parte bassa del tabellone erano una giungla e uno scozzese è finito sbranato. Se Nole lassù ha avuto in dono dalla sorte un’autostrada, anzi una freeway come dicono loro, il suo primo rivale Andy Murray avrebbe dovuto aprirsi la via con il machete per diventare il quarto uomo nell’era Open a raggiungere tutte e quattro le finali Major nello stesso anno. Lo scozzese incontrava Kei Nishikori mentre a seguire giocheranno  il rinato Juan Martin del Potro e Stan Wawrinka, che ha battuto bene Marchenko dopo aver rischiato la ghirba contro Evans. Sembra che non si trovino palline disposte a lavorare in quest’ultimo match. “Troppo rischioso” dicono. L’incontro non è andato come tutti si aspettavano,Sometimes the other guy is just too good” aveva scritto oggi Mark Preston sul sito degli US Open pronosticando una vittoria in tre set di Andy. Previsione logica ma si sa che nessuno è profeta in patria. Kei Nishikori è certamente un giocatore speciale, ha dato il meglio di sé e non è mai crollato e infine è venuto a capo con merito di un avversario che sa fare altrettanto bene le cose che fa lui ma ne aggiunge tantissime altre col suo magico polsoDel resto se negli otto precedenti il giapponese ne aveva vinto solo uno perdendo quindici set su diciannove un motivo di pessimismo ci doveva pur essere. L’ultimo incrocio era stato la recente semifinale di Rio, nella quale aveva  racimolato cinque giochi. Lo scozzese del resto, tornato sotto le grandi ali di Lendl, stava disputando una delle sue migliori annate. Il secondo titolo di Londra, la quinta affermazione filata al Queen’s e la vittoria di Roma contro Djokovic sono state impreziosite dall’oro olimpico, in una stagione da 54 vittorie e sette sconfitte fino ad oggi.  Sole e quasi trenta gradi accolgono i giocatori in campo ma non durerà, il giudice arbitro di questa riedizione sportiva de “Il ponte sul fiume Kwai” è la croata Marija Cicak.

Nel primo gioco del match Murray serve contro sole, Nishikori aggredisce immediatamente e con un attacco, un rovescio lungolinea e una gran risposta vola 0-40. Neanche il tempo di stupirsi e due errori, un servizio vincente e un ace rimettono le cose a posto. Il tennis è un gioco mentale, il giapponese non riesce a dimenticare la ghiotta occasione e lo smalto iniziale si scioglie come rugiada al mattino. Perde lui la battuta, e di fatto il primo set, già nel quarto game. Forse frastornato da un magico lob liftato dello scozzese, commette il doppio fallo del 30-40 per poi subire il rovescio avversario su una timida seconda. Il confronto sembra impietoso, Andy è avanti di un tempo di gioco, sulla seconda palla avversaria risponde due metri dentro e non soffre in alcun modo le traiettorie di Nishikori, che è costretto  al tre per uno, tre vincenti per un punto. Il suo servizio rimane intoccabile, efficacissimo sia con la prima che con la seconda palla in kick e un secondo break gli consegna un 6-1 duro ma giusto. Appare chiaro a tutti che in questo stato di forma non c’è modo per cui le armi tennistiche di Kei possano in qualche modo scalfire la corazza difensiva del suo avversario. Quando ogni ottima accelerazione ti torna indietro nei pressi della riga di fondo e realizzi il 18% con la seconda palla è fatale che anche la testa più solida molli. Nishikori però reagisce da campione e lotta contro quella che solo apparentemente è la deriva inevitabile dell’incontro. In avvio di secondo set riesce a sbagliare meno e si porta sul 2-1. Sembra che il tetto debba essere chiuso, la decisione rientra e Andy perde il filo del discorso proprio mentre l’altro innalza il suo livello di gioco. È ancora lui a brekkare nel quinto game ma perde subito dopo a zero il suo primo servizio con qualche errore non da lui . Sul punteggio di tre pari, 40-30 servizio Giappone il tetto deve essere chiuso davvero e alle 14,58 ora locale i giocatori rientrano negli spogliatoi per il tempo necessario. Questo fattore scombussola tutto.

Alla ripresa, poco più di venti minuti dopo, il giapponese piazza il dritto che gli dà il 4-3 ma il punto del 4 pari poco dopo è da applausi veri. Murray gioca da sotto la rete  un incredibile lob in recupero su smorzata che si stampa sulla riga di fondo. Ci vogliono mani da pianista per farlo. Ora però c’è un incontro e il merito è tutto di Nishikori che non regala più nulla e fatica meno sui propri turni perché la sua percentuale di prime si è alzata. Murray incappa in un momento no quando fa più male. Nel decimo gioco serve ed è avanti 30-15 ma Kei spara una gran risposta per il pareggio e lui cede il set con due erroracci in palleggio. Lo scozzese ha perso serenità e si lancia negli abituali monologhi mentre la faccia da poker di Lendl in tribuna rimane imperscrutabile. Ancora ad inizio terzo parziale Andy non riesce a confermare un immediato break strappato a zero. Non conduce più il gioco e colpisce da lontanissimo limitandosi a difendere, ora è Nishikori, che non sbaglia nulla da una buona mezz’ora, a menare le danze da ben dentro il campo. Murray conquista il titolo di Penelope quando riesce in un altro break nel settimo gioco ma disfa tutto mancando la conferma da 40-0 sopra. Sembra ormai completamente preda dei suoi nervi ma è l’avversario a concedergli il terzo parziale su un piatto d’argento. Nel nono game Kei sbaglia ancora con il dritto e sul 30-40 mette largo una metro un incomprensibile rovescio tagliato. Non è più tempo di regali e Murray chiude a zero per il 6-4 che lo manda avanti. Le mutate condizioni di gioco con la chiusura del tetto hanno sicuramente confuso i ritmi dello scozzese ma un terzo set vinto in quel modo significa fiducia è solo lui sa quanto ne aveva bisogno. L’uomo che va uno pari al quarto con un ace sembra poter prendere in pugno il match ma è destino che oggi non sia la sua giornata. Sull’uno pari il giapponese serve e un Murray aggressivo scappa 15-40. Kei annulla la prima opportunità e sulla seconda Marija Cicak interrompe il gioco a palleggio già abbondantemente iniziato per una chiamata giunta dagli spalti. Il giapponese si salva e Andy va in tilt. Protesta con il supervisor Wayne McEwen al cambio campo ma subisce un parziale di sette punti a uno che manda lui sotto di un break. Poi sul punteggio di 1-4 completa la frittata facendosi rimontare e perdendo ancora la battuta. Nishikori ha il merito di rimanere concentratissimo in questo bailamme, continua a giocare alla grande e restituisce il 6-1 iniziale portando tutto al quinto, come successo recentemente in Davis.

Adesso tutto è possibile, l’atmosfera è bollente quando Kei va a palla break subito con un proiettile di dritto in cross e poco dopo incassa il sesto gioco consecutivo su un debole dritto a mezza rete di un irriconoscibile Andy. Sullo 0-2 il suo destino appare segnato e neanche un gentile regalo dell’avversario, che gli restituisce il break con un quarto game orribile, sembra servire a tirarlo fuori dalla buca. Nishikori infatti riprende a giocare in modo spettacoloso, lo tiene tatuato sui teloni di fondo, e gli infligge una dolorosa coltellata prendendosi ancora la sua battuta con quattro punti consecutivi dal 40-15. Il giapponese è in trance agonistica e non sbaglia più una scelta alternando la spinta dal fondo a perfetti drop-shot e inconsuete discese a rete. Quando il suo smisurato coraggio sembra alfine aver piegato la resistenza di Murray il tennis si dimostra ancora il gioco più bello, incerto e crudele, del mondo. Kei serve nel settimo game, è il solito martello e va 40-0 facile. Poi sul 40-30 il disastro. Attacca alla grande e ha sulle corde una facile volée di dritto a campo aperto per il 5-3 ma la mette incredibilmente in rete. Murray ringrazia, pareggia e sorpassa sul 5-4. Ma la testa di Nishikori stasera è una fortezza e lui torna perfetto per il 5-5. Sa di meritare, ora o mai più ed è un tremebondo Murray a crollare con il doppio fallo del 30-40 che prelude al break decisivo. Solo un ultimo tremore sul primo punto del gioco decisivo e poco dopo è fatta, manca poco alle quattro ore di gioco quando l’ultimo passante di Andy si spegne in rete. È solo la terza sconfitta di Murray al quinto dal 2009, le altre due vennero contro Nole. A maggior credito di una grande impresa.

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