Djokovic-Wawrinka, ma è la migliore finale. La storia dei loro match garantisce spettacolo

Editoriali del Direttore

Djokovic-Wawrinka, ma è la migliore finale. La storia dei loro match garantisce spettacolo

La seconda semifinale molto più avvincente. E Wawrinka davvero un vincente. Sue le ultime 10 finali. Ma nei testa a testa Djokovic guida…

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Djokovic- Wawrinka sarà la finale dell’US Open ed era stata anche la finale del Roland Garros 2015. Quella la vinse, giocando un match straordinario e per alcuni sorprendente, lo svizzero.

Lo si dice spesso, e non sempre a proposito, ma forse lo US Open avrà la miglior finale possibile. Anche se magari Andy Murray non sarà d’accordo. Certamente la storia del passato, forse per il contrasto di stili più accentuato, dice che lo spettacolo di un duello Djokovic-Wawrinka dovrebbe essere migliore.

Non sempre Djokovic e Murray hanno infatti entusiasmato. Mente certe partite fra Djokovic e Wawrinka sono state stupende, sia quella dell’Australian Open 2013 negli ottavi vinta dal serbo 12-10 al quinto (nettamente il miglior match del torneo), sia la semifinale all’US open di quello stesso anno vinta ancora da Djokovic per 6-4 al quinto, sia quella vinta invece da Wawrinka per 9-7 al quinto nei quarti in Australia 2014 e poi la nuova battaglia con rivincita vinta in cinque set l’anno dopo a Melbourne stavolta da Djokovic (6-0 al quinto). Insomma 4 volte su 5 negli Slam sono andati al quinto, mentre Wawrinka ha vinto al quarto la finale del Roland Garros.

Ma fu in quell’anno 2013, con Wawrinka che aveva già 28 anni e che tutti lo consideravano non all’altezza dei migliori, quello della svolta psicologica dello svizzero, eterno svizzero n.2 oscurato dall’ombra maestosa ed imponente di Roger Federer.

Ricordo bene che quando allora scrissi che a mio parere il suo rovescio era decisamente meglio di quello di Roger Federer, e anche che se Federer avesse avuto il suo rovescio avrebbe vinto molto di più soffrendo meno le arrotate mancine di Rafa Nadal, qualcuno si irritò e mi scrisse stizzito che avevo preso un abbaglio. Guai a stuzzicare i fans del grande Roger!

Oggi non mi contesterebbe più nessuno. Il rovescio ad una mano di Stan Wawrinka è decisamente il migliore del mondo, così come il dritto di Juan Martin del Potro è il miglior dritto del mondo.

Che poi Novak Djokovic sia il miglior atleta fra tutti, quello capace di recuperare l’impossibile – oggi contro Monfils è riuscito a tirare un passante incrociato di dritto stretto a Monfils che lo aveva messo alle corde dopo uno scambio pazzesco che io mi sento di definire assolutamente disumano! – e alla fine di dimostrarsi con grande continuità il più completo di tutti quando è “on fire”, è un altro paio di maniche. Non avrebbe vinto 12 Slam se così non fosse, con una impressionante continuità dal 2011 in poi (e un anno meno brllante).

Scommetto, se posso farlo, che la questa finale dell’US Open 2016 sarà bellissima, se i due (e in particolare Djokovic che si è fatto curare sia spalla sinistra sia spalla destra…ma ricorderete che Roddick disse una volta già nel 2008 qui all’US open che Novak è spesso un “malato immaginario” e “ha tutte le malattie del mondo, o è l’uomo più sfortunato del mondo, con dolori da tutte le parti e perfino la SARS!!!”) staranno bene.

Me lo auguro perchè ci sarà da divertirsi come è accaduto in tutte le sedi degli Slam, salvo che a Wimbledon dove curiosamente non si sono mai affrontati. Chiunque vinca.

A 30 anni Wawrinka è stato il più anziano vincitore del Roland Garros dal ’90, quando Andres Gomez sorprese un favoritissimo Andre Agassi, esattamente come Novak Djokovic un anno e mezzo fa era favoritissimo contro lui.

Oggi Wawrinka ha 31 anni e mezzo, ha vinto 2 Slam e se vincerà domenica di nuovo contro Djokovic eguaglierà i 3 Slam vinti da Murray – non è un dettaglio insignificante – e avrà realizzato tre quarti del career Grand Slam, perchè gli mancherà solo Wimbledon.

Ho scritto ieri che Stan the Man, citando statistiche segnalatemi da Seanchan e anche Brandon, è un purosangue da Gran Premio non a caso. Lo svizzero ha anche vinto le ultime 10 finali di torneo di fila. Significa qualcosa no?

Perde, insomma, quando non sta attento. Forse per questo adesso ogni volta che fa un punto, un break importante, si punta l’indice alle tempie gurdando nel suo angolo Magnus Norman, come per dire “Guarda cosa sono capace di combinare quando sto attento!”.

Ciò detto aspettiamo a considerarlo favorito eh.

Per ora va detto soltanto che anche se Wawrinka qui ha dovuto annullare un matchpoint nel terzo turno con Daniel Evans, e quindi avrebbe potuto benissimo essere già tornato a casa, la seconda semifinale è stata di un livello decisamente superiore a quella vinta da Djokovic su un Monfils che ha cominciato talmente male che in telecronaca, esagerando come spesso gli accade, John McEnroe lo ha accusato di scarsa professionalità, quasi che l’imprevedibile Monfils lo facesse apposta. Per la verità è poi risalito nel primo set da 5-0, con setpoint per il 6-0, a 5-3 e palle-game per il 5-4.

Ad ogni modo le semifinali sono ormai storia del passato: i confronti diretti fra Djokovic e Wawrika mostrano un divario che non c’è più 19-4, perchè ripeto che occorre guardare i loro risultati dal 2013 in poi e anche se pure in questo caso stanno 9 sfide vinte a 2 dal serbo, i loro duelli sono stati sempre così equilibrati che basterà pochissimo a spostare l’ago della bilancia.

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