AO: Nole soffre un set, Nadal e Raonic neanche quello. Goffin a fatica

Australian Open

AO: Nole soffre un set, Nadal e Raonic neanche quello. Goffin a fatica

Djokovic regola Verdasco. Esordio convincente per Nadal, Dimitrov e Raonic. Zverev vince al quinto con personalità, rischia anche Goffin. Thiem rimonta Struff, Haas si ritira con Paire. Pazzesca vittoria di Karlovic al quinto su Zeballos per 22-20

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Australian Open day 2, il video-commento di Ubaldo con Luca Baldissera

[2] N. Djokovic b. F. Verdasco 6-1 7-6 6-2 (Emmanuel Marian)

Tutto piuttosto facile per Novak Djokovic, che batte per la decima volta in quattordici scontri diretti un Nando Verdasco nemmeno parente di quello che a Doha, giusto dieci giorni fa, era arrivato in cinque occasioni a un passo dal battere il secondo favorito del torneo. Il fresco ricordo del match ad alta tensione in Qatar sembra aver nuociuto al volubile tennista madrileno, forse convinto di poter far partita pari e per questo carico di un’eccezionale pressione che non è riuscito a gestire. È dunque bastata una versione a tratti ordinaria, a tratti persino rivedibile di Djokovic per condurre in porto un match in equilibrio per un solo set, il secondo, conquistato dal serbo al tie break dopo che Verdasco era stato prima per due volte avanti di un break e poi a due punti dal set sul 5-4 e 0-30 servizio Nole. Va detto che il sei volte campione è provvisoriamente uscito dalla tenzone dopo aver vinto con irrisoria facilità il primo parziale in venti minuti, e solo la consueta prodigalità di Nando, lucido unicamente quando i punti contano poco o nulla, gli ha permesso di conservare immacolata la colonna dei set persi. Scampato il pericolo di dover allungare al quarto, Djokovic ha nuovamente ingranato la velocità di crociera, mentre Verdasco, svuotato anche dell’ultima stilla di convinzione, volentieri lasciava strada.

È stata una partita bruttarella, nel complesso; un incontro a senso unico infarcito di errori che inibisce qualsiasi salubre riflessione e rimanda ogni valutazione sullo stato di forma dell’ex numero 1 al prossimo turno, quando affronterà da strafavorito uno tra Denis Istomin e Ivan Dodig.

[15] G. Dimitrov b. C. O’Connell 7-6 (2) 6-3 6-3 (Pierluigi Maienza)

Il programma serale sulla Margaret Court Arena si apre con la tds (e del seeding) n.15 Dimitrov opposto alla WC O’Connell. Non constano precedenti tra i due: Dimitrov giunge a Melbourne dalla conquista del suo quinto titolo in carriera (il terzo sul cemento) di pochi giorni fa a Brisbane mentre il suo avversario si affaccia per la prima volta ad una prova del Grande Slam grazie ad una Wild Card ottenuta anche in ragione della “scalata” del ranking che nel corso del 2015 lo ha portato dal n.570 al 237 poi assestato all’attuale 231.

Il tema del primo set non si discosta dai pronostici: Dimitrov si mostra sicuro al servizio concedendo praticamente niente al suo avversario ma non riesce a superarne la difesa sprecando ben cinque break point. L’inevitabile tie break è deciso dagli errori non forzati: Dimitrov ne commette meno e si aggiudica il primo parziale. Il secondo set propone il medesimo svolgimento del primo con la non trascurabile differenza di un Dimitrov più abile a sfruttare le occasioni di break: sono ancora gli errori non forzati a chiudere il secondo set e determinare lo sviluppo di un match il cui esito sembra a questo punto fuori discussione. Nel terzo set Dimitrov riesce a mantenere l’ottimo livello al servizio – alla fine non avrà concesso alcuna palla break a O’Connell – approfittando dell’ennesimo errore di rovescio del suo avversario per guadagnare il vantaggio decisivo e chiudere agevolmente l’incontro in poco più di due ore. Al secondo turno Dimitrov sarà opposto al coreano Chung, n. 105 del seeding.

[9] R. Nadal b. F. Mayer 6-3 6-4 6-4 (Lorenzo Dicandia)

Nella conferenza stampa di pre-torneo, Rafa Nadal è finalmente sembrato tornare battagliero. Affamato di vittoria e libero dagli infortuni, non dai dolori sia chiaro, quelli purtroppo restano, il maiorchino si diceva rinfrancato dai responsi avuti negli ultimi allenamenti e dagli effetti della collaborazione con Carlos Moya. Il primo ostacolo è di quelli perfetti per prendere il ritmo ed abituarsi ai campi. Florian Mayer viene da sette sconfitte consecutive negli slam e, anche lui, da un discreto numero di infortuni. Tornato nella top 50, al numero 49 questa settimana, dopo essere stato vicino ai 200 soli sette mesi fa, nei giorni della vittoria di Halle, Mayer ha vinto l’ultimo dei due incontri contro Nadal, a Shanghai sei anni fa.

Il numero 9 al mondo – desta una certa impressione scriverlo – inizia la partita al servizio. I primi due giochi sono di riscaldamento; già al quarto, Nadal mette la freccia. Si procura un paio di palle break, prima di chiudere ai vantaggi. Da lì, è tutto pilota automatico. Rafa è solido al servizio, Mayer non arriva mai a deuce in risposta, e aggressivo in risposta, procurandosi altre quattro palle break nell’ottavo gioco. Chiuso il primo set sei giochi a tre, il maiorchino regala en passant al pubblico alcuni dritti in corsa degni dell’epoca d’oro. Rafa è pimpante e sicuro del suo gioco. Al servizio continua a lasciare le briciole ed in risposta si avvicina più volte al break, arrivato finalmente sul 4-4 alla seconda occasione nel gioco. Il tempo di chiudere a zero al servizio e dopo un’ora e venti minuti siamo due set a zero. Il terzo set segue i servizi senza troppi patemi. Il gioco leggerino seppur fantasioso di Mayer oggi sembra fare il solletico a Nadal. John McEnroe si lamenta di un atteggiamento forse troppo passivo del tedesco, che dovrebbe a parer suo andare di più a rete e spezzare il ritmo dello spagnolo. Più facile a dirsi che a farsi però, con la profondità dei colpi di Rafa. E così, è ancora all’ottavo gioco che Nadal piazza la zampata vincente. Un altro dei suoi recuperi jawdropping, direbbero a Melbourne, e un doppio fallo di uno stanco Mayer, e la partita si avvia verso i titoli di coda. La nona testa di serie tiene il servizio a quindici e chiude 6-3 6-4 6-4 in due ore di gioco.

Nadal affronterà al secondo Marcos Baghdatis, che ha sfruttato il ritiro di Youzhny dopo un set e mezzo. Sulle nove precedenti sfide contro il finalista del 2006, otto portano la firma dello spagnolo.

[3] M. Raonic b. D. Brown 6-3 6-4 6-2 (Paolo Di Lorito)

Si ripete il primo turno degli US Open dello scorso anno tra Milos Raonic e Dustin Brown e quest’ultimo, nonostante l’età, è ancora alla ricerca della sua prima vittoria a Melbourne. Il canadese deve difendere la semifinale raggiunta nel 2016, dove perse da Murray. Il tedesco, incostante al servizio, per tre turni di battuta consecutivi concede palle break e sul 3-4 due doppi falli gli sono fatali. Raonic, senza aver sudato troppo e con una percentuale straordinaria di punti vinti con la prima palla, serve e chiude 6-3, il tutto in mezz’ora. Nel secondo set invece il break decisivo arriva con qualche game d’anticipo ma è sempre Brown a commettere gratuiti, questa volta con il rovescio. Il match tutt’altro che tirato, è comunque piacevole da seguire, principalmente per l’elevato numero di discese a rete (più di 25 da entrambe le parti) e nell’ultimo set il canadese parte subito forte in risposta. Brown stecca un paio di colpi da fondo ed è già costretto ad inseguire, ma l’aggancio non avverrà mai, anzi il divario non farà che aumentare. Il punteggio è netto e impietoso, ma ancor più significativa è la durata dell’incontro: un’ora e 32 minuti. Da notare come lo scambio più lungo del match conta 9 colpi e la media è appena 2.7.

[8] D. Thiem b. J.L. Struff 4-6 6-4 6-4 6-3 (Michele D’Alessio)

Sul campo numero 3 avanza la testa di serie numero 8 del torneo, Dominic Thiem, che supera il tedesco Jan Struff, finito recentemente al centro delle cronache per le controversie giudiziarie con la sua ex allenatrice, in 2 ore e 54 minuti di gioco. Nel primo parziale Struff ha mostrato un tennis solido e propositivo, prevalendo per 6-4, salvo poi soccombere col medesimo punteggio nel secondo e nel terzo set. Thiem infatti è riuscito a prendere le contromisure all’avversario, riuscendo a strappargli il servizio sempre nelle situazioni di 4-4, complice anche l’aumento nei momenti decisivi degli errori non forzati da parte del tedesco numero 58 del ranking mondiale. Nel quarto set Thiem ha breakkato subito Struff per poi portare a casa il match in scioltezza, strappando a zero il servizio nell’ultimo turno di battuta del tedesco. Partita in crescendo per l’austriaco, ma l’impressione è che il livello del suo tennis debba salire ulteriormente se vuole puntare ad arrivare in fondo nel primo slam stagionale. Nel prossimo turno Thiem affronterà il vincente tra Thompson e Sousa, quest’ultimo recentemente finalista ad Auckland.

[24] A. Zverev b. R. Haase 6-2 3-6 5-7 6-3 6-2 (CiCi)

Esordio tutt’altro che comodo per Alexander Zverev, testa di serie numero 24, alla sua settima apparizione in uno Slam. Lo scroso anno la futura stella tedesca subì una severa lezione da Andy Murray (1-6 2-6 3-6 al primo turno), mentre in questa edizione è lui a mettere in scena grande personalità e tenacia. A farne le spese è l’olandese Robin Haase, vincitore di due titoli ATP in carriera (curiosamente entrambi a Kitzbuhel) ma famoso per episodi tutt’altro che gloriosi: è infatti titolare della più lunga striscia di tiebreak persi (17), interrotta al Roland Garros di tre anni fa contro Kenny de Schepper, e il suo coach fu arrestato lo scorso anno per un macabro caso di omicidio. Zverev vola 4-0 nel set d’apertura e amministra fino al 6-2: poderosi i suoi colpi da fondo, fluidissimo il rovescio, comunque pericoloso il dritto: salva quattro palle break con il servizio, di cui tre consecutive, e aggredisce l’avversario appena può. Haase sembra in confusione, non tiene in campo più di tre palle in fila e si abbandona alle traiettorie fulminee del tedesco. Nel secondo parziale Zverev si rilassa con il dritto, con cui va troppo spesso fuori giri e inizia a concedere qualche spiraglio: Haase resiste meglio alle bordate da fondo, riesce a capovolgere gli scambi con il rovescio in cross e ottiene il break per allungare la partita. Un set pari.

Incostante l’andamento del terzo, con entrambi gli atleti a moltiplicare i gratuiti: gli scambi si accorciano ulteriormente, Zverev insiste nel cercare gli ultimi palmi di campo e accelera fino al 3-0, ma qualcosa si incrina e il suo linguaggio del corpo inizia a denotare un evidente calo di concentrazione. Haase guadagna in fiducia, recupera il break e addirittura mette la freccia all’undicesimo gioco, in cui Zverev sbaglia l’impossibile e consegna all’avversario la possibilità di servire per andare avanti due set a uno. Haase ringrazia ed esegue, chiudendo un parziale di livello mediocre. Palese il passaggio a vuoto del giovane tedesco, progressivamente meno presente e a sempre meno a proprio agio: Haase è bravo a cogliere le chance che gli vengono proposte, disegna traiettorie pregevoli per risollevare la qualità media di gioco e prolunga lo strappo con un break in avvio di quarto parziale. Zverev franatuma la racchetta, incassa ma è bravo a reagire, mostrando i denti quando c’è da remare, e alza la voce quando sente l’odore del sangue. Un doppio fallo gli permette di impattare 3-3 (non bella l’esultanza sull’errore dell’avversario), poi la sua ritrovata aggressività gli permette di comandare il gioco e chiudere una striscia di dieci game consecutivi, fino al 4-0 nel quinto. Il resto è passerella.

[11] D. Goffin b. [Q] R. Opelka 6-4 4-6 6-2 4-6 6-4 (Michelangelo Sottili)

Numero 11 del seeding e della classifica, David Goffin incontra per la prima volta Reilly Opelka, diciannovenne del Michigan e 208 ATP. Campione di Wimbledon juniores 2015, lo scorso anno Opelka ha raggiunto le semi ad Atlanta battendo anche Kevin Anderson ed è al suo primo Slam in singolare. Dopo essere stato sconfitto da un giovane statunitense al primo turno degli US Open 2016 (Jared Donaldson), il belga ha nuovamente rischiato di essere beffato all’esordio da un’altra promessa del tennis a stelle a strisce.

L’americano (211 cm per 100 kg) ottiene molti punti diretti con il servizio, ma non bastano perché Goffin vince praticamente tutti gli altri. Perso con un break il primo set, Opelka decide di seguire qualche servizio a rete, trova fiducia, conquista anche qualche punto da fondo e si aggiudica il secondo parziale. È però un fuoco di paglia: l’inizio disastroso (3 punti in 4 giochi) compromette la terza partita. Il quarto set ripropone invece l’andamento equilibrato del secondo, con Opelka che si aggrappa ai suoi turni di servizio e Goffin che scambia con la massima attenzione, ma viene brekkato sul 4-5: è quinto set! Goffin è il primo ad andare in difficoltà e deve annullare due palle break al sesto gioco; soffre anche nel successivo turno di servizio, ma poi Opelka sparisce improvvisamente dal campo e, dal 4 pari, 0-30 servizio Goffin, vince un solo quindici lasciando strada libera al belga. Al prossimo turno, Goffin se la vedrà con il vincente fra i veterani Radek Stepanek, contro cui ha vinto nell’unico precedente, e Dmitry Tursunov che invece è avanti 2-0 nei confronti di David.

G. Muller b. T. Fritz 7-6(6) 7-6(5) 6-3 (Marco Pardini)

Quando Gilles Muller giocò il suo primo slam nel 2004, proprio in Australia, Taylor Fritz non aveva ancora compiuto 7 anni. Oggi, 13 anni dopo, i due si affrontano, per la prima volta, sul campo numero 10 di Melbourne Park: il lussemburghese è fresco del titolo conquistato a Sydney la settimana scorsa (il primo in carriera, con best ranking di numero 28) mentre l’americano, grande speranza del tennis a stelle e strisce e numero 93 del mondo, è alla prima uscita stagionale. Entrambi ottimi servitori, il primo set segue come da pronostico, l’ordine dei servizi e scivola senza grandi sussulti, dopo appena 39 minuti, al tie break. Qui appaiono entrambi nervosi e contratti: Muller spreca un vantaggio di 3-0 con doppio mini break e un set point con il servizio sul 6-5 prima di chiudere 8-6 grazie ad un grave errore di dritto dell’americano. Nel secondo parziale arrivano le prime palle break del match: nel sesto gioco, Muller recupera da 0-40 servendo con precisione e potenza e con 5 punti consecutivi riporta la partita sui binari verso un nuovo tie break. Anche questa volta il primo a tentare l’allungo è il veterano lussemburghese che strappa il servizio a Fritz sul 4-4 e si procura poi due set point. Esattamente come nel set precedente, sciupa il primo al servizio e concretizza il secondo, in risposta, complice ancora un brutto errore di dritto del giovane americano. Il terzo set si decide nei primi giochi con Muller che strappa il servizio nel secondo game (alla prima chance di break a disposizione nel match), recupera da 0-40 nel turno di battuta successivo e vince gli ultimi tentativi di resistenza di Fritz fino al 6-3 conclusivo. Per la giovane star della “NextGeneration” si tratta della quinta sconfitta al primo turno in 5 prove dello slam disputate, mentre per il lussemburghese si aprono le porte di un campo importante per il suo secondo turno contro il canadese testa di serie numero 3 Milos Raonic (2-0 per Muller i precedenti datati però 2011 e 2012).

A. Dolgopolov b. B. Coric 6-3 6-4 3-6 7-6(7) (Matteo Polimanti)

L’estro e l’imprevidibilità del numero 69 del mondo, l’ucraino Alexandr Dolgopolov, opposti alla tenacia e solidità del croato Borna Coric, numero 59, in uno degli incontri di primo turno più intriganti del tabellone maschile. Entrambi sono reduci da una stagione negativa soprattutto per i numerosi problemi fisici; l’ucraino è stato costretto a chiudere la stagione dopo lo US Open a causa dei problemi cronici alla schiena, mentre il croato è dovuto ricorrere all’operazione al ginocchio, che non gli ha permesso di disputare la finale Davis in casa (nonostante si ritenesse pronto per giocare).

Terzo incontro tra Coric e Dolgopolov, una vittoria per parte nei precedenti, entrambi molto combattuti. Partenza falsa per il ventenne di Belgrado che nel quarto game del primo set regala con tre errori gratuiti di dritto il break a ‘Dolgo’, che mantiene il vantaggio e conclude agevolmente per 6-3 in 28 minuti. Nel secondo set Dolgopolov cala con il servizio e Coric riesce ad entrare in partita trovando gradualmente profondità nei colpi e il match diventa più equilibrato e divertente; il croato si procura in tutto il parziale 6 palle per strappare la battuta all’ucraino, ma è fragile nei momenti decisivi. Dolgopolov, più concreto, ne approfitta ed effettua il break decisivo nel settimo game, aggiudicandosi poi il set con il punteggio di 6-4. Coric, chiamato ad un’impresa, parte bene nel terzo set, effettua il break nel secondo game e si carica con un pugno verso il suo angolo come è solito fare, esaltando i tifosi croati, accorsi in numerosi sulle tribune del campo 14 per sostenere il loro connazionale, che si aggiudica il parziale con il punteggio di 6-3. Dolgopolov però non si disunisce e ritorna subito ad esprimere il tennis dei primi due set, ottiene il break nel secondo game e sale comodamente 3-0; si mantengono i servizi regolarmente fino al 5-3 quando l’ucraino, proprio nel momento decisivo, concentra una serie di errori madornali e perde il servizio, rimettendo in partita Coric, che sul 4-5 annulla un match point e impatta l’ucraino sul 5-5; sul 5-6 Dolgopolov non sfrutta altri due match point e si arriva al tie break. Turbinio di emozioni con Coric che annulla altri due match point, si procura sul 7-6 la possibilità di andare al quinto ma con un sanguinoso doppio fallo sul 7-7 regala un’altra chanche a Dolgopolov che al sesto match chiude l’incontro dopo 2 ore e 57 minuti di battaglia.

Al secondo turno Dolgopolov se la vedrà molto probabilmente contro la testa di serie n.6 Monfils, contro cui, nei 3 precedenti, non ha mai vinto.

[6] G. Monfils b. J. Vesely 6-2 6-3 6-2 (Lorenzo Colle)

Sullo Show Court 3, si affrontano per la terza volta Gael Monfils, sesta testa di serie, e Jiri Vesely, numero 53 ATP, alla caccia della prima vittoria a Melbourne. Il bilancio è in perfetta parità: il ceco si è aggiudicato il primo incontro in 5 set a Wimbledon nel 2014, ma sulla terra di Montecarlo ha raccolto solo tre giochi, dopo aver clamorosamente estromesso Djokovic al primo turno. La partita odierna è senza storia. Nessuna delle armi di Vesely sembra funzionare. Il servizio è disinnescato, da fondo non riesce a sfondare il muro del francese, a rete viene puntualmente passato e le palle corte, pur di buona fattura, sono un invito a nozze per LaMonf. I primi due set vanno in archivio in poco più di un’ora. Nel terzo parziale la musica non cambia, Monfils si prende due break e procede a velocità di crociera verso il 6-2 finale. Al secondo turno troverà Dolgopolov (3-0 i precedenti per il transalpino), in un match che promette spettacolo.

B. Paire b. T. Haas 7-6(2) 6-4 rit. (Manuel Dicorato)

Vittoria in due set per Benoit Pare che, al termine del secondo set si qualifica per il secondo turno grazie al ritiro del tre volte semifinalista degli Australian Open, quel Tommy Haas che ritorna a giocare un Major dal 2015. Partita solida del tennista francese, praticamente perfetto al servizio (alla fine si conteranno 22 aces e quasi il 70% dei punti vinti al servizio) e preciso negli scambi da fondo (ben 46 vincenti a fronte di 31 errori). Il primo sussulto al match è del tennista di Avignone che, nel terzo game sul 30-40, sbaglia una comoda volèe alta di dritto a campo aperto. Errore che pagherà nel sesto game quando Haas, mostrando sprazzi di grande tennis conquista il break. La reazione immediata del francese non si fa attendere e nel game successivo conquista l’immediato contro break che porterà poco dopo i due contendenti a giocare un tie break a senso unico, dominato dal numero 47 del mondo. La seconda partita segue l’andamento dei servizi (con i game che vedono l’ex numero 2 del mondo al servizio decisamente più combattuti) fino al 3-4 in favore di Paire quando Haas, mettendo in mostra tutto il suo repertorio, annulla due palle break. Saranno l’ultimo sussulto del match e forza della carriera agli Australian Open di Tommy Haas che, dopo aver subito il break nel decimo gioco perdendo così il secondo set, decide di abbandonare l’incontro.

Gli altri incontri (Diego Serra, ha collaborato Giacomo Capra)

Inizia dal campo 13 l’Australian Open di Gilles Simon, 25esima testa di serie del torneo, opposto alla wild card statunitense Michael Mmoh, classe ’98 e attualmente al suo best ranking al numero 190 ATP. Il giovane in ascesa però non si dimostra capace di impensierire l’esperto francese e cede nettamente 6-1 6-3 6-3. Il primo set è paradossalmente quello in cui si è vista meno la differenza tra i due a livello di gioco, ma i punti importanti sono andati tutti al transalpino. L’americano poi sale 2-0 a inizio secondo parziale brekkando subito nel secondo game. È però un fuoco di paglia; infatti Gilles recupera immediatamente lo svantaggio e a partire da metà set mette la freccia e conclude sul 6-3 con doppio break a favore. Nessun problema nel terzo con Simon che mette a segno il break sul 2-1 e lo porta fino al termine dell’incontro. Il francese è riuscito, con il suo palleggio prolungato e le sue geometrie, a gestire l’incontro senza grandi problemi. Il giovane Mmoh, al di là della preventivabile sconfitta, dimostra una certa solidità di base ma non di avere i colpi per poter mettere in difficoltà un avversario del calibro di quello odierno.

Un altro teeneger americano è riuscito invece a vincere il suo match di primo turno. Si tratta di Frances Tiafoe, anche lui 18 anni e numero 108 del mondo, che coglie la prima vittoria in carriera nel main draw di uno slam superando in quattro set Mikhail Kukushkin, 29enne numero 98 ATP ma con un best ranking al numero 46.  Primo set in cui il russo naturalizzato kazako ha faticato tantissimo al servizio, concedendo palle break in ogni turno di battuta e cedendolo per due volte. Lo statunitense invece appare molto solido e concede qualcosa solo nell’ultimo game, riuscendo però ugualmente a chiudere il parziale con un facile 6-1. Il secondo set segue l’andamento della battuta e ha il suo epilogo nel tie-break, in cui Kukushkin gioca bene salendo 5-1 e non si fa più riprendere. I successivi due set però si rivelano piuttosto facili per un convincente Tiafoe, che riesce a mettere costantemente in difficoltà il poco solido servizio avversario chiudendo i conti con un 6-3 6-2.

Vittoria anche per il grande veterano del circuito Radek Stepanek. Il 38enne ceco ex numero 8 del mondo ha superato Dmitry Tursunov, classe ’82 e scivolato causa infortuni al numero 405 ATP, presente a Melbourne grazie all’utilizzo del protected ranking. 2-1 i precedenti in favore del russo che serve male per tutto il primo set facendosi brekkare due volte e perdendo il parziale per 6-2. Migliora il rendimento invece nel secondo, nel quale non si vede nemmeno un break. Sul finale però sale in cattedra Stepanek che gioca il suo miglior tennis conquistando il tie-break per 7 punti a 1. Equilibrato il terzo set con Radek che sul 4-3 piazza l’allungo decisivo propiziato da un bellissimo vincente di rovescio, ma deve nel game successivo annullare tre palle del controbreak prima di chiudere i conti sul 6-3. Il ceco sarà ora protagonista di un interessante secondo turno che lo vedrà opposto a David Goffin. Ivo Karlovic si impone al termine di un match estenuante per 22-20 al quinto set contro Horacio Zeballos. L’incontro entra nella storia: infatti si tratta del più lungo quinto set nella storia dello slam australiano nell’era open. Superato il 21-19 della partita tra Andy Roddick e Younes El Aynaoui risalente al 2003. Il croato stabilisce anche il nuovo record di ace in una partita dell’Australian Open (75).

Risultati:

[9] R. Nadal b. F. Mayer 6-3 6-4 6-4
[2] N. Djokovic b. F. Verdasco 6-1 7-6 6-2
[3] M. Raonic b. D. Brown 6-3 6-4 6-2
[15] G. Dimitrov b. [WC] C. O’Connell 7-6(2) 6-3 6-3
[24] A. Zverev b. R. Haase 6-2 3-6 5-7 6-3 6-2
[21] D. Ferrer b. [WC] O. Jasika 6-3 6-0 6-2
[11] D. Goffin b. [Q] R. Opelka 6-4 4-6 6-2 4-6 6-4
J. Thompson b. J. Sousa 6-7(2) 4-6 6-3 6-2 6-1
[8] D. Thiem b. J.L. Struff 4-6 6-4 6-4 6-3
[6] G. Monfils b. J. Vesely 6-2 6-3 6-2
R. Dutra Silva b. J. Donaldson 3-6 0-6 6-1 6-4 6-4
K. Edmund b. S. Giraldo 6-2 7-5 6-3
Y. Nishioka b. [Q] A. Bolt 6-4 1-6 6-2 6-4
[13] R. Bautista Agut b. G. Pella 6-3 6-1 6-1
[18] R. Gasquet b. [Q] B. Mott 6-4 6-4 6-2
B. Paire b. T. Haas 7-6(2) 6-4 rit.
D. Young b. [Q] T. Fabbiano 6-4 7-6(1) 6-4
G. Muller b. T. Fritz 7-6(6) 7-6(5) 6-3
[Q] F. Tiafoe b. M. Kukushkin 6-1 6-7(3) 6-3 6-2
H. Chung b. R. Olivo 6-2 6-3 6-2
[25] G. Simon b. [WC] M. Mmoh 6-1 6-3 6-3
M. Baghdatis b. M. Youzhny 6-3 3-0 rit.
A. Dolgopolov b. B. Coric 6-3 6-4 3-6 7-6(7)
[WC] D. Istomin b. [Q] I. Dodig 6-1 6-4 3-6 7-5
[32] P. Kohlschreiber vs N. Basilashvili 6-4 3-6 7-6(2) 6-2
[WC] A. Whittington b. A. Pavlasek 6-4 4-6 6-2 6-3
[30] P. Carreno Busta b. [LL] P. Polansky 6-0 3-6 3-6 6-2 3-0 rit.
[20] I. Karlovic b. H. Zeballos 6-7(6) 3-6 7-5 6-2 22-20
[Q] R. Stepanek b. D. Tursunov 6-2 7-6(1) 6-3
F. Fognini b. [28] F. Lopez 7-5 6-3 7-5
C. Berlocq b. R. Albot 6-4 7-6(4) 5-7 7-6(8)
[Q] E. Escobedo b. D. Medvedev 7-5 4-6 7-6(5) 6-1

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