"ATP Finals, Torino la candidata più forte" (Ricca). Gianni Clerici: "Un evento che ridarebbe smalto a tutto il tennis italiano" (Repubblica Torino). Sonego va ai quarti in Marocco dove sfida il suo idolo Tsonga (Masi)

Rassegna stampa

“ATP Finals, Torino la candidata più forte” (Ricca). Gianni Clerici: “Un evento che ridarebbe smalto a tutto il tennis italiano” (Repubblica Torino). Sonego va ai quarti in Marocco dove sfida il suo idolo Tsonga (Masi)

La rassegna stampa di giovedì 11 aprile 2019

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“ATP Finals, Torino la candidata più forte” (Jacopo Ricca, Repubblica Torino)

Il confronto con gli emissari di Atp, avvenuto nei giorni scorsi a Roma, è stato una iniezione di fiducia per le speranze di Torino di portare le Atp Finals in città dal 2021. Dopo settimane di trattativa, complessa e snervante, con continui rinvii da parte del board sulla decisione finale, ieri si è tenuto un summit a Palazzo Chigi con tutti gli attori che stanno cercando di far vincere la candidatura italiana contro Londra, Manchester, Tokio e Singapore. Entro lunedì, si spera, arriverà la decisione e dopo un lungo periodo di silenzio il sottosegretario con delega ai rapporti con il Parlamento e responsabile sport dei 5 stelle, Simone Valente, ha deciso di intervenire e spandere ottimismo: «La candidatura di Torino è la più forte in assoluto. Stiamo lavorando per portare a casa il risultato». Alla riunione a Roma hanno partecipato anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, che dopo la trasferta a Miami durante il torneo di un paio di settimane fa, dove avrebbe raccolto buone sensazioni sulla proposta italiana, ma anche una certa rigidità sugli aspetti economici e burocratici. Atp vuole un’interlocutore solido e credibile dal punto di vista finanziario e l’unico soggetto con un bilancio tale da poter rassicurare l’associazione dei tennisti professionisti, è la società Sport e Salute, la ex Coni Servizi, che stipulerà il contratto insieme con la Fit. La prima ha un bilancio di oltre 400 milioni, mentre la federtennis si ferma ad appena 20, per questo Binaghi aveva a lungo insistito su questa opzione. Le riunioni romane hanno approfondito la questione della fideiussione da 78 milioni che deve essere garantita da Atp e sull’irrevocabilità dell’impegno da parte italiana. Il timore del board è che da qui al 2021, ma anche a ridosso dell’evento, il più importante dopo i 4 grandi slam, l’Italia possa tirarsi indietro, lasciando l’Atp scoperta sia sul piano finanziario che quello organizzativo. In questo senso nel contratto ci dovrà essere un impegno perché Torino non possa ritirarsi dopo la firma, ma d’altronde «l’opportunità è così grande che nessuno pensa di rinunciare» ragionano negli ambienti che hanno gestito la candidatura. Sembra in via di definizione anche la questione delle garanzie finanziarie. Per questo al summit è intervenuto anche il presidente dell’Istituto per il credito sportivo, Andrea Abodi, che continuerà ad avere un ruolo fondamentale nella partita. A fornire le garanzie finanziarie ci sarà infatti Ics e anche Bnl, che da anni è uno degli sponsor più attivi del circuito tennistico […]

Intervista a Gianni Clerici: “Un evento che ridarebbe smalto a tutto il tennis italiano” (j.ric., Repubblica Torino)

«Torino non deve temere Londra perché un evento come gli Atp Finals porta appassionati da tutto il mondo. Conosco bene entrambe le città, anche se a Londra sono di casa, ma a Torino sono stato durante le Olimpiadi 2006 e penso non avrà nessun problema, se questa sarà la decisione del board». Gianni Clerici, maestro di giornalismo e di tennis, unico italiano con Nicola Pietrangeli ad essere inserito nella Hall of Fame del tennis mondiale, dalla sua casa di Como guarda con interesse e nemmeno troppo velato ottimismo alla candidatura di Torino per le Atp finals dal 2021: «Sarebbe un’operazione riuscita del presidente Angelo Binaghi che sono quasi vent’anni che è a capo della Federtennis – ragiona Clerici – Portare un evento di questo livello sarebbe straordinario». Crede Torino possa farcela? «Ho sentito che si va in quella direzione e quindi ci credo, ma devo anche dire che il tennis è molto cambiato, anche solo nell’ultimo anno ci sono stati molti stravolgimenti sul piano economico. Ci sono afflussi di denaro enormi che cambiano gli equilibri. Si sa che lo sport oggi va dove c’è il grano e quello che posso dire è che se c’è questa possibilità fossi nel governo e nella federazione staccherei subito l’assegno, seppur consistente, che Atp chiede. Avere le Atp Finals sarebbe incredibile. Mi sorprende che non abbiano fatto oscillare subito quell’assegno davanti agli occhi del board. Non c’è da avere paura in una manifestazione come quella, è un’occasione unica che va colta» […] Potrà dare una spinta al movimento tennistico italiano? «C’è stato un momento durante il quale avevamo 5 tornei di alto livello. C’era quello di Milano, esistito fino a che c’era Carlo Della Vida, un grande uomo di sport. Poi c’erano Genova, Palermo e Roma che è l’unico torneo rimasto. Abbiamo ancora una buona serie dei cosiddetti Challenger. Con un evento di questa portata anche si potrebbe avere una scuola maestri di maggior qualità. Noi non abbiamo avuto una scuola vera, fino a che non se ne è occupato un po’ Roberto Lombardi. E finora quelli bravi tra i coach, come Alberto Castellani, Claudio Pistolesi o Riccardo Piatti, sono finiti all’estero. Questa è un’opportunità per farli tornare o restare» […]

Sonego va ai quarti in Marocco dove sfida il suo idolo Tsonga (Barbara Masi, Stampa Torino)

[…] La strada in tabellone è cominciata dalle qualificazioni: superato il primo turno contro il russo Alexey Vatutin per 7/6 6/4, Lorenzo ha affrontato l’ostico argentino Carlos Berlocq, uno che di tornei e terra rossa se ne intende: «Da ragazzino l’ho visto vincere tre Challenger ATP al Circolo della Stampa Sporting, dove sono cresciuto – racconta -. Se penso che allora gli facevo da raccattapalle, quasi non credo di averlo battuto. Ricordo che già allora non era un tipo facile e simpatico neanche fuori dal campo». E invece Lorenzo lo ha dominato con il punteggio di 6/4 7/5 nel match decisivo per l’accesso al main draw, che a sua volta l’ha messo subito alla prova servendogli sul piatto il numero 32 del mondo, il serbo Laslo Djere, numero cinque del seeding. Ebbene, gli sono bastati un’ora e venti minuti di gioco per scavalcarlo a pie’ pari con un doppio 6/3, accedere agli ottavi di ieri e a un’altra sfida con se stesso: quella di provare a battere di nuovo l’olandese Robin Haase, numero 62 ATP, superato a gennaio in quattro set al primo turno degli Australian Open. Impresa riuscita, 7/6 6/3 sotto gli occhi di Corrado Barazzutti, capitano di Coppa Davis: «Robin è entrato in campo molto cattivo e nervoso, deciso a prendersi la rivincita. Se non avessi incassato due controbreak nel primo set avrei chiuso prima». È migliorato, Lorenzo: con la videoanalisi di Danilo Pizzorno, entrato a far parte del team guidato da Giampiero Arbino, è riuscito a potenziare anche i suoi colpi migliori, servizio compreso. Domani lo attende una sfida ancora più allettante per un posto in semifinale: quella con il francese Jo-Wilfried Tsonga, suo idolo fin da bambino. «Agli Australian Open ho sfiorato il match con Roger Federer. Affrontare Tsonga è qualcosa di inimmaginabile e straordinariamente esaltante».

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