Guida a Wimbledon maschile

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Guida a Wimbledon maschile

A meno di 48 ore dal sorteggio del tabellone principale, facciamo il punto sui favoriti per la vittoria a Wimbledon 2019. Anche l’Italia può dire la sua

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Novak Djokovic e Roger Federer - Wimbledon 2015 (foto @Gianni Ciaccia)
 

Infervorato dalla polemica sull’algoritmo penalizzante, Rafa Nadal è arrivato ad augurarsi per Wimbledon 2019 “un torneo diverso da tutti gli altri, con maggiori possibilità che venga fuori una sorpresa, pur rimanendo Federer e Djokovic i favoriti naturali“. La tendenza ad associare i prati al sovvertimento dei pronostici rischia però di non trovare riscontri nella realtà. A Wimbledon dal 2003 (anno del primo successo di Federer) il banco dei Fab Four non è mai saltato, a differenza degli altri Slam dove qualche outsider è riuscito a spezzare le logiche d’alternanza del quadrumvirato.

Il re degli infiltrati è Stan Wawrinka (Melbourne 2014, Parigi 2015, US Open 2016), con Safin (Melbourne 2005), Del Potro (US Open 2009) e Cilic (US Open 2014) che sono riusciti a piazzare acuti isolati. Ecco perché i tre big rimasti in corsa – Murray stavolta si prende la copertina solo nel doppiopartono chiaramente in prima fila, con il bis di Djokovic opzione preferita anche dai bookmaker alla vigilia del sorteggio. Soltanto due le defezioni al momento, quelle dello sfortunatissimo Del Potro (frattura al ginocchio) e di Mcdonald.

Le entry list aggiornate e le teste di serie

FAB 3 E DINTORNI – Djokovic, rispetto a un anno fa, ha cambiato strategia di avvicinamento ai Championships saltando l’appuntamento di Halle. Dalla semifinale del Roland Garros persa contro Thiem è rimasto fermo, per preparare al meglio l’assalto a quello che sarebbe il suo quinto titolo a Wimbledon. Se il successo del 2018 sapeva di rinascita (entrò in tabellone da 12 del seeding e 17 del ranking) e servì a proiettarlo nuovamente in top 10, adesso la prospettiva è quella di un numero uno consolidato e in cerca di conferme. L’algoritmo lo mette sulla strada di un possibile replay della semifinale con Nadal, ma giova ricordare come Rafa sia stato l’unico tra i primi cinque del seeding dello scorso anno a giocarsi le semifinali dodici mesi fa.

Rafa Nadal – Wimbledon 2018 (foto via Twitter, @Wimbledon)

Roger Federer ha voluto invece riassaporare le rassicuranti sensazioni che sa regalargli l’erba di Halle, suo giardino preferito. Lo svizzero, otto volte campione, si è fermato ai quarti nell’ultima edizione sotto i colpi del sorprendente finalista Kevin Anderson (un grande punto di domanda, ma ne parliamo più avanti). In Germania, in ogni caso, Federer ha dato l’impressione di dover alzare il suo livello di gioco, se vorrà presentarsi alla seconda settimana – traguardo abbastanza scontato – con in mano seri argomenti per la vittoria. Dei tre, Nadal è ovviamente il meno propenso alla superficie – ha vinto due volte, ma l’ultima nel 2010 con un altro vigore atletico -, ma allo stesso tempo quello che esce meglio dalla primavera su terra, iniziata con mille dubbi e chiusa in trionfo tra Roma e Parigi.

GIOVANI E BOMBARDIERI – I giovani – ma ormai neanche troppo – hanno il dovere di provare a insidiare i big. Viene da pensare a una nuova grande occasione di consacrazione Slam per Sascha Zverev, che però da queste parti non è mai andato oltre il quarto turno e un anno fa le prese persino da Gulbis. Ancor più stimolante, forse, la candidatura da outsider di Stefanos Tsitsipas che nel 2018 venne bombardato da John Isner. Quando Nadal ha parlato di una possibile sorpresa firmata da un giovane, si riferiva probabilmente a uno di questi due più che a Medvedev o Khachanov (comunque ben piazzati in tabellone). Poi ci sono i giovani veri, quelli che non hanno già sulle spalle il peso di qualche aspettativa delusa.

La finale di Stoccarda tra Matteo Berrettini (al suo secondo Wimbledon) e Felix Auger-Aliassime (debuttante) ha messo in vetrina due schegge impazzite che nella prima settimana nessuno vorrà trovarsi tra i piedi. Servono entrambi alla grande e potrebbero primeggiare nella specialità, anche perché non sembra tirare vento favorevole per i big server d’annata. Anderson – dicevamo – è finalista uscente ma ha dovuto saltare tutta la stagione su terra per infortunio. Il seeding lo premia col numero 4 (da 8 ATP) ma non è semplice oggi immaginarlo sugli standard di dodici mesi fa. Discorso non troppo lontano da quello che si può fare per John Isner, semifinalista 2018, fermo dalla finale di Miami dove Federer gli ha lasciato appena cinque game. Saremmo molto sorpresi nel rivederli su così alti livelli.

Kevin Anderson – Wimbledon 2018 (foto via Twitter, @Wimbledon)

A FARI SPENTI – Non ha mai fatto troppa fortuna nello Slam londinese Kei Nishikori, arrivato come massimo risultato ai quarti di finale un anno fa (dove era l’unico senza testa di serie). Molto diversa la storia di Marin Cilic, scivolato al Queen’s (e non in grandissima forma) ma pur sempre finalista nel 2017. Se accompagnato da una buona condizione fisica, il croato può alzare la voce e rincorrere quel secondo Major in carriera che ha dichiarato di desiderare. Non proprio erbivoro per vocazione, David Goffin è apparso comunque decisamente su di giri ad Halle dove ha ceduto il passo soltanto in finale a Federer.

Curiosità per la fresca accoppiata Wawrinka-Vallverdu, nata per rinvigorire le ambizioni dello svizzero. Senza il coach venezuelano, che l’ha portato a far vedere il meglio di sé, arriva scarico a questo appuntamento londinese un Grigor Dimitrov che comunque nel 2014 si spinse fino alla semifinale (ma un anno fa venne battuto al primo turno proprio da Wawrinka). Non ci siamo dimenticati del numero quattro del mondo: per Dominic Thiem l’erba è un’incognita, anche lui ha scelto di fermarsi dopo Parigi e – se accompagnato da una buona condizione fisica – può pensare di divertirsi.

GLI AZZURRI – Mai come stavolta meritano un capitolo a parte. Il migliore del seeding è Fabio Fognini, tradizionalmente allergico però ai prati. In ottica classifica – arriva a Londra da top ten – difende un terzo turno. Si è rivelato superiore anche alle migliori attese, come accennato, il feeling con l’erba di Matteo Berrettini. Il romano è andato ko in semifinale ad Halle dopo il successo di Stoccarda, portandosi in dote una significativa striscia vincente costruita sul servizio che sposta gli equilibri. Fresco di top 20, si presenta come il più accreditato tra i nostri portacolori. In attesa dell’esito delle qualificazioni, posto nel main draw assicurato anche per Cecchinato, Seppi (il migliore specialista, in possibile sofferenza sulla lunga distanza), Sonego, Lorenzi e Fabbiano che un anno fa superò due turni prima di infrangersi su Tsitsipas.

Matteo Berrettini – Stoccarda 2019 (foto via Twitter, @ATP_Tour)

NUOVE REGOLE – Wimbledon 2019 lascerà il segno anche per le novità regolamentari. Quella più impattante è il tie break sul 12-12 del quinto set che eviterà maratone come la semifinale Isner-Anderson del 2018, la più lunga della storia. Anche il Court 1 si presenterà con il tetto retrattile, nell’ambito di una nuova policy sulle coperture: i match sospesi alle 23 con il tetto chiuso riprenderanno il giorno successivo all’aperto, salvo condizioni meteo avverse. Aumenta anche il prize money, che sale a 38 milioni di sterline, rispetto ai 34 milioni dell’anno scorso.

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