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WTA Praga, Krejcikova in finale: sarà derby con Martincova
La vincitrice del Roland Garros ha conquistato la diciannovesima vittoria negli ultimi venti match disputati. A Losanna la finale sarà Zidansek-Burel

Barbora Krejcikova sta smentendo qualsivoglia impressione che il suo successo al Roland Garros 2021 potesse essere frutto del caso. La classe 1995 si è infatti qualificata per la finale del torneo di Praga liquidando Wang per 6-1 6-2 in poco più di un’ora: ha così raggiunto la terza finale negli ultimi quattro tornei disputati (la quarta del 2021) e conquistato la diciannovesima vittoria negli ultimi venti incontri (la sua unica sconfitta è arrivata a Wimbledon contro la poi vincitrice Ashleigh Barty). Entrata in Top 100 per la prima volta lo scorso ottobre, lunedì supererà Sabalenka al secondo posto della Race e salirà quantomeno al dodicesimo del ranking (undicesimo in caso di vittoria del torneo).
Questa settimana, in patria, Krejcikova non ha ancora perso un set ed è cresciuta con il passare dei giorni, visto che ha perso solo tre giochi sia nel suo match di quarti di finale contro la compagna di doppio Siniakova che nella semifinale odierna. Vittoria su tutti i fronti per la tds N.2, che ha perso solo quattro punti con la prima e avuto palle break in ciascuno dei primi cinque turni al servizio dell’avversaria.
Wang è riuscita a salvare tre break point non consecutivi nel lungo primo game dell’incontro, stentando a gestire le traiettorie liftate della ceca ma riuscendo a trovare l’aggressività giusta per rintuzzare in particolare nella terza occasione con un bello schiaffo bimane. Quello è stato però l’unico gioco conquistato dalla N.147 WTA nel set: Krejcikova si è portata 2-1 e servizio con una potente risposta centrale di rovescio su cui Wang è stata poco reattiva, e nel game successivo ha salvato l’unica palla break dell’incontro con un buon servizio esterno prima di chiudere rapidamente il set. Anche nel secondo l’allungo è arrivato presto, nonostante un breve scroscio di pioggia: Krejcikova ha breakkato a 30 nel secondo gioco in virtù di un rovescio lungo dell’avversaria, ingannata dal suo slice e sovente imprecisa, e non si è più guardata indietro, chiudendo con un’altra risposta centrale.
DERBY IN FINALE – E anche l’altra finalista, Tereza Martincova, ha vinto quattro match davanti al pubblico amico restando intemerata a livello di set, faticando appena di più per sconfiggere Greet Minnen con il punteggio di 6-3 6-4 in 87 minuti. La tds N.8 ha aperto l’incontro portandosi rapidamente sul 2-0 con uno splendido slice lungolinea seguito da un dritto vincente, solo per cedere la battuta a zero e ri-breakkare immediatamente l’avversaria per il 3-1. Minnen (che nel primo parziale ha vinto un solo punto con la seconda su sei) ha avuto una chance per riportarsi nel set quando è salita 15-40 nel settimo game con un attacco di dritto centrale ma profondo; ha però commesso due errori evitabili da fondo, di fatto concedendo il set.
Il secondo parziale sembrava una mera formalità per Martinconva, rapidamente portatasi 4-1 e 40-30 sul suo servizio. E invece la tennista belga ha d’improvviso trovato maggiore consistenza, recuperando uno dei due break con delle risposte profonde di rovescio, e ha addirittura pareggiato sul 4-4 su un doppio fallo esiziale dell’avversaria. Una volta tornata in partita, però, Minnen non è riuscita a contenere la rinnovata spinta di Martincova, che si è procurata tre palle per andare a servire per il match prima con il dritto anomalo e poi con un rovescio seguito a rete; Minnen ha salvato solo la prima, concedendo il 4-5 con un errore di volo su un rovescio di Martincova da una posizione complicata.
Al momento di servire per accedere alla prima finale in carriera, la padrona di casa ha inizialmente tremato, finendo indietro 15-40 con un errore di dritto, ma è stata brava e anche un po’ fortunata, visto che Minnen ha sbagliato quattro dritti che le hanno permesso di uscire di prigione e salire a match point due volte, riuscendo infine a chiudere al termine di uno scambio prolungato.
WTA LOSANNA, ZIDANSEK E BUREL SI GIOCHERANNO IL PRIMO TITOLO NELLE RISPETTIVE CARRIERE
Sulla terra svizzera, la finale vedrà invece protagoniste la prima favorita del torneo, Tamara Zidansek, e la classe 2001 Clara Burel; nessuna delle due ha mai vinto un alloro WTA, visto che la transalpina non aveva mai raggiunto una finale, mentre la semifinalista dell’ultimo Roland Garros ha perso le prime due giocate, compresa una lo scorso marzo in Colombia.
Dopo aver sconfitto la campionessa uscente Fiona Ferro, Burel ha oggi eliminato un’altra connazionale molto più esperta, vale a dire Caroline Garcia, per 5-7 6-2 6-2. Il primo set ha vissuto di parziali: Garcia è subito salita 4-1, solo per perdere quattro giochi di fila mandando Burel a servire per il set sul 5-4 con un doppio fallo. A quel punto Garcia è riuscita a scuotersi, pareggiando con due risposte di dritto (una vincente, una quasi) e chiudendo il parziale in suo favore. La ex-N.4 WTA sembrava in controllo, portandosi sul 2-0 in apertura di secondo set, quando l’inerzia si è completamente ribaltata a seguito di un game fiume in cui Burel ha avuto sei palle break (e Garcia tre palle del 3-0). Dal momento in cui l’ultimo dritto della tds N.5 è terminato in corridoio la contesa ha assunto una nuova padrona, che dopo aver salvato due chance per il 3-1 Garcia ha incamerato il set con un parziale di 19-3.
All’inizio del terzo sembrava che la marea potesse mutare nuovamente: dopo uno scambio di break, Burel si è procurata tre palle break, ma sulla prima ha patito una brutta scivolata che ha necessitato di un MTO. Nonostante la copiosa fasciatura e la palpabile sofferenza, però, la giovane è riuscita a portarsi immediatamente in vantaggio, e certamente coadiuvata dall’adrenalina del momento ha condotto il set con relativo agio, perdendo solo quattro punti in battuta e trovando il break della staffa nel settimo game. Con questo successo Burel si assicura l’ingresso in Top 100; in caso di vittoria del torneo salirebbe all’ottantasettesimo posto delle classifiche.
Successo sofferto anche per Zidansek, che nella sfida fra ultime dell’elenco presenze ha battuto Zavatska per 7-5 6-3, sfruttando la propria consueta efficienza (14 non forzati contro i 23 dell’avversaria). La slovena ha sprecato un break iniziale perdendo quattro giochi consecutivi, ma è riuscita a pareggiare sul 4-4. Il game successivo è quello che a posteriori ha indirizzato l’incontro: Zidansek ha salvato cinque palle break (le prime due consecutive), beneficiando anche di qualche errore di troppo dell’avversaria (Zanevska è riuscita a far partire lo scambio solo in due circostanze, sbagliando anche un brutto dritto inside-in sulla palla break N.4).
Sa lì in avanti ha preso il controllo delle operazioni, vincendo otto degli ultimi nove punti del primo e dando la sferzata decisiva nel cuore del secondo con un parziale di 12-3 che l’ha portata dal 2-2 al 5-2. Zanevska (che si è fatta fasciare un piede a cavallo fra i due parziali) ha concesso un primo match point al servizio con un errore bimane ma è riuscita ad annullarlo con un vincente di dritto inside-in, obbligando Zidansek a chiudere la partita nel suo turno; la slovena ha vinto un bel duello sotto rete per il 30-15 quando il pallonetto della belga è terminato appena lungo, e ha chiuso su una risposta di rovescio sbagliata.
Qui il tabellone aggiornato del WTA di Praga e degli altri tornei della settimana
Qui il tabellone aggiornato del WTA di Losanna e degli altri tornei della settimana
ATP
ATP Shanghai: Fognini e Schwartzman tra le wild card
Il tennista ligure sarà il quinto italiano presente in tabellone, dopo Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego

Dal 2 al 15 ottobre tornerà sotto ai riflettori il Rolex Shanghai Masters, penultimo appuntamento 1000 dell’anno, assente dal panorama tennistico da quasi un lustro. Infatti, l’ultima edizione risale al 2019 e il campione fu Danil Medvedev, che ai quarti di finale sconfisse proprio Fabio Fognini in due set.
Con un tabellone adeguatosi alle direttive ATP per quanto riguarda l’estensione, il torneo ha potuto concedere cinque wild card e una ci interessa da vicino. Dopo un periodo un po’ arduo a causa di un infortunio, del successivo rientro in campo nei Challenger e, infine, dell’esclusione dalla Coppa Davis, Fognini torna a giocare in un tabellone ATP e lo fa proprio a Shanghai con una wild card assegnatagli dagli organizzatori. Tenterà, dunque, di scalare ancora una volta la classifica, come d’altronde vorrà fare anche Diego Schwartzman, anche lui ex top ten che negli ultimi mesi non se la sta passando molto bene a livello di risultati.
Per quanto riguarda gli altri tre inviti, gli organizzatori hanno prevedibilmente concesso la corsia preferenziale a tre giocatori di casa: il primo è il giovanissimo classe 2005 Juncheng Shang, poi sarà presente il ventunenne Yunchaokete Bu, mentre per finire l’onore di esordire in un tabellone 1000 lo avrà anche Rigele Te, attualmente numero 494 al mondo. I primi due, invece, si trovano rispettivamente al 160esimo e al 187esimo scalino del ranking, e cercheranno senza alcun dubbio di onorare la wild card caricandosi con il pubblico di casa durante i loro match. Grande responsabilità, quindi, ma anche enorme occasione di brillare sotto le stelle della bandiera cinese.
ATP
ATP Astana: Shevchenko vince facile, Medjedovic sfrutta il ritiro di Djere
La WC di casa Mikhail Kukushkin non sfrutta un match point nel secondo set e si arrende a Borges. Prima vittoria da fidanzato per Alexander Shevchenko

Al via anche l’edizione 2023 dell’Astana Open, torneo che l’anno scorso vide alzare il trofeo a Novak Djokovic, che invece quest’anno ha preferito riposarsi e magari giocare a golf nel periodo pre Finals. I pochi match che si sono giocati nella prima giornata hanno visto sfidarsi il neofidanzato di Anastasia Potapova, Alexander Shevchenko, con l’olandese Botic van de Zandschulp non proprio nel suo miglior periodo di forma. Infatti, il n.85 ATP ha sempre mantenuto il controllo del match, imponendosi per 6-4 6-3 in un’ora e trentotto minuti, nei quali ha performato leggermente meglio dell’avversario sia in risposta che al servizio.
Dettagli che gli hanno permesso di vincere il primo scontro diretto con l’avversario – tornando al successo in una partita di un main draw ATP dopo quasi due mesi, ossia dal 500 di Washington – e di accedere al secondo turno, dove se la vedrà con il giovane serbo Hamad Medjedovic. Quest’ultimo ha sfruttato il ritiro del connazionale Laslo Djere, quando il primo era sopra 6-3 2-1 nel punteggio, per passare il turno e onorare la WC ricevuta, proprio come ha fatto Shevchenko.
Più intenso ma anche più infelice alla fine dei conti è stato l’incontro tra il beniamino di casa – sempre WC – Mikhail Kukushkin e il portoghese Nuno Borges, opposti in campo per la prima volta l’uno contro l’altro. È da tempo ormai che il tennista kazako ex n.39 al mondo si dedica principalmente al circuito Challenger, ma nonostante questo il giocatore portoghese ci ha messo quasi tre ore per arrivare al successo, che ha ottenuto con lo score di 5-7 7-6(6) 6-4.
Il 36enne russo, naturalizzato kazako, nel tie-break del secondo parziale era arrivato a match point, ma non è riuscito a chiudere lasciando così il passo al suo avversario, che nel terzo set gli ha strappato il servizio in apertura mantenendo poi il break fino alla fine. Per Borges sfida al secondo turno contro il vincente del match Korda-Popyrin.
Flash
ITIA: sospeso Madaras, il tennista dei record nel circuito ITF
L’Agenzia anticorruzione del tennis ha confermato la sospensione provvisoria del giocatore svedese numero 220 ATP, che avrebbe dovuto essere un avversario degli azzurri in Coppa Davis a Bologna

Non esattamente l’età dell’oro per quanto riguarda il tennis svedese. Negli ultimi mesi lo sport della racchetta ha visto da quelle parti un brusco cambiamento, avviato in primis dal numero uno Mikael Ymer. Come si sa, dopo la sospensione del tennista svedese che aveva mancato, secondo l’ITIA, i tre controlli antidoping con conseguente interruzione istantanea dalle competizioni, l’ex 50 al mondo ha deciso di ritirarsi dal tennis lasciando tutti di sasso. Poi, nella parentesi Coppa Davis la nazionale traghettata dal fratello di Mikael, Elias, non ha certamente brillato in quel di Bologna, dove è arrivata con la squadra meno attrezzata di tutti ed è sprofondata malamente in fondo alla classifica, arrivando quindi quarta nel girone.
Ora, invece, un altro tennista svedese deve fare i conti con l’ITIA (International Tennis Integrity Agency), e si tratta dell’attuale numero 220 al mondo (ex 191) Dragos Nicolae Madaras. Il mancino rumeno, naturalizzato svedese, è stato protagonista di un’annata da record che l’ha visto come leader indiscusso del circuito ITF. Infatti, Madaras è diventato il primo tennista della storia a trionfare in ben dieci tornei Futures nello stesso anno e ci è riuscito con l’ultimo titolo nel mese di luglio, quindi poco dopo metà stagione. Dichiarato come un obiettivo di quest’anno, il giocatore svedese aveva aperto il 2023 vincendo quattro titoli consecutivi con ben ventuno successi filati, che l’hanno condotto partita dopo partita a un’impressionante cifra di, appunto, dieci allori, sessantasette vittorie e solo cinque sconfitte. Inoltre, quest’anno ha partecipato per la prima volta a uno Slam, Wimbledon, dove è riuscito a superare un turno nel tabellone cadetto. Come ciliegina sulla torta, Madaras era perdipiù stato convocato per la Coppa Davis a Bologna ma, infine, non vi ha preso parte. E chissà perché…
Una stagione più che positiva, dunque, per il ventiseienne svedese, salvo il fatto che dal 17 agosto gli è stato vietato di partecipare ai tornei professionistici per “non aver ottemperato a una richiesta”, recita il TACP – Tennis Anti Corruption Program – in riferimento al suo caso. Una sospensione provvisoria, però, che attende accertamenti dall’ITIA. Il giocatore ha già provveduto a presentare ricorso contro il provvedimento, ma il 22 settembre è stata respinta, ed è questo il motivo per cui nel frattempo non ha potuto – e per ora non potrà – presenziare in Coppa Davis e nemmeno in qualunque altro torneo approvato dagli organi di governo dello sport. Rimaniamo quindi attesa di un’eventuale sentenza per ulteriori novità sul caso Madaras.
