Zverev doma Djokovic. Assalto finale: c'è Medvedev (Crivelli). La "Piovra" Medvedev ha i tentacoli sul trono di Nole (Valenti). Caso Peng, la Cina rischia al gioco della censura (Santevecchi). Medvedev vince di slancio. "In finale senza faticare (Grilli)

Rassegna stampa

Zverev doma Djokovic. Assalto finale: c’è Medvedev (Crivelli). La “Piovra” Medvedev ha i tentacoli sul trono di Nole (Valenti). Caso Peng, la Cina rischia al gioco della censura (Santevecchi). Medvedev vince di slancio. “In finale senza faticare (Grilli)

La rassegna stampa di domenica 21 novembre 2021

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Zverev doma Djokovic. Assalto finale: c’è Medvedev (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

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Daniil Medvedev e Alexander Zverev si erano incrociati martedì e aveva vinto il russo, alle cinque della sera di oggi faranno schiumare l’arena della loro energia e della voglia di annettersi di nuovo il torneo dei Maestri: il tedesco ci è riuscito nel 2018, il russo è il campione in carica. Eguaglierebbero Borg e Hewitt, mica male. In cucina E se Medvedev passeggia contro Ruud, Zverev come già all’Olimpiade si prende lo scalpo più prestigioso, quello di Djokovic, che deve rinunciare a un altro record che sognava, le sei vittorie di Federer e intanto medita sul viaggio agli Australian Open destinato solo ai vaccinati («Aspettiamo e vediamo»). Nole non sfrutta un set point nel primo set, si arrende a un tiebreak lussureggiante di Sascha, si riporta in carreggiata con servizio e corsa ma nel terzo set è troppo falloso, soprattutto con il dritto, e non riesce a rimontare il break che l’avversario si è costruito sbagliando meno e reggendo bene alle sollecitazioni sul dritto. Salgono così a 20 le finali del Masters disputate tra due giocatori che si erano già incontrati nel round robin

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Chissà con quale ritrovato gastronomico il russo avrà festeggiato la nona vittoria consecutiva al Masters che gli vale la seconda finale consecutiva: dopo il successo contro Sinner si era con cesso un risotto, ma sulla raffinatezza degli ingredienti non esistono prove certe: «Al termine di una partita penso che la cosa più importante sia assumere un po’ di proteine e carboidrati, quindi fondamentalmente la pasta con qualsiasi tipo di carne o il riso con qualsiasi tipo di came. Cerco di fare una sorta di mix perché è quasi impossibile mangiare la stessa cosa per una settimana. In realtà sono goloso di tutto, mi piacciono anche i fritti, magari non sono proprio italiani, e dunque non è che siano così salutari, ma durante i tornei cerco di osservare un regime alimentare abbastanza rigido. Però prima delle Finals, avendo qualche giorno di stacco dalle partite, non mi sono fatto mancare il tiramisù e la panna cotta. In Italia penso di non averne mai mangiati di cattivi, quindi mi trovo sempre bene». Se la domenica gli riserverà il dolce oppure l’amaro dipenderà dalla nuova sfida con Zverev, la 12′ tra i due, con il russo avanti 6-5 e vincitore delle ultime cin que. Insomma, ormai una classicissima con le stimmate per diventare la rivalità più sentita quando i Big Three non saranno più in scena

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Da amante degli scacchi, Medvedev userà tutte queste informazioni per replicare il risultato del girone, ma intanto ha già ricevuto la benedizione dell’ex numero uno Jim Courier, oggi apprezzato opinionista: «Non ho mai visto nessuno così alto coprire il campo così bene. Sa anche giocare d’attacco, ma sono le qualità difensive che lo distinguono dagli altri. Il campo per gli avversari di Daniil sembra davvero piccolo». A lezione Certamente il trionfo a New York è servito a irrobustire molto fiducia e autostima,

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La “Piovra” Medvedev ha i tentacoli sul trono di Nole (Gianni Valenti, La Gazzetta dello Sport).

Quattro anni fa quando era numero 63 del mondo spesso gli capitava di fare da sparring partner ai top ten dell’epoca. Alcuni di loro, dopo aver palleggiato con lui, una volta usciti dal campo si lasciavano andare a commenti del tipo: «Ma con quel gioco cosi sgraziato, dove pensa di andare questo ragazzo?». Quel ragazzo era Daniil Medvedev che questo pomeriggio a Torino giocherà nelle vesti di detentore del titolo la seconda finale consecutiva delle Finals. Ieri si è sbarazzato in meno di un’ora e venti del sempre più sorprendente norvegese Casper Ruud. Oggi cercherà di mettere a segno il bis nel Torneo dei Maestri contro un magnifico Alexander Zverev che a suon di servizi vincenti è riuscito a domare Novak Djokovic. Daniil, 25enne di Mosca che vive a Montecarlo, n° 2 del ranking con all’attivo uno Slam, un’edizione delle Finals e 11 titoli dell’Atp è senza dubbio il nuovo fenomeno del tennis. Colui che sembra destinato nel breve periodo a prendere l’eredità del serbo leader del tennis mondiale. Nel circuito i colleghi lo chiamano la Piovra per la capacità di arrivare su ogni palla grazie a braccia e gambe lunghissime. Il suo è un tennis poco ortodosso, non certo per palati fini. Movimenti e colpi fanno parte di un repertorio personale costruito nel tempo

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Insomma, non è bello da vedere ma talmente efficace da anestetizzare gli avversari. Il rovescio incrociato è stato sempre il suo colpo migliore ma nel tempo si dotato anche di un dritto al fulmicotone che sul veloce diventa un’arma letale. Contro il russo o si riesce a giocare sopra ritmo, come ha fatto Jannik Sinner per una parte del match giovedì scorso, o si è inevitabilmente catturati dai suoi tentacoli.

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Tanto allenamento e grande attenzione ai dettagli. La privacy è sacra, della moglie Daria si sa poco o nulla. Le poche libertà che si concede via social sono riservate agli sponsor. Sul campo, invece, è un’altra persona. La sua genialità, a volte, si accompagna a una sregolatezza davvero intollerabile. Memorabile la lite con il pubblico di New York che durante gli Us Open del 2019 lo fischiò perché aveva strappato in modo brusco un asciugamano a un raccattapalle. Lui si voltò verso le tribune mostrando il dito medio, scatenando l’inevitabile putiferio. Del resto un assaggio l’abbiamo avuto anche a Torino proprio durante il match con Sinner. Per tutto questo oggi Daniil Medvedev è ammirato dagli appassionati, ma non amato come il suo talento meriterebbe. Una cosa, comunque, è certa: la Piovra non ha paura di nessuno.Le uniche persone che riescono ancora a mettergli pressione sono Olga e Sergey, i genitori. Per il Daniil bambino avevano scelto il nuoto. Fu lui a preferire il tennis, perché tirare la pallina contro un muro era più piacevole che tuffarsi in piscina. Papà e mamma sono stati i suoi mentori e hanno contribuito non poco a inculcargli una mentalità vincente.

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Caso Peng, la Cina rischia al gioco della censura (Guido Santevecchi, Corriere della Sera)

Tre foto della campionessa che posa tra animaletti di peluche e il suo gatto, «scoperte» e diffuse venerdì da un cronista della tv statale cinese. E ieri sera due video di Peng Shuai a cena in un ristorante, con il suo allenatore (il quale informa che «è sabato»). Questi brevi filmati sono stati pubblicati da Hu Xijin, direttore del Global Times, quotidiano in inglese del Partito. Nessuna spiegazione su come siano spuntate le immagini. Il tutto lanciato via Twitter (oscurato in Cina), perché è questo al momento il campo della partita sulla sorte della stella del tennis messa a tacere dal 2 novembre, dopo che aveva sostenuto con un drammatico messaggio sul web di essere stata violentata, anni fa, da un ex membro del Politburo comunista. È il terreno del social network occidentale che a Pechino hanno scelto per giocare con la libertà della giovane donna e per proteggere (con il silenzio ufficiale) il politico in pensione ma evidentemente sempre potente Zhang Gaoli, che fino al 2018 era stato vicepremier e uno dei sette del Comitato permanente del Politburo, il cuore del PartitoStato.

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La Wta (Women’s tennis association), minaccia di ritirarsi dal circuito cinese dei tornei «perché questa vicenda vale più degli affari»; stelle come Serena Williams e Naomi Osaka spingono la campagna perché Peng sia ascoltata in pubblico e rilanciano a milioni di follower su Twitter la protesta con l’hashtag #WherelsPeng. Novak Djokovic appoggia l’ipotesi di boicottaggio tennistico: «Sarebbe strano andare a giocare in Cina senza che la questione fosse risolta». Roger Federer e Rafa Nadal dicono che «tutta la famiglia del tennis si è riunita attorno a lei». L’Onu, con l’Alto commissariato per i diritti umani, invoca «un’inchiesta trasparente sull’accusa di violenza sessuale». La Casa Bianca vuole dal governo cinese «la prova indipendente e verificabile» di dove si trovi Peng. Gli Stati Uniti hanno già in mente un boicottaggio diplomatico dei Giochi a Pechino, a causa delle violazioni dei diritti umani, e la vicenda di Peng potrebbe dare la motivazione finale. Subito dopo la presa di posizione di Washington, venerdì sono arrivate le foto di Peng «a casa che si riposa». Poi i due videoclip al ristorante, con la donna sempre muta.

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Medvedev vince di slancio, “In finale senza faticare” (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

“Vai Gaspareeee”. Al roccioso Casper Ruud, 23 anni tra un mese, gran dritto e gambe da maratoneta – forse fiaccate dalla faticaccia di venerdì contro Rublev – non è bastato l’incitamento modello Foro Italico di un anonimo fan. Vittorioso quest’anno di cinque tornei, giunto all’appuntamento forse più prestigioso della carriera ha saputo opporre solo poco più di una dignitosa prestazione contro Medvedev, cedendo dopo 80 minuti di continue rincorse frustrate dai suoi errori e dai colpi sgraziati ma efficacissimi del russo, nove incontri vinti di fila in queste Finals, di cui è campione uscente, e reduce da una striscia positiva di 17 successi nelle ultime 19 partite giocate.

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Un boa constrictor dei campi da tennis, un personaggio assolutamente atipico – “gommoso”, lo ha definito in una recente intervista Berrettini – che come stile non ricorda certo Federer ma che comunque diverte, e che ha stregato anche un insospettato fan come Carlo Verdone, che pochi giorni fa in un videomessaggio ha esternato tutta la sua ammirazione per il numero 2 del mondo. POCHI ACES. Contro un avversari() che si intestardiva a sfidarlo da fondo campo, Medvedev ha conquistato un break sull’1-1 del primo set, chiudendo il secondo con una serie di cinque giochi di fila, dall’1-2 al 6-2, con l’ultimo punto arrivato grazie al primo “serve and volley” del pomeriggio.

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“Sono contento di come ho giocato, sono contento soprattutto di non aver dovuto faticare tanto, dopo le tre partite del girone tutte concluse in tre set.

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