ITF Orlando: no a ritiro per il freddo. Vera Lapko costretta a giocare per evitare multa e squalifica

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ITF Orlando: no a ritiro per il freddo. Vera Lapko costretta a giocare per evitare multa e squalifica

Lo sfogo della tennista bielorussa dopo la disavventura all’ITF di Orlando: “Il supervisor mi ha costretta a giocare nonostante stessi male per il freddo. Inammissibile. Sembrava volesse vendicarsi”

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Vera Lapko (Instagram - @veralapko)
Vera Lapko (Instagram - @veralapko)
 

Vera Lapko, n. 340 WTA, triste e sconvolta al torneo ITF 60K di Orlando. Durante il match dei quarti di finale che la vedeva opposta alla cinese Q. Zheng, Vera è costretta al ritiro perché in grandi difficoltà fisiche a causa delle pessime condizioni atmosferiche. Tuttavia, il supervisor le comunica che non è previsto il ritiro per “temperature rigide” e, qualora lasciasse comunque il campo, incorrerebbe in una multa e in una squalifica. Lo shock e la tristezza della giocatrice che dopo essersi sentita “costretta a giocare lo stesso”, ci riprova. Dopo un po’ il mal di gola le impedisce di continuare. Questa volta il motivo della rinuncia viene accettato e Vera si ritira sul 6-3 3-0 per l’avversaria.

La tennista di Minsk si sfoga raccontando l’accaduto in un lungo post sulla sua pagina Instagram:

Le condizioni meteo erano pessime: c’era tantissimo vento (31 km/h) e faceva molto freddo (quando ho cominciato il match c’erano 6-7 gradi). Ho cercato di scaldarmi prima dell’incontro ma era quasi impossibile a causa del vento, mi sentivo congelare e avevo troppo freddo alle mani per impugnare la racchetta e sentire la palla. Tuttavia, il supervisor Brad Taylor ha deciso che l’incontro si sarebbe svolto in un campo outdoor perché 1) ha detto che non c’era una regola che prevedesse di far giocare indoor a causa di temperature basse 2) non si potevano utilizzare i campi indoor dell’impianto poiché non erano stati previsti per i nostri match. Ero del tutto sconvolta per questa decisione e ho comunque tentato di giocare. Abbiamo iniziato e, dopo tre game, non sentivo le mani, ero congelata e avevo difficoltà a respirare a causa dell’aria fredda“.

A questo punto Lapko, considerate le difficoltà legate alle condizioni atmosferiche, decide di chiamare un MTO e la fisioterapista conferma l’impossibilità di continuare il match per la tennista bielorussa. Vera decide di ritirarsi, dà la mano all’avversaria ed entrambe si apprestano a lasciare il campo. A questo punto, giunge il supervisor e, come riporta ancora Vera nel suo post, “egli afferma che “le tue motivazioni non sono considerate valide sul piano medico per un ritiro; se decidi di smettere di giocare perché hai freddo significa che lasci il campo, cosa che prevede una multa e una squalifica, per la quale non potrai disputare il prossimo torneo“. Questo è semplicemente ridicolo“, continua la tennista. “Ero scioccata dalle sue parole. […] Ho avuto la sensazione che volesse vendicarsi per il fatto che avessi discusso con lui in settimana sulle condizioni del torneo. Non ha davvero voluto aiutarmi in questa situazione e non ha cercato di capire il mio punto di vista. Mi ha detto inoltre che se mi fossi rifiutata di continuare l’incontro sarebbe stato “poco professionale” da parte mia, ripetendomi che avevo due opzioni: o continuare a giocare o, in caso di abbandono del campo, sarei incorsa in una multa e nella squalifica per il prossimo torneo. Ero talmente delusa e sconvolta che mi è venuto da piangere e l’ho pregato di capirmi, insistendo che non avrei potuto giocare in queste condizioni. Ma è stato irremovibile“.

Estremamente turbata, Vera decide comunque di continuare la partita: “Non volevo rischiare di saltare il mio prossimo torneo che sarebbe cominciato la settimana successiva. Ero così distrutta da non poter giocare normalmente. Non sapevo neanche quale fosse il punteggio. Ho continuato a giocare e sentivo l’aria fredda in gola. Dopo un po’ ho richiamato il fisio e gli ho chiesto di poter smettere a causa del mal di gola. Inaspettatamente, tale motivazione è stata accettata ed ho potuo ritirarmi. Ma, ancora una volta, ciò che è accaduto durante il primo MTO è davvero incredibile… Perché forzare gli atleti a fare una simile scelta e obbligarli a giocare in tali condizioni? Sembrava davvero si trattasse di una “vendetta” verso di me da parte del supervisor […]”.

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