Wimbledon day 3, da non perdere: Bublik, Kyrgios e Cocciaretto

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Wimbledon day 3, da non perdere: Bublik, Kyrgios e Cocciaretto

LONDRA – Tennis frizzante e imprevedibile con Alexander e Nick, mentre Elisabetta studia da erbivora

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(da Londra, il nostro inviato)

Elisabetta Cocciaretto – Irina-Camelia Begu
Non me ne vorrà la simpatica Irina Camelia, che gioca bene con tutti i fondamentali, ma l’interesse tecnico per questa partita è la nostra trottolina terribile Elisabetta, che ha fatto polpette dell’amica Martina Trevisan (troppo “terraiola” come impostazione) nel primo turno, scoprendosi giocatrice da erba quasi a sorpresa. “Ma quanto ti filava il rovescio oggi?”, le ho chiesto dopo il match. “Hai visto, si?”, mi ha risposto con un sorrisone da un orecchio all’altro. In effetti, osservato da bordocampo, il colpo bimane di “Coccia” è una splendida pallata tesa e poco liftata, perfetta per i prati. Anche i movimenti dei piedi, e la capacità naturale di tenere il baricentro basso, fanno di Elisabetta una potenziale erbivora di grande qualità, sperando che finalmente i problemi fisici siano un ricordo.
Consigliata ai nostalgici della mitica “Cipollina” Cibulkova, perchè Cocciaretto potrebbe diventare una giocatrice simile.

Dusan Lajovic – Alexander Bublik
Da un lato, un giocatore classico, splendido stilisticamente, rovescio a una mano, grande tocco a rete, uno dei pochi “dinosauri a tutto campo” rimasti nel circuito. Dall’altro, un pazzo furioso (in senso sportivo, s’intende), dotato di talento infinito, potenza totale alternata a tocchi da prestigiatore, con tanto di vezzo del servizio da sotto ogni tanto, alternato a seconde palle sopra i 200 kmh. Dusan e Alexander potrebbero dare tranquillamente vita a un match memorabile per varietà tecnica, così come sbagliare l’impossibile e offrire uno spettacolo mediocre. Personalmente, propendo molto per la prima ipotesi.
Consigliata a quelli che adorano farsi sorprendere da soluzioni folli e divertentissime.

Filip Krajinovic – Nick Kyrgios (day 4)
L’ordine opposto al caos. Più che il tennis in se stesso, fra “soldatino” Filip e l’anarchico Nick, la differenza è nella visione dello sport, dell’agonismo, e forse anche della vita. Tradotta sul campo, questa distonia può diventare affascinante. Come giocano i due lo sappiamo: un bel giocatore solido in tutti i fondamentali, senza picchi tecnici straordinari, con tanta solidità mentale, contro un talento clamoroso per capacità di accelerazione della palla, capace di trovare qualsiasi angolo e rotazione, sia usando la manualità, che con estrema violenza. Di solidità mentale non se ne parla (anche perchè sarebbe numero uno da anni, se avesse quella che semplicisticamente si suol definire “testa”). Non so cosa combineranno, ma ritengo difficile che non sia divertente.
Consigliata a chi si appassiona ai litigi con arbitro e pubblico quasi di più che a passanti e volée.

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