United Cup, Swiatek: “In singolo ho il controllo, ma in doppio contro gli uomini...”

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United Cup, Swiatek: “In singolo ho il controllo, ma in doppio contro gli uomini…”

Polacchi incontenibili dopo la qualificazione in semifinale. “Il doppio misto decisivo è fantastico” dice Iga. Hurkacz ribatte: “E io posso incasinare tutto”

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Agnieszka Radwanska e Iga Swiatek – United Cup 2023 Brisbane (foto: Tennis Australia/ SCOTT DAVIS)
 

Sotto 1-2, la Polonia è riuscita a rimontare la squadra azzurra vincendo la City Final di Brisbane al doppio, con Iga Swiatek e Hubert Hurkacz nell’occasione troppo forti per Camilla Rosatello e Lorenzo Musetti. Una vittoria che è valsa la qualificazione a entrambe le squadre, dal momento che l’Italia è passata come migliore sconfitta ai (tre) “quarti” in virtù della miglior percentuale di set vinti nei tre tie disputati.

Il team capitanato da Vincenzo Santopadre giocherà la semifinale contro la Grecia, mentre la Polonia affronterà gli Stati Uniti, che vantano un impressionante bilancio di 13 rubber vinti e 2 persi. Una sconfitta, quella azzurra, che non dispiace poi tanto. Non che la Grecia, peraltro prima testa di serie della United Cup, sia avversaria facile, perché è vero che ha “solo” Tsitsipas e Sakkari, ma è anche vero che quei due giocano tre dei cinque match di ogni sfida. E, in ogni caso, se le seconde linee sono ben lontane dalle zone alte del ranking, sono incontri che bisogna vincere sul campo con la pressione dell’obbligo di riuscirci. Non ci è riuscito il belga Zizou Bergs, sconfitto dal n. 803 Stefanos Sakellaridis (sì, il fratello di “slice” Sapfo).

Mentre era ancora in corso l’incontro tra ellenici e croati e ci si scervellava su chi preferire come avversari per gli azzurri, la risposta è stata fornita dal doppio di livello davvero alto a cui le due compaginihanno dato vita: è preferibile… evitare il 2 pari dopo i singoli. Ma torniamo ai polacchi per sentire come hanno vissuto la giornata.

 

Domanda. Hubert, tu e Iga avere giocato il doppio decisivo. Eravate fiduciosi tatticamente? Avete già giocato un paio di volte, qual è stata la combinazione che ha dominato gli italiani?

Hurkacz: “Merito di Iga, ha davvero giocato in modo fantastico, rispondeva potente al servizio di Lorenzo e aiutava a mettere pressione a rete. Non c’è stata una gran tattica.”

D. Iga, sei la più giovane ma anche la n. 1 del mondo e ci si aspetta che tu vinca sempre, immagino che questo ti metta un po’ di pressione. Ti piace questo ruolo di leader nella squadra?

Capitan Radwanska, ridendo: “Non ha scelta.”

Swiatek: “Non mi considero una leader. Voglio solo tirare fuori il mio tennis migliore, è quello che so fare. Ma, come hai detto, sono la più giovane. Gli altri hanno giocato in Coppa Davis e in Fed Cup per così tanti anni che sanno meglio cosa significhi far parte di una squadra e avere quel peso sulle spalle in campo. Io mi ci sto ancora abituando, ma anch’io mi sono abituata alla pressione, specialmente nell’ultimo anno. Sento però che è uno sforzo di squadra, che non devo portare tutto il peso. Nel misto non ho esperienza, posso giocare con poche aspettative e oggi ha funzionato.”

D. Entrambi avete vinto grandi match in singolo, a volte in doppio. Com’è quando è il doppio misto a decidere l’esito della settimana a Brisbane?

Swiatek: “Da una parte è fighissimo, formato differente, emozionante. Dall’altra, in singolare so di avere il controllo completo su quello che succede, a volte. Qui gioco contro gli uomini, è più difficile avere quella sensazione…”

Hurkacz: “E poi ci sono io che posso incasinare un po’ le cose.”

Swiatek: “Non sapevo come avrei gestito il cambio di ritmo, giocando un punto contro una ragazza e poi contro un uomo. Però, avere Hubi che tiene i suoi servizi e mette pressione a rete con quell’estensione alare quando servo io mi dà parecchia fiducia.”

D. Hubi, stessa domanda. Ti sei divertito tornare in campo con Iga?

Hurkacz: “Innanzitutto, è grazie a Magda che abbiamo giocato con qualcosa in palio. È stato divertente farlo insieme a Iga per vincere il tie. È solo il secondo misto della mia vita, ma ci divertiamo in campo e la squadra ci dà energia.”

D. Magda, dovevi vincere per tenere in vita la tua squadra: com’è stato? Perché hai giocato bene e ti stai costruendo un bel bilancio quando giochi per la Polonia.

Linette: “Sì, mi ci sono abituata con la Billie Jean King Cup. Conoscevo la mia avversaria, ho cercato di rimanere concentrata su me stessa senza pensare al punteggio del tie, svolgere il mio compito più in fretta possibile. Ero molto contenta di essere riuscita a usare l’energia della squadra tenendo però separate le de cose mentalmente”

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ATP Next Gen, Race to Jeddah: tanta Francia tra i possibili partecipanti al torneo arabo

Si disputerà a Gedda l’edizione 2023 delle Next Gen Finals. Ecco la situazione aggiornata

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Arthur Fils – Coppa Davis 2023 (credit: Getty Images for ITF)

Si comincia a fare i calcoli anche in chiave ATP Next Gen Finals. Dopo 5 edizioni il torneo riservato agli 8 migliori under 21 della stagione si sposta da Milano a Gedda, in Arabia Saudita. Data per certa la partecipazione di Alcaraz alle Finals torinesi e per possibile quella di Rune, è giusto allargare a 12 l’elenco degli attuali migliori giovani dell’anno, tra i quali appare per la prima volta tra i migliori 10 il francese Arthur Cazaux.

Dietro i primi due della classifica, c’è la bella scoperta di Ben Shelton esploso agli US Open e che si è messo in evidenza anche alla “Laver Cup”. Il classe 2002 americano precede di appena cento punti il nostro Lorenzo Musetti (la cui adesione all’evento rimane tutta da verificare).

Quinto in classifica Arthur Fils, salito attualmente al n. 44 nel ranking ATP. Tanta la differenza tra il francese e il quinto in classifica, il suo connazionale Luca Van Assche, classe 2004, uno dei più giovani della Top Ten. Ma se in Coppa Davis la Francia ha appena dovuto digerire una pesante eliminazione, Oltralpe possono consolarsi con la crescita delle giovani leve.

 

Pochi i punti che separano il francese da Stricker, ben 21 per la precisione, settimo in classifica. A chiudere la Top Ten c’è Alex Michelsen, un altro talento americano da tener d’occhio. Al nono posto del ranking valido per la Next Gen c’è Hamad Medjedovic, classe 2003,  che ha 11 punti di vantaggio sul francese Cazaux, per la prima volta in Top Ten, e 32 sull’azzurro Flavio Cobolli. Altro francese in dodicesima piazza, Terence Atmane pronto a subentrare in caso di assenza di qualche “big”.

Brandon Nakashima vinse l’edizione 2022: l’americano è stato il quinto campione delle Next Gen Finals, l’ultima manifestazione tenutasi a Milano.

PosizioneGiocatoreNazionePuntiNato nelClassifica ATP
1AlcarazSpagna817520032
2RuneDanimarca305520034
3SheltonUSA1455200220
4MusettiItalia1345200218
5FilsFrancia953200444
6Van AsscheFrancia597200469
7StrickerSvizzera576200290
8MichelsenUSA5182004110
9MedjedovicSerbia4852003120
10CazauxFrancia4742002125
11CobolliItalia4532002122
12AtmaneFrancia3762002147

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Novak Djokovic a Roma protagonista alla Ryder Cup

Il serbo si è cimentato sul green: con lui altre celebrità del mondo dello sport

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Novak Djokovic alla Ryder Cup (foto Instagram @atptour)
Novak Djokovic alla Ryder Cup (foto Instagram @atptour)

Profumo di golf nella capitale. A Roma, infatti, è tempo di Ryder Cup e l’evento è stato celebrato dalla presenza di vip e sportivi. Il Marco Simone Golf & Country Club ha accolto i “campioni” per l’All Star Match cominciato all’ora di pranzo.

Non sarà l’erba di Wimbledon, ma rischia di trovarsi comunque a suo agio: Novak Djokovic, tennista più vincente nella storia dei tornei del Grande Slam, è tra i protagonisti della giornata romana. Con lui anche il calciatore Gareth Bale, Leonardo Fioravanti, surfista italiano qualificato per le Olimpiadi di Parigi 2024, lo youtuber Garrett Hilbert e il numero uno mondiale degli atleti paralimpici, l’inglese Kipp Popert.

Uno show unico nel quale si affrontano le squadre guidate dallo scozzese Colin Montgomerie e dallo statunitense Corey Pavin, rispettivamente alla guida del Team Europe e del Team Usa alla Ryder Cup del 2010 quando in Galles i fratelli Molinari, Francesco ed Edoardo, fecero il loro debutto vincente nel torneo.

 

Nole è stato inserito nel “Team Montgomerie“.

Fanno parte del “Team Pavin”, Carlos Sainz, pilota della Ferrari, Andriy Shevchenko, Pallone d’Oro nel 2004, Victor Cruz, ex giocatore di football americano, l’attrice hollywoodiana Kathryn Newton e l’altro giocatore paralimpico, Tommaso Perrino, numero 6 del ranking e CT della Squadra Nazionale Paralimpica Maschile e Femminile della Federazione Italiana Golf.

L’ultimo mese di Novak Djokovic è stato a dir poco straordinario. Un campione totale protagonista nel tennis, spettatore nel basket e adesso sul green del golf. Aveva celebrato l’impresa dell’Arthur Ashe Stadium ricevendo dai suoi concittadini una grande testimonianza di affetto in patria assieme alla nazionale di pallacanestro, finalista ai mondiali di basket. Dopo aver portato la Serbia alle Finals di Coppa Davis, adesso si dedica al suo amato secondo sport.  

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ATP Pechino, Daniil Medvedev suona la carica: “Obiettivo finale contro Alcaraz. Ma sarà molto dura arrivarci”

Il russo ha parlato anche delle condizioni dei campi: ” Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace”

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Daniil Medvedev - ATP Madrid 2023 (foto: twitter @MutuaMadridOpen)

Archiviata l’amara finale dello US Open per Daniil Medvedev è il momento di voltare pagina. Il russo ha parlato alla viglia dell’ATP 500 di Pechino, un torneo, tabellone alla mano, composto da nomi altisonanti. Durante il Media Day Daniil ha affrontato diversi argomenti spaziando dal suo rapporto con la Cina fino ad una possibile finale contro Alcaraz.

IL RAPPORTO CON LA CINA

Sono arrivato due giorni fa, finora va tutto bene. Adoro tornare in Cina, quindi non c’è molto altro da aggiungere, non vedo l’ora che inizi il torneo. È la mia prima volta a Pechino, per ora mi piace, a parte questo microfono (ride)”. Il russo ha espresso anche il desiderio di visitare i grandi monumenti della capitale, nonostante il poco tempo a disposizione. “Mi sto davvero godendo il tempo trascorso qui, anche se, come al solito durante un torneo, non c’è mai molto tempo per visitare la città. Mi piacerebbe andare sulla Grande Muraglia se avessi tempo. Il fatto è che meglio gioco, meno tempo ho, quindi spero di non avere quel tempo. Se non gioco bene, almeno posso visitare Pechino”.

 

IL FINALE DI STAGIONE

A volte la fine della stagione può essere complicata – una volta finiti i quattro Slam – quindi bisogna trovare un’altra motivazione. Allo stesso tempo, qui siamo tutti competitivi, quindi per me la motivazione è sempre quella di provare a vincere. È la mia prima volta a Pechino, la squadra è fortissima, quindi se vinci è fantastico. Sarà un bellissimo ricordo, una sferzata di fiducia. Ci sono ancora alcuni grandi tornei davanti a me, quindi se riuscirò ad alzare il mio livello in questo finale di stagione, sarà tutto di guadagnato per l’anno prossimo. La motivazione – sostiene Medvedev – è provare a fare tutto questo, continuare a dimostrare a te stesso che puoi vincere questi grandi tornei, grandi titoli, contro grandi avversari“.

IN FINALE CONTRO ALCARAZ?

Il russo dimostra fiducia in sè stesso quando gli viene posta la domanda su una possibile finale contro Alcaraz. “Penso che se dovessimo affrontarci questa settimana, saremmo entrambi felici, dato che saremmo entrambi in finale. È un buon obiettivo e cercherò di realizzarlo. Allo stesso tempo, come ho detto, ci sono tanti grandi giocatori. Medvedev riflette anche sulla difficoltà del tabellone: “E’ molto dura, è come se fosse il sorteggio di un Masters 1000 o di uno Slam. In un certo senso è ancora più dura di uno Slam, dove non ci sono primi turni così complicati. Sarà molto interessante, penso che sia molto raro vedere un ATP 500 così forte, sarà interessante vedere chi giocherà meglio. Penso che vedremo risultati diversi tra le teste di serie, molte di loro possono perdere al primo turno, qui non sono partite facili”.

LE CONDIZIONI DI GIOCO E LA CULTURA CINESE

I campi sembrano molto buoni – sostiene il n.2 del seeding – mi sono allenato ieri e anche oggi. Sembrano a posto, sono sicuro che ci sarà molta gente durante le partite, ho sentito solo cose positive. Essendo la mia prima volta devo sperimentare di tutto, a livello ATP ho giocato solo a Shanghai e mi è piaciuto molto, penso che sarà lo stesso anche qui. Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace. L’unica cosa è l’uscita delle palle, che diventano grossissime questo per il gomito non va bene. 

Infine c’è tempo anche per una riflessione sulla cultura cinese: “Nel complesso, è una cultura molto diversa da quella russa, ma penso che possiamo trovare alcune somiglianze con l’Occidente, motivo per cui mi sento sempre il benvenuto qui. Appena arrivo noto l’energia di questo grande Paese, mi sento a casa, per questo amo ritornare. Non mi dà fastidio venire qui perché è la fine della stagione, anzi, mi piace giocare ed essere qui, la gente lo sente”.

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