[4] E. Rybakina b. [Q] S. Bejlek 6-1 6-3
Non inganni il punteggio e nemmeno l’elapsed time: il 6-1 6-3 in poco più di un’ora e un quarto non rende giustizia alle virtù tennistiche di Sara Bejlek e finisce per sottolineare soprattutto la grande disparità di efficacia delle due battute a confronto. La diciottenne ceca ha ingaggiato battaglia sin dall’inizio, sorprendendo la più forte rivale ad arrancare in più di un’occasione sulle tracce del suo dritto mancino. Bejlek ha cercato di costruire le sue trame ma ha trovato presto una Rybakina in buona giornata, propositiva e meno pigra che in diverse altre occasioni.
La ragazzina meritava evidentemente cautela: il rischio di lasciarla parlare con i suoi colpi di rimbalzo assai pesanti era concreto ed Elena non ha mai smesso di spingere per tenere in campo le distanze che (ancora) esistono nel ranking. Ha avuto ovviamente ragione lei, ma di Sara Bejlek sentiremo parlare ancora: il suo tallone d’Achille è certo la battuta e sul colpo in questione ci sarà da lavorare affinché le avversarie non attingano punti in quantità come oggi ha fatto Rybakina.
Il match
La piccola Sara non prova timori reverenziali al cospetto della campionessa kazaka e spinge con entrambi i colpi di rimbalzo. Rybakina, che ogni tanto parte lentamente o accusa piccoli cali di attenzione, oggi è ben desta e comincia con una buona percentuale di prime palle (due su tre nei primi due game alla battuta); è il segno che non intende sottovalutare la diciottenne ceca. Il dritto della giovane mancina è profondo e causa iniziali imbarazzi nella quarta testa di serie, che si ritrova a colpire in ritardo in lungolinea. Bejlek prova a sollecitare la kazaka anche con la palla corta e in generale il livello degli scambi sale presto di qualità.
La differenza tra le due contendenti è però come detto molto semplice da individuare, anche perché tra le due tenniste corrono circa trenta centimetri di statura. Elena serve come detto con buona continuità, mentre lo stesso non si può dire di Sara: la ceca riesce a servire un ace (nel terzo game), con perfetto timing e traiettoria a uscire, ma anche quattro doppi errori, di cui due consecutivi che regalano un break alla rivale. Rybakina non mette assi ma nemmeno doppi fall ed è ben attenta a non esporsi troppo spesso con la seconda palla al contrattacco dell’avversaria per tenere il comando dello scambio.
La stella kazaka spinge magnificamente con il dritto a uscire e colpito molto alto; spesso le riesce di far ripartire il gioco e di prendere in mano il comando. I primi tre game sono altrettanti break e Rybakina deve esprimere il meglio di sé per tenere la battuta nel quarto game dopo due palle-break, dopo averne concesso ben cinque nel secondo. La campionessa di Wimbledon 2022 si rinfranca e dal 3-1 spicca il volo per aggiudicarsi il set al settimo game. La battuta di Bejlek è troppo tenera per contenere le iniziative, oggi piuttosto affilate, della rivale: Sara non tiene mai il proprio turno, subendo un complicato zero su nove quando manda oltre la rete la battuta di scorta.
Nel secondo set Rybakina comincia se possibile anche meglio in termini di precisione con la prima palla e adotta un atteggiamento particolarmente aggressivo; Bejlek rischia concretamente di naufragare e alza opportunamente la frequenza di prime palle in campo. In tal modo la ceca difende i primi due turni al servizio, senza però poter fare molto in ribattuta. Nel quinto game la kazaka scende per ben due volte vicino al net, ribellandosi al primo punto ceduto all’avversaria con un rovescio in rete, e sale 3-2 con buona autorità; il buon momento la convince a spingere in risposta e le occasioni fioccano da subito. Elena si procura tre palle-break, che Bejlek annulla con personalità e un dritto lungolinea sontuoso quanto pieno di coraggio.
La numero quattro del ranking non vuole mollare la presa e ne pesca una quarta, che trasforma con una risposta di rovescio lungolinea. Sembra l’inizio della fine ma la giovane ceca non si arrende e opera il controbreak, salvo poi cedere di nuovo alla pochezza della propria battuta. Bejlek si reca in risposta per salvare la partita sul punteggio di 3-5 e sfodera gli artigli: annulla due matchpoint ma soprattutto si procura cinque palle-break, manovrando splendidamente con i colpi in lungolinea e risorgendo da frangenti apparentemente compromessi. Rybakina però non batte ciglio e si affida a sua volta alla bontà della sua battuta, raggiungendo il meritato 6-3 dopo un’ora e diciassette minuti di bel tennis.
Y. Putintseva b. [10] D. Kasatkina 3-6 6-2 6-2
Sarà Yulia Putintseva la prossima rivale di Elena Rybakina; la numero 50 del ranking infrange i valori della classifica e sorprende Daria Kasatkina con pieno merito. La favorita della vigilia incamera il primo set e conquista una palla-break all’inizio della seconda partita, ma la chance sfuma e qualcosa muta. Daria va smarrendo la pazienza e la lucidità che l’avevano assistita nel set precedente e soffre di più di fronte ai ganci di dritto della rivale, che dal punteggio di 2-2 cambia marcia e domina per quattro game consecutivi, strappando con autorità il diritto a disputare la frazione decisiva.
La sua buona vena continua e si sostanzia in un dritto che Yulia continua a giocare ben assistita delle gambe che aggirano ancora al meglio la pallina per colpire con lo sventaglio. La sfida sale di contenuti e Putintseva pare disporre della pazienza necessaria per disinnescare le soluzioni precisissime e velenose di Kasatkina, non forti ma vicinissime alla linea di fondo della russa. Daria insiste soprattutto con il rovescio in lungolinea per spostare sulla destra la kazaka e boicottare il suo spostamento a sinistra per incidere con il dritto, ma la rivale contiene le stoccate e può ripartire.
Le ragazze impiegano venti scambi per dirimere la questione nel quinto game: Kasatkina arriva per ben quattro volte alla palla-game, ma le sue ambizioni rimbalzano sulla fibra di metallo della kazaka. Yulia risolve il delicato frangente di gioco non semplicemente con il formidabile drive ma anche ricorrendo al tocco di due dropshot consecutivi, spruzzate di genio e follia che danneggiano i circuiti di Daria, che poco dopo si annulla da sola una occasione per il 3-3 con un doppio errore. C’è il break: la testa di serie numero dieci in risposta sul 2-4 arriva alla palla per il contro break, ma un dritto dal centro verso sinistra di Yulia le fa appassire le ultime speranze: troppo solida oggi la ventinovenne nata a Mosca. Al 5-2 fa presto seguito il 6-2 che premia Putintseva e apparecchia la sfida dei quarti di finale tra le due kazako-moscovite.
[18] M. Keys b. [3] C. Gauff 7-6(4) 4-6 6-4 (Paolo Pinto)
Sarà Maddison Keys l’avversaria di Ons Jabeur ai quarti di finale della Mutua Madrilena Open. Vince il derby statunitense con la connazionale Coco Gauff 7-6(4) 4-6 6-4 in due ore e 31’. Gara ricca di alti e bassi, ma molto bella dal punto di vista della qualità espressa dalle due giocatrici. È la seconda vittoria consecutiva ottenuta da Keys nei confronti diretti con Gauff: ora la n. 20 del mondo è avanti 3-2 nelle gare disputate con la connazionale.
La finalista degli US Open 2017 è arrivata a Madrid dopo aver perso al primo turno in sette delle sue nove precedenti trasferte a Madrid, ma un quarto di finale quest’anno migliora il suo record precedente, che era un terzo turno nel 2016.Tanti pensieri resteranno nella testa di Coco fallosa al servizio e incapace di chiudere un primo set a lei favorevole e soprattutto un terzo parziale in cui era avanti di un break, 4-2. 13 doppi falli sono stati il marchio di fabbrica negativo di Gauff che esce proseguendo una primavera complicata.
Primo parziale che comincia con Gauff costretta a salvare una palla break, ma poi sale di livello nella fase centrale del primo parziale andando a servire per il set sul 5-3. Entrambe puntano molto sul proprio rovescio e appena hanno l’opportunità mettono pressione alla dirimpettaia entrando piedi in campo. Coco smarrisce la prima, vede piovere doppi falli e perde due volte consecutive il turno di servizio. Keys va a servire per il set quasi a sorpresa. Gauff fa valere la forza dei suoi colpi e piazza il controbreak. Si va al tiebreak e sul 4-4 si spegne la luce in casa della testa di serie n. 3. Al primo set point Keys chiude e va avanti nel computo dei parziali.
La reazione di Gauff non si fa attendere ma attenzione è una gara dove i turni di servizio servono a poco perché entrambe sfruttano al meglio la propria risposta. Break e controbreak per arrivare nei primi due giochi poi anche nel quinto e sesto. Il terzo break consecutivo fa salire 4-3 e servizio Gauff.
La n. 3 del mondo ha ben tre set point sul servizio di Keys ma non li sfrutta anche per meriti della connazionale che mette i piedi nel campo e manovra bene col dritto per cancellare le chances di Gauff. Beffa dietro l’angolo? No, ma solo perchè Keys sbaglia molto in lunghezza con il rovescio. Pareggiato il computo dei set, fisicamente sembra la campionessa dell’Us Open 2017 a star peggio tra le due. Gauff sale 4-2 e servizio ma è proprio questo il problema. Torna a balbettare smarrendo la prima e incappando nell’incubo doppio fallo. Senza le certezze del servizio, tutto si fa complicato per Gauff. Keys è la più regolare, sbaglia poco e lascia andare i colpi. Sono quattro i games consecutivi che fanno saltare il banco e mandano l’americana più “anziana” per la prima volta ai quarti di Madrid.