Al corso GPTCA di Milano va in scena la metodologia creativa di Castellani

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Al corso GPTCA di Milano va in scena la metodologia creativa di Castellani

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Bettona, GPTCA Mental Coach
 

TENNIS – Un esempio di metodologia creativa da parte del celebre coach Alberto Castellani durante il corso della Global Professional Tennis Coach Association (GPTCA) tenutosi a Milano dal 14 al 16 novembre. Di Manuel Pellizzaro

In occasione del corso della GPTCA tenutosi a Milano dal 14 al 16 novembre, Alberto Castellani ha dato prova di quella che possiamo definire metodologia creativa.

Dito indice davanti la bocca in segno di silenzio, cartellone “LA CREATIVITÀ NON HA BISOGNO DI MOLTE PAROLE” fatto passare fra i partecipanti ed il silenzio che si propaga nel palazzetto. Gli occhi sbarrati e rivolti sul protagonista di questa ennesima provocazione, lo stupore che si diffonde fra i partecipanti, l’incredulità mista a curiosità ed infine lui, Alberto Castellani, al centro del campo. Nessuna spiegazione, nessuna parola, nessun respiro, tutti meravigliosamente concentrati a capire che cosa stesse succedendo in quella mattinata piovosa.

Lo studio attento e preciso dell’emozione della noia, con i ragazzi volutamente annoiati e demotivati e precedentemente istruiti dallo stesso Alberto Castellani, lui che lancia le palle dal cesto senza ritmo, senza passione, senza attenzione tanto che gli squilla il telefono e risponde continuando a lanciare le palline non accorgendosi che i ragazzi non erano nemmeno in fila, ma stavano parlando e giocando a tre sette. La titubanza da parte dei partecipanti cresce sempre più così come il dubbio di essere entrati nel posto giusto e di avere davanti il maggiore esperto di tecniche comunicative, emozionali e mentali al mondo.

Ma Alberto Castellani è tutto questo ed altro.

Sorprendendo tutti con un cenno impercettibile, parte una musica carica di energia e ritmo. Alberto, volutamente, quasi come fosse il protagonista del libro più famoso di Robert Louis Stevenson (Strange case of Dr. Jeckill and Mr. Hyde) investito da una strana sindrome bipolare volontaria, si sveste dei panni del maestro vecchio, monotono e decadente ed inizia con esercitazioni basate sulle capacità coordinative, cambi di direzione, ritmo, di intensità altissima, di elevato impegno neuromuscolare, con strumenti come Fit Ball, bosu, coni, cuscinetti atti a infondere gioia, motivazione ed allegria. La frenesia e l’adrenalina iniziano a serpeggiare fra i partecipanti che immediatamente comprendono che tutto era voluto, tutto era stato studiato nei minimi dettagli: il telefono, il dito indice, il tre sette fra i ragazzi, il senso di noia e monotonia.

La metamorfosi era avvenuta. La lezione monotona, lenta e priva di stimoli si era trasformata in una lezione dinamica, movimentata ed esageratamente coinvolgente. Gli applausi spontanei e scroscianti si facevano spazio fra le poche note basse di una musica incalzante e prorompente. L’alternanza di stimoli negativi a positivi è piaciuto molto ed ha riscosso enorme successo. La provocazione sulla metodologia creativa che rompe le regole e le convinzioni insite nella maggior parte degli insegnanti di tennis, dove una cosa detta in quel modo non può esser cambiata o non può essere migliorata, è stata colta perfettamente da tutti i corsisti. Alla fine, c’è stata una standing ovation per Alberto Castellani, per essere riuscito a coinvolgere in modo trasversale tutti i presenti. Al termine della sua presentazione c’è stato un ulteriore interessantissimo intervento specifico sulla preparazione fisica di Drago Madalin Luscan.

Manuel Pellizzaro

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