Michael Llodra entra a gamba tesa dopo la sconfitta di Davis

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Michael Llodra entra a gamba tesa dopo la sconfitta di Davis

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TENNIS – Il talentuoso simbolo del tennis che fu dimostra di non essere mai banale, anche fuori dal campo


Michael Llodra è l’artista contemporaneo che guarda al passato. È la finestra su un mondo che non esiste più, è la metafora vivente di un tennis che sembra appartenere a un’altra era geologica, con i piedi sempre ben piantati dentro al campo e lo sguardo rivolto costantemente alla rete.
Adesso ha annunciato il suo ritiro in singolare (anche se già si parla di una possibile apparizione al Roland Garros), si sta riprendendo da una operazione al suo sublime braccio mancino, non ha alcuna intenzione di mollare i tornei di doppio.
E in queste parole rilasciate a l’Equipe dimostra il peso del suo carisma nel mondo del tennis transalpino e che non fosse casuale la sua presenza al fianco di Arnaud Clement nella finale Davis, come motivatore, ma forse anche qualcosa di più.
Il maestro del tennis perduto parte con una stoccata all’allenatore dei Bleus: “Mi è dispiaciuto che Clement non mi abbia chiamato per lo stage di allenamento che ha preceduto la finale. Non chiedevo ovviamente di essere inserito nella rosa dei quattro convocati per la finale, ma volevo almeno una chance per mostrare quello che avrei potuto fare. Sono rimasto molto deluso anche perché io e lui ci conosciamo molto bene e siamo amici. In questa stagione, ho contribuito a conquistare un punto molto importante (il punto nel doppio ai quarti di finale contro la Germania, che era avanti 2-0 dopo il primo giorno). Senza quello probabilmente non avremmo nemmeno giocato la finale”.
Poi non risparmia un buffetto anche a Yannick Noah, altra figura decisamente ingombrante nel panorama d’oltralpe: “Credo che sia stata una polemica maldestra, che non doveva essere sollevata pubblicamente. Posso capire sia Yannick, che ha voluto esprimere il suo amore per la maglia, sia Clement, ma non mi sento di giudicare il lavoro di Arnaud”.
E infine getta il carico da novanta, sfiorando il politicamente scorretto, con una stroncatura esplicita della provocazione di Toni Nadal il quale, non si capisce a che titolo, suggeriva Amelie Mauresmo sulla panchina francese: “Adoro Amelie, ma non ce la vedo proprio in quel ruolo. Non riesco a immaginarla gestire un team di uomini, di personaggi carichi di uno smisurato ego. Con un solo giocatore come Murray ci riesce, ma non penso sarebbe in grado di fare lo stesso con una squadra. In quella posizione occorre un uomo”.
Di certo però a Llodra non manca il carisma, qualità difficilmente allenabile che non risente del mutare dei tempi e delle stagioni.

Riccardo Urbani

 

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