Roland Garros interviste, Novak Djokovic: "Sono un pescetariano"

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Roland Garros interviste, Novak Djokovic: “Sono un pescetariano”

Roland Garros interviste, secondo turno: N. Djokovic b. S. Darcis 7-5 6-3 6-4. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Quello di oggi non era un match facile. Quando ti tiri fuori da un match come questo, sei felice per la vittoria o preoccupato per le cose che non vanno nel tuo gioco?
Sono contento di aver risolto la faccenda in grassetto ma comunque, ci sono alcune cose del mio gioco che non mi piacciono affatto. Troppi errori non forzati nel primo e nel secondo colpo dello scambio. Comunque riconosco a Steve di aver giocato con molta varietà e aver mischiato le carte, non è facile perché lui è molto veloce e anticipa la giocata molto bene. Devo dire che in tutti e tre i set quando avevo un break di vantaggio, ho permesso a Steve di rientrare e lottare; riuscivo a perdere il servizio troppo facilmente. Spero che non accadrà di nuovo nei prossimi round.

Non riguarda il tennis, ma a Madrid hai detto di essere vegetariano. Sei vegetariano o no?
Sì, sì lo sono.

Nel prossimo round avrai Aljaz. Lo hai affrontato lo scorso anno agli Australian Open, cosa ti ricordi di quel match? In questi anni hai conosciuto meglio lui e il suo team?
Ci siamo allenati un po’ Montecarlo e in un paio di posti, parliamo la stessa lingua quindi è facile andare d’accordo. È un bravo ragazzo, è molto talentuoso, si muove molto veloce quando gioca la prima. Mi aspetto un match duro perché ora siamo al terzo turno e lentamente ci avviciniamo alla seconda settimana del torneo, non saranno più match facili.

Solo per essere precisi, hai appena detto di essere vegetariano. È una cosa recente? Credo che fino a poco tempo fa tu stessi mangiando carne.
La scorsa notte ho mangiato una grossa bistecca per oggi (ride). No, no è quasi un anno. Come lo chiami tu? Pescetariano? Un vegano che mangia un po’  di pesce qua e là.

Quando iniziato a lavorare con Boris molte persone hanno detto che non sarebbe durato, ma ora poi sei ancora lì punto. Per favore parlaci delle difficoltà che hanno dei grandi campioni a diventare allenatori e perché tra te e Boris va così bene?
Io penso che i top player cerchino nuovi modi per ispirarsi e, sai, condividere le loro esperienze con i migliori campioni di tutti i tempi. Boris Becker è qualcuno che ha accettato il nostro invito a far parte del nostro team e noi siamo molto grati che lo ha fatto perché negli ultimi anni abbiamo passato dei grandi momenti insieme. Abbiamo imparato molto sull’aspetto psicologico e come gestire le situazioni nel tour, dentro e fuori dal campo. Come ho già detto molte volte, lui è qualcuno che ha fatto esperienza diretta di questi particolari alti e bassi, le sfide le aspettative, e quindi lui può trasmettermi questo tipo di conoscenza ed energia. Il suo contributo alla squadra è molto grande e per questo tutto funziona in armonia virgola per quanto tempo durerà non lo sappiamo. Ci muoviamo anno dopo anno e alla fine di questo vedremo se proseguire ancora.

Hai detto che Boris ha accettato la tua richiesta come coach. Alcune persone hanno declinato il tuo invito?
Boris era la prima scelta.

Traduzione a cura di Paolo Di Lorito

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