Le U.S. Open Series non saranno più "Emirates"

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Le U.S. Open Series non saranno più “Emirates”

L’USTA ha deciso: fuori il colosso Emirates per fare spazio a una nuova iniziativa commerciale che garantirà investimenti per il settore giovanile. Proprio come in Italia…

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Il colosso dei cieli “Emirates” ha chiuso con un anno di anticipo la partnership settennale con le U.S. Open Series, i tornei nordamericani che precedono l’ultimo Slam della stagione e, stilata una speciale graduatoria, assegnano al vincitore un bonus in relazione al risultato maturato sui campi di Flushing Meadows. Per il circuito ATP i tornei interessati sono quelli di Winston-Salem, Atlanta e i due Masters 1000 di Cincinnati e Toronto/Montreal. Nel circuito WTA fanno classifica l’Open del Canada, Cincinnati, Stanford e New Haven. Non è infatti più conteggiato il torneo di Washington, presente nelle Series fino al 2014.

Stacey Allaster, CEO della federtennis statunitense (USTA), ha dichiarato che utilizzerà lo spazio commerciale appena liberato per promuovere la crescita dei giovani tennisti tramite un programma che deve ancora prendere forma. “Questa non è soltanto una piattaforma per fare soldi (a qualcuno in Italia fischiano le orecchie?, ndr), vogliamo usare il tennis professionistico per portare più bambini sui campi“.

Il cambio di rotta imposto dai vertici USTA segue quindi il preciso obiettivo di rafforzare alle fondamenta il settore giovanile. L’idea sarebbe nata dalla mente di Craig Morris, direttore generale della sottodivisione “Community Tennis and Youth Tennis” e in forza a USTA da 18 mesi dopo un passato in Tennis Australia. La strategia, pienamente condivisa da Allaster, prevede anche un mash-up tra eventi professionistici e giovani talenti, i quali saranno coinvolti assieme ai rispettivi allenatori nelle manifestazioni che fanno parte delle U.S. Open Series. Secondo il comunicato nuovi dettagli sull’operazione verranno diramati a marzo, e USTA conta di trovare un nuovo sponsor per foraggiare l’iniziativa.

L’uscita di Emirates dalla sponsorizzazione delle Series non intaccherà però gli introiti degli otto tornei statunitensi interessati, ovvero tutti quelli compresi nelle Series ad eccezione di due Open del Canada (Toronto e Montreal). USTA garantirà circa 250000 $ ad ogni evento, ammontare pressoché identico a quello previsto in precedenza. Anche senza il colosso degli Emirati quindi i vertici del tennis statunitense tengono fede alla scelta operata 14 anni fa di raggruppare tutti i tornei dell’estate nordamericana, per evitare – nelle intenzioni – che sembrassero una serie di eventi alla rinfusa. In Europa questa percezione è ovviamente minima e l’esistenza delle Series è sconosciuta ai più, ma oltreoceano sembra garantire profitti e “continuità” tra i tornei.

Dove finiranno invece i 90 milioni che Emirates aveva già iniziato a diluire per i sette anni di partnership, nonostante in passato l’ATP avesse messo in luce la “sovrapposizione di interessi” tra l’essere uno degli sponsor principali del circuito e al contempo sovventore delle U.S. Open Series? L’esborso non diminuirà. La compagnia aerea li lascerà confluire nel già esistente – e corposo – programma di sponsorizzazione dell’US Open. Il rinnovato sforzo economico verrà premiato con l’apposizione del marchio Emirates sulla tecnologia Hawk-Eye, nient’altro che il nostro “falco”. Il nuovo sponsor andrà a sostituire la società finanziaria JPMorgan Chase.

 

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