ATP Cincinnati: Kyrgios e Dimitrov per la finale "1000" più giovane

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ATP Cincinnati: Kyrgios e Dimitrov per la finale “1000” più giovane

Il bulgaro supera in due tie-break John Isner. Il secondo è uno dei più belli dell’anno, vinto dopo aver annullato tre set point. Stesso punteggio con Kyrgios che piega un coriaceo Ferrer. Per i due è la prima finale Masters 1000 in carriera

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Dal nostro inviato a Cincinnati,

[7] G. Dimitrov b. [14] J. Isner 7-6(4) 7-6(10)

Non c’è nessuno dei Fab 4 impegnato nelle semifinali odierne per la prima volta dal torneo di Bercy 2012, ed un po’ l’atmosfera nel Lindner Center ne risente: i cacciatori di autografi intorno alla passerella che conduce dall’ingresso alla players’ lounge non arrivano alla decina, mentre solitamente ci sono “strati” su “strati” di appassionati urlanti armati di megapalle e Sharpie. Lo spettacolo offerto dalla prima semifinale è stato comunque di livello apprezzabile, con un finale thrilling e con un vincitore nuovo anche se non “stars and stripes” come il pubblico magari avrebbe preferito.

La differenza l’hanno fatta pochi punti, come succede spesso quando c’è in campo John Isner, e nella giornata è stata decisiva la maggiore versatilità di Dimitrov che nei momenti decisivi del tie-break è stato molto abile a convertire alcune situazioni di transizione da difesa ad attacco.

Nessuno dei 12.000 del Centrale è sorpreso quando la partita si rivela fedelissima alla regola del servizio. Isner fa il suo solito gioco, l’unico che può fare, quello che l’ha portato nei Top10, e bombarda a più non posso sulla battuta, cercando di aggiustarsi il diritto per caricare l’attacco. Dimitrov ha un atteggiamento più conservativo, cerca di iniziare il palleggio da fondo quando riesce a rispondere all’avversario, anche perché ha sicuramente più colpi di Isner per sostenere il barrage da fondo. Ci sono solo due palle break in tutto il set, concesse da Dimitrov al sesto game, entrambe annullate con buona autorità. Al tie-break si arriva con il bulgaro che ha vinto un punto in più, e tutto si decide proprio su un punto, sul 2-2, quando Isner per la prima volta nel “jeu decisif” non mette la prima e viene infilato da un passante di rovescio lungolinea di Dimitrov quando si spinge a rete su una palla meno incisiva. Quarantanove minuti e Grigor è avanti un set a zero.

Secondo set che non cambia di molto, se non che tutti e due aumentano l’efficienza del servizio anche sulla seconda, dopo aver avuto nel primo set una percentuale di conversione inferiore al 50%. Un solo game ai vantaggi fino al 5-4 Dimitrov, quando due errori di diritto iniziali di Isner contribuiscono a concedere il primo match point al bulgaro. Una prima a 135 miglia orarie lo annulla, ed altri due servizi portano il punteggio in parità. Il match si scalda, il pubblico pure, anche se sotto il sole dell’Ohio sono probabilmente già tutti strinati come aragoste. Al 6-6 questa volta si arriva con 36 punti ciascuno ed i 22 punti che seguono rappresentano decisamente la parte più bella del match, anche perché i servizi sono un po’ meno dominanti.

Dimirtov va subito 2-0 con un minibreak grazie ad un errore di rovescio di Isner, ma la parità torna subito dopo (2-2) quando l’attacco di Long John paga dividendi. Un serve and volley sciagurato appena dopo il cambio di campo fa tornare Grigor avanti (4-3), ma un passante di diritto in corsa lungolinea da distanza siderale regala a Isner l’immediato pareggio (4-4). Si procede punto a punto: set point per Isner sul 6-5 e sull’8-7, match point per Dimitrov sul 7-6 e sul 9-8, tutti annullati da servizi o colpi immediatamente dopo il servizio. Sul 10-9 Isner la sua vera occasione: costretto sulla difensiva alza un lob che atterra sulla riga di fondo, sulla palla seguente viene avanti ma lo fa con un colpo non abbastanza penetrante e viene trafitto da un passante di rovescio lungolinea di Dimitrov. Sul 10-10 un lungo scambio finisce con Isner che si fa attaccare e finisce per mettere lungo un lob di rovescio, con qualche recriminazione per un colpo precedente di Dimitrov che forse era fuori e su cui John non ha chiamato il challenge. Il quarto match point per il bulgaro è quello buono, ed il diritto in rete di Isner pone fine al match dopo 2 ore e 3 minuti mandando il bulgaro alla sua prima finale di un Masters 1000.

N. Kyrgios b D. Ferrer 7-6(3) 7-6(4) 

Non fa effetto a Kyrgios la sbornia della vittoria su Nadal e dei due incontri in un giorno solo affrontati venerdì. Nella seconda semifinale del Western and Southern Open di Cincinnati supera con due tie break (esattamente come era finita la prima semifinale) il redivivo Ferrer, che è uscito dal torneo con l’onoer delle armi e con la consapevolezza di aver ritrovato un buon livello di gioco alla vigilia dell’ultimo Slam stagionale.

Dopo circa un quarto d’ora di ritardo dovuto ad un improvviso scroscio, la seconda semifinale inizia con Ferrer molto più aggressivo del solito: due discese a rete nei primi due punti del match sono una rarità per qualcuno che di solito a rete ci andava solo a stringere la mano all’avversario. Ma come diceva un vecchio saggio, gli attaccanti vanno attaccati, ed ecco quindi che l’accorto David prende a far muovere il suo avversario appena può per non lasciargli l’iniziativa. Nei primi cinque game chi risponde raccoglie cinque punti, sul 3-3 c’è l’unico game del set che arriva ai vantaggi, nel quale Ferrer respinge l’arrembaggio di un Kyrgios piuttosto indispettito per non riuscire a controllare come vorrebbe la battuta dell’iberico. Nick è molto lesto ad avanzare nel campo quando gioca un passante, ma David è molto attento a tenere lunghe le volée in modo da mettere fuori gioco il suo avversario. Ferrer è a due punti dal set sul 6-5 15-30, ma tre bombe di servizio di Kyrgios rimandano tutto al tie-break, che è tutto di marca australiana: prima 4-1 poi 6-3 per Nick, che con un diritto vincente chiude il primo set dopo 55 minuti di gioco.

Dopo un set senza palle break, la musica cambia nel secondo parziale: è Kyrgios il primo ad andare sul 15-40 nel quarto gioco, ma Ferrer sostenuto dal pubblico chiaramente dalla sua parte, risale dal baratro, anche grazie ad un errore piuttosto gratuito con il rovescio di Kyrgios sulla seconda opportunità break. Nel game dopo è Nick a trovarsi in una situazione simile, ed è la battuta a cavarlo d’impaccio per ben tre volte. Sul 2-3 David si trova 0-30, ma con tre volée ed un servizio vincente rimane in partita.
Sul 4-4 Nick si cava da una situazione che può diventare spinosa: sul 40-15 manca una clamorosa volèe facilissima a campo aperto, si fa recuperare sul 40-40 e poi aggiusta tutto con un bel passante di rovescio ed un servizione. Il game seguente, sul 30-30 Ferrer esita un attimo sulla volée di rovescio e si espone al passante che consegna a Kyrgios il match point. L’australiano però non tiene in campo la risposta di rovescio e David sopravvive per giocare un altro po’. Si arriva al tie-break dove però un il minibreak ottenuto da Nick con una risposta di rovescio al secondo punto fa la differenza, perché poi da lì Kyrgios è intoccabile al servizio (3 ace). L’ultimo rovescio in corridoio di Ferrer chiude la sfida dopo 2 ore e 4 minuti, perfezionando la prima finale della storia dei Masters 1000 con due giocatori nati negli Anni ’90.

Risultati:

[7] G. Dimitrov b. [14] J. Isner 7-6(4) 7-6(10)
N. Kyrgios vs D. Ferrer

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