Federer: "Preparazione a ritmi bassi? Non potevo rischiare una ricaduta"

Interviste

Federer: “Preparazione a ritmi bassi? Non potevo rischiare una ricaduta”

US Open, Roger dopo la vittoria contro Lopez: “Un azzardo, ma è stata la scelta giusta. Ho ritrovato servizio e concentrazione. I giovani devono imparare il tennis offensivo”

Pubblicato

il

 

Federer finalmente facile, altra rimonta per Nadal

Quanto ti sei sentito meglio rispetto ai due precedenti incontri?
Be’, è stato bello ovviamente partire da due set a zero tanto per cambiare! Si sta meglio così. In generale mi sono sentito meglio in tutto. Sono stato contento di non aver risentito della fatica dei primi due turni che è ciò che più mi preoccupava. Temevo di fare fatica ad accendere i motori e di sforzarmi troppo affaticandomi. Non è successo. Ho iniziato bene con un set rapido. Il secondo più serrato. Faticavo a tenere il livello del servizio adeguato e quindi ho dovuto lottare un po’. È stato utile superare quelle difficoltà, comunque. Nel terzo qualche esitazione ma va bene così. Sono molto contento della mia prestazione. È ciò di cui avevo bisogno in vista degli ottavi.

Dopo il secondo turno hai parlato dei problemi di preparazione che hai avuto in relazione al timing sulla palla. Questa sera c’è stato un momento oppure un colpo particolare in cui ti sei detto “ok, il timing è tornato”?
Sì. Ne avevo bisogno. In allenamento prima di un torneo hai bisogno di un determinato numero di ore di lavoro per abituarti ai campi e alle nuove condizioni di gioco. Qualunque esse siano. Perciò avevo bisogno di qualche ora in più su questo campo. Dovevo superare il timore del mal di schiena, soprattutto nel primo set del primo incontro. Poi gli alti e bassi del secondo a mio avviso sono stati dovuti a un problema di preparazione. Ora mi muovo meglio. Il servizio è tornato. Anche la concentrazione. Posso pensare a giocare a tennis e non al passato. È bello fare progetti, tattiche. Secondo me abbiamo fatto la cosa giusta ad affrontare a ritmi bassi la settimana di preparazione. Se avessi forzato avrei potuto subire una ricaduta ed essere costretto a dare forfait. Chi può dirlo? Abbiamo un po’ giocato d’azzardo ma adesso che siamo agli ottavi le cose appaiono molto migliorate. Sono entusiasta di come stia bene dopo due partite finite al quinto. Non sono state neanche troppo dure, a essere sinceri, con quei set veloci finiti 6-2, 6-1. Ho fiducia nella mia forma fisica. Ultimamente ho fatto bene nelle partite sui cinque set. Sono lieto che oggi sia finita in tre. Ma mi sento anche meglio. Ho tirato fuori dei bei colpi che si sono rivelati decisivi.

Due anni fa ti chiesi un parere sulla possibile rinascita del tennis offensivo. Tu rispondesti che te lo auguravi. Non ti chiedo un’opinione sul tuo gioco perché oggi è stato superbo. Ma gli altri? Pensi che pratichino un tennis d’attacco?
I migliori giovani restano attaccati alla linea di fondo campo. È gioco offensivo quello? Non credo. Attaccare significa andare a rete è chiudere con la volée. Molti vengono a rete ma solo per chiudere volée facili di diritto o effettuare uno smash, giusto una benedizione alla palla. Molti giocatori non hanno fiducia di poter vincere un punto con una vera volée sopra o sotto il livello della rete. Per me le cose non cambieranno per un po’. È un peccato. Mi rendo conto che tutti rispondono meglio che mai; però servono tutti anche molto più forte di prima. Guardate come i giocatori battono la prima e la seconda; superano tutti senza problemi i 200 km/h al servizio. Se si mettono insieme tutti i fattori nel modo giusto, credo sia ancora possibile attaccare. Ma non capiterà presto. Gli allenatori non lo insegnano ai ragazzini. Se si allenano un’ora non credo dedichino 30 minuti al gioco a rete. Non puoi perfezionarti se non lo fai e quindi non sarai mai bravo. Meglio stare in fondo e fare a mazzate. Puoi sentirti a tuo agio, ma a volte perdi. Non è il massimo.

Ora affronterai Kohlschreiber. Cosa ne pensi di lui? Lo hai visto giocare qui?
Ho visto solo quattro game contro Millman. Ero troppo concentrato sui miei problemi. Conosco Philipp molto bene. Ci siamo allenati insieme tante volte. Ho disputato belle partite in passato contro di lui. Anche qui anni fa (secondo turno 2015, ndt). C’era già la copertura quindi fu due anni fa. Mi ricordo. È bravo. Usa molto il top spin e ha un bel rovescio a una mano che mi piace vedere. Mi pare sia in forma e si allena sempre molto duramente. Ma è diverso giocarci contro al secondo turno oppure al quarto. Ha vinto bene i suoi match e quindi avrà guadagnato fiducia. Staremo a vedere.

Fra tre settimane ci sarà la Laver Cup. Giocherai in squadra con Nadal. Come pensate di organizzarvi strategicamente?
Da una parte si tratterà di dargli il mio supporto e dall’altra di passare del tempo con lui e con Bjorn Borg. Per me stare con Bjorn è una cosa rara. Non lo si vede molto nel circuito e quando si vede è per poco tempo. Ogni minuto che passi con lui è un privilegio. Ed ora lui sarà con noi. Una cosa speciale per tutti credo, ma in particolare per me. Lo rispetto immensamente. Se potessi giocare contro un campione del passato credo che sceglierei lui. È stato così importante per il nostro sport. Se guardo come giocava e a quanto ha dato al gioco lo trovo incredibile. Per quanto riguarda Borg ho detto a sufficienza. Rafa è un tale campione, un mio amico e uno dei più grandi avversari della mia vita ed è bello passare del tempo con lui e sostenerlo. Se posso aiutarlo bene e se lui può aiutare me ancora meglio. Al tempo stesso ci sono i ragazzi più giovani con noi e tutti insieme elaboreremo un piano vincente, spero. Sono lieto che ci sia il tutto esaurito. Ho giocato in quell’arena in Davis anni fa ed è splendida. Sono certo che sarà un grande successo. Non vedo l’ora che arrivi.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement