Qualificazioni ITF Firenze: sette italiani accedono al main draw

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Qualificazioni ITF Firenze: sette italiani accedono al main draw

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TENNIS – Sono in tutto sette gli italiani che accedono ai tabelloni principali, maschile e femminile, passando attraverso le qualificazioni: Carli, Dalla Valle, Fonio, Lulli, Oradini tra i ragazzi; Meliss e Sartori tra le ragazze. 

Giornata di tutto comodo quest’oggi a Firenze, con solo tre o anche due incontri in successione sui campi, e seguibili molto meglio di ieri, evitando poi l’affanno al cronista e permettendogli, come agli scalatori del Giro, di nutrirsi e ristorarsi tra incontro e incontro, e di chiudere bottega prima del calar del sole. L’after rest vale, che diamine, per tutti! Ma da domani martedì reinizierà la ​tempesta dopo la quiete, per quanto mai furiosa come ieri, perché i primi turni – sempre che non piova! – potranno essere suddivisi in due giornate con i tabelloni di 48 e 32 rispettivamente.

Prima di passare ai responsi del campo, qualche divagazione. Mi pare di aver letto che il rovescio a una mano stia tornando timidamente di moda. Vi risulta? Io essendone fanatico mi annoto i nomi dei giovani che lo adottano. Ieri ne ho visti due: quello di ottima fattura della brasiliana Alexandre da Rosa e quello di Giovanni Fonio. La Da Rosa lo tira un po’ invecchiato per la verità, col braccio molto avanti e ​tutto teso e ben separato dal corpo, senza frustata di polso, il che le permette di rinviare un traiettoria arcuata e liftata che butta indietro l’avversaria: è un colpo che però non puoi tirare ricevendo un back basso a meno di una flessione mostruosa delle gambe. Il rovescio di Fonio ricorda invece vagamente quello di Youzhny come movimento e impatto: e non dico altro. La contraddizione è che certe giocatrici poco potenti e anche francamente esili scelgono il rovescio a una mano: come la Bianca Turati, che magari vedremo con un po’ più di grasso addosso, e cresciuta in statura, domani. A questo proposito approfitto per rettificare un mio errore: ho scritto da qualche parte che ​Turati ​era nella entry list del torneo francese di Beaulieu, ed è vero, ma non è contemporaneo a quello di Firenze, bensì inizia il 21 aprile, quindi tutto regolare. Me ne scuso. Per chiudere sul rovescio a una mano: fossi un maestro e avessi un mancino o una mancina nel mio vivaio, non avrei dubbi, ​e ​dopo un congruo apprendistato a due mani lo/la farei passare a quello a una mano. Troppo più bello!

Oggi dunque spiccavano le prove del nove di Iamunno e Rumi; e anche Reda ieri ce l’aveva poi fatta contro la… svizzera (che non è di carne rossa ma bianchissima), come avevo profetato o comunque sperato. Ma oggi aveva l’osso duro Samsonova. Poi c’erano in programma altri derby italiani tra femmine e tra maschi. Si dice non so con quanta attendibilità che la serba Tomic sia sorella del…celebre fratello, e questa Tomic tds n. 2 incontrava Beatrice Tozzo, tosta come dice il nome, ma non abbastanza. Tempo fa, dico 1990-1993, i genitori tennisti mettevano nome alle figlie Martina; ora (dico dal fine anni Novanta) chissà perché c’è un’invasione di Beatrici e di Camille. A proposito della Tomic​ – domani in md come lucky loser​ – ieri è passata inosservata la prestazione ​contro di lei ​ di una ennesima nostra nata 2000, Sara Gregoroni (riminese, lo dico con orgoglio): io non ne ho visto neanche uno scambio, ma perdere 6/3 6/3 con una tanto nomini, e classe 1998, con un bel fisicone e soprattuto tds n. 2, vuol dire che è stato un match tirato, combattuto: segn​​amoci sul taccuino anche Gregoroni d’ora in poi: tutte buone per Salsomagg​i​ore e per Prato, se vorranno cimentarsi.

I risultati? Nel maschile, avendo i nostri colonizzato il tabellone, era scontato che avremmo messo nel main draw cinque su sei, e sono passati Carli, Dalla Valle, Fonio, Lulli, Oradini. L’unico italiano rimasto fuori è stato il “mio” Iamunno. L’ho adottato nella mia famiglia di osservati. Mi pare che anche per lui vi sia da lavorare: i numeri li ha per andare avanti. Considerato che non ha ancora classifica ITF e che probabilmente si lancia nel circuito solo ora. Ha incocciato purtroppo nel tedesco Prechtel che ha classifica 173, e sperare che lo battesse era troppo. Epperò Iamunno ha giocato largamente al di sotto delle sue possibilità e, assai meno spavaldo, non ha reso come ieri. Il tedesco doveva tenere la prima perché sulla seconda Iamunno aggredisce d’abitudine, monta sopra la palla e sette su dieci fa direttamente punto. Difatti vince più agevolmente i turni di risposta di quelli di servizio. Il servizio è appunto il primo colpo su cui lavorare: dovrà aumentare le percentuali di prime e servire più potente e profondo; secondo punto dolente è il rovescio: che il tedesco gli ha sempre pizzicato impedendogli praticamente di tirare il diritto. Rovescio deficitario dunque, che non fa punto e gli fa invece perdere campo. Anche a Iamunno devo una rettifica: dalla loquela non mi pare un siciliano, bensì un napoletano o un campano.

Nel femminile Reda svuotata e demotivata, mi è parso, dopo la piccola maratona di ieri. Una Samsonova che gioca di spinta e di anticipo puoi invischiarla solo se l’arrotata finisce nei pressi della riga di fondo; guai ad accorciare. Il punteggio è stato severo, anzi un solenne cappotto, ma ribadisco la bella impressione avuta ieri. Di Carlo è venuta dapprima a capo di una Anna Turco che, come da marchio di famiglia, rimette tutto e occasionalmente contrattacca.

​Confermo, è una giocatrice piuttosto bellina a vedersi, corretta nei movimenti, con una prima ben piazzata e un rovescio sicuro ed efficace. Le manca quella pesantezza di palla che verrà senz’altro col tempo. Anche Rumi è crollata contro un’avversaria, Federica Sema, dalle gran gambe, senza mai riuscire a chiudere sulle candele e candeline che le venivano proposte su un piatto d’argento. È ovvio che sino a un certo livello, nel femminile, il vincente secco è merce rara e chi ce l’ha se lo tiene. Ovvio anche che a 14 anni una possa ancora non averlo. Sui successivi match del femminile così mi scrive Alberto Bezzini collaboratore con me a questo Torneo: “Verena Meliss b. Marta Bellucco 6-1 7-5; Meliss nel complesso nettamente superiore, soprattutto per potenza e voglia di vincere. La Bellucco si porta 5 a 3 e 30-0 nel secondo set, con chance di portare il match al terzo dove forse avrebbe potuto approfittare dei 3 set giocati dalla Meliss in mattinata. Con due doppi falli (almeno una decina in tutta la partita) vanifica il vantaggio e si lascia rimontare cedendo 4 games di fila. Sartori b. Di Carlo 62 al terzo. Partita combattuta con primo set per la Sartori e secondo per la Di Carlo. La partita è disturbata dal vento, ciononostante le due ragazze fanno vedere un buon tennis fatto di buoni colpi alternati a errori di misura. Più creativa la Di Carlo che ricorre spesso a palle corte e discese a rete (anche per sopperire ad una certa mancanza di potenza), più solida e costante la figlia del coach di Andreas Seppi. Ambedue presenti agonisticamente e desiderose di aggiudicarsi l’ingresso al main draw”. Concludendo​,​ di tutte le ventidue italiane ne mettiamo due al main draw, Meliss e Sartori.

Nel frattempo sono appena usciti i tabelloni principali. Ma analizzarli richiederebbe un altro paginone. Mi limito a notare che purtroppo Tatiana Pieri, una delle nostre più attese, va subito, che scalogna, contro la Schmiedlova, finalista l’anno scorso e quest’anno tds n. 1. Comunque nel tennis come nel calcio la pallina è rotonda. Per il resto delle notizie tutto dunque rimandato a domani.

Franco Marucci

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