TENNIS – Al via le qualificazioni del Torneo internazionale giovanile “Città di Firenze”, giunto alla sua 39esima edizione. Tanta qualità tra i partecipanti, in un torneo che ha visto trionfare in passato giocatori del calibro di Roger Federer, Amelie Mauresmo e Martina Hingis.
Tabellone qualificazioni maschili
Tabellone qualificazioni femminili
Torneo di qualificazione ancora tutto da scoprire a Firenze, al via ieri mattina. Qualcosa come ottanta giocatori in campo con l’aggiunta di un secondo turno per i maschi nel tardo pomeriggio, mentre le femmine giocano due turni oggi. E incontri in lieve ritardo sulla tabella di marcia per un buon tre quarti d’ora di interruzione dovuta a uno scroscio di pioggia (magari avrò portato male ricordando qui le statistiche meteo negative degli ultimi anni), sicché congetturo che alcuni incontri si chiuderanno sotto i riflettori.
Prima di tutto un’occhiata ai tabelloni. La tds n.1 maschile è una wc ed è perciò che ha una classifica così alta, 173; la 12 Cortegiani è 1223. Al femminile tabellone di 32 e solo 8 tds con range 471-1819 e moltissime senza classifica. Ho fatto il conto e nel maschile vi sono solo 9 stranieri su 48; al femminile 10 su 32: dunque molti primi turni, e anche secondi, sono stati derby fra italiani.
Dovessi estrarre due nomi dal mazzo, facendo una media tra qualità del gioco espresso ed età, direi senz’altro – vorrei sottolinearlo: per quanto visto oggi – Iamunno fra i maschi e Rumi tra le femmine. Ma procediamo con ordine, per forza di cose zigzagante. Di primo mattino ho voluto dare un’occhiata a Cristian Carli, una delle seconde linee del 1996, aficionado del torneo fiorentino a cui partecipa da tre anni. Era opposto a un tedeschino ancora acerbo (tra parentesi, piccola colonia tedesca qui a Firenze) ma insidioso perché mancino e soprattutto in possesso di un back di rovescio molto floscio in cui puoi anche cascare se ti intestardisci ad attaccarlo. Aveva però un servizio molto infelice e del tutto innocuo. Carli è sempre stato un giocatore solare: però il colpo d’occhio ricorda vagamente Hewitt anche se non ne possiede il gioco. Progredito? Beh certo sì, più solido e più potente, con una bella prima di servizio e accelerazioni e vincenti. Sennonché ci mette ancora un po’ troppo a piazzarsi in posizione di sparo, e come dicevo sbaglia troppi approcci e a volte chiude il colpo troppo precipitosamente. Accanto, campo 3, Turco giocando in modo tutto diverso, solo di rimessa senza affondare un colpo, e col pilota automatico, sembrava il favorito su Reitano, ma l’incontro si è rovesciato via via a favore di quest’ultimo. Una corsa quindi ai campi alti per seguire il promettente Dalla Valle. Lungo, alto, filiforme, avrà un gran fisico quando si irrobustirà ulteriormente. Anche i colpi sono ancora un po’ grezzi e macchinosi. Visto che mi sono già sbilanciato vi vedo una copia minore e vagamente le movenze di Del Potro.
Venendo a Iamunno, ha vinto passeggiando due partite di cui una almeno fa abbastanza testo (contro Adoncecchi tds n. 9); ha soprattutto messo in evidenza, ripeto stando a oggi, di avere più tennis di molti altri o quasi tutti. Magari domani mi sbaglio e mi correggo. Ma ha un bel braccio, in certi momenti bellissimo, e sa fare parecchie cose, anzi quasi tutto. E sa anche strafare, che alla sua età non guasta. Non altissimo è molto compatto di fisico – un picciotto siculo, credo -; serve una prima molto veloce con un movimento abbreviato e lancio basso, ma quel che conta entra dentro il campo appena può e frusta rasoiate con un’accelerazione veramente notevole. Il pur bravo Adoncecchi, ottime gambe, ogni due o tre punti rimaneva fermo: 6/3 6/1 il punteggio eloquente. Iamunno è anche sicuro a rete, e ogni tanto usa quell’arma che non si insegna quasi più, la smorzata. Né è vecchissimo (!!), perché è un 1998. Gli auguro domani di superare il terzo scoglio e di fare un buon main draw.
Ci sarà spazio domani per dire di altri, che mi potrebbero senz’altro essere sfuggiti, e passo al femminile. Debbo concentrarmi per ragioni di spazio su tre o al massimo quattro giocatrici, che attendevo al varco per una prima verifica dopo tanto battage recente. Ingrid Di Carlo ha fatto suo il match con una brasiliana rotondetta dal gran rovescio golfistico a una mano ma poco altro, dimostrando temperamento, un bel mulinello di rovescio bimane, servizio carico e snodato, diritto da migliorare e ingenuità da eliminare. Ho visto quasi tutto il match perso dalla Ceppellini contro Verena Meliss. Questa quattordicenne, dico la Ceppellini, ha già potenza da vendere ma data l’età ancora non l’amministra e ogni tanto sparacchia 4 metri fuori dal campo. I colpi sono ancora tutti da rodare, e il pericolo è che crescendo possa ingrossarsi ma non acquisire centimetri di altezza. Spiccioli prima di parlare della Rumi: Traversi ancora indietro come sviluppo fisico (è esile esile) ma caratterino tenace; Ploner mancina dalle belle inchiodate e servizio che fa rumore, ma fallosissima almeno oggi. Di poco meno che la Rumi sono rimasto impressionato da Beatrice Reda. Ognuno prende le sue cotte. Non so dirvi ancora come sia andato il suo match, quando me ne sono venuto era sotto di un set contro la missettina svizzera biondissima Chiara Merico. Sennonché questa Reda gioca come, mi si perdoni l’irriverenza, Nadal sedicenne. Nessuna vista oggi arrota di mancino come lei, e devi proprio farle il punto perché lei non sbaglia. Purtroppo al momento la Reda non ha il vincente, e se fatta avanzare con palla comoda ti restituisce l’arrotata e se ne torna indietro. Ma a mio avviso è una giocatrice su cui comincerei a lavorare.
Fracesca Rumi ha vinto e convinto ed è la notiza più lieta della giornata. Classe 2000 (udite udite) ha fatto fuori la vamp lettone Humutova tds. n. 6. Non era questa una grande giocatrice in verità e ha fatto alla Rumi parecchi regali (tra cui forse una decina di doppi falli), ma vincere al terzo rimane probante. La Rumi è già atleticamente matura (già 1.70-75 a 14 anni), e anche molto saggia e riflessiva: non un gridolino o un lamento in campo, né un gesto di stizza. Tra le poche non è nemmeno truccata. Molto buona la prima piatta di servizio, e carico il rovescio; più falloso il diritto. Dovrà migliorare lo spostamento laterale, e la ormai famosa rapidità dei piedi.
Franco Marucci