TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Fabio Fognini rimonta due set all’americano Kuznetsov. Seppi cede a sorpresa in 5 set all’argentino Mayer. Volandri sconfitto da Roger-Vasselin. Vince Flavia Pennetta.
F. Pennetta b. J. Cepelova 6-2 6-3 (Edoardo Bressanelli)
A dispetto dello score e del tempo di gioco – una vittoria in due set per un’ora complessiva di gioco – il match tra la numero uno italiana e la slovacca Cepelova non è stato una passeggiata. Alla Cepelova, che quest’anno è arrivata in finale a Charleston, dove ha battuto addirittura Serena Williams, è stato necessario quasi l’intero primo set per entrare nel match. Pur alla sua terza partecipazione a Wimbledon (dove vanta un terzo turno nel 2012), la giocatrice slovacca ha cominciato molto contratta e si e’ sbloccata solo al sesto game, quando ha brekkato la Pennetta già sopra 5 a 1. Flavia non ha perso però la concentrazione e, togliendo il servizio alla Cepelova per la terza volta, si è aggiudicata il set.
La musica è cambiata ad inizio secondo set con la slovacca che, più continua dal fondo, si è aggiudicata i primi due game. Flavia viene mossa lungo la linea di fondo ed è costretta a giocare di rimessa. Sul 2 a 0, la Cepelova affossa a rete un semplice smash (ma va dato merito a Flavia di avere giocato una grande difesa, costringendo la Cepelova a ricolpire la palla dopo un paio di attacchi molto profondi). Annullate due palle per il 3 a 0, Flavia si aggiudica il game. L’errore a rete rimane nella testa della Cepelova, che sbaglia, o è portata all’errore da Flavia. Sul 4 a 3 per Flavia, la slovacca commette un altro banale errore a rete e, alla terza palla break, Flavia consolida il suo vantaggio per chiudere la partita al game successivo. Pennetta è stata brava a restare concentrata nell’unico momento di difficoltà ad inizio secondo set, remando da fondo campo e costringendo la Cepelova ad alzare il tasso di difficoltà dei suoi colpi per aggiudicarsi lo scambio, ma commettendo così diversi errori gratuiti, che le sono infine costati la partita.
L.Mayer b. A.Seppi (25) 6-3 2-6 4-6 7-6(5) 6-4 (Stefano Tarantino)
Brutta sconfitta per Andreas Seppi al 1° turno del torneo di Wimbledon.
Il nostro tennista, nr. 25 del seeding, ma forse il nostro miglior rappresentante sull’erba, perde un brutto match contro l’argentino Leonardo Mayer, nr. 64 del ranking, alla sua ottava partecipazione al torneo londinese.
Una brutta sconfitta perché Seppi non è mai riuscito ad imporre il proprio gioco ed il proprio ritmo al suo avversario, bravo a rimanere sempre in partita e ad approfittare delle amnesie del nostro tennista, che alla fine gli sono costate il match.
Dopo aver perso male il primo set, Andreas era sembrato in grado di portare a casa la partita aggiudicandosi secondo e terzo parziale, ma la discontinuità e l’incapacità di allungare in maniera decisiva nel prosieguo della sfida hanno favorito il ritorno di Leonardo Mayer, che con una ottima prestazione al servizio e con gran determinazione, ha saputo alla fine avere la meglio vincendo al contempo il suo primo match in carriera al quinto set.
Andreas tiene con autorità il primo game del match, ma Mayer si muove molto bene sull’erba, sfoggia un gran servizio (ben 5 ace nel primo set) e soprattutto di rovescio colpisce che è una meraviglia.
Seppi cede la battuta giocando un pessimo quinto game (4 gratuiti tra cui un doppio fallo) e poi di nuovo nel nono game, lasciando così campo libero al suo avversario che chiude il primo set 6-3.
La musica cambia nel secondo parziale, l’azzurro sale velocemente 4-0, Mayer d’improvviso perde il ritmo ed anche il servizio (solo due ace nell’ultimo game di battuta), salgono i gratuiti e Andreas chiude senza problemi 6-2.
Più equilibrato il terzo parziale, sale il livello tecnico del gioco, tutto regolare con i servizi sino al 3 pari (anche se Mayer salva una palla break sul 2-3), ma nel settimo game arriva il sospirato break chiesto da coach Sartori e da capitan Barazzutti, presente sulle tribune con l’onnipresente Palmieri e molti tifosi italiani.
Seppi centra due fantastici passanti e trasforma la palla break grazie ad un gratuito di diritto del suo avversario.
Se Andreas gioca come sa non c’è partita, sul ritmo è nettamente superiore. L’azzurro però non riesce ad essere continuo, manca talvolta in risposta e di conseguenza consente a Mayer che comunque fa la sua onesta partita di rimanere attaccato al match.
Nel quarto set l’equilibrio regna sovrano, entrambi i tennisti hanno una palla break a testa ma non la sfruttano, si va così al tie break.
La partenza di Seppi è terribile, l’azzurro va subito sotto 1-5, recupera uno dei due minibreak e risale sino al 5-6, poi però Mayer serve e chiude con una prima vincente, si va al quinto.
I precedenti in carriera incoraggerebbero Seppi, notoriamente chirurgico nel set decisivo (18-13 in carriera, 8 degli ultimi 10 match conclusi al quinto vinti, 4-1 a Wimbledon), mentre il suo avversario non ha centrato nemmeno una vittoria (0-3).
Ma Andreas non riesce ad imporre il suo gioco, Mayer sembra ringalluzzito e ci crede.
Si seguono i servizi sino al 2 pari, Andreas sale 30-0 nel quinto game poi d’improvviso si distrae, l’argentino infila 4 punti consecutivi e centra il break.
Sarà purtroppo per il nostro tennista l’allungo decisivo. Andreas ha due palle per il controbreak sul 5-4 Mayer, quando l’argentino serve per il match.
Ma il tennista sudamericano mostra gran coraggio, mette a segno due vincenti e con due ottime prime chiude la contesa.
Davvero brutta sconfitta per Seppi, inizia male Wimbledon per i colori italiani.
E. Roger-Vasselin b. F.Volandri 7-6(1) 6-2 6-4 (Edoardo Bressanelli)
Un match complicato, ma non impossibile, per Filippo Volandri contro il francese Roger Vasselin, che si è preparato però più a lungo del livornese sull’erba, continuando con Wimbledon una tournee che lo ha portato prima al Queen’s e poi ad Eastbourne con discreti risultati. Il pubblico italiano, ed il commissario tecnico Barazzutti, devono dividersi tra il campo quattro (dove gioca Seppi) ed il campo cinque (per Volandri), per fortuna contigui. In entrambi i casi, però, la giornata è avara di soddisfazioni per i giocatori italiani.
Nel primo set la partita tra Volandri e Roger Vasselin vede i due giocatori perdere frequentemente il servizio. Il livornese viene brekkato al secondo, all’ottavo e al decimo gioco. Al solito poco incisivo al servizio, è bravo tuttavia a mettere pressione al francese con il rovescio e un gioco più offensivo. Se sono tre i break subiti da Volandri, nel terzo, nel settimo e nel nono gioco Filippo toglie la battuta al francese. La classe del livornese si manifesta con alcuni pregevoli vincenti con il rovescio a una mano, e un bellissimo pallonetto difensivo con Vasselin a rete per il break nel terzo gioco.
Purtroppo, il bel gioco mostrato da Volandri durante tutto il primo set si perde nel tie-break, vinto facilmente dal francese 7 a 1.
Il secondo set si apre con un Volandri più aggressivo, che cerca l’approccio a rete. Complice un doppio fallo e una serie di prime deboli, però, Vasselin trova immediatamente il break, con Barazzutti che segue a bordo campo.
Nel quinto gioco si decide il set, con Vasselin capace di brekkare a zero. Lo scambio da fondo diventa appannaggio del francese, più solido e potente, con Volandri che cerca di prendere piu spesso la rete, ma con scarsi risultati.
Il servizio di Vasselin non è nulla di eccezionale, ma quello di Volandri consente al francese di entrare con i piedi dentro il campo e giocate una risposta profonda, che mette spesso in crisi il livornese. Nell’ottavo gioco il francese tiene il servizio a zero e chiude il set.
Nel terzo set il quinto gioco è ancora quello decisivo. Filippo si porta sul 30 a 0, ma commette un banale gratuito, affossando un facile diritto (dopo un buon servizio) a rete. Si arrabbia con se stesso, commette un altro gratuito (questa volta di rovescio) e perde il servizio.
Qui, di fatto, si chiude la partita. Vasselin tiene piuttosto agevolmente il suo servizio e, con due ace e un vincente di diritto, chiude il set.
F.Fognini (16) b. A. Kuznetsov (Q) 2-6 1-6 6-4 6-1 9-7
Dopo le uscite di Andreas Seppi (grossa delusione) e Filippo Volandri (nella norma la sua sconfitta con Roger-Vasselin), finalmente arriva il primo successo italiano nel tabellone maschile di Wimbledon.
Ma arriva nella maniera più rocambolesca, con Fabio Fognini che impiega 3 ore e 9 minuti per rimontare due set all’americano (ma ucraino di nascita) Alex Kuznetsov, piegato 2-6 1-6 6-4 6-1 9-7.
Un Fognini che ha vinto “alla Fognini”, regalando i primi due set all’avversario, nr. 148 del mondo, arrivato in tabellone grazie alle qualificazioni (battuti nell’ordine Laaksonen, il brasiliano Dutra Silva e il connazionale Smyczek) e che aveva passato nelle sei edizioni degli Slam nelle quali era arrivato nel main draw solo una volta il primo turno, nel 2007 in Australia.
Poi però nella testa di Fabio è scattato qualcosa, l’azzurro ha salvato una pericolosa palla break nel quarto game del terzo set e poi ha preso in mano le redini del match, trionfando non senza pathos (come piace fare a lui, parole testuali dette in conferenza stampa) e non senza invettive e penalty point come spesso gli accade.
Ma alla fine Fabio ha meritato ed ora gli toccherà in sorte un altro qualificato, il tedesco Puetz, nr. 248 del mondo, che ha battuto in 4 set il russo Gabashvili.
Grande opportunità, ma visto quello che è successo oggi, sarà il caso di affrontarla in maniera differente.
Nei primi due set c’è partita solo per i primi 4 giochi.
Quelli nei quali Fognini tiene botta alle potenti accelerazioni dell’avversario, si seguono i servizi fino al 2 pari.
Poi è un assolo di Kuznetsov che per 48 minuti non fa veder palla al nostro tennista. Impressionante il ritmo del naturalizzato americano, ritmo che Fabio non regge proprio.
Anzi, sembra il solito Fognini, svogliato, nervoso (arriva ad inizio secondo set l’immancabile warning, anche se proprio nell’occasione l’azzurro aveva scherzosamente fatto le corna all’avversario autore di un passante millimetrico), che quando può butta la racchetta per terra o impreca contro i giudici di linea.
Kuznetsov dal 2 pari del primo set fa 6 giochi consecutivi, sale 6-2 2-0, Fabio rompe il ghiaccio dopo aver salvato una palla dello 0-3, poi riaffonda nell’oblio, Kuznetsov infila altri 3 game consecutivi e chiude anche il secondo set con veloce 6-1.
Non si vede come Fabio possa capovolgere il match, oltretutto l’azzurro chiama anche un medical time-out per un apparente problema all’alluce del piede sinistro.
Kuznetsov vede il traguardo, ha una palla del 3-1 che significherebbe la resa per il tennista italiano ed invece accade l’imponderabile.
Fabio annulla la palla break con un ace, tiene la battuta e d’improvviso cambia il match.
Kuznetsov si irrigidisce, sente che il vento sta cambiando e perde sicurezza. Fabio ora inizia anche a rispondere come si deve e regge molto di più gli scambi, facendo muovere il suo avversario, che chiamato a giocare qualche colpo in più fa salire il numero dei gratuiti.
Nel quinto game del terzo set arriva il break di Fognini, break che si rivelerà decisivo. Il tennista ligure infatti mantiene il vantaggio sino al termine e chiude il terzo set 6-4.
Kuznetsov paga il 43% di punti con la seconda.
La partita è cambiata, Fabio ora dispone dell’avversario a suo piacimento, ritrova le sue geometrie e anche le sue accelerazioni. Per Kuznestov è notte fonda, parte lo show di Fognini che in un amen (29 minuti) vince il quarto set 6-1 e porta il match al quinto.
Ora tocca a Kuznetsov chiamare l’intervento del fisioterapista, pare per problemi alla schiena.
Dietro di noi passa Gianni Clerici che ci sussurra:”Sembrerebbe che lo sciagurato si stia tirando fuori dai guai”.
Speriamo che lo “scriba” abbia ragione.
Fabio inizia alla grande anche il set decisivo, ma non gli riesce l’allungo.
L’azzurro non riesce a sfruttare due palle break nel secondo game e tre consecutive nel quarto game.
Sulle prime due è bravo Kuznetsov, sulla terza arriva un over-rule del giudice di sedia Keothavong su un colpo definitivo del tennista americano che atterra nei pressa della riga del corridoio.
Fabio guarda in cagnesco il giudice ma non si lascia andare, Kuznetsov alla fine tiene la battuta nel game successivo sale 0-30 con un bel passante.
Fognini sfoga tutta la rabbia del momento, butta la racchetta per terra senza romperla ma il giudice di sedia gli dà comunque il “warning” che vuol dire penalty point, in quanto Fabio era stato già richiamato nel secondo set.
Qui succede di tutto, Fabio perde la pazienza e chiama il supervisor al quale più volte chiede:”Give me the reason, why?”. Nulla da fare, è 0-40, Fabio annulla la prima palla break ma poi cede il turno di battuta.
Ancora nervoso l’azzurro si siede al cambio di campo e invita (come a Montecarlo) il supervisor a sedersi accanto a lui. Poi alla fine sbotta (fortunatamente in italiano): ”Te la spacco in testa questa racchetta”.
Rispetto però al Masters Series monegasco Fognini stavolta reagisce alla grande, va subito sul 15-40 nel game successivo ed alla fine trasforma la 7°palla break del set per il 3 pari.
Qui inizia una lotta di nervi, Fabio non perde mai occasione per lamentarsi con il giudice di sedia, ma rimane ben concentrato sul match e non dà alcuna opportunità al suo avversario per sperare nella vittoria finale.
Anzi, è sempre Kuznetsov che soffre al servizio con Fognini che arriva più volte a due punti dal match. Sul 4 pari c’è l’unico tentennamento di Fabio che offre una palla break pericolosissima ma l’annulla con una prima provvidenziale.
Il game decisivo è il 16°, Kuznetsov incappa in un paio di gratuiti ed offre due match point a Fabio sul 15-40.
Basta il primo, diritto largo dell’americano per il definitivo 9-7 italico, ma che sofferenza.
L’ultimo sfizio Fabio se lo leva a fine match, quando si rifiuta di dare la mano all’arbitro e lo saluta in modo polemico, ma tant’è, ben venga la prima vittoria azzurra nel torneo maschile.
Per Fognini è la quarta rimonta da due set sotto, le prime tre erano avvenute contro Gael Monfils a Parigi nel 2010, a Wimbledon sempre nel 2010 contro l’americano Russell e agli US Open nel 2012 contro il francese Roger-Vasselin.
Inoltre, quando negli Slam Fabio è andato oltre il 6 pari ha poi sempre vinto, Era già accaduto tre volte, sempre al Roland Garros, contro Monfils di cui abbiamo detto prima, contro Montanes nel 2011 e contro Troicki nel 2012.