Wimbledon interviste, R. Nadal: "L'erba favorisce un servizio così potente"

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Wimbledon interviste, R. Nadal: “L’erba favorisce un servizio così potente”

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Incontro di ottavi di finale: N. Kyrgios b. R. Nadal 7-6, 5-7, 7-6, 6-3. L’intervista del dopo partita.

 

Perché credi che Nick sia riuscito a batterti oggi?

Il punto è questa superficie. Quando hai un avversario che serve e colpisce la palla così forte, allora sei nei guai. Non credo di aver giocato così male, ma è il gioco su questa superficie. Credo che nel secondo e nel terzo set stessi giocando meglio di lui, ma non sono stato in grado di convertire le opportunità che ho avuto. E per il resto, credo che lui abbia giocato meglio di me. E quindi in generale, parlando di ciò che bisogna fare su questo campo per vincere, lui lo ha fatto meglio di me.

È il 144 del mondo e ha solo 19 anni. Cosa ne pensi del suo futuro come tennista professionista?

Non lo so. Non l’ho visto giocare su altre superfici. Sull’erba si giocano solo 3, 4 tornei all’anno. Ma ovviamente quando sei capace di servire in quel modo, sei avvantaggiato.

Da questa partita non hai la sensazione che sarà un giocatore che potresti incontrare spesso nelle fasi finali dei tornei?

Non lo so. Vediamo se sarò in grado di arrivare alle fasi finali dei prossimi tornei. E vedremo se anche lui ne sarà in grado. Spesso questo sport è molto mentale. Lui ha delle buone cose per poter essere un buon giocatore. Alla fine le cose sono più semplici quando è tutto nuovo, quando sei appena arrivato. Non hai nulla da perdere, tutto è bello e positivo. Puoi fare qualunque cosa e andrà bene e tutti vedono solo le cose migliori di te. Quando sei lì da solo, le persone iniziano a vedere di te le cose negative. Vediamo se sarà in grado di migliorare e di mantenere un alto livello con costanza. Io glielo auguro.

Prima di arrivare a Wimbledon non eri sicuro di cosa ti aspettasse sull’erba. Sei riuscito a superare i primi tre turni, ma hai perso al quarto. Come ti senti rispetto a quello che hai fatto in questo torneo? Le tue aspettative erano alte?

No, sono soddisfatto di come ho giocato questo Wimbledon. Sicuramente il mio tabellone non era il massimo. In tutte le partite non mi sono sentito a mio agio con avversari che non ti fanno giocare molto. Ho lottato fino alla fine in ogni singolo match. E sono stato in grado di giocare un buon tennis su questa superficie, cosa che non ero riuscito a fare nei due anni passati. Ma questo è il tennis. Non sono neanche arrabbiato, perché so che ho perso il servizio solo una volta in tutto il match. Mi sono creato delle opportunità. Ma non sono riuscito a leggere il suo servizio durante l’intera partita. Sull’erba il riassunto è questo. Non ho letto il suo servizio. Non sono riuscito a rispondere bene. Abbiamo fatto un solo break a testa. Nel tie-break è stato più bravo di me al servizio, questo è stato un vantaggio. Nel tie-break potevo servire meglio. Sul 5-5 ha giocato una seconda a 140 miglia. E sai, questo succede quando non hai nulla da perdere. Puoi giocare in quel modo. I tennisti che pensano ad arrivare alla fase finale, a vincere il titolo, non servono una seconda a quella velocità sul 5-5 in un tie-break. Ma è quello che ha fatto lui oggi. Quindi posso solo congratularmi con lui. Per me, spiaggia (sorride). Io andrò al mare a Maiorca.

Capisco la delusione della sconfitta, ma quanto è diversa questa da quella al primo turno dell’anno passato o da quella con Rosol?

Beh, ogni anno è differente. Specialmente quando arrivi qui dopo aver giocato molto male su questa superficie e senti che stai migliorando. Ovviamente non volevo perdere oggi. Ma va bene, ho dato tutto, come sempre quando il mio fisico me lo permette. Nei due anni passati non ho potuto dare il mio meglio perché il ginocchio non era nelle condizioni da potermelo permettere. Quest’anno stavo bene per poter competere qui e l’ho fatto. Oggi non è stato abbastanza, ma va bene. E’ lo sport. Il mio avversario è stato migliore. La vita continua. Andrò a Maiorca, mi prenderò qualche settimana per godermi il tempo, la famiglia, gli amici e prenderò qualche giorno di vacanza. È l’unica parte dell’anno in cui posso andare in vacanza e quindi cercherò di godermelo. Dopo qualche settimana ricomincerò ad allenarmi per preparare una parte di stagione molto importante per me, che è il tour in America.

Vista la sua giovane età ed esperienza, ti aspettavi un cedimento ad un certo punto? Ti ha sorpreso che non lo abbia avuto?

Ha 19 anni no? Quando ne avrà 20? Quest’anno o il prossimo?

Il prossimo.

Quando avevo 19 anni ero già pronto per partecipare a questi tornei e a competere bene. Oggi è strano che a 19 anni non siano ancora pronti.19 anni sono un’età perfetta per iniziare a giocare nel tour e per farlo bene. E’ quello che è successo a molti campioni, come Lleyton, Roger, Moya, Ferrero o anche Becker. Ho sempre pensato che anche io a quell’età volevo essere al loro posto. Ma comunque l’età non è una componente così importante.

Credi che il meglio per te debba ancora arrivare sull’erba?

Debba ancora arrivare? Ho vinto due titoli e ho fatto tre finali.

No, in questo torneo, pensavi di migliorare?

No, sentivo di giocare bene. Ho giocato qualche set molto buono, ho avuto qualche ottimo passaggio. Il problema è sempre lo stesso. Quando ho vinto qui nel 2010, stavo per perdere 2 set a 1 sia al secondo che al terzo turno contro Petzschner e Robin Haase. Sono stato in grado di vincere quei match, di convertire le opportunità avute. Questo oggi non è successo. E’ per questo che quell’anno sono arrivato ai quarti. Di solito la prima settimana qui il gioco non è molto logico. Questa superficie crea delle opportunità per i tennisti che hanno un gioco aggressivo e quindi possono vincere con quel tennis, qualcosa che non puoi fare sulle altre superfici. Quando arrivi ai quarti o in semifinale contro i più forti le cose tornano a seguire una logica. Non giocano in modo molto aggressivo. E questo per me rende le cose meno difficili.

 

 

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