Interviste
Australian Open interviste, Sharapova: “Ho rischiato, ma ce l’ho fatta”

Australian Open: Sharapova b. Panova 6-1 4-6 7-5. L’intervista del dopo partita a Maria Sharapova
Provi un senso di sollievo dopo quello che è successo?
Sì, certo, dopo essere stata ad un punto dall’uscita dal torneo. Alla fine della giornata è sempre bello venir fuori da una sfida del genere. È la cosa più positiva del match.
Hai giocato sulle righe in quel game dove hai salvato un paio di match point, hai resistito. Ci puoi raccontare che cosa hai pensato?
I miei pensieri per tutto il match fino a quel punto sono stati abbastanza negativi. Stavo rimuginando troppo sui miei errori, quello che stavo sbagliando, non vivevo il momento presente, che è una cosa che di solito faccio. A quel punto ti trovi indietro nel punteggio e senti che stai facendo molti errori, non hai un buon ritmo. Ho cercato veramente di concentrarmi su un punto per volta, di pensare positivamente e in modo diverso. Quando altre cose non funzionano, può aiutarti l’aspetto mentale. Penso che alla fine sia stato questo quello che ho fatto.
Hai poi avuto un turno di servizio che hai tenuto facilmente dopo aver avuto alcuni problemi, è perché hai continuato ad avere quell’atteggiamento mentale positivo?
A differenza dei 30 game di servizio precedenti, ho servito bene e ho fatto la cosa giusta. Non ho cercato di colpire la riga, di fare un gran servizio, dato che non avevo un buon ritmo. Erano dei buoni servizi, ma non andavano a più di 180 km. Sono stati piazzati bene, non raggiungibili. Sì, non ci sono stati molti scambi in quel game.
Perché pensi che il tuo atteggiamento mentale sia stato diverso?
No, pensavo di avere tutto quello che serviva per fare un buon primo set, un set solido. Ero avanti 30-0 nel primo game di servizio, con palle nuove, ho fatto qualche errore superficiale, improvvisamente la tua avversaria ha più fiducia e pensa di poter vincere. Nella sua mente pensa: “Aspetta, non sono ancora fuori”. È stata una combinazione di fattori, io andavo nella direzione sbagliata e lei ha iniziato a giocare bene.
Conoscevi qualcosa di lei prima di giocare questo match?
Non molto in verità.
Alzi spesso il pugno mentre giochi. È importante per farti entrare mentalmente nel gioco, è una parte del tuo processo? Che cos’è?
Non so come rispondere… che cos’è? È qualcosa che faccio da quando ero giovane. Penso di essere stata sempre una giocatrice intensa ed aggressiva. Sì, non penso di averlo fatto spesso come le altre volte.
Quando hai salvato i due match point, pensi che Alexandra abbia perso la fiducia per poter vincere?
Ero sotto di due break al terzo. L’unica cosa in cui credevo era cercare di entrare negli scambi. Ha servito davvero molto bene in alcuni game dove non ho avuto molte possibilità. Quando l’ho fatto, ho pensato di poterla impensierire, rispondere a quei primi servizi. Penso che sia stato davvero importante. Credo che sia stata più esitante nell’ultimo game, naturalmente con l’esperienza ti tiri su sia mentalmente che fisicamente.
Guardando avanti nel torneo, quali sono le cose positive che possono venir fuori dal sopravvivere ad uno spavento del genere?
Di avercela fatta ed essersi data l’opportunità di andare avanti. Non sai mai come ti sentirai fino a quando non vai là fuori sul campo a competere e giocare. Non importa quanto ti prepari, cosa hai fatto, quando sei là fuori, tutto inizia da zero. È stata una giornata dura, ma ce l’ho fatta. Penso che a questo punto è quello che conta. Mi dà molta fiducia, non ho giocato il mio miglior tennis e sono stata in grado di farcela. A volte va bene.
Tu sei una delle giocatrici più forti mentalmente nel gioco. Quale pensi che sia la chiave della tua forza mentale e del tuo spirito guerriero? Da dove viene?
Non lo so, ma mi piace più vincere che perdere. Penso che questo valga per molte persone. Non importa come vanno le cose in un match, per questo ho detto che non mi sentivo abbastanza positiva, sebbene stessi facendo più errori di quelli che avrei voluto e non stavo mettendo abbastanza prime dentro. Ma ci stavo pensando troppo invece di pensare al momento, dicendomi: “vai sulla riga, fai quello che sai fare, fai quello che hai fatto migliaia di volte”. Sono brava in questo e continuerò ad esserlo, ma alcuni giorni sono un po’ più negativi, questo è stato uno dei quei giorni.
C’è stato un cambiamento in una delle regole ITF riguardo ai giocatori che hanno giocato la Fed Cup o la Coppa Davis. Adesso un giocatore può giocare solo per una nazione. Ad esempio, se per qualsiasi ragione tu volessi giocare per gli Stati Uniti, non potrai farlo, perché hai già rappresentato la Russia in passato. Qual è la tua opinione su questa regola? Pensi che i giocatori debbano giocare per qualsiasi nazione desiderino?
Non conosco questa regola, non sono sicura. Non penso di giocare per qualche altra nazione al momento, sono molto felice di giocare per la Russia, come ho fatto per tutta la mia carriera e continuerò così.
Cosa succede nella tua mente quando sei con le spalle al muro?
Non è la posizione più facile in cui essere perché senti che le cose stanno sfuggendo dal tuo controllo. Di solito sono una giocatrice aggressiva, una che prende l’iniziativa in campo, che non ha intenzione di aspettare l’errore dell’altro. Cerco di comandare fino alla fine e di trovare la mia strada. Ma sì, immagino che sei con le spalle al muro.
Al prossimo turno giocherai o con la Diyas o con Schmiedlova. Probabilmente non conosci nessuna delle due. Cosa pensi del fatto di giocare la prima settimana con volti sconosciuti?
È il modo in cui è fatto il tabellone. Ho affrontato giocatrici con cui non giocavo da molto tempo o con cui non ho mai giocato, come le ragazze che affronterò nei prossimi giorni. È sempre rischioso, nessun dubbio a riguardo. È insolito dopo essere stati sul circuito da tanti anni. Ci sono sempre ragazze nuove che salgono in classifica, che fanno bene. Diyas è numero 32, con i risultati che ha avuto nell’ultimo anno. Non so molto dell’altra ragazza, penso che il mio coach la stia osservando e ne parleremo. Non penso però che il focus sia sull’avversario, soprattutto dopo il match di oggi, voglio davvero concentrarmi su quello che devo fare io.
Ti guardi mai su YouTube?
Sì, lo facciamo un po’, in particolare se non conosco la giocatrice che dovrò affrontare o qualche volta guardo alcuni highlights dei match che ho giocato. Non lo guardo molto, ma è carino da avere, YouTube è una buona risorsa.
Guardi mai i tuoi video?
Non mi piace proprio farlo, non sono una fan, ma è abbastanza educativo, almeno così mi dicono i coach. Va bene una volta ogni tanto. È bello vedere una cosa da una prospettiva differente, perché sono una persona piuttosto testarda. Sul campo vedi qualcosa con i tuoi occhi, ma a volte il tuo coach, o la telecamera ti fa vedere una visione differente. È bello perché a volte è completamente differente.
Perché non ti piace vederti?
Non lo so, qualche volta penso che ho cose migliori da fare.
Quale pensi che sia l’abbigliamento migliore sul campo quest’anno?
Mi piace abbastanza il mio abbigliamento…
E le altre?
Non ho visto molto l’abbigliamento delle altre, magari guarderò vedrò su Getty.
Traduzione a cura di Ylenia Bellantoni
ATP
ATP Pechino, Daniil Medvedev suona la carica: “Obiettivo finale contro Alcaraz. Ma sarà molto dura arrivarci”
Il russo ha parlato anche delle condizioni dei campi: ” Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace”

Archiviata l’amara finale dello US Open per Daniil Medvedev è il momento di voltare pagina. Il russo ha parlato alla viglia dell’ATP 500 di Pechino, un torneo, tabellone alla mano, composto da nomi altisonanti. Durante il Media Day Daniil ha affrontato diversi argomenti spaziando dal suo rapporto con la Cina fino ad una possibile finale contro Alcaraz.
IL RAPPORTO CON LA CINA
“Sono arrivato due giorni fa, finora va tutto bene. Adoro tornare in Cina, quindi non c’è molto altro da aggiungere, non vedo l’ora che inizi il torneo. È la mia prima volta a Pechino, per ora mi piace, a parte questo microfono (ride)”. Il russo ha espresso anche il desiderio di visitare i grandi monumenti della capitale, nonostante il poco tempo a disposizione. “Mi sto davvero godendo il tempo trascorso qui, anche se, come al solito durante un torneo, non c’è mai molto tempo per visitare la città. Mi piacerebbe andare sulla Grande Muraglia se avessi tempo. Il fatto è che meglio gioco, meno tempo ho, quindi spero di non avere quel tempo. Se non gioco bene, almeno posso visitare Pechino”.
IL FINALE DI STAGIONE
“A volte la fine della stagione può essere complicata – una volta finiti i quattro Slam – quindi bisogna trovare un’altra motivazione. Allo stesso tempo, qui siamo tutti competitivi, quindi per me la motivazione è sempre quella di provare a vincere. È la mia prima volta a Pechino, la squadra è fortissima, quindi se vinci è fantastico. Sarà un bellissimo ricordo, una sferzata di fiducia. Ci sono ancora alcuni grandi tornei davanti a me, quindi se riuscirò ad alzare il mio livello in questo finale di stagione, sarà tutto di guadagnato per l’anno prossimo. La motivazione – sostiene Medvedev – è provare a fare tutto questo, continuare a dimostrare a te stesso che puoi vincere questi grandi tornei, grandi titoli, contro grandi avversari“.
IN FINALE CONTRO ALCARAZ?
Il russo dimostra fiducia in sè stesso quando gli viene posta la domanda su una possibile finale contro Alcaraz. “Penso che se dovessimo affrontarci questa settimana, saremmo entrambi felici, dato che saremmo entrambi in finale. È un buon obiettivo e cercherò di realizzarlo. Allo stesso tempo, come ho detto, ci sono tanti grandi giocatori. Medvedev riflette anche sulla difficoltà del tabellone: “E’ molto dura, è come se fosse il sorteggio di un Masters 1000 o di uno Slam. In un certo senso è ancora più dura di uno Slam, dove non ci sono primi turni così complicati. Sarà molto interessante, penso che sia molto raro vedere un ATP 500 così forte, sarà interessante vedere chi giocherà meglio. Penso che vedremo risultati diversi tra le teste di serie, molte di loro possono perdere al primo turno, qui non sono partite facili”.
LE CONDIZIONI DI GIOCO E LA CULTURA CINESE
“I campi sembrano molto buoni – sostiene il n.2 del seeding – mi sono allenato ieri e anche oggi. Sembrano a posto, sono sicuro che ci sarà molta gente durante le partite, ho sentito solo cose positive. Essendo la mia prima volta devo sperimentare di tutto, a livello ATP ho giocato solo a Shanghai e mi è piaciuto molto, penso che sarà lo stesso anche qui. Per quanto riguarda la velocità del campo, penso che sia piuttosto veloce, quindi mi piace. L’unica cosa è l’uscita delle palle, che diventano grossissime questo per il gomito non va bene.
Infine c’è tempo anche per una riflessione sulla cultura cinese: “Nel complesso, è una cultura molto diversa da quella russa, ma penso che possiamo trovare alcune somiglianze con l’Occidente, motivo per cui mi sento sempre il benvenuto qui. Appena arrivo noto l’energia di questo grande Paese, mi sento a casa, per questo amo ritornare. Non mi dà fastidio venire qui perché è la fine della stagione, anzi, mi piace giocare ed essere qui, la gente lo sente”.
ATP
Sinner su Alcaraz: “Per ora non si può parlare di rivalità tra noi, lui ha vinto molto di più”
“Quest’anno ho giocato di meno rispetto al 2022 perchè devo preparare il mio corpo per i tornei più importanti”

Jannik Sinner giocherà per la prima volta l’ATP 500 di Pechino. Lo attende un tabellone molto complicato, con un possibile quarto di finale con Holger Rune, ed una possibile semifinale con Carlos Alcaraz. Ha parlato in conferenza stampa pre-torneo della sua condizione fisica e della rivalità con il campione di Wimbledon Carlos Alcaraz.
Sinner: “Sono molto felice di essere qui, la mia prima volta qui in Cina. Quando sono arrivato stavo un po’ male, ma oggi mi sento molto meglio. Spero di poter essere al 100% per la mia partita del primo turno. È qualcosa di nuovo per me giocare qui e poi a Shanghai.”
D: Giocherai il doppio con Alex De Minaur, le motivazioni di questa scelta?
Sinner: “È un giocatore di doppio migliore di me. Sono molto felice di giocare con lui. Non abbiamo ancora vinto una partita, quindi speriamo di farcela qui. Ci divertiamo molto a giocare insieme e possiamo giocare molto bene insieme. Sento che ci capiamo molto bene dentro il campo, e fuori dal campo parliamo di altre cose. È abbastanza rilassante giocarci e forse è anche questo il motivo principale per cui ci gioco.”
D: È presente anche Alcaraz nel tabellone di questo torneo, parlami della vostra rivalità.
Sinner: “È difficile parlare di questa rivalità in questo momento perché ha vinto molte cose in questo momento. Penso che in questo momento sia ancora un giocatore migliore di me e lo ha dimostrato. È già stato numero uno al mondo un paio di volte, e penso che al momento la rivalità più grande sia tra lui e Novak. Ma d’altra parte, ogni volta che giochiamo è davvero una bella partita. Penso che entrambi mostriamo il meglio di noi stessi. In questo momento sono molto concentrato su me stesso perché devo migliorare anche fisicamente dato che sento di avere molto potenziale a livello fisico. Questo è anche il motivo per cui quest’anno ho giocato molti meno tornei rispetto all’anno scorso, perché devo preparare il mio corpo per vincere i tornei più importanti. Sarà una domanda a cui verrà data risposta in futuro. Sarei felice di essere il rivale di Carlos. Sento di avere il potenziale per farlo. Ma vedremo in futuro.”
D: Cosa ne pensi del tabellone di questo torneo? Sono presenti molti giocatori importanti.
Sinner: “Mi sento molto felice di essere qui per la prima volta. Mi sono sempre chiesto come fosse la situazione in Cina e ora posso finalmente sperimentarla. La cultura è diversa, mi piacciono molto le persone, sono davvero rispettose e cercano sempre di aiutare. Spero di poter mostrare anche un buon tennis, perché questo è il motivo per cui sono qui, e spero di poter vincere quante più partite possibile. In questo momento sono molto rilassato. Il livello è molto alto, ci sono tanti ottimi giocatori qui.”
Renato Nunziante
Flash
ATP Pechino, Alcaraz: “Voglio chiudere l’anno al numero uno”
Lo spagnolo per la prima volta giocherà nella capitale cinese: “Sono carico, l’obiettivo è chiudere al meglio la stagione”

L’ultima volta che si era disputato l’ATP500 di Pechino Carlos Alcaraz aveva sedici anni, era da poco entrato nei top500 del ranking mondiale e aveva appena perso al primo turno del challenger di Firenze contro Stefano Napolitano.
Nel giro di quattro anni lo spagnolo è diventato una vera e propria star del tennis mondiale, dodici tornei vinti a livello ATP, di cui due titoli slam e quattro1000 e già trentasei settimane da numero 1 del ranking.
Al momento è sceso in classifica al numero due, ma poco importa, è indubbiamente insieme a Novak Djokovic l’attore protagonista del tennis e, reduce dalla delusione di New Yor atterra per la prima volta in Cina con l’obiettivo di prendere la rincorsa verso un finale di stagione elettrizzante, che per la prima volta (infortuni permettendo, vedi 2022) lo vedrà in campo nelle ATP Finals.
“Sono davvero carico, non vedo l’ora di scendere in campo per la prima volta nel China Open, mi piace il campo, il Centrale è infatti meraviglioso e la gente mi sta letteralmente ricoprendo di affetto, mi aspettano perfino fuori dall’ingresso dell’albergo ogni volta che rientro” ha dichiarato lo spagnolo in conferenza stampa dopo il suo primo allenamento in terra cinese.
In palio la prima posizione nel ranking mondiale, con Alcaraz che da qui a fine stagione difende poco o nulla (semifinale a Basilea, quarti a Bercy, un infortunio poi lo costrinse a saltare le ATP Finals di Torino) e che quindi punta al sorpasso nei confronti di Novak Djokovic, che invece nel finale del 2022 infilò uno dei suoi classici filotti: vittorie a Tel Aviv e ad Astana, finale a Bercy e vittoria alle Finals di Torino.
Quasi tremila punti da difendere per il serbo, contro i nemmeno quattrocento di Alcaraz: al momento Nole ha un ampio vantaggio nella classifica basata sulle ultime 52 settimane (circa 3mila punti) mentre più esiguo è quello nella race (circa 800).
Ma Alcaraz ha potenzialmente un grande margine di miglioramento, considerando i suoi (non) risultati nel 2022: “Sicuramente tornare al primo posto del ranking è uno degli obiettivi principali del mio finale di stagione, la sfida con Djokovic è bellissima e fonte di grande motivazione. Lavoro tutti i giorni per cercare di tornare numero uno”.
La stagione non è ancora finita ma per Alcaraz è già tempo di primi bilanci per quanto riguarda il 2023: “Sono molto soddisfatto, sia per i risultati che per il livello di tennis che ho espresso durante tutta la stagione, il prossimo anno spero di riuscire a giocare tutti gli slam (nel 2023 Carlos ha saltato l’Australian Open per infortunio, ndr)”.
Jacopo Gadarco