Australian Open interviste, Djokovic: “Le superfici si sono velocizzate molto negli ultimi anni”

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Australian Open interviste, Djokovic: “Le superfici si sono velocizzate molto negli ultimi anni”

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Australian Open: Djokovic b. Kuznetsov 6-0 6-1 6-4. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

Molti giocatori sembrano soffrire il caldo e alcuni infortuni, sembra invece che tu ti senta perfettamente a tuo agio: qual è il tuo segreto?
L’allenamento (sorride).

Puoi allenarti?
Non mi sto riferendo soltanto all’allenamento sul campo, ma all’essere un professionista fuori dal campo. Ma gli infortuni fanno parte del gioco. Sono un qualcosa che a volte capita anche se ti stai veramente concentrando su ogni singolo aspetto del tuo gioco e di te stesso, anche se stai cercando di avere il massimo della disciplina e di approcciare ogni dettaglio da ogni punto di vista. Il tennis professionistico oggigiorno richiede moltissimo, sia sul sia fuori dal campo in termini di impegno. Ma, come ho detto, gli infortuni capitano. Specialmente ai tennisti – atleti che giocano uno sport individuale e che affrontano continue sfide che riguardano il proprio corpo e la propria mente: viaggiare, il fuso orario, il mutare delle superfici e delle condizioni di gioco. Tutto ciò ha certamente un costo per il corpo di un giocatore.

Sei stato sorpreso di vedere Rafa così in difficoltà a livello fisico ieri sera?
Ho solamente guardato qualcosina degli ultimi giochi del 5° set, non tutto il match. Lui sa dire meglio di chiunque altro come si è sentito in campo, io non lo so. Per quello che ho visto io, lui è stato lì sul campo, a combattere, e ha meritato di vincere perché ha lottato duramente alla sua maniera. Succede a volte di ritrovarsi al di là della rete un giocatore che gioca bene come Smyczek e che non ha niente da perdere. Non conosco la sua situazione fisica. Chiaramente non mi aspettavo di vederlo giocare 4ore e mezza contro Smyczek. La gente si aspetta che lui e gli altri top players dominino la maggior parte dei match che affrontano, specialmente nei primi turni dei tornei dello Slam. Ma questo è il tennis, è lo sport. La gente deve comprendere che gli altri giocatori giocano altrettanto bene. In tornei come questo la motivazione pesa ancora di più. Se disputi una dura lotta come la loro di ieri sera, alla fine devi solo congratularti con il giocatore che si è dimostrato migliore. Sono sicuro che Rafa si sia complimentato con il suo avversario. Ho visto il bellissimo gesto di sportività che Smyczek ha commesso nell’ultimo game. Penso che la gente dovrebbe parlare di questa cosa perché non è così comune vedere qualcosa del genere nello sport di oggi, dove i media enfatizzano le rivalità, l’aggressività e l’approccio mentale alle partite. È bello ritrovare nello sport qualcosa che è più grande dello sport come la sportività e il fair play.

Kuznetsov ha affermato che prenderà una registrazione del match di oggi per capire come si dovrà muovere contro di te. Quanto pensi di aver giocato bene nei primi due set?
I primi due set sono stati sicuramente molto buoni. Ho rispettato in tutto il mio piano di gioco: tutto quello che volevo fare, quasi il 100%, in ogni aspetto del mio gioco, il servizio, il gioco da fondo, colpi e risposte aggressive. Lui ha abbassato la percentuale di prime di servizio nel secondo set e questo mi ha concesso di osservare bene la sua seconda, e così alla fine potevo fare un passo dentro il campo per rispondere.

Viktor ha parlato molto di quanto tu l’abbia aiutato. Quanto sei felice del livello a cui lui si trova ora?
Io penso che sia giusto affermare che ha compiuto un lavoro fantastico nel raggiungere i top 50; e può andare ancora oltre, giocando solo 6 mesi, forse, dopo uno stop di più di un anno. Da suo grande amico, sono fiero di lui. Sono felice di vederlo vincere e che si senta bene sul campo. Parliamo molto, è chiaro. Ha vinto 10 match consecutivi. Sta per incontrare un top player, ora. Contro Tomas (Berdych) non ha un gran bel record, ma penso che Viktor sia un giocatore diverso rispetto a due anni fa. L’esperienza che ha avuto negli ultimi due anni l’ha aiutato in qualche modo a diventare più forte e a cambiare il suo approccio al campo e gli permette ora di realizzare delle cose mentre prima non ne aveva la minima chance. A volte un periodo di pausa di qualche mese dal tennis, dallo sport in generale, da quella routine che hai seguito quotidianamente per molti, molti anni, be’ forse è utile per rinfrescarti un po’ la mente, darti una nuovo modo di pensare e di approcciare le cose. Così gli auguro il meglio. Penso che se continua a giocare come ha fatto nelle ultime due settimane, si toglierà delle soddisfazioni.

Hai già risposto a questa domanda, ma il tuo coach è Becker. Il suo grande rivale era Edberg. E tu hai chiamato tuo figlio Stefan. Cos’hai da dire a riguardo?
Niente. Non ho chiamato mio figlio Stefan pensando a Edberg, se stai dicendo questo. Be’, è bello vedere le leggende del nostro sport riprendere un ruolo attivo e diventare coach. Stefan con Roger, Boris con me, e Cilic ha Goran, Michael Chang è con Nishikori, Magnus Norman allena Stan Wawrinka. È un bene per lo sport. Loro attirano molta attenzione perché hanno avuto grande successo nella loro carriera e hanno ottenuto molto anche fuori dal campo. Sono felice di vederli di nuovo nel tour.

L’altra notte ho visto il tuo spot per Jacob’s Creek: è stato il migliore che hai girato nella tua vita?
È certamente uno dei più belli perché è in qualche modo diverso dagli altri. Abbiamo girato tre ‘corti’ che permettono alla gente di guardarmi da punti di vista differenti. Ho parlato spesso della mia infanzia, di come sono cresciuto, della guerra e così via. Ma mettere tutto ciò sullo schermo, renderlo di nuovo reale in un certo senso, è stato bello. È stato emozionante per me lavorarci sopra con le persone della Jacob’s Creek. Spero che alla gente piaccia, chiaramente.

Dal 2007 a oggi hai perso soltanto 2 set in tutti i tuoi primi due match qui. Stai giocando con giocatori che non hanno un ranking molto alto. Cos’è che ti mette così a tuo agio di questo torneo?
Be’, chiaramente è lo Slam dove ho vinto maggiormente e il torneo dove negli anni ho giocato anche il mio miglior tennis. Perché? Penso che non ci sia una sola ragione. Ce n’è più di una, ma devo osservarle tutte insieme. Probabilmente il fatto che io apprezzi molto queste condizioni di gioco. Anche se negli ultimi due anni i campi sono un po’ più rapidi, significativamente più rapidi rispetto a prima, a me continua a piacere molto giocare qui. Sento un’energia positiva, bella, che rende le cose semplici. La gente apprezza lo sport e ti fa sentire bene. e poi c’è il fatto che siamo all’inizio dell’anno, e questo è il primo grande torneo. Tutti quanti veniamo qui freschi e motivati. Penso che ci sia un insieme di cose che rendono il torneo ai miei occhi davvero bello.

Traduzione a cura di Maurizio Riguzzi

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