Zus Tennis, la scelta migliore per andare d'accordo con la racchetta

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Zus Tennis, la scelta migliore per andare d’accordo con la racchetta

Zus Tennis è un brand americano che costruisce racchette su misura, secondo le specifiche di ogni tennista. Piatto corde, peso, bilanciamento, colore, manico e schema d’incordatura: scegliete voi come deve essere la vostra racchetta, costruita con materiali di alta qualità

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Dopo aver provato un modello Zus qualche mese fa, abbiamo deciso di acquistarne una e di verificare di persona il processo creativo delle racchette personalizzate, un mercato in continua espansione. Siamo andati quindi a trovare Mirko Di Giacomo di TennisWorld.it (che ha lo stand anche al Foro Italico in questi giorni degli Internazionali d’Italia 2015) nel suo negozio in zona Anagnina, per vedere come si crea una racchetta su misura partendo dalle caratteristiche tecniche che ogni giocatore può specificare. Scendiamo subito nel magazzino-laboratorio, dove vediamo cataste di fusti di telai Zus dei quattro colori possibili: l’elegante nero, lo sgargiante giallo, il reale bianco e l’acceso rosso. I “fusti”, arrivano direttamente dagli USA e hanno una lunghezza fissa che si taglia a seconda della dimensione scelta della vostra racchetta, uno dei tanti parametri che potete scegliere per il vostro modello personale. Mirko Di Giacomo, artigiano che come ogni buon vecchio liutaio gode nel consegnare il prodotto finito e lavorato con le sue mani, chiede subito le specifiche principali della racchetta: grandezza del piatto corde, peso, bilanciamento, schema d’incordatura e valore di rigidità.

La scelta del modello
Scegliamo ovviamente la forma migliore mai creata per una racchetta da tennis, il piatto corde 95, che più americano non si potrebbe, con schema d’incordatura 18×20 e un peso del telaio senza corde di 320 grammi. La nostra idea è di avere un prodotto finale pesante 340 grammi circa e bilanciato a 31,5 centimetri dal manico. Scegliamo poi il valore di rigidità, che è il parametro che dimezzerà le colorazioni possibili della vostra Zus personalizzata: con valore 62 RA, più flessibile, potrete scegliere il colore nero o il rosso; con valore rigidità a 70 RA la scelta è fra il bianco o il giallo. Preferiamo il modello più rigido che, considerata l’alta qualità dei materiali, ci darà potenza e controllo senza penalizzarci in fase di feeling e comfort di gioco. Diamo anche le ultime direttive, ovvero optando per il colore giallo acceso ma non pacchiano per la nostra racchetta, cui abbiniamo un passacorda nero per dare poi il via alla lavorazione. La racchetta viene posizionata su un macchinario e viene subito tagliata secondo la lunghezza da noi scelta, una misura molto classica. Mirko poi comincia a posizionare i pesi negli appositi fori predisposti sul manico. C’è una logica nel posizionamento dei pesi, mirata a non alterare il bilanciamento della racchetta. Una volta che la racchetta ha raggiunto il peso prestabilito, si passa all’ottimizzazione del manico. Noi abbiamo scelto una forma modello Wilson, e preferiamo al cuoio Fairway un grip Zus di ottima fattura e dal peso certo, a differenza del cuoio che è suscettibile di variazione nell’ordine dei grammi per il fatto che si tratta di un prodotto naturale. Addirittura, per completare un peso finale previsto a 320grammi Mirko calcola anche il peso delle due fasce del nastro che reggeranno l’involucro del manico sul quale fisseremo il nostro grip. Quando il manico è stato saldato al telaio, con il tappo fissato, si poggia la racchetta sulla bilancia con i decimali e si attende con curiosità la risposta: 320 grammi spaccati, un lavoro certosino e perfetto come da nostra richiesta. Cosa manca? Le corde. Si passa quindi all’incordatura, altri 16.2 grammi di peso. Ripesiamo la racchetta e il valore definitivo è di 336.2 grammi. Ora non rimane che provarla sul campo.

Test sul campo
Tirare i primi colpi con una racchetta nuova è sempre una delle sensazioni più belle sul campo da tennis, specie se poi nasce un feeling improvviso. Cosi è per questa Zus gialla con striature, corde e manico nere senza scritte sul telaio. Cominciamo a colpire e l’impatto è stabile e senza vibrazioni. Il suono della pallina che lascia le nostre corde è secco; la combinazione 18×20 e rigidità 70 restituisce un attrezzo che ci consente di colpire con molta forza ottenendo impatti puliti con molta profondità di palla, specie se non usiamo rotazioni colpendo piatto o quasi. La Zus massimizza quello che noi siamo in grado di fare e lo sweet-pot ampio il giusto fornisce una maneggevolezza molto utile soprattutto in fase di recupero. Altra caratteristica che si nota subito in fase di difesa è la facilità con la quale si riesce a giocare solo di polso, facendo finire il colpo alla testa della racchetta. Spieghiamo meglio: nei recuperi disperati di diritto con la racchetta fuori dalla presa dell’ipotenar per raggiungere lo spazio più lontano, basterà una frustata con le dita per ottenere ottimi recuperi tagliati. In pratica il colpo à la Federer quando in difficoltà sul lato destro si produce in delle frustate con il diritto tagliato che poi mandano la racchetta a toccare la terra, per capirci. Lo stesso risultato si ottiene nei tagli sul lato del rovescio, dove la resa è eccezionale. In generale, da fondo campo, il telaio si rivela molto duttile, massimizzando l’esecuzione di colpi piatti o poco spinnati o anche del top esasperato. E quindi man mano che colpiamo cresce il feeling con questo telaio che, è sì molto esigente in fase di costruzione del colpo, ma che non tradisce minimamente il risultato finale se i movimenti sono ben eseguiti. Ci avviciniamo alla rete e colpiamo delle volée con la sensazione di avere un telaio più bilanciato verso la testa di quanto dica il valore del bilanciamento. Al servizio incontriamo qualche difficoltà in più per quanto riguarda l’esplosione di potenza. La configurazione da noi richiesta massimizza sicuramente – per quello che è il nostro gioco – il gioco da fondocampo, dove non abbiamo difficoltà a raggiungere ottime velocità con ottima resa in termini di profondità e controllo. Al servizio bisogna colpire con forza e decisione per raggiungere buone velocità. Più facile le soluzioni con spin ma, come detto, tutto è demandato ai nostri movimenti, perché la racchetta aiuta ma il braccio comanda.

Conclusioni
A chi la raccomandiamo? La raccomandiamo ai tennisti esigenti che stanno abbastanza sul campo, tanto da avere una tecnica di base che consenta di sfruttare appieno le caratteristiche scelte per questo telaio su misura. La Zus è la racchetta migliore con la quale abbiamo giocato. Qualità dei materiali sopraffina, peso certo (cosa fondamentale per fare una coppia di racchette identiche) ed estetica meravigliosa che vi costringerà a rispondere alle tante domande dei soci del circolo (“Ma che racchetta è quella che adoperi?”, frase-mantra). Vale senza dubbio i soldi che costa (e attualmente è anche in promozione), e poi è un pezzo unico, il nostro.

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