Roland Garros interviste, Federer: “Sono d'accordo con l'ATP, a Vilas non deve essere riconosciuto il n.1"

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Roland Garros interviste, Federer: “Sono d’accordo con l’ATP, a Vilas non deve essere riconosciuto il n.1″

Roland Garros: R. Federer b. Dzumhur 6-4, 6-3, 6-2. Incontro di terzo turno. Intervista a Roger Federer

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Prima della partita Dzumur ha detto che eri un suo idolo. Ricordi la prima volta in cui hai giocato contro un tuo idolo e se sei riuscito a fare il tuo gioco?
Beh, non ho mai avuto l’occasione di giocare contro Becker ed Edberg, ma con Pete è stato fantastico, eccezionale, in più era sul Centrale di Wimbledon, quindi una cosa enorme. È molto emozionante giocare contro dei campioni che hai visto in TV. Non importa di chi si tratta. La sola cosa che pensi è: davvero giocherò con questo giocatore? Perché è così surreale che non pensi sia possibile, ma poi ti rendi conto che è facile vincere dei game anche contro di loro. Quella è stata la fase più emozionante della mia carriera, il passaggio dai juniores ai professionisti: sfiorare le spalle di questi giocatori, vederli mentre si preparano o scherzano e all’improvviso essere uno di loro e diventare amico con loro, è una bellissima sensazione.

Sei un giocatore d’attacco, il tuo istinto naturale sarebbe quello di avvicinarti alla rete e finire il punto piuttosto che aspettare di trovare il perfetto colpo vincente. È così sull’erba e sulle superfici dure ma sulla terra forse devi cambiare l’approccio mentale. Quanto è stato difficile raggiungere la finale qui per cinque volte? Come hai cambiato il tuo approccio?
L’anno in cui ho vinto qui io non sono andato a rete come un matto e il mio gioco non è stato così per più di 13 anni. Non ho fatto serve&volley e chip and charge come facevo nel 2001 e 2002. L’evoluzione delle corde e l’arrivo di giocatori potenti mi hanno indotto a cambiare il modo di giocare. E ho dovuto accettare il fatto che per battere Agassi dovevo gicare dalla linea di fondo perché mi sono reso conto che andare a rete non funzionava. È stato un enorme aggiustamento che ho dovuto fare quasi all’inizio della mia carriera. Quindi penso che sia importante attaccare nel modo giusto contro alcuni giocatori. Con qualcuno fare il serve&volley è più facile, con altri puoi attaccare forse dopo tre o quattro colpi. Ma non puoi rifuggire dagli scambi lunghi o dai punti estenuanti, dallo spostare il tuo avversario da una parte all’altra subendo la stessa cosa da parte sua. Se ti spaventi di questo non andrai molto lontano, soprattutto qui, al Roland. Ovviamente c’è sempre qualche aggiustamento da effettuare a causa delle scivolate e dei cattivi rimbalzi che ci sono sulla terra battuta.

Come valuti la tua prestazione di oggi e qualche parola su Damir? Ti ha sorpreso con i dropshot?
Ho fatto una buona partita. Ci ho messo un po’ per entrare, per capire il suo modo di servire. Ho aspettato un po’ per vedere come sarebbe andata. Per fortuna ho giocato bene, un buon game di risposta nel primo e nel secondo set ma ho avuto un paio di giochi di servizio un po’ difficili. Inoltre c’era vento, anche se una volta preso il ritmo sono stato in grado di giocare più liberamente e di variare. Damir ha giocato bene. Mi aspettavo che giocasse molto dietro la linea di fondo ma in alcuni momenti ha cercato di essere aggressivo colpendo diversi lungolinea e dropshot, che su questo campo sono una buona soluzione perché la palla non rimbalza così in alto. Devi dare molto spin e penso che lui lo abbia fatto molto bene. Si muove bene. E credo sia stata una partita divertente. Naturalmente gli auguro tutto il meglio per quest’anno e per il futuro.

Cosa pensi della questione di Vilas?
Beh, ho sentito delle voci, quindi non so se tu vuoi farmi commentare delle voci. Allora forse dovresti spiegarmi meglio, ma non so quanto tempo abbiamo. (Risate)

Vilas ha affermato che sarebbe dovuto essere1 nel 1975 ma l’ATP ha risposto che non è possibile tornare indietro e cambiare tutto. Vorrei sapere qual è il tuo parere su questo.
Sono d’accordo con l’ATP. Non si può andare indietro nel tempo e fare come se fosse come oggi.
Oggi forse lui sarebbe n° 1. In ogni caso è stato uno dei più grandi di tutti i tempi, soprattutto sulla terra rossa. Così non credo che sia necessario quel n° 1 in classifica per essere riconosciuto. Penso che dovrebbe essere felice per la sua straordinaria carriera. Allora le regole erano diverse e essere n. 1 o 2 o 3 del mondo non cambiava molto.

Ho osservato il comportamento delle tue bambine in tribuna: una leggeva un fumetto, l’altra era concentrata sul suo cellulare. Ho due bambine anch’io e so quanto è difficile coinvolgerle nelle cose che interessano noi. Le tue quanto sono interessate a quello che fai come lavoro?
Sono felici quando torno dalle partite (risate). Sono felici quando torno dagli allenamenti perché vogliono passare del tempo con me. Questa è la cosa più importante e non che siano impazienti di vedermi giocare a tennis. Amano viaggiare, l’ho già detto. Poi ovvio, chiediamo loro di rimanere sedute ma possono guardare la partita o dormire, leggere o fare altro. Probabilmente guardano di più i libri che la partita. Per me è bello vederle lì, con i loro amici, insieme come una famiglia.

Hai giocato su tutti i campi degli slam, probabilmente più di chiunque altro. Che sensazioni ti danno le dimensioni dello Chatrier? Influiscono sul tuo approccio tattico?
Le dimensioni? No,davvero. È la superficie. Questa è sicuramente quella più aperta, con molte correnti che passano nello stadio. Anche gli US Open hanno un ambiente ampio ma essendo più alto, ti senti, forse, più protetto. Ma New York, in generale, è appena più ventosa di Parigi.
Sì, ho detto molte volte che mi sono dovuto abituare alle dimensioni di questo campo. Il fatto che ci sia tanto spazio dietro e sui lati ti porta quasi naturalmente ad andare all’indietro. È strano da spiegare, cioè non credo che Dzumhur, ad esempio, potrebbe giocare sul campo 27 nel modo in cui ha giocato oggi. Allo stesso tempo, un campo così grande può aiutarlo, nel senso che è possibile attuare diverse scelte difensive, da diverse posizioni, specialmente in risposta. Quindi alcuni ragazzi qui possono giocare meglio. Ma per me che sono di solito sulla linea, in realtà non è così importante. Io devo solo ricordare a me stesso che gioco avanti e non dietro. Ecco perché sono spesso venuto ad allenarmi sul centrale, per familiarizzare con quella sensazione, credo sia dal 2006 che faccio questo. Ovviamente più partite ho giocato e più a mio agio mi sono sentito.

La maggior parte delle persone considerano te e Rafa come i più grandi giocatori di tutti i tempi. Tu, in questa lista immaginaria, dove metteresti Novak?
Beh, già molto in alto. Ha ancora un po’ di strada davanti, forse non ha ancora molti Slam ma ha una tonnellata di Masters 1000, di cui non si parla abbastanza e che io trovo straordinario. È chiaro, molte regole sono cambiate nel tempo e tutto il resto ma basta vedere i suoi head to head con i Top 10 e anche il fatto che non abbia avuto infortuni per qualche tempo, tutto ciò lo spinge molto in alto nella lista. Penso che gli ultimi tre, quattro anni abbiano davvero rappresentato una svolta per lui.

(fuori microfono).
Ci sono un sacco di ragazzi, non so, non voglio dire nulla perché non voglio mancare di rispetto a nessuno.

L’avversario successivo sarà Monfils o Cuevas. Hai affronato entrambi sulla terra rossa in questa stagione. Come ti avvicini a questa partita? Senti che stai giocando meglio rispetto a quando hai affrontato Monfils a Monte Carlo?
Innanzitutto penso che sia interessante giocare con Cuevas e con Gaël. Si trovano entrambi a proprio agio sulla terra battuta. Cuevas è stato davvero forte a Istanbul e anche a Roma. Con Gaël ho giocato in condizioni più difficili per me. In Coppa Davis è stata dura, a Monaco era all’inizio della stagione su terra e anche se non ho colpito la palla così male, non ero ancora sicuro del mio gioco, avevo bisogno di giocare. La partita si è decisa per pochi punti. Peccato non essere riuscito a vincerla. È stato sempre difficile giocare contro di lui in tutta la mia carriera e soprattutto gli ultimi quattro o cinque anni. Anche qui ci siamo incontrati in occasioni importanti, ai quarti o in semifinale, in alcuni dei miei anni migliori. Così chiaramente mi piacerebbe giocare di nuovo contro di lui. Pablo anche è un bravo giocatore, guarderò il loro incontro con grande interesse.

Andrai a Wimbledon e ai Queen’s?
Sì.

Martina Hingis è tornata a Roland Garros per giocare in doppio. Cosa pensi del suo ritorno?
Sono molto felice per lei. Credo che sia bellissimo. È tornata perché ama giocare a tennis. Questo è tutto. Lei ha tanto successo. Mi piace vederla giocare. È una giocatore fenomenale. Lei è stata una giocatrice fenomenale e lo è ancora oggi. Le auguro la più grande fortuna. Se non la vedo qui forse potrei incontrarla sulle montagne svizzere. Ma le montagne svizzere sono abbastanza grandi…

Una domanda non di tennis. Sei un fan di calcio e la FIFA sta attraversando una grave crisi o non so come chiamarla. Mi piacerebbe sapere la tua opinione: pensi sia giunto il momento di cambiare?
Io sono un appassionato di calcio ma non sono un fan delle persone. Amo guardare il calcio e quando sei un fan vorresti che le cose fossero fatte nel modo giusto, ma non sembra essere il caso. È abbastanza deludente vedere cosa sta succedendo oggi ed è negativo in termini di immagine. Voglio semplicemente essere un fan di calcio. Niente altro.

Siamo impazienti di vedere una partita tra te e Gaël. Hai giocato con lui due volte sulla terra rossa e hai perso due volte. Quanto sono significativi questi risultati per te?
Beh, io guardo gli ultimi quattro incontri. Non considero la partita di Coppa Davis perché in quella occasione giocavo con paura. Ho fatto solo un’ora di preparazione. Lui ha giocato molto bene. Cincinnati, US Open, Monaco, queste sono state partite interessanti. Tutti e tre molto serrate. Io sono sempre felice di giocare con Gaël. Lui è di Parigi, è a casa qui. È molto forte e ama questo tipo di partite. Quindi sono consapevole del pericolo. Conosco i suoi livelli di performance. Avrebbe potuto fare così tanto meglio prima. Non capisco perché non sia salito nella top 10 più velocemente. Io conosco le sue capacità. Mi piacerebbe davvero vederlo realizzare di più. Se giocheremo di nuovo qui, spero che sarà una buona partita. Spero di vincere (sorride).
Non sto qui per perdere contro di lui, giusto?

Ion Tiriac a L’Equipe Magazine ha detto che sarebbe bello per il tennis se tu vincessi il Roland Garros. Pensi che vincere uno Slam potrebbe far durare la tua carriera più a lungo?
Forse. Potrei interrompere il giorno seguente oppure andare avanti per altri cinque anni. Non so. Quello che posso dire è che se vinco Wimbledon o uno Slam, sarò molto felice, estremamente felice. Quindi non farà differenza. È vero per me ma è vero per chiunque altro. Non posso dire se è giusto o sbagliato. Non so la risposta.

Cosa pensi del match di Dzumhur? Come giudichi la sua performance?
Ero curioso di vederlo, aspettavo di giocare con lui perché ha battuto grandi giocatori come Youzhny e Baghdatis, giocatori che incontrato tante volte. Lui è stato capace di batterli abbastanza facilmente. Mi chiedevo, come ha fatto? Ho guardato alcuni dei suoi incontri. Ho cercato di ottenere delle informazioni per essere ben preparati. Sai, devi essere ben preparato quando affronti una partita come questa. Sono soddisfatto della mia prestazione e ora so perché incontrarlo rappresenta una sfida. È in grado di rinviare molto bene da fondo campo e si muove molto rapidamente. Commette pochi errori ed è mentalmente molto presente per tutto il match. È in partita anche quando perde tre o quattro punti, mantiene la sua concentrazione. Questo è il tipo di atteggiamento che devi avere se vuoi andare molto lontano nel tennis. Fisicamente, inoltre, è potente e la sua classifica infatti è molto migliorata, ora è nella top 100. È un grande balzo in avanti e voglio congratularmi con lui perché non è facile. È bellissimo vedere ragazzi come Dzumhur che si impegnano così tanto. Penso che sarà molto interessante per lui giocare con i migliori giocatori del mondo ogni settimana. Sono sicuro che ha lottato duramente per arrivare qui e oggi è ricompensato.

 

Traduzione di Maria Cristina Graziosi

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