Roland Garros interviste, Sharapova: "Senza il tennis, non sarei potuta comparire sulla copertina delle riviste"

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Roland Garros interviste, Sharapova: “Senza il tennis, non sarei potuta comparire sulla copertina delle riviste”

Roland Garros, terzo turno: M. Sharapova b. S. Stosur 6-3 6-4. L’intervista del dopo partita a Maria Sharapova

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È sembrato un finale molto emozionante per te oggi. Puoi spiegarci come ti sei sentita dopo la fine del match?
Ero molto felice di aver vinto. Sapevo che sarebbe stato un match duro. E considerando l’inizio della settimana è stato davvero duro. Sapevo di dover affrontare un’avversaria tosta e volevo essere più pronta possibile. Ero veramente felice di aver vinto.

Ti senti meglio?
Sì. Sto migliorando. Potrei non sembrare così, ma mi sento meglio. (sorridendo)

Come riassumeresti la tua prima settimana finora a Parigi dopo tre match?
Ho solo fatto il mio lavoro. Le condizioni nel primo incontro e oggi sono state abbastanza difficili. E penso che in questi momenti sia sempre difficile valutare il livello, perché per quanto tu voglia migliorare e trovare un po’ di perfezione, è veramente difficile perché non sai mai quale sarà la direzione. Soprattutto con la rotazione della mia avversaria di oggi, dovevo essere regolare e costante, sfruttare le mie opportunità, e ho fatto ciò abbastanza bene.

Il record contro Sam sta migliorando sempre di più. Cosa puoi dire di fare estremamente bene? Perché anche se lei potrebbe essere definita una specialista della terra, sembra che tu non abbia problemi con il suo topspin o il servizio o altro.
So che devo preoccuparmi dei miei game di servizio, perché lei è capace di servire molto bene. Sono alta, quindi il kick che riesce a dare alla seconda di servizio non mi dà fastidio come ad altre e mi piace quella palla. Non lo so. Nonostante il mio record, abbiamo avuto molti incontri duri, e non ci faccio molto caso quando mi preparo a giocare questo match. So che devo battere una buona giocatrice, sta giocando molto bene e adora giocare qui. Come match di terzo turno, penso che sia stato un grande risultato per me.

Nel prossimo match affronterai Lucie. Puoi parlare di questa sfida?
Non ci affrontiamo da un po’. Penso che l’ultima volta fosse stato un incontro molto duro lo scorso anno a Stoccarda, in cui stava servendo per il match. So che ne affronterò un altro duro. Le mancine sono sempre complicate da affrontare. Sarà il primo del torneo per me. Dovrò certamente essere pronta, ma so cosa devo fare. Devo solo metterlo in pratica.

Sei una che ha vinto da giovanissima. Adesso vediamo alcune giocatrici esplodere da giovani che non riescono a confermarsi. Puoi parlare di quanto sia difficile vincere presto e alzare il livello mantenendolo costante?
Posso chiederti di chi stiamo parlando?

Genie, per esempio.
Per essere nella condizione in cui hai fatto estremamente bene e hai ottenuto dei risultati molto buoni, hai dimostrato di appartenere al vertice, alcune volte c’è bisogno di un po’ di tempo. Io ho avuto un’esperienza vincente molto dura. Ho vinto a 17 anni e all’improvviso pensavo di essere in grado di vincere ogni singolo match. Mi ci è voluto un po’ per realizzare che quella non era la realtà. La cosa più importante per me non aveva niente a che fare con il tennis, perché so che stavo ancora sviluppando il mio gioco, ma con le persone con cui mi sono circondata, che sono riuscite a prendere delle decisioni intelligenti per me. Perché non è semplice a quell’ètà. Soprattutto da giovani, hai molte opportunità e sono molto divertenti, partecipare a grandi eventi e conoscere le star e fare scatti fotografici per Vogue, sono cose molto divertenti per una ragazza, e mi piacevano. Ma in fin dei conti, ciò che mi mette in questa condizione sono le vittorie dei match di tennis, e questo è ciò che adoro ancora fare e so che senza di queste non avrei avuto la possibilità di comparire sulla copertina delle riviste. Questo è sempre stato il mio sogno e il mio obiettivo, e ho avuto intorno a me le persone giuste che hanno fatto sì che rimanessi ferma sui miei obiettivi.

 

Traduzione di Chiara Nardi

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