E il sogno realtà diverrà. Come è nato “Ajde!”, il cartone animato su Djokovic

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E il sogno realtà diverrà. Come è nato “Ajde!”, il cartone animato su Djokovic

L’Agenzia di stampa serba Tanjug ha voluto conoscere Zuzanna Szyszak, la graphic designer polacca autrice di “Ajde!”, il cortometraggio animato sulla vita di Novak Djokovic. Per sapere come e perché ha realizzato il film che tanto successo ha riscosso sul web e che ha fatto commuovere lo stesso n. 1 del mondo. E che ci ricorda che i sogni possono diventare realtà se si ha la forza di inseguirli

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Chi è Zuzanna Szyszak?
In molti se lo saranno chiesto dopo aver visto il cortometraggio animato “Ajde!” che ha per protagonista il n.1 del tennis mondiale Novak Djokovic, realizzato proprio da Zuzanna Szyszak e di cui Ubitennis aveva parlato poco dopo la sua uscita.
Già dal comunicato stampa disponibile sul sito ufficiale del film si vengono a sapere un po’ di cose. Zuzanna Szyszak, nata nel 1990 a Varsavia, è una Graphic Designer & Animator già vincitrice di diversi premi con i suoi lavori, che sono stati esposti in mostre e festival di diversi paesi, tra i quali Argentina, Brasile, Germania, Stati Uniti, Russia e Spagna.
Dopo aver completato il corso di laurea in grafica presso l’Accademia Polacco-giapponese di Information Technology di Varsavia, la Szyszak si è trasferita due anni fa a Londra per conseguire il Master alla London University of the Arts. E il cortometraggio di animazione su Djokovic è stato proprio la sua tesi finale presso l’ateneo londinese, il più grande in Europa specializzato in arte, design, moda, comunicazione e performing arts.

L’agenzia di stampa serba Tanjug ha voluto conoscere meglio questa artista ed insieme all’ambasciata polacca in Serbia l’ha invitata a Belgrado per promuovere nel paese natale di Djokovic il suo cortometraggio. Durante la sua visita nella capitale serba l’autrice di “Ajde!” ha rilasciato un’intervista all’agenzia serba, che ne ha poi pubblicato una sintesi sul suo sito.

Nell’intervista la Szyszak ha raccontato quando è nata l’idea di realizzare un documentario animato sulla vita di Djokovic.
“Sono una sua fan da molto tempo, ma non mi ero resa conto di quanto la sua carriera potesse essere una buona base per una sceneggiatura fino a quando non ho iniziato a studiare a Londra. Lì ho capito che si poteva fare un grande film d’animazione” ha detto l’artista di Varsavia, a cui è stato anche chiesto il perché del titolo.
“”Ajde!” è un’espressione d’incitamento comune nella lingua serba (equivalente all’italiano “Dai!” o “Andiamo!”, ndr) e la si sente spesso quando Novak gioca. Ma vuole anche essere un incoraggiamento per tutti i giovani ad esprimersi al massimo e ad inseguire i loro sogni, nonostante le difficoltà” ha spiegato Zuzanna.

Il cortometraggio ripercorre in poco più di 5 minuti gli aspetti ed i momenti più significativi della vita di Djokovic. Come il momento in cui decide di diventare un campione di tennis, la sua passione per questo sport, gli intensi allenamenti a cui si sottopone. Ma anche gli ostacoli e le difficoltà che si è trovato ad affrontare, dal bombardamento di Belgrado nel 1999 ai problemi derivanti dalla sensibilità al glutine.
Il film è stato pubblicato su Internet il 30 giugno scorso durante il torneo di Wimbledon. Proprio il torneo che nel cartone animato il piccolo Nole sogna di conquistare, dopo aver visto alla televisione Pete Sampras alzare il trofeo dopo la sua prima vittoria sull’erba londinese nel 1993. Un sogno che riesce a realizzare nel 2011 battendo in finale Rafa Nadal . E che alla fine del film diventa il sogno di un altro bambino, quando a sua volta vede Novak alzare il trofeo dopo la vittoria.
“Ajde!” ha riscosso da subito un grosso successo: in pochi giorni ha raggiunto il mezzo milione di visualizzazioni. Lo stesso fuoriclasse serbo ha rivelato sulla sua pagina Facebook di essersi emozionato nel vederlo:

“Sono senza parole dopo averlo guardato. Mi ha portato indietro con la memoria e mi ha riempito gli occhi di lacrime. Sono umilmente onorato di questa opera d’arte. Farai grandi cose nella tua vita Zuzanna! Ben fatto!”

“Sono senza parole dopo averlo guardato. Mi ha portato indietro con la memoria e mi ha riempito gli occhi di lacrime. Sono umilmente onorato di questa opera d’arte. Farai grandi cose nella tua vita Zuzanna! Ben fatto!”

Ci sono voluti sei mesi per realizzare il film, nei quali la ragazza di Varsavia ha effettuato moltissime ricerche sulla vita di Novak, sulle sue abitudini, sul suo modo di giocare, sui suoi movimenti sul campo. Ha guardato molti match di Djokovic, ha letto i libri scritti sul fuoriclasse serbo e molte delle interviste rilasciate dal 9 volte vincitore Slam. Tutto per cercare di rappresentare sinteticamente, ma il più chiaramente possibile, i tratti caratteristici del tennista serbo e gli aspetti fondamentali della sua carriera e della sua vita. Come ad esempio il supporto ricevuto dai genitori, rappresentato dalla breve sequenza in cui i genitori appoggiano le mani sulle spalle del piccolo Nole ed insieme guardano il disegno che il bambino ha attaccato sulla porta del frigo, con il suo nome sotto il trofeo di Wimbledon. Un percorso realizzativo, quello di “Ajde!”, che la Szyszak racconta nel suo blog.
“Mi sono concentrata sulla sua vita, sui momenti che ho voluto inserire nel film, perché penso che siano stati cruciali per la sua carriera ed il suo successo”
ha spiegato Zuzanna.

Ciò che l’ha maggiormente impressionata dell’atleta serbo è la sua determinazione, il fatto che crede sempre fermamente in sé stesso e nell’obiettivo che vuole raggiungere.
“Mi ha colpita il fatto che Djokovic non provenga da un paese occidentale e quindi non ha avuto le possibilità che magari hanno altri giocatori, ma è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi nonostante tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare nel suo paese di origine, tra cui la difficile situazione economica e i bombardamenti” ha raccontato la giovane graphic designer.
Che è anche rimasta affascinata dal modo di giocare di Novak.
Sembra sia fatto di gomma, che non abbia uno scheletro, in campo riesce a raggiungere ogni palla, è entusiasmante” ha detto la Szyszak.

La 25enne polacca ha poi aggiunto di non aver avuto sinora l’opportunità di parlare con Novak, ma di essere entrata in contatto con il suo entourage dopo la pubblicazione del film. Ha avuto l’opportunità di assistere al match dei quarti di finale del n. 1 del mondo a Wimbledon come ospite del suo team ed inoltre è in contatto con la moglie Jelena che, rimasta colpita dalla sua creatività, le ha offerto l’opportunità di sviluppare le proprie idee.
Zuzanna Szyszak non sa ancora a cosa potrà portare questa collaborazione con i Djokovic, ma ha precisato che la sua intenzione è comunque quella di tornare a Varsavia, dopo i due anni trascorsi a Londra, dove vuole continuare ad occuparsi come freelance di graphic design e animazione (la Polonia ha una notevole tradizione nel campo del Cinema di animazione). La Szyszak ha rivelato di aver ricevuto molte offerte di lavoro, soprattutto dopo la realizzazione e la pubblicazione del film su Novak. Film di cui vorrebbe vendere i diritti d’autore per devolvere il ricavato a favore della fondazione benefica di Novak Djokovic, il cui motto “Believe in your dreams” è perfettamente il linea con il messaggio che il cortometraggio vuole trasmettere.

Zuzanna Szyszak durante l’intervista (Foto:  Tanjug /Rade Prelic)

Zuzanna Szyszak durante l’intervista (Foto: Tanjug /Rade Prelic)

Per la Szyszak è stata la prima visita a Belgrado. “Sarei felice di venire qui più spesso” ha affermato con un sorriso la ragazza polacca, rivelando che già prima di realizzare il film aveva in progetto di visitare la capitale serba e di essere felice di avere l’opportunità di poter promuovere il suo film proprio a Belgrado, esprimendo anche la speranza di poter visitare i posti frequentati da Djokovic. Cosa che poi è effettivamente accaduta, come si può vedere dalle foto che lei stessa ha pubblicato su Twitter.

Nell’intervista le è stato anche chiesto se pensa di essere la più grande fan di Novak Djokovic.
“Forse, non lo so, sta agli altri decidere.” ha risposto sorridendo la 25enne ragazza di Varsavia. Che sull’argomento però dovrà sicuramente confrontarsi con un agguerrito avversario, il montenegrino Miladin “Mila” Bacovic, di cui abbiamo parlato poco tempo fa su Ubitennis

Ma non è importante se sia Zuzanna Szyszak o Miladin Bacovic o il papà Srdjan Djokovic o qualcun’altro ancora a fregiarsi del titolo di più grande fan di Novak Djokovic. Non è nemmeno importante, in questo contesto, essere tifosi di Nole o meno.
È importante che “Ajde!” ci ricordi che il tennis è una passione. E come tutte le passioni alimenta i sogni.
E non c’è dubbio che il percorso di vita di Novak Djokovic – che “Ajde!” ben sintetizza – da questo punto di vista rappresenti un bell’esempio di come sia possibile realizzare i propri sogni se si inseguono con fiducia, perseveranza ed umiltà, affrontando gli ostacoli e cercando di superarli, riconoscendo i propri limiti e cercando di migliorare.
Ecco, dopo che nell’ultimo periodo le cronache tennistiche si sono concentrate sull’affaire Kyrgios ed i vari “effetti collaterali” (vedasi la rissa sfiorata tra Harrison e Kokkinakis), rivedere “Ajde!” ci ricorda che per diventare dei campioni di questo sport ci vogliono passione, talento, impegno e umiltà. Ed è per questo che i campioni rappresentano un esempio per i più giovani e devono cercare di esserlo anche con i loro comportamenti, come giustamente ha ricordato Federer a Cincinnati parlando appunto di Kyrgios

Ma “Ajde!” ci dice anche che non esistono sogni troppo grandi.
Dream big. Kid.” recita infatti il sottotitolo del film. Sogna in grande, ragazzo.
Il piccolo bambino serbo che sognava di imitare Sampras ci è riuscito. E di sognatori – giovani e meno giovani – ce ne sono tanti. Sognatori che spesso smettono di essere tali proprio perché credono che il loro sogno sia troppo grande e perché incontrano molte persone che vogliono convincerli che sia veramente così. Come quelle che ridevano di quel ragazzino di Belgrado che all’accademia di Nikki Pilic a Monaco sosteneva che sarebbe diventato il n.1 del mondo.
Invece quel ragazzino n.1 lo è diventato per davvero, e proprio il giorno dopo aver realizzato il suo sogno di bambino di vincere Wimbledon.

Perché alla fine, siamo proprio sicuri che non siano vere le parole di Edoardo Bennato nella sua bellissima ”L’isola che non c’è”?

E ti prendono in giro se continui a cercarla,
ma non darti per vinto perché,
chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle,
forse è ancora più pazzo di te.”

La locandina di “Ajde!” con il sottotitolo “Sogna in grande, ragazzo”

La locandina di “Ajde!” con il sottotitolo “Sogna in grande, ragazzo”

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