Super Fognini tiene l'Italia in A «Avete visto? Sono maturato» (Crivelli), Fognini «imita» la fidanzata Pennelta stende da solo la Russia (Piccardi), Con Fognini l’Italia in paradiso (Clerici), Fognini tiene l'Italia in A (Palizzotto), Zar Fognini piega la Russia Azzurri ancora in serie A (Giorni)

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Super Fognini tiene l’Italia in A «Avete visto? Sono maturato» (Crivelli), Fognini «imita» la fidanzata Pennelta stende da solo la Russia (Piccardi), Con Fognini l’Italia in paradiso (Clerici), Fognini tiene l’Italia in A (Palizzotto), Zar Fognini piega la Russia Azzurri ancora in serie A (Giorni)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Super Fognini tiene l’Italia in A «Avete visto? Sono maturato»

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 21.09.2015

 

Il Maestro Siberiano. L’epica si nutre di eroi, e nella terra di Michele Strogoff i russi, che di letteratura se ne intendono, dopo la terza impresa in tre giorni di un Fognini mai così forte mentalmente, coniano per lui un soprannome degno di un personaggio d’antan, forse per consolarsi della mancata promozione in serie A. Dove invece resta l’Italia, trascinata dal suo cavaliere impavido, più forte della stanchezza e di due settimane senza fiato, da un continente all’altro con la forza del talento e dell’amore. Dopo Rublev e il doppio, ecco che Fabio si offre il petto robusto di Gabashvili, dandoci il punto che serve con la testa più che con le gambe e la tecnica, anche se nel secondo set e per metà del terzo alcune esecuzioni, specialmente con il rovescio, sono musica sinfonica. CESARE Fogna ha vinto molto, • Le vittorie in coppa Davis dell’Italia contro la Russia (e prima Unione Sovietica): l’ultima sfida risaliva al 1996. Una sconfitta soltanto. e poteva vincere di più. Fa tremare e sospirare da quando, tredicenne, sembrava un predestinato in grado di spaccare il mondo e gli avversari. Croce e delizia. Prendere o lasciare. Ma un weekend così, un sogno così, forse non l’aveva mai vissuto: «Date a Cesare quel che è di Cesare, questa vittoria è della squadra ma è anche mia, sono andato oltre ogni sofferenza e ogni sacrificio, sono stato maturo. Finalmente sono stato io per quello che sono e posso esprimere». E sorride, perché tante volte il peso del talento è difficile da portare, anche quando batti Nadal agli Us Open, il primo episodio di una saga che in 15 giorni lo ha trasformato: «New York è un torneo in cui spesso ho giocato male, ma sentivo che qualcosa stava cambiando, che avevo ritrovato feeling con le mie qualità, anche se, visto il tabellone, non mi immaginavo così avanti. Il problema di una vittoria come quella contro Rafa è che ti prosciuga di energie mentali, fai molta più fatica a gestire quello che ti succede dopo rispetto alle situazioni sul campo. E’ una lezione che ho imparato con la sconfitta contro Lopez, sotto quell’aspetto devo crescere ancora». PER AMORE Quando è tornato in Italia, Fabio ha passato due giorni a letto per un virus intestinale e certo non pensava di dover accelerare la convalescenza per un inatteso e meraviglioso dono d’amore: «Dopo la semifinale vinta da Flavia sulla Halep, ho subito cercato un volo che mi riportasse a New York: lo dovevo a noi, alla nostra storia, alla nostra felicità, ma in quel momento lo dovevo soprattutto a lei, perché l’eventuale successo in uno Slam avrebbe coronato una carriera eccezionale, un premio ai sacrifici, alla costanza, alla voglia di non arrendersi mai». E dopo i selfie di rito con il trofeo all’Empire State Building («In attesa di vincerla io, la Coppa, ho fatto le foto con la sua»), altra migrazione verso Mosca, con sei ore di attesa all’aeroporto e approdo siberiano alle quattro del mattino di martedì: «Quando ho fatto il primo allenamento a Irkutsk, non mi reggevo in piedi. Colpivo bene la palla, tecnicamente ero in forma, ma mi faceva male un ginocchio, avevo un pettorale infiammato e le vesciche alle mani. Acciacchi che mi sono portato anche in partita, ma era troppo importante rimanere in serie A. E quando Barazzutti chiama, Fognini risponde: tra noi c’è grande armonia»….

 

Fognini «imita» la fidanzata Pennelta stende da solo la Russia

 

Gaia Piccardi, il corriere della sera del 21.09.2015

 

Il fidanzato della campionessa è, ufficialmente, un vero leader. Nella lontana Irkutsk, Siberia, Fabio Fognini stende da solo la Russia (tre vittorie e cinque tie break sbranati in tre giorni) permettendo all’Italia di rimanere nel gruppo mondiale di Coppa Davis per il quinto anno consecutivo (dopo averlo riconquistato nel 2ou) e regalando alla premiata ditta «Fognetta’s» un altro weekend trionfale. «Barazzutti chiama, io rispondo» dice l’impunito con quell’occhio spiritato che gli accende la nazionale, era volato in Siberia da New York via Mosca per riuscire a consegnare la sua dichiarazione d’amore a Flavia Pennetta sulla soglia della finale dell’Us Open contro Roberta Vinci e quel viaggio iniziatico e speciale deve averlo ispirato: i paragoni (Fabio/Flavia, maschi/femmine, Davis/ Fed Cup) erano accucciati dietro l’angolo, pronti a mordere, e l’azzurro li ha spazzati via a colpi di traccianti di dritto, come solo lui sa fare nelle giornate di grazia. Il punto con l’isterico e maleducato Rublev, venerdì, aveva pareggiato lo svarione di Bolelli con Gabashvili; il doppio di sabato, Fognini-Bolelli, non aveva tradito come in Australia, quando a sorpresa era arrivato un titolo Slam in coppia che aveva aperto inediti scenari. Ma è ieri, con l’ombra del baratro della serie B scivolosissima sotto le suole (a marzo, nel primo turno del World Group, l’Italia era stata battuta dal Kazakhstan 3-2 dopo aver condotto 2-1), che Fognini ha dato il meglio: concreto, stanco ma elettrico, Fabio ha inchiodato Gabashvili in tre set come una farfalla da collezione, impedendogli di trascinare il match al quarto. «È stata una bella prova mentale — ha detto —, non ho giocato sempre benissimo però ho dimostrato di saper lottare per questa maglia anche in condizioni non ottimali. Evitare la retrocessione era importante. Questa vittoria la dedico a me stesso e al tennis italiano al maschile. Ci voleva». Serviva uno scatto d’orgoglio dopo il k.o. di Astana e le meraviglie create dal nostro gineceo a New York, dove due pugliesi d’esportazione, Flavia e Roberta, hanno plasmato un capolavoro di cui continueranno a parlare i figli dei figli dei nostri figli. Restare con le più forti squadre del mondo, sulla scia della meritata semifinale 2014, era una questione di forma e sostanza: «Non è mai facile superare la Russia in casa — esulta Barazzutti, c.t. di tutte le nazionali —, questi ragazzi sono fantastici perché con la maglia azzurra danno tutto. E poi abbiamo avuto un Fognini magico: grandissimo il primo giorno, ben affiancato nel doppio da Bolelli, decisivo alla fine». Non è un’impresa che regala coppe (mercoledì si svolgerà il sorteggio per conoscere l’avversaria del primo turno 2016), ma in questi tempi di abbondanza — a New York Fognini aveva sconfitto Nadal per la terza volta nella stagione — val la pena di festeggiare. I Fognetta’s si ritrovano nel nido di Barcellona prima che la Pennetta riparta per un altro bagno di folla (Fazio su Raitre, Expo, le sfilate a Milano). Fabio o Flavia: comunque vada, sarà un successo.

 

Con Fognini l’Italia in paradiso

 

Gianni Clerici, la repubblica del 21.09.2015

 

L’Italia ha battuto la Russia in Davis Cup, o meglio, come ha affermato spiritosamente uno dei cosiddetti telecronisti di Supertennis, Fognini ha battuto la Russia per due e mezzo a uno, cioè il match smarrito dal n. 2 Bolelli, in singolare, contro il n. 58 del mondo Gabashvili, che non avrebbe probabilmente battuto Seppi ( n. 25 ), costretto in panca da un piede dolorante. Sin qui le notizie giunteci dall’Agenzia P.R. (Palle Roventi) costretta a presenziare ad una vicenda definita dal Capitano Barazzutti «Quella di una squadra – la nostra – forte, molto forte» per chi non se ne fosse accordo. In perfetto accordo con il Capitano, e questo non può che far piacere, il n. 1 Fognini ha informato che la sua era stata, sempre per gli spettatori impreparati, «Una grande prova dal punto di vista mentale». Se ne deve essere reso conto il suo avversario Gabashvili, una sorta di sollevatore di palle, pericoloso nei colpi in cui prevalesse il muscolo, incapace di tocchi raffinati eguali a quelli di un tennista raffinatissimo quale Fognini. Concesso che la Russia non sia più quella di Metreveli, di Kafelnikov o di Safin, un incontro a più di 10 ore di volo dalla New York del recente US Open, su un campo coperto gremito di un pubblico sorridente ma, al contempo, perverso nel battito incessante di quei condom per elefanti scioccamente consentiti dalla ITF in cambio di denaro, non era dei più facili. Giova ricordare che i nostri erano stati costretti a raggiungere Irkutsk in seguito ad una sconfitta contro il Kazakistan, squadra acquistata proprio al mercato di Mosca dal Presidente tifoso Nazarbaev. Chissa come si sarebbe lagnato il deputato grillino Colletti, censore di un Primo Ministro occasionalmente tifoso quale Renzi, se fosse stato di nazionalità kazaka, e avesse conosciuto le spese degli acquisti di Golubev. Per concludere con Shakespeare – che non lo merita – è bene quel che finisce bene.

 

Fognini tiene l’Italia in A

 

Daniele Palizzotto, il tempo del 21.09.2015

 

Fabio Fognini salva l’Italia del tennis. Sul campo indoor di Irkutsk, nella fredda Siberia, il ligure ha battuto praticamente da solo la modesta Russia nello spareggio per restare nella serie A della Coppa Davis, il Gruppo Mondiale. Dopo aver annientato il promettente Andrey Rublev e trascinato Simone Bolelli nel doppio, nell’ultima giornata Fabio ha chiuso i conti battendo 7-66-37-6 il numero uno avversario Teymuraz Gabashvili, 58 nella classifica mondiale. 114-1 finale è stato poi fissato dal successo in due set (6-4 7-6) di Paolo Lorenzi su Konstantin Kravchuk a risultato acquisito. Dopo aver osannato la fidanzata Flavia Pennetta per lo storico trionfo agli Us Open, l’Italia ringrazia dunque Fognini per un risultato certo meno eclatante ma importante per il movimento maschile e per il capitano Corrado Barazzutti, che quest’anno aveva sbagliato quasi tutte le scelte nelle competizioni a squadre. Perdere al primo turno dal Kazakistan di Kukushkin e Nedovyesovè stata una forte delusione, cedere alla Russia attuale – con il solo Gabashvili tra i top 100 e senza un doppio competitivo – e precipitare in serie B sarebbe stata una Caporetto. Per fortuna, nonostante un Bolelli ancora sottotono, Fognini ha preso in mano la situazione. Contro Gabashvili il ligure non ha giocato il suo tennis migliore, ma ha controllato il match con la maturità già mostrata contro Johnson e soprattutto Nadal allo Us Open. Un primo tiebreak vinto con sicurezza nonostante i due break sciupati in precedenza, un secondo set dominato e un altro tie- break gestito alla perfezione per respingere l’ultima reazione del numero uno russo: insomma un Fognini perfetto nei momenti importanti, come capita ai più forti. «Sono contento per la squadra e il capitano – ha gioito il ligure – con lui ho un gran feeling. Per me è stata una prova di maturità, non ho giocato al massimo anche perché negli ultimi giorni ho avuto problemi gastrointestinali ma ho vinto entrambi i singolari in tre set, un segnale importante». Fognini esulta e ha ragione, Barazzutti è ancor più felice: «Questo è un gruppo fantastico – ha dichiarato il capitano – abbiamo giocato un match perfetto. Alla vigilia ero preoccupato perché Seppi non stava bene, ma Fognini è stato strepitoso: in Davis si esalta, è un combattente nato. Per il quinto anno consecutivo giocheremo nel Gruppo Mondiale, un traguardo conquistato battendo in trasferta una squadra molto forte come la Russia». Se davvero per Barazzutti la Russia era una squadra molto forte, figurarsi quelle che attendono l’Italia nel debutto della prossima edizione. Mercoledì a Santiago del Cile sarà sorteggiato il tabellone 2016 e con ogni probabilità gli azzurri – scesi all’11 posto del ranking mondiale (oggi dovrebbero recuperare solo una posizione) – non saranno teste di serie a causa della sconfitta subita al primo turno dal Kazakistan. Difficile sperare in un buon accoppiamento: forse è meglio affrontare in casa Repubblica Ceca, Argentina, Francia e persino Serbia o Svizzera, sperando nelle possibili assenze di Djokovic e Federer (protagonista nel 4-1 sull’Olanda), piuttosto che giocare in trasferta contro l’Australia o le finaliste 2015, la Gran Bretagna trascinata da Murray (3-2 sugli australiani) e il Belgio del talentuoso Goffin e del piccolo Darcis, eroe per un giorno ieri contro Delbonis nel quinto match della semifinale contro l’Argentina. Decisivo L’abbraccio tra Fabio Fognini e il ct azzurro Corrado Barazzutti dopo la vittoria del tennista ligure contro Gabashvili che ha consentito all’Italia di ottenere il punto decisivo per battere la Russia e restare nel World Group di Coppa Davis

 

Zar Fognini piega la Russia Azzurri ancora in serie A

 

Alberto Giorni, il Giorno del 21.09.2015

 

Fabio Fognini si riprende la scena e piega quasi da solo la Russia, regalando all’Italia una meritata permanenza nel World Group, la serie A della Coppa Davis. Dopo il trionfo di Flavia Pennetta agli US Open, anche il tennis maschile batte un colpo e l’illustre fidanzato della brindisina si è dimostrato all’altezza, su un prestigioso palcoscenico che lo ha sempre ispirato. Già l’anno scorso a febbraio, a Mar del Plata contro l’Argentina, si era rivelato il trascinatore vincendo tutti e tre i match disputati, poi ad aprile aveva dominato Murray a Napoli sfoderando una delle migliori prestazioni in carriera. Nell’ultimo dei tre punti conquistati da Fabio (il secondo in doppio con Simone Bolelli), l’esperto Gabashvili, giustiziere di Bolelli venerdì, si è dovuto arrendere 7-6(4), 6-2, 7-6(5). L’azzurro si è esaltato soprattutto nei tie-break, roulette russa dove i punti pesano doppio e servono nervi d’acciaio: nella tre giorni siberiana di Irkutsk ne ha portati a casa cinque su cinque. La forza mentale spesso fa la differenza e non a caso, dopo il rovescio lungo di Gabashvili sul matchpoint Fognini ha esultato in maniera sobria indicandosi la testa. Nonostante la stanchezza, ha stretto i denti dimostrando un forte attaccamento alla maglia azzurra. A completare la festa ha pensato Paolo Lorenzi, che a risultato acquisito ha fissato il 4-1 definitivo superando Kravchuk 6-4, 7-6(3) in un match al meglio dei tre set. «E’ stata una grande prova dal punto di vista mentale — ha sottolineato Fabio —, ho dimostrato ancora una volta di lottare per questa maglia anche in condizioni non ottimali. Nel tennis femminile abbiamo fatto qualche risultatino di recente, ci voleva una risposta anche in Davis». E Barazzutti apprezza: «Nei momenti di ispirazione, Fabio fa cose pazzesche, è un combattente nato. Ma non c’è solo lui: questo è un gruppo fantastico». Mercoledì a Santiago del Cile sarà sorteggiato il tabellone 2016. Al primo turno ci potrebbero capitare Svizzera, Francia, Repubblica Ceca o Argentina in casa; Gran Bretagna, Belgio o Australia in trasferta. Intanto, sarà proprio tra i britannici e i belgi la finalissima di Coppa Davis dal 27 al 29 novembre.

 

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