Interviste
ATP Finals interviste, R. Federer: “Avrei voluto vincere per il pubblico”
ATP Finals – intervista post-partita con il runner-up dell’edizione 2015 Roger Federer

Riguardo alla partita, cosa cambieresti?
Il servizio soprattutto all’inizio poteva essere meglio. E giocare meglio sulla seconda di servizio, che ti consente di fare qualcosa di più. Ha giocato bene, in un match di alta qualità.
Djokovic ha raggiunto tutte le finali. Bisogna fare i conti con lui?
Rafa è stato l’unico giocatore con cui ho dovuto prepararmi specificamente. Se giochi bene con Nole, puoi avere le tue chance.
Quali obiettivi hai il prossimo anno?
Le Olimpiadi certamente, ma inizierò dagli Australian Open. Ma devo ancora definire i miei due/tre obiettivi principali.
Rafa ha detto che non è possibile avere due anni di fila come quello di Nole. Cosa dici?
E’ molto difficile, l’anno di Nole è stato straordinario, ma il margine con i top players è piccolo.
Cosa pensi del Sud America? Ti è piaciuto?
Buenos Aires, Colombia, e San Paolo sono stati straordinari. Uno dei migliori viaggi della mia vita.
Cosa pensi del tuo 2015? Cosa devi fare per vincere un major?
Allenarmi molto seriamente, ora riposarmi, andare in palestra. Gestire la condizione è molto importante. Ho perso agli Australian Open contro Seppi, che ha giocato benissimo, devo restare umile. Sono molto contento di come gioco a rete. Il movimento è molto importante.
Cosa pensi della tua agenda?
Non mi piace dire la mia età, ma a 34 anni ho imparato a gestirmi!
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Roland Garros, Bronzetti dopo la sconfitta con Jabeur: “Sono migliorata, mi sento una di loro” [VIDEO]
“Dopo l’inizio anno complicato, il titolo a Rabat ha ancora più valore” così Lucia bronzetti, che saluta Parigi. “Al secondo anno nel Tour ho più esperienza”

Dopo la sconfitta al primo turno 6-4 6-1 contro Ons Jabeur, Lucia Bronzetti si è presentata a rispondere alle domande in italiano con uno spirito positivo, a conferma del buon momento che sta vivendo indipendentemente dell’esito al Roland Garros.
Com’è andata oggi contro un’avversaria (Ons Jabeur) che non dà ritmo?
Lucia Bronzetti: Sì, lei è una giocatrice un po’ atipica, che gioca benissimo le palle corte, in back, ha una buonissima mano quindi sicuramente non è la tipa di giocatrice che preferisco, in più è tra le prime 10 del mondo quindi già dura in partenza. Forse potevo fare qualcosina in più però va bene così. Sono stata sfortunata nel sorteggio e speriamo che l’anno prossimo possa andare meglio e vincere qualche partita.
Com’è stato giocare sullo Chatrier? Hai sentito l’emozione del palcoscenico?
Lucia Bronzetti: Sì, è un’emozione bellissima e all’inizio mi sentivo un po’ a disagio. Non trovavo bene le distanze insomma ma è un’esperienza che ricorderò per tutta la vita anche quando poi non giocherò più, quello che ti rimane sono queste cose. Sicuramente bellissimo.
Vieni da una settimana bella ma anche impegnativa dopo il tuo primo titolo a Rabat pochissimi giorni fa. Stai ottenendo ottimi risultati.
Lucia Bronzetti: Sì, è arrivato questo primo titolo dopo un inizio anno un po’ complicato e quindi ha ancora più valore per me. Ho giocato molto bene nello scorso torneo e sono molto contenta di come ho gestito diverse situazioni e ho portato a casa i match. Ho avuto pochissimo tempo per festeggiare, per riprendermi e riconcentrarmi per quest’altro torneo. Ma tornassi indietro rifarei tutto. […] L’anno scorso è stato un anno di prime esperienze, quest’anno è il secondo che sono nel Tour quindi c’è già più esperienza, non è facile ricominciare l’anno sapendo che dovevi riconfermarti. Mi sento migliorata molto anche a livello di gioco, più sicura anche in mezzo a queste giocatrici. Mi sento una di loro.
Nelle prossime settimane hai già un programma?
Lucia Bronzetti: Andrò a giocare un 125K e poi dopo torno a casa e mi preparo per la stagione sull’erba.
Qualche obiettivo da qui a fine anno?
Lucia Bronzetti: A livelli di classifica non mi pongo mai obiettivi (è appena rientrata in top 100, ndr). Poi quello che abbiamo fatto col mio team lo continueremo sempre a fare, cioè lavorare e cercare di migliorarsi e continuare come stiamo facendo; i risultati vengono da soli.
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Roland Garros, Cobolli sconfitto ma contento: “Con Alcaraz un’esperienza unica” [AUDIO]
Dopo aver giocato un buonissimo terzo set contro lo spagnolo numero uno al mondo, Flavio Cobolli tira le somme del suo debutto negli Slam e si guarda indietro con orgoglio e soddisfazione

La prima volta di Flavio Cobolli resta Carlos Alcaraz. Nel circuito Challenger a Todi nel 2020, negli Slam a Parigi nel 2023. Dopo la sconfitta al primo turno del Roland Garros, il ventunenne romano scarica la tensione in un’intervista post partita che segna per lui un passaggio più unico che raro: l’ingresso nel mondo dei grandi. Ecco cos’ha dichiarato.
D. Com’è stato giocare contro il numero 1 del mondo?
Cobolli: “È stata un’emozione unica e ho imparato tanto da questo match. Ho iniziato un po’ frastornato dalle emozioni perché era molto difficile giocare un campo del genere contro un giocatore del genere. Credo di essere stato bravo, sono molto contento della mia prestazione nonostante la sconfitta. Mi porto tanto a casa, ho buoni margini di miglioramento – almeno così mi dice il team (sorride, nrd) –, quindi sono molto soddisfatto”.
D. Rispetto alla partita a Todi nel 2020 contro Alcaraz, quanto sei cresciuto tu e quanto è cresciuto lui?
Cobolli: “È cresciuto più lui (ride, ndr). Lì è stata una partita completamente diversa rispetto a questa, ma anche stavolta il destino ha voluto che giocassi contro lui la mia prima partita: a Todi Challenger, qui Slam. Sono cambiate tante cose dal 2020: Carlos è diventato numero 1 del mondo, ha vinto uno Slam, ha vinto tanti titoli e ha perso poche partite. Io sono cresciuto meno ma comunque sono cresciuto tanto. Stanno arrivando anche per me piccoli risultati”.
D. Qualche settimana fa giocavi in un Challenger a Torino. Come descriveresti la differenza tra quel contesto e giocare una partita al Roland Garros contro Carlos Alcaraz?
Cobolli: “Credo che il movimento Challenger si sia alzato notevolmente negli ultimi anni, molti giocatori che durante l’anno giocano Challenger stanno dimostrando di saper fare bene anche nei tornei ATP. Non credo che ci sia tantissimo distacco tra noi e loro, se possiamo dire così. Dico semplicemente che hanno un altro passo e per questo riescono a portare a casa il match. Ma, fatta eccezione per quei tre, quattro, o anche cinque o sei – come abbiamo visto oggi Alcaraz –, ce la giochiamo con tutti. Personalmente penso di essere migliorato e di aver meritato di giocare qui. Spero di vivere anche Wimbledon”.
D. Se dovessi dare un consiglio a un giocatore che ora deve affrontare Carlos Alcaraz, cosa gli diresti?
Cobolli: “Quando giochi contro il numero uno del mondo e sei un qualificato non puoi consigliare molte cose. È impressionante come gestisce i punti importanti, è una delle sue qualità migliori. Ha una velocità di palla superiore a quella di molti giocatori che giocano questo torneo, poterlo mettere in difficoltà è molto difficile. Tuttavia, come tutti noi esseri umani, anche lui ha i suoi punti deboli (non dice quali, ndr)”.
D. Siamo a metà stagione: qual è il bilancio della prima parte e quale obiettivo ti poni per la seconda?
Cobolli: “Credo di aver fatto una buona prima parte di stagione. Dopo essere tornato dall’Australia sono stato infortunato per due mesi. Dopo l’infortunio sto reagendo bene al lavoro che sto facendo, non posso dire altro che di essere soddisfatto. Spero di continuare su questa strada con l’obiettivo principale di crescere mentalmente perché questo mi permetterebbe di mettere in difficoltà tanti giocatori in ATP”.
D. Come ti avvicinerai a Wimbledon? Dove andrai a giocare per prepararti?
“Dopo qualche giorno di riposo, andrò a Heilbronn, in Germania, poi a Perugia e Parma”.
D. Nuovo tatuaggio? Una racchetta col logo del Roland Garros?
“Domani forse vado a tatuarmi qualcosa, ma il team dice che il logo sarebbe arrogante. Con tutto il rispetto per il torneo francese, che è da sempre il mio preferito, forse mi tatuerò qualcosa sulla Roma”.
Marianna Piacente
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Roland Garros, la delusione di Cecchinato: “Con Van Assche la mia peggior partita a Parigi” [AUDIO]
Out al primo turno del torneo francese per colpa (o merito) di un grande diciannovenne di nome Luca Van Assche, Cecchinato vuole solo dimenticare la brutta parentesi parigina

La sua peggior partita. Così Marco Cecchinato – semifinalista nel 2018 – ha definito la sconfitta al primo turno del Roland Garros per mano del diciannovenne francese Luca Van Assche (n. 82). A metà tra la delusione del presente e le consapevolezze di un buon recente trascorso, il tennista palermitano commenta l’uscita precoce dal torneo parigino non senza restare ottimista.
D. Cosa ti ha colpito di più di Luca Van Assche?
Cecchinato: “È per me uno dei migliori giovani del circuito, sa già giocare la partita e si muove molto bene anche se ancora piccolo. È molto rapido e ha un bel timing sulla palla. Avrà un gran futuro perché ha ancora tanto margine di miglioramento, qui in Francia sarà seguito bene e sono certo che farà una buonissima carriera”.
D. Difficile da dire, fin dove può arrivare?
Cecchinato: “Sicuramente riuscirà a entrare nei primi cinquanta, secondo me farà grandi cose”.
D. Avevi avuto il sentore che potesse essere una giornata di quelle che si vogliono dimenticare in fretta, magari stamattina in riscaldamento? È una cosa che è arrivata inaspettata in campo o anche prima della partita avevi già brutte sensazioni?
Cecchinato: “No, mi ero scaldato abbastanza bene stamattina e avevo buone sensazioni. Purtroppo è stato uno di quei match durante i quali non riesci a entrare in partita né a cambiarla nel mentre: nei primi due set i primi game sono stati lottati, poi mi è scappato via il gioco. Partite così è difficile commentarle, vorresti solo cancellarle il prima possibile e tornare ad allenarti. Ripeto, penso sia stata la mia partita più brutta qui”.
D. E adesso?
Cecchinato: “Adesso giocherò sull’erba. Dopo aver saltato Wimbledon lo scorso anno, ora voglio prepararlo bene quindi giocherò o Halle o Queen’s – in base a dove entrerò in quali – e poi uno tra Eastbourne e Mallorca, e dopo Wimbledon. Farò di sicuro una settimana di allenamento e poi tre settimane sull’erba: data l’assenza dello scorso anno, voglio arrivare a giocar uno Slam con almeno due settimane di preparazione”.
D. Hai obiettivi nel ranking?
Cecchinato: “Non ho obiettivi di ranking. Adesso che sono tornato 70 non sto pensando troppo al numero, bensì a lavorare. Nelle ultime settimane stavo facendo bene: ho battuto cinque giocatori davvero forti: Bautista, Davidovich, Shelton, Fognini e Schwartzman. Contro di loro sono riuscito a esprimere un alto livello di gioco. Non è una sola partita che mi butta giù, ora voglio pensare a giocare più match possibili da qui a fine anno”.
Marianna Piacente