La settimana degli italiani: Fognini recupera. Giorgi male, poi l'exploit contro Errani

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La settimana degli italiani: Fognini recupera. Giorgi male, poi l’exploit contro Errani

Non brillano gli azzurri nella settimana che precede il torneo di Madrid. Solo sufficienti le prove di Fabio Fognini e Camila Giorgi. Non se la cavano nemmeno Marco Cecchinato, Paolo Lorenzi e Thomas Fabbiano. E Luca Vanni non interrompe la sua striscia negativa

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Non arriva neanche questa settimana la prima finale stagionale per un tennista azzurro, ma quantomeno il tennis italiano incamera la seconda semifinale maschile dell’anno (solo Lorenzi a Quito l’aveva sin qui ottenuta): vi riesce Fabio Fognini, che torna tra i primi 4 di un torneo Atp, traguardo raggiunto l’ultima volta ad inizio ottobre scorso, quando perse a Pechino in semifinale da Nadal.
Il giocatore nato ad Arma di Taggia ci riesce a Monaco, dove ha deciso di partecipare per il terzo anno consecutivo al Bmw Open (nel 2014 perse in finale da Klizan, mentre l’anno scorso si arrese senza combattere ad un Thiem ancora non esploso nel circuito) e, considerando che era al terzo torneo dopo due mesi di inattività forzata, può essere soddisfatto della sua trasferta in Baviera. Del resto Fabio, attualmente numero 30, deve cercare di conquistare una testa di serie a Parigi ed era con la cambiale dei 90 punti in scadenza a breve a Roma, quando l’anno scorso perse agli ottavi dopo una gran partita da Berdych: con questa semifinale tedesca ha conquistato esattamente i 90 punti che potrebbe perdere ed è quindi sostanzialmente certo che a Parigi non incontrerà i più forti nei primi due turni.
Fognini è stato avvantaggiato da un buon sorteggio, che al primo turno gli ha opposto la wild card locale, Maximilian Marterer, giovane ventenne mancino che nel circuito maggiore sinora si è fatto notare negli ultimi mesi solo per due qualificazioni ai tabelloni principali di Stoccolma e Sidney. Fabio, dall’alto della sua superiorità tecnica e di esperienza, non ha mai avuto problemi durante la partita ed ha superato l’avversario in appena cinquantasette minuti di gioco.
Decisamente più probante era il match del secondo turno contro il russo naturalizzato kazako Mikhail Kukushkin, numero 88 del mondo che lo aveva tra l’altro sconfitto negli unici due precedenti (sebbene sui tappeti indoor). Fognini, forse memore degli stessi, scendendo in campo con determinazione e buona predisposizione, si è trovato in vantaggio 6-3 4-1: sembrava fatta, ma un calo di concentrazione è costata la rimonta del kazako, che tuttavia nel decimo game ha salvato tre match point ed è stato bravo ad avere poi tre palle break per andare a servire per il terzo set nel game successivo. In questo frangente è stato ancora più abile il nostro giocatore, che, prima le annullava, e poi andava definitivamente a strappare la battuta al suo avversario, vincendo l’incontro con lo score di 6-3 7-5 in poco meno di un’ora e mezza.
Nei quarti, complice il forfait di Gael Monfils a tabellone già compilato, Fabio ha trovato dall’altra parte della rete il lucky loser slovacco Jozef Kovalik, numero 139 del mondo e vincitore del challenger di Napoli una ventina di giorni prima. Fabio parte benissimo e scappa sul 6-2 2-0 in appena mezzora, dando l’impressione di sovrastare tecnicamente l’avversario. A quel punto, una sorta di black-out psicofisico ha colto il nostro giocatore, che inizia ad innervosirsi e contestualmente fa prendere fiducia allo slovacco, il quale vince senza dover fare nulla di particolare il secondo set e strappa in avvio di terzo parziale la battuta all’avversario. Sembra il preludio di una disfatta tennistica, ma per fortuna Fabio, sebbene sempre nervoso, riesce subito a ribrekkare ed a non perdere più il servizio, per poi chiudere finalmente al dodicesimo game e portare a casa una semifinale stando in campo più di quel che avrebbe dovuto: ma conta soprattutto il risultato in questi casi, archiviato col punteggio di 6-2 3-6 7-5 in due ore di partita.
La semifinale contro Philip Kohlschreiber era una partita difficile: il trentaduenne tedesco, numero 27 del mondo, nel torneo bavarese gioca in casa (è nativo di Augsburg, circa 40 km da Monaco), lo ha vinto due volte (2007 e 2012) e vi ha raggiunto due finali (2103 e 2015). In più, conduceva i precedenti con Fognini per 3-1(1-1 sulla terra). La sconfitta rimediata da Fabio, che non era al meglio fisicamente (ha giocato con fasciature ai polpacci e sia nei quarti che in semi ha dovuto chiamare il medical time-out) contro un giocatore che lo sopravanzava in classifica è dunque accettabile, dispiace solo dover ancora riportare un body-language negativo che ha accompagnato il giocatore ligure in tutto il match e che di certo non lo aiuta ad esprimersi al meglio delle sue ottime qualità tecniche. Più che per la sconfitta contro il futuro campione del torneo.
Fabio deve rimuginare su come sia possibile far andare in pochi minuti 5-0 avanti, come accaduto sabato, un buon giocatore, ma non un campione come il tedesco. Così facendo, a questi livelli, basta non sfruttare l’unica buona chance avuta (tre palle break nel sesto game del secondo parziale) per vedere sfuggire via la partita e la possibilità di una finale in appena sessantacinque minuti col punteggio di 6-1 6-4.

Allo storico torneo bavarese, che dal 1974 si disputa nel bel circolo dell’Iphitos Tennis Club, manifestazione che vanta nel suo albo d’oro diversi vincitori di Slam (Murray, Federer, Stich, Lendl, Orantes, Vilas) ha partecipato anche Marco Cecchinato, che ha giocato il doppio con Fognini, nel quale gli azzurri hanno perso al primo turno dalla coppia dei fratelli Zverev. Il siciliano ha lasciato la Baviera con l’amaro in bocca, sia per non aver sfruttato al secondo turno il varco nel tabellone creato dal ritiro di Monfils, sia per aver perso all’esordio contro un qualificato olandese, Igor Sijsling, 121esimo giocatore al mondo. Marco vi aveva già perso due anni fa al primo turno al Foro Italico, in due set combattuti: questa volta, in un incontro diluito in due giorni a causa del maltempo, ha pagato un’entrata nel match lenta che gli è costata la cessione del primo set in mezzora. Nel secondo, è riuscito a giocarsela, ma una volta sciupate tre palle break consecutive sul 4-3 in suo favore, ha perso la chance di far girare la partita, poi vinta dall’olandese 6-2 6-4 in un’ora e dieci minuti di gioco.

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